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Giorno: 14 Luglio 2018

Lega: “Prove di ammissione scuole di specializzazione medica: perche’ la nostra regione non introduce restrizioni per favorire i nostri medici?”

Il Gruppo del Carroccio presenta interrogazione, a prima firma Rancan, alla Giunta di viale Aldo Moro: “I nostri medici discrimati rispetