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Mese: Dicembre 2018

Progetto di Unife selezionato dal Parlamento Europeo Prevede la realizzazione di innovativi modelli 3D del patrimonio culturale

Da: Università degli Studi di Ferrara Ufficio Stampa, Comunicazione Istituzionale e Digitale

Il progetto INCEPTION, finanziato nel programma Horizon 2020 e coordinato dal Dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara (coordinatore prof. Roberto Di Giulio) è stato selezionato – unico progetto di ricerca sul tema dei patrimoni culturali – tra i 22 progetti presentati a Brussels durante la Joint conference of the European Parliament and the European Commission “EU Research and Innovation in our daily life”, aperta dal Presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani e dal Commissario per la Ricerca, la Scienza e l‘Innovazione Carlos Moedas.

INCEPTION è un progetto di ricerca rivolto a diversi destinatari, non solo specialisti ma anche utenti non esperti. La finalità dello studio è quella di realizzare innovativi modelli 3D del patrimonio culturale definendo metodologie specifiche per la strutturazione dei dati.

Grazie ad un gruppo di istituzioni di settore è possibile dar vita ad un confronto con esperti, orientando la ricerca verso strategie in grado di aumentare l’accessibilità del patrimonio culturale europeo.

Regione. Radiazione Venturi, il presidente Bonaccini: “Abbiamo dato mandato ai nostri legali di tutelare in ogni sede la Regione, il nostro Sistema sanitario e l’autonomia dell’istituzione da ingerenze inaccettabili perché palesemente illegittime”

Da: Regione Emilia Romagna

“Certi delle nostre azioni e del nostro operato. Qualcuno ha confuso il sacrosanto diritto alla critica con quello di giudicare e sanzionare gli atti amministrativi e le politiche dell’Ente salendo su un piedistallo improprio da cui è bene che scenda immediatamente”

Bologna – “Nella giornata di oggi abbiamo dato mandato ai nostri legali di tutelare in ogni sede e con ogni azione l’immagine della Regione Emilia-Romagna e del nostro Sistema sanitario. Mandato col quale intendiamo proteggere anche l’autonomia dell’istituzione da ingerenze inaccettabili perché palesemente illegittime, a partire dalla piena agibilità politica e amministrativa della Giunta regionale”.

Così il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, dopo la radiazione da parte dell’Ordine dei medici di Bologna, dell’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi, al termine di un procedimento disciplinare avviato dal presidente dell’Ordine, Giancarlo Pizza, contrario a un atto regionale del 2016 indirizzato alle aziende sanitarie sul personale da impiegare nell’attività di pronto soccorso.

“Qualcuno- prosegue Bonaccini- ha confuso il sacrosanto diritto alla critica con quello di giudicare e sanzionare gli atti amministrativi e le politiche dell’istituzione, salendo su un piedistallo improprio da cui è bene che scenda immediatamente”.

“Occorre quindi distinguere. Per quanto risultino inconsistenti, e francamente irrispettose verso le migliaia di operatori che ogni giorno operano per la tutela della nostra salute, le critiche politiche che descrivono una sanità regionale allo sbando debbono e possono essere facilmente smentite- sottolinea il presidente-. Come funzioni il 118 in questa Regione e di quanta organizzazione, professionalità e abnegazione siano capaci i nostri operatori sanitari lo vediamo quotidianamente. Lo abbiamo pubblicamente riconosciuto, tutti insieme, all’indomani del tragico incidente autostradale di Borgo Panigale quattro mesi fa. E questo è solo un esempio. Ma questo è appunto un piano di valutazione politica: se Lega, M5S e Fi ritengono ora di poter gettare fango su questo servizio se ne assumono la responsabilità davanti ai cittadini. Viceversa, c’è chi ha scelto deliberatamente, com’è ormai di tutta evidenza, di condurre una battaglia politica attraverso l’attacco a una persona, l’assessore Venturi, alla sua carica e a un’istituzione con strumenti impropri che stanno danneggiando un bene comune quale è il Servizio sanitario regionale. Tranquilli come siamo della correttezza dei nostri atti e del nostro operato, la cui legittimità non può essere in ogni caso valutata da un ordine professionale- conclude Bonaccini- tuteleremo fino in fondo la Regione e le deliberazioni assunte in tutte le sedi”.

Ricostruzione. Riapre al culto la chiesa parrocchiale di Santa Maria e Sant’Isidoro in località Penzale di Cento (Fe): la ristrutturazione finanziata dalla Regione con 623 mila euro. L’assessore Costi: “Siamo orgogliosi di restituire un importante simbolo alla comunità centese”

Da: Regione Emilia Romagna

La chiesa era stata danneggiata dal terremoto del 20 e 29 maggio 2012. Inaugurazione oggi con la Messa solenne presieduta da monsignor Matteo Zuppi, presente l’assessore regionale con delega alla Ricostruzione, Palma Costi

Bologna- Viene restituita ai fedeli e alla intera comunità centese la chiesa parrocchiale di Santa Maria e Sant’Isidoro in località Penzale di Cento (Fe), il cui edificio era stato danneggiato dal terremoto del 20 e 29 maggio 2012. Oggi l’inaugurazione e la riapertura al culto con la Messa solenne celebrata dall’Arcivescovo metropolita di Bologna, monsignor Matteo Maria Zuppi, presente l’assessore regionale alle Attività produttive e delega alla Ricostruzione, Palma Costi.

La chiesa parrocchiale di Santa Maria e Sant’Isidoro, dopo l’intervento di recupero finanziato dalla Regione con quasi 623 mila euro, è tornata al suo originale splendore.

“Non possiamo che essere orgogliosi di aver contribuito a ridare ai cittadini un luogo simbolo della loro comunità- afferma l’assessore regionale Costi-. Nella ricostruzione dei centri storici e dei centri abitati abbiamo prestato molta attenzione a tutti gli edifici pubblici ed a quelli ad uso pubblico come le chiese per ciò che rappresentano per la comunità. La riapertura al culto, oltre a ridare vitalità a questo centro della città di Cento, è la testimonianza del buon lavoro di squadra di tecnici, amministratori e istituzioni religiose. Collaborare tutti insieme con un obiettivo condiviso permette di raggiungere i risultati che avevamo fissato”.

Ad oggi, tra fondi del commissario e cofinanziamenti, per le 495 chiese danneggiaste dal sisma sono già stati stanziati 276 milioni di euro per interventi su 372 edifici.

Gli interventi di ripristino con miglioramento sismico hanno riguardato la facciata, le pareti e gli archi laterali, le pareti dell’abside e gli elementi non strutturali che a causa del movimento di ribaltamento verso l’esterno hanno subito numerose lesioni. Sono state ripristinate le lesioni più significative con la tecnica dello scuci-cuci o mediante la scarnitura, la pulizia e la sigillatura con malta di calce idraulica. Nel sottotetto sono stati rinforzati i pilasti di sostegno del coperto, mentre nelle navate laterali è stata rifatta la copertura. Invece, il campanile non ha subito gravi danni: quindi oltre a riparare le poche lesioni si è provveduto al confinamento del fusto inserendo tre ordini di incatenamenti metallici ancorati con piastre.

La Storia
La chiesa di Santa Maria e Sant’Isidoro, denominata anche Chiesa di Penzale, si mostra oggi come un edificio di volumetrica semplice e dai lineamenti neoclassici, caratterizzato da navata centrale con copertura a botte, affiancata da due navate laterali, sulle quali si affacciano tre cappelle con i relativi altari.
Nel 1632 a seguito di una pestilenza, nella località detta “Penzale” sulla strada del Lazzaretto, iniziò la devozione di un’immagine della Madonna; grazie all’iniziativa della famiglia Cavalieri di Cento proprietaria del terreno fu costruita la Chiesa per contenere l’opera e la casa canonica all’arciprete di Cento.
Nel 1636 la costruzione era compiuta. La chiesetta primitiva era ad una sola navata, con tre cappelle e relativi altari. Il corpo della chiesa era largo pressappoco come l’attuale navata centrale. Tra la seconda metà del secolo XVIII e la fine del XVIII secolo si ampliò la chiesa con l’aggiunta di due cappelle laterali e il campanile. Nell’anno 1845 furono avviati dei lavori di recupero per via della precaria situazione in cui si trovavano gli edifici, si prese l’occasione per allargare la cappella maggiore, aggiungendovi il coro.
Nel 1863 la chiesa fu ingrandita con due nuove navate laterali, costruite una per volta, con spese e tecniche diverse. Gli altari vennero costruiti ed ornati in un secondo tempo con opere in parte ancora esistenti. La cappella maggiore è stata ristrutturata nel decennio 1848-1858.

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Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina Diritti Umani – Evento nazionale legalità

Da: Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina Diritti Umani

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, in considerazione degli eventi promossi in diversi contesti per celebrare il 70° anniversario della Costituzione italiana, intende evidenziare l’importanza della nostra Carta Costituzionale e i valori che ne costituiscono l’essenza attraverso una serie di iniziative di carattere laboratoriale che si terranno in data 13/12, dalle ore 09 alle ore 12.30, nei locali dell’ISI Pertini di Lucca. Il titolo dell’evento, fortemente caldeggiato dal ds, prof.ssa Daniele Venturi, è: “Insieme per la Legalità. Incontro con Giovanni Impastato”.
Giovanni Impastato, fondatore di “Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato”e autore del libro “Oltre i Cento Passi”, dopo la morte del fratello ha intensificato il suo impegno civile, condotto con coraggio e con gravi rischi personali, nella sensibilizzazione e nel contrasto alla criminalità organizzata.
La mattinata sarà finalizzata all’approfondimento del fenomeno criminale sia attraverso gli elaborati realizzati dagli studenti (letture di poesia accompagnate da composizioni musicali; progettazioni grafico – digitali; creazioni di vignette estemporanee da offrire agli ospiti presenti) sia mediante il confronto tra i presenti e l’autore Giovanni Impastato.
È prevista anche la proiezione di alcuni momenti particolarmente significativi tratti dal film “I Cento Passi” e dello spettacolo teatrale “Lirio Abbate e Pif ricordano Peppino Impastato”.
Alla manifestazione interverranno via skype l’on. Elisabetta Barbuto, Commissione Giustizia, e l’on. Piera Aiello, Commissione Antimafia; saranno presenti anche il sindaco di Lucca, prof. Alessandro Tambellini e alcuni referenti dell’ass. Libera.In tale occasione le prime scuole che ne faranno richiesta, inviando la propria adesione alle seguenti email coordinamentodirittiumani@gmail.com; r.pesavento@pertini.lucca.gov.it, potranno collegarsi durante l’evento e illustrare progetti e percorsi culturali afferenti il tema della legalità sviluppati durante l’anno scolastico 2017/2018 e quello in corso. Tutte le altre scuole figureranno nell’ambito dell’iniziativa mediante slide in cui verranno indicati gli interventi didattici effettuati in ciascuna comunità educativa. Lo slogan della manifestazione è: “La mafia uccide, il silenzio pure”.

Una tessera da Insorgente al Sindaco Tagliani

Da: Insorgenti Ferrara

Parlando delle indubbie problematiche che ancora caratterizzano la zona GAD, non è infrequente che la memoria dei cittadini ridesti la superficiale espressione con la quale l’Amministrazione le qualificò anni addietro: “Percezioni soggettive”.
Anche oggi, analizzando le attuali proposte formulate dall’Amministrazione per riqualificare l’area, la stessa espressione pare in procinto di riattualizzarsi e caricarsi di nuovi significati: “Percezioni ” di proposte e possibili migliorie sulle quali l’Amministrazione vanta oggi una originale paternità, a scapito delle associazioni Insorgenti e GAD Sicura che le concepirono e le consegnarono nelle mani del Sindaco in occasione di un incontro ufficiale.
“Percezioni” di iniziative che, poco più di un anno fa, sembravano inattuabili, non per mancanza d’impegno, specificava il Primo Cittadino, ma di fondi e di partecipazione governativa (il governo era targato PD), e che ora, magicamente, paiono a un passo dal concretizzarsi.
“Percezioni ” che evidentemente solo per l’imminenza delle elezioni destano l’interesse dell’Amministrazione a problematiche ancora attuali alle quali non ha dedicato l’attenzione o l’impegno che avrebbero richiesto.
Ci riferiamo nello specifico alle proposte di detassazione e aiuti alle aziende che si insedieranno o sono già insediate al quartiere GAD. Tra le proposte delle associazioni fatte proprie dall’Amministrazione annoveriamo anche il “Controllo di Vicinato”, il divieto permanente di somministrare bevande alcooliche nelle ore serali da parte dei locali etnici e adesso appunto anche la detassazione e gli aiuti economici alle imprese.
Ebbene, siccome tale cambiamento di rotta da parte dell’Amministrazione rileva una chiara accettazione, anche se malcelata, delle nostre proposte dettate dal buon senso e dal dialogo con i residenti del quartiere sulle loro problematiche, consegneremo al Sindaco Tagliani una tessera di “aspirante” insorgente.

I bilanci non misurano la felicità dei cittadini

Il grafico che segue contiene i dati a consuntivo del bilancio dello Stato fino al 2017 e prosegue poi con le previsioni fino al 2021. Cosa ci dice?

Intanto riportiamo il tutto in percentuale del Pil, il che aiuta a fare le proporzioni di quanto si spende in un dato anno rispetto a quanto si ha a disposizione e aiuta a fare un confronto più agevole con gli anni precedenti

Si osserva dunque che l’indebitamento dello Stato si sta assottigliando sempre di più e che, quindi, stiamo andando verso un sostanziale pareggio di bilancio.

Il dato inquietante però è che, come si vede in termini assoluti dai saldi del primo grafico e dalle percentuali del secondo grafico, l’indebitamento si abbassa al crescere del saldo primario, che rappresenta in sostanza la spesa primaria dello Stato, cioè i costi sostenuti dallo Stato nell’assicurare i bisogni primari dei cittadini: istruzione, sanità, welfare, assistenza. In sostanza già adesso sappiamo che per ottenere quei risultati di bilancio avremo sempre meno risultati nel sociale. Avremo insomma: meno istruzione, meno sanità, meno welfare, meno assistenza.

Andiamo al dettaglio.
Dal lato delle spese (uscite), possiamo apprezzare che dal 2015 al 2021 sono previste diminuzioni in termini percentuali praticamente in tutto. 2,3 punti nella spesa corrente al netto degli interessi e 1,2 punti nella spesa in conto capitale. Gli interessi passivi, invece, continueranno a essere una spesa sostanziosa sul totale, caleranno solo dello 0,3%. In termini assoluti cresceranno da 68 miliardi e 61 milioni del 2015 a 72 miliardi e 297 milioni del 2017, in termini sociali continuerà semplicemente a rappresentare la terza spesa dello Stato dopo previdenza e sanità.

Dal lato delle entrate. Un calo delle entrate tributarie dello 0,8% e dello 0,2% dei contributi sociali. Il resto della diminuzione viene dalla voce “Altre entrate correnti”, in pratica da entrate eventuali e non certe, dello 0.5%.

Dunque lo Stato si prefigge di arrivare a un sostanziale pareggio di bilancio che dovrà essere ottenuto attraverso il contenimento della spesa. Si manterranno sostanzialmente stabili le spese per il sociale e non si faranno investimenti, il che rende la crescita solo eventuale e legata a fattori esterni, cioè si dà per certo un costante aumento delle esportazioni, niente shock valutari e materie prime sostanzialmente a buon mercato.
Dovendo rispettare i parametri imposti dai trattati europei lo Stato potrà quindi solo incassare e non spendere, dovrà in pratica finanziare tutte le sue spese con le tasse dei cittadini, i quali dovranno anche finanziare l’indebitamento sui mercati, cioè mantenere costante la spesa per interessi che, nonostante si arrivi al pareggio di bilancio, ci continuerà a costare mediamente 70 miliardi all’anno.
Il tutto nella speranza che non cambino le condizioni internazionali sopra descritte, perché se uno dei fattori variasse allora tutto il costrutto crollerebbe, il pil smetterebbe di crescere e quindi dovrebbero necessariamente aumentare le entrate (tasse) per restare nei parametri di Bruxelles.

Parametri fissi in un mondo in continuo mutamento, un po’ come programmare la nostra vita immaginando una temperatura costante di 20° in tutta Europa per i prossimi 3 anni. In realtà non possiamo sapere se domani il prezzo del petrolio aumenterà o se l’euro si apprezzerà nei confronti del dollaro, quindi non possiamo sapere se dovremo spendere di più in importazioni o se incasseremo di meno con le esportazioni. L’unico modo per non bagnarsi quando ci sono nuvole all’orizzonte in mezzo a tuoni e lampi è uscire con l’ombrello e l’impermeabile, avere insomma degli strumenti da poter utilizzare al bisogno.
Le regole europee impongono invece di lasciare ombrelli e impermeabili a casa per non rischiare di consumarli e contemporaneamente prevedono sanzioni nel caso ci si bagni. Uno Stato ha i mezzi per controllare mercati, interessi, cambi, debito e moneta, ma decide di affidarsi a una Commissione che provveda a sanzionarlo se dovesse decidere di usarli.
In sostanza si creano previsioni che servono solo ad aggiustare i conti, senza tener conto dei bisogni dei cittadini, stando bene attenti a che questi ultimi paghino costantemente gli interessi a banche, finanza e speculatori occasionali o di professione. Interessi che vengono immaginati costanti anche quando lo Stato smettesse di indebitarsi, a pareggio di bilancio raggiunto.

E che i bisogni dei cittadini non siano al centro degli interessi lo si vede dalle previsioni contenute nel Def (documento di economia e finanza) del passato Governo.

Il che vuol dire che ancora nel 2020 più del 10% della popolazione non usufruirà dei vantaggi dell’approssimarsi della messa in sicurezza dei conti, che il cittadino va da una parte e le previsioni economiche dall’altra. E allora non si gridi allo scandalo se qualcuno continuerà ad avere dubbi sulla costruzione dell’impianto europeista basato sulla stabilità dei conti e sul benessere competitivo e concorrenziale alla portata di pochi scaltri o fortunati.

Come se ne esce dal lato del cittadino? Semplicemente imparando a considerare uno Stato diverso dalla bottega del barbiere: ridandogli gli strumenti per proteggersi dalla pioggia ovvero una Banca Centrale di proprietà dei cittadini, ripristinando il controllo sui capitali, mettendo limiti alla globalizzazione e dando più attenzione ai territori, con piccole banche locali che diano credito agli imprenditori locali, sul modello tedesco per esempio, supportando la produzione e l’industria italiana, la piccola e micro impresa, cioè il 95% delle aziende italiane. Aggiungerei un freno all’idea che tutto ciò che è grande è anche bello, quindi un limite alle multinazionali che poco hanno a che fare con la tradizione e la realtà italiana e per finire un deciso stop alle privatizzazioni che limitano la possibilità di poter operare un controllo dello Stato a favore della comunità.

La nostra vita non è rappresentabile in un foglio di bilancio esattamente come il pil non rappresenta la felicità. Inoltre bisognerebbe considerare l’oggetto dei bilanci, cioè i soldi, come il mezzo per scambiare i beni e i servizi e non il mezzo per produrli e, per finire, comprendere non c’è bisogno di tenere realmente il tasso di disoccupazione all’11% perché il lavoro non manca, ci sono tante cose da fare. Quello che oggi manca non è il lavoro, ma solo i soldi per pagarlo e questo in un mondo dove i soldi… non possono finire!

DIARIO IN PUBBLICO
Chi più ne ha, più ne metta

Corrono tutti a soddisfare quell’esigenza che nel detto popolare si può riassumere “chi più ne ha, più ne metta”. E in progetti culturali sembra che Ferrara, almeno in questo, abbondi. Così tra fontane danzanti, concerti e donazioni sembrava che in Castello si riassumesse quella ‘Ferraria Felix’ che fu un marchio, ma non solo quello, nel suo Rinascimento.
Venerdì 30 novembre e sabato 1 dicembre un impeccabile convegno a Palazzo Bonacossi, ‘Commentare le petrarchiste‘, esibiva il meglio dell’italianistica italiana.

Ma non basta.
Sempre sabato 1 dicembre nella Sala dei Comuni del Castello si è volta la cerimonia di donazione del fondo Ansaloni-Ravenna-Lanaro delle carte e di memorabilia appartenuti a Giorgio Bassani, fondatore e presidente di Italia Nostra, alla città di Ferrara. E nelle stesse ore a Palazzo Crema si presentava un ottimo libro sul Ghetto, ‘Per le vie del ghetto. Storia e luoghi della comunità ebraica di Ferrara‘ di Rita Castaldi, all’interno dell’Assemblea degli Amici dei Musei.
Il giorno prima il Convegno su Florestano Vancini metteva in luce le qualità del cinema del grande regista ferrarese.

Ma ancora non basta.
Martedì 4 dicembre al Ridotto del Teatro Comunale Claudio Abbado alle 11.30 verrà presentato il programma che chiuderà la sera del 10 dicembre – sempre in Teatro – il triennio delle celebrazioni ariostesche.
Ma non basta.
Le giornate sui pericoli dell’hiv alias aids, spiegati da illustri medici e scienziati di fama internazionale, che interessavano scuole e giovani si sono svolte in luoghi pubblici.
Ma non basta.
Il raduno generale dei rappresentanti dell’Ihra – International Holocaust remembrance alliance, 250 rappresentanti da tutto il mondo che sono stati invitati a una cena formidabile assolutamente kasher grazie all’aiuto dai 500 giovani dell’istituto alberghiero di Ferrara.
E poi?
Concerti, danze, conferenze, presentazione di libri.

Ma non basta.
Che dire delle sorti della Spal? Nella sofferta partita con l’Empoli si consumava il destino delle sue vacillanti sorti e nello stesso tempo il professor Zecchi in Castello regalava al Comune una raccolta di video che testimoniavano l’attività calcistica del padre e di una Spal d’antan.
Allora? La cultura aiuta a creare il senso di una città o di un territorio?
Sembrerebbe di sì. Eppure chi direttamente o indirettamente approva il ruolo della cultura è lo stesso che vota poi per la negazione di quella stessa cultura, tanto da definire sprezzantemente ‘radical chic’ o ancor peggio ‘lettore di giornali’ colui che sa che il progresso non può passare solo attraverso i social o l’adesione a programmi nati dall’‘ignoranza’, termine non spregiativo, ma usato nel suo senso primo di ‘non conoscenza’.

Il formidabile libro di Corrado AugiasRacconti parigini‘ testimonia attraverso testi di grandi scrittori il perché da Parigi parta sempre – almeno negli ultimi tre secoli – quell’appello a superare il presente ponendolo al vaglio della Ragione. E non è un caso che la rivolta dei ‘gilets jaunes’ riproponga ancora lì, a Parigi, il terribile tempo presente e la volontà di cambiarlo anche attraverso errori. E quali tremendi errori! Ma non va dimenticato che la nostra democrazia passa anche attraverso il Terrore e la tirannia napoleonica.
Così cautamente arriviamo alle prime presentazioni dei candidati alle prossime elezioni, fra un anno, del futuro sindaco di Ferrara.
E ancora una volta la complicanza della politica, gli abbracci, i rifiuti, le timide proposte e le violente negazioni ci espongono a un destino che forse desideriamo compiersi in modo diverso.
Un solo auspicio a questo punto ci preme mettere in evidenza. Chiunque reggerà le sorti della città estense non dimentichi per politica o per distrazione l’enorme patrimonio culturale che la città custodisce: montalianamente parafrasando “solo questo vogliamo”, che non è un pluralis maiestatis ma l’auspicio di, forse, pochi che vorremmo divenissero tanti.

Contiene Minniti

È davvero un incubo senza fine.
Uno non fa in tempo ad abituarsi a una puzza che ecco qua le prime zaffate della puzza prossima ventura.
Niente di nuovo ma: questa riverniciatura – con glitter – di Minniti, in corso ormai da tempo, è veramente l’ennesima riconferma di quell’antico adagio là, quello del cattivo gusto che è eterno.
Non ho molto altro da dire.
Tutti quanti ci possiamo sbattere a capire chi sia questo Minniti ma poi non ce n’è bisogno, è ovunque.
Prendi un caffè al bar, apri il giornale è c’è Minniti.
Mangi la pasta a casa col telegiornale acceso e vedi Minniti.
Leggi le notizie su internet e c’è Minniti.
Vai a farti vaccinare contro l’influenza e becchi uno che ti parla di Burioni e poco dopo di: Minniti.
Ti invitano a mangiare patate e fagioli a cena, ti dicono porta del vino, tu cerchi il vino, ti sbatti come un pazzo perché di solito bevi birra quindi guardi l’etichetta e: contiene Minniti.
Insomma, niente.
Uno ormai ha paura a sedersi sulla tazza la mattina con la paglia che pam! Si sente la presenza di Minniti che incombe.
Tiri l’acqua e corri fuori dal bagno e sorpresa: Minniti è ancora lì, in foto sul tuo pacchetto di tabacco a ricordarti che puoi fumare quanto vuoi ma ci sarà sempre attorno a te questo leggero odor di Minniti.
Via col pezzo della settimana che ovviamente contiene Minniti, persino nel titolo.

Slow Death (The Flamin’ Groovies, 1972)

Musica: compagna di viaggio… e di vita

Un brano rilassante che abbiamo voglia di ascoltare alla fine di una giornata frenetica, una canzone che rievoca i nostri momenti più belli perché magari associata a ricordi indelebili e quella che invece ascoltiamo quando siamo tristi perché o vogliamo tirarci su il morale o vogliamo essere consolati e “compresi” da quella stessa triste melodia.
Ecco cos’è la musica: una compagna di viaggio, di quelle che devono sempre intrattenerti. Nel bene o nel male la ritrovi lì, anche quando magari non te ne interessi così tanto.

“La vera musica, che sa far ridere e all’improvviso ti aiuta a piangere…”
Paolo Conte

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la settimana…

Stranezze del Giappone: antica tradizione e moda occidentale a braccetto

Foto di Fabio Bianchi

In Giappone, la moda occidentale fa ormai pienamente parte della società e del suo sistema culturale ma è ancora possibile ammirare l’abbigliamento tradizionale del paese. Non solo partecipando a eventi e ricorrenze particolari o recandosi presso appositi negozi ma anche durante una semplice passeggiata.
Mi riferisco al celebre kimono, veste ampia, molto lunga e a forma di “T”. Viene indossata avvolgendola intorno al corpo, tenendola chiusa con una larga cintura legata sulla schiena.
Meno ingombrante e più leggero per i mesi estivi è un altro tipo di kimono, lo yukata: dalla tinta unita o dalle fantasie colorate, spesso floreali.
È senza dubbio qualcosa di affascinante che permette, con un solo sguardo, di fare un tuffo nella civiltà giapponese del passato.

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Stranezze dal Giappone: c’è una bicicletta Bianchi in strada

Il Pci di Ferrara ha un nuovo Segretario

Da Partito Comunista Italiano di Ferrara

Si è svolta nella serata del 29 dicembre 2018, la riunione che ha visto dimettersi ufficialmente il precedente Segretario della sezione ferrarese del Partito Comunista Italiano, Kiwan Kiwan. Anche se solo per pochi mesi, Kiwan è riuscito ad instaurare ed a contribuire a rinforzare la rete di rapporti con le forze di sinistra. Su sua stessa proposta, è stato individuato come successore Stefano Randelli, giovane tesserato e volto nuovo della politica estense. La mozione ha avuto l’approvazione unanime e Randelli è divenuto così il nuovo Segretario della sezione cittadina. “Nonostante la mia inesperienza, accetto l’incarico con onore per il bene del Partito” sono state le prime parole del neo Segretario, che ha poi aggiunto “Dobbiamo cominciare subito a lavorare per le prossime amministrative in città e far fronte ad una pericolosa deriva verso una destra xenofoba e populista, proponendoci alternativi al PD e alla sua vecchia gestione del Comune”. Non è mancata poi un richiamo alle forze a sinistra del PD che “devono arrivare unite e preparate allo scontro elettorale”. Il Segretario uscente, Kiwan, ha voluto commentare così la sua scelta: “Sono rammaricato di dover lasciare questo ruolo dopo così poco tempo, ma motivi personali mi impediscono di dare la continuità che questo Partito si aspetta. Ho proposto il Compagno Randelli perché ha dimostrato di avere i valori e le capacità per guidare il nostro Partito”. La serata ha visto la presenza anche del Segretario Regionale del Pci, Paolo Viglianti, che ha accolto con piacere la nomina di Stefano Randelli ed ha aggiunto “è sempre bello vedere un volto nuovo e, nonostante la poca esperienza, avrà le spalle coperte su tutti i livelli con l’aiuto sia dalla Segreteria Regionale sia da quella Nazionale”.

Stefano Randelli, di origini toscane, si è trasferito in provincia da qualche anno. Vicino alle vertenze degli operai di Clara, azienda nella quale egli stesso opera, è chiamato ad assolvere un compito molto importante, partendo dal cercare di riunificare le forze a sinistra del Pd e rilanciare a Ferrara il Partito erede della grande tradizione comunista.

FOTONOTIZIA
Le fontane d’acqua danzano sulla musica della Banda filarmonica comunale Ludovico Ariosto

Dalla musica sinfonica, al rock al pop, al musical. La marcia di Radetzky, ‘Mamma mia’, ‘Eye ofthe tiger’ e ‘Thriller’, fino a ‘New York New York’. E’ stata la colonna sonora, sabato nel tardo pomeriggio, dello spettacolo delle Fontane Danzanti, ormai consueto appuntamento del Natale ferrarese.
Quest’anno però la danza delle fontane è stata accompagnata da un ensemble dal vivo: la Banda Filarmonica comunale Ludovico Ariosto – città di Ferrara, composta da un organico di circa 45 musicisti di tutte le età e diretta dal maestro Stefano Caleffi.

Ecco gli scatti del nostro Valerio Pazzi.
Clicca sulle immagini per ingrandirle.

PER CERTI VERSI
Un sogno ferrarese

Il sogno perfetto

Dormire con te
Sognare
Addosso a te
Sorridere per NOI
Cancellare il buio
Abbracciarsi
Tu il dito
Io l’anello
Il meglio del bello
Il tutto ordito
Dai nostri cospirati baci
Scottare con te
Averti dentro
Come una febbre
E Come una fibra
Il mio braccio
Vibra
Una violina emozione
E tu l’archetto
Lo sfoderi
Dal fondo del letto
Dormire con te
Al caldo con te
Il sogno perfetto

***

A Ferrara

Ferrara arieggiata
dalle sue donne
che cavalcano le bici
con adeguata consuetudine
a volte sbucando
felici
da quel torpore
di urbe allineata
ai suoi silenzi
nella nebbia
indefinita
e raccolta
tra le mura
dove trapela
con cura
il clamore della vita
Ferrara
rosea città
di luce marina
sospesa
tra vanto
e vezzo
di sentirsi
accanto al Po
regina

***

Casa della Cultura di Tresigallo – Incontro “Fuori dal gioco” gioco d’azzardo patologico 6 dicembre ore 17,30

Da: Biblioteca Comunale di Tresigallo

Giovedi 6 dicembre alla Casa della Cultura di Tresigallo si terrà un incontro dal titolo “Fuori dal gioco”, si parlerà del gioco d’azzardo patologico, del ruolo della famiglia e dei servizi pubblici nella cura di un vizio che può diventare malattia.
Verrà presentata anche l’Associazione Fuoridalgioco e le attività svolte nel territorio.

Interverranno
Dott.ssa Linda Borra – psicologa impiegata nella prevenzione del Gioco d’Azzardo Patologico presso il Servizio di Dipendenze Patologiche di Ferrara e di Copparo dell’Azienda USL.
Dott.ssa Ilaria Galleran – psicologa impiegata nella prevenzione del Gioco d’Azzardo Patologico presso il Servizio di Dipendenze Patologiche di Ferrara dell’Azienda USL
Dott.ssa Federica Zurlo – psicologa psicoterapeuta impiegata nella cura del Gioco d’Azzardo Patologico presso il Servizio di Dipendenze Patologiche di Ferrara dell’Azienda USL.

Regione. Il presidente Bonaccini con l’assessore Venturi: “Da un Ordine professionale una decisione grave e inaudita con la quale si giudicano le scelte di un organo politico”

Da: Regione Emilia Romagna

“Sergio è una brava persona e un ottimo assessore. Lo ringrazio per essersi messo al servizio di questa Regione. Deve proseguire nell’importante lavoro che sta facendo”

Bologna – “Una decisione molto grave e inaudita”, con la quale “un Ordine professionale giudica le scelte di un organo politico come la Giunta regionale”. Il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, esprime piena solidarietà all’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi, colpito ieri sera dalla massima sanzione prevista al termine di un procedimento disciplinare avviato dal presidente dell’Ordine dei medici di Bologna, Giancarlo Pizza, attivatosi in merito all’atto con cui la Direzione generale dell’assessorato alla Sanità, nel 2016, definì le indicazioni rivolte alle aziende sanitarie sul personale impiegato nell’attività di pronto soccorso.

“Innanzitutto- afferma Bonaccini- voglio dire che Sergio Venturi è, oltre che una brava persona, un ottimo assessore e lo ringrazio per essersi messo al servizio di questa Regione. Per questa ragione deve proseguire nell’importante lavoro che sta facendo”.

Dopodiché, il presidente della Regione si sofferma su tre questioni: “La radiazione è avvenuta da parte dell’Ordine per una violazione al proprio codice deontologico o per comportamenti e scelte come medico di Venturi? No, lo ha fatto processando il suo operato da assessore, per essersi permesso di proporre l’adozione di una delibera amministrativa che poi la Giunta, organo politico collegiale, ha adottato. Si tratta di un provvedimento molto grave, inaudito, a quanto consta senza precedenti nel suo genere, che indirizzandosi formalmente contro una singola persona colpisce in realtà in modo strumentale l’autonomia delle scelte di un organo politico-amministrativo”.

In secondo luogo, “l’operato di un assessore e di una Giunta, in democrazia, è sottoposto al giudizio dei cittadini (o eventualmente della Magistratura, se si registrano illeciti o irregolarità, ma il caso non ha nulla a che fare con questo), non di un Ordine professionale, a cui non compete certo il sindacato sulle scelte di un organo politico. Ho rispetto per tutti gli Ordini e per la loro autonomia ma ne pretendo altrettanta per l’istituzione che pro-tempore governo”.

Inoltre, “sono personalmente convinto che l’assessore Venturi vedrà riconosciute le proprie ragioni in relazione ad una decisione priva, a mio avviso, di qualsiasi basilare fondamento giuridico e potrà quindi ottenere giustizia nelle sedi proprie”. Come “presidente e come Giunta dell’Emilia-Romagna tuteleremo nel contempo, in tutte le sedi e in tutte le forme necessarie, la nostra autonomia e la nostra immagine, insieme a quella del Servizio sanitario regionale. La sanità dell’Emilia-Romagna non si lascia processare da chi, peraltro, nonostante guidi l’Ordine dei medici di Bologna, ha più volte espresso dubbi sull’obbligo vaccinale e sulla nostra legge regionale che ha aperto la strada a livello nazionale”.

“Nella giornata di oggi- conclude Bonaccini- l’assessore Venturi ha firmato a Palazzo Chigi, a nome di tutte le Regioni italiane, un accordo sulla parte sanitaria della legge di Bilancio all’esame del Parlamento. A dimostrazione della stima di cui gode presso tutti i suoi colleghi in Italia e del prestigio che la Regione Emilia-Romagna ha quando si discute di Sanità”.

Ex Bredamenarini. Costi: “Subito la ricapitalizzazione. Il Governo dia corso agli impegni presi. Vanno salvati i posti di lavoro e rilanciata la produzione”

Da: Regione Emilia Romagna

Per l’assessore emiliano-romagnolo alle Attività produttive “Il tempo degli incontri è finito. Fino ad ora le uniche risorse su cui il Gruppo ha potuto contare sono arrivate dal nostro territorio. Serve un’assunzione di responsabilità”

Bologna – “ Il tempo stringe e si fa sempre più urgente la necessità che il Governo dia corso finalmente agli impegni presi, procedendo a una seria ricapitalizzazione di Industria italiana autobus. Un passaggio indispensabile per salvaguardare i posti di lavoro e rilanciare la produzione”. Così l’assessore regionale alle Attività produttive Palma Costi.

“Il tempo degli incontri è finito. Fino ad ora le uniche risorse su cui il Gruppo ha potuto contare sono state quelle arrivate dalle aziende di trasporto emiliano-romagnole. Dal ministero dello Sviluppo economico invece fino ad oggi solo parole. Ma con le parole non si salvano posti di lavoro. Ora basta, serve finalmente un’assunzione di responsabilità. Si proceda subito alla ricapitalizzazione”.

Lefa: “Assessore Venturi radiato dall’ordine dei medici: un fatto gravissimo per la nostra regione, ora si deve dimettere”

Da: Gruppo Lega Nord Emilia Romagna

Il gruppo del Carroccio in Regione: “Ennesimo fallimento di questa Giunta regionale, incapace di confrontarsi con chiunque, in primis con il mondo della Sanità”

L’Ordine dei medici di Bologna ha radiato l’assessore alla Sanità della Regione Emilia-Romagna Sergio Venturi. La decisione è stata presa nella tarda serata di ieri. L’assessore era entrato nel mirino dell’Ordine professionale a seguito di una Delibera del 2016 che aveva introdotto una forte riorganizzazione del personale sanitario sulle ambulanze. In pratica il documento contestato consentiva la presenza a bordo delle ambulanze dei soli infermieri.

“Più di una volta abbiamo messo in guardia la Giunta regionale circa l’inopportunità di uno scontro tra Istituzioni e medici, così come è da sempre risultato inopportuno creare una contrapposizione così dura tra medici e infermieri, che per il bene del Servizio sanitario regionale avrebbero dovuto, invece, lavorare serenamente in sinergia. L’incapacità di dialogare della Giunta Regionale invece non ha fatto altro che esasperare il dibattito ed oggi ne raccogliamo i frutti con questo epilogo paradossale”.

Così il capogruppo della Lega in viale Aldo Moro, Alan Fabbri,commenta il “siluramento” di Venturi da parte del suo ex ordine professionale.

“Quello della gestione delle emergenze è un tema particolarmente delicato che rischiava di esplodere già da tempo, ma che tutti hanno ignorato fino ad oggi. Basti pensare alle tante lacune nel settore che spesso hanno portato allo scontro tra medici e infermieri, vittime di un sistema confusionario, dove i mezzi e gli operatori sanitari scarseggiano non garantendo in molti casi gli standard dettati dalle normative” aggiungono i consiglieri Daniele Marchetti, Gabriele Delmonte, Fabio Rainieri, Stefano Bargi, Matteo Rancan, Andrea Liverani, Marco Pettazzoni, Massimiliano Pompignoli.

“E’ proprio cercando di mettere delle pezze tramite protocolli non sempre condivisi dalle categorie professionali coinvolte, che si creano queste lotte intestine, che non fanno bene al Servizio Sanitario Regionale e di conseguenza a tutti i cittadini. Per di più, la radiazione di Venturi assume anche un secondo significato: rappresenta infatti l’ennesimo fallimento di questa Giunta Regionale, incapace di confrontarsi con chiunque, in primis con il mondo della sanità. Vien da sé che, sotto il profilo dell’opportunità politica e per il buon nome della Regione Emilia-Romagna, ora l’assessore Venturi deve fare un passo indietro e dimettersi” attaccano i consiglieri del Carroccio.

“Ma attenzione – concludono i leghisti – le ragioni che hanno portato alla radiazione di Venturi sono soltanto la punta di un iceberg e, come Lega, siamo intenzionati a portare in superficie tutte le problematiche che affliggono questo settore, perché in ballo c’è la salute dei cittadini”.

Primo Open Day Boiardo domenica 2 dicembre

Da: Istituto Comprensivo 2

Primo Open Day della Scuola Secondaria Boiardo, domenica 2 dicembre , dalle 9.30 alle 12.30 nella sede di via Benvenuto Tisi.

Come di consuetudine, la scuola sarà aperta alle visite guidate dei futuri iscritti e animata dagli allievi di strumento musicale in collaborazione con le classe quinte della Scuola Primaria Manzoni, guidati dai docenti Anna Maria Laudicina, Valeria Astolfi e Gianluigi Cavallari.

Sono in programma brani didattici di insieme per flauti traversi, violini e pianoforte, assieme a canti tradizionali con esecuzioni programmate alle 9.30 e alle 11.

Dall’alterità fra i generi alla qualità delle relazioni fra i generi

di Roberta Trucco

Quando ho letto la risposta di Umberto Galimberti alla lettera di Giuliano Faggiani dal titolo ‘Che differenza c’è tra l’uomo e la donna?’, su D di Repubblica sabato scorso, sono saltata dalla sedia e ho pensato: “finché questo sarà l’approccio alla differenza tra donna e uomo sarà necessario essere femministe, anche un po’ arrabbiate”. Poi mi è capitato di leggere un articolo di Carlo Revelli sul Corriere della Sera dal titolo ‘Dissentire aiuta, inutile scrivere per i già convinti’ e così mi sono decisa a scrivere per cercare un confronto creativo e per dire garbatamente perché secondo me è un errore cercare di definire uomini e donne a partire da modelli binari.

Cercare una definizione che crei formule applicabili ai generi, sacrificando la complessità dell’essere umano maschio o femmina, è l’errore. Non vorrei essere fraintesa, io sono convinta della grande differenza che segna l’essere umano incarnato in un corpo femminile o in un corpo maschile, la differenza ontologica c’è, è indubbio, ma poi c’è quella unica e irripetibile di ogni individuo, “granello” come lo definisce Revelli, che ha il grande potere, se capace di diventare pensiero collettivo, di segnare la storia e la nostra evoluzione.
Ed ecco arrivo al punto della mia rabbia. Se si continua a relegare la “donna vicina alla natura perché generativa e l’uomo alla cultura perché libero dal vincolo della natura”, si continuerà a non riconoscere quanto la cultura femminile abbia segnato e segni l’evoluzione dell’umanità. Si continuerà a relegare la donna alla maternità come sua unica competenza, una competenza solo naturale, quando invece è assai culturale. E si continuerà, forse involontariamente, a riservare al maschio lo spazio del pensiero (logos) e a negarlo alle donne. Maria Van Shurman, una delle donne più colte del suo tempo, contemporanea di Cartesio (naturalmente quasi mai citata dalla storia della filosofia) contrapponeva al “cogito ergo sum”, il suo “sum ergo cogito”. Ecco, forse questo definisce bene una delle possibili differenze dell’essere incarnati in un corpo maschile o in uno femminile: il punto di partenza del viaggio psichico che ogni bambino/a deve intraprendere per diventare adulto/a, “per rinascere in acqua e spirito” come dice il Vangelo, ma sono convinta che la distanza dal sé autodeterminato del maschio e della femmina non è così facilmente tracciabile nel percorso natura o cultura. Noi tutti siamo animali naturali (da natus): nasciamo e in quella esperienza c’è tutta la forza della vita, in quella prima relazione con la madre certo, ma vista da figli (tutti siamo figli, non tutti forse saremo madri o padri). E siamo animali culturali (da colere, coltivare), in pari modo. Cioè coltiviamo pensiero, generiamo con le mani e con la mente, generiamo ogni giorno attraverso il lavoro intellettuale e materiale, e questo lo facciamo fin dai tempi antichi, maschi e femmine.

E la cosa divertente in tutto questo mio parlare è che sono una femminista atipica: la mia professione primaria è la maternità, sono madre di quattro figli e sono casalinga (scrivo di tanto in tanto). Sono dunque una convinta sostenitrice della maternità come competenza, anche di quella in potenza, convinta che oggi quel sapere ancestrale è necessario al mondo per non collassare, ma non sopporto di vedere ridotta la donna e la sua differenza alla – pur immensa – potenza della prima relazione che segna l’essere umano. Le relazioni sono necessarie all’essere umano, lo definiscono. Senza l’altro non sappiamo chi siamo. Ecco perché gli uomini/maschi, invece di continuare a interrogarsi sulla differenza tra donne e uomini, dovrebbero incominciare a crescere, a mettersi in gioco nella relazione senza timori, senza continuare a giustificarsi dietro l’impossibilità di farlo totalmente perché mancanti dell’esperienza della gestazione. Anche perché, va detto, questa narrazione di alterità donna/natura e uomo/cultura, quando riguarda la sessualità, viene capovolta dagli stessi maschi a giustificazione della loro violenza inaudita contro le donne.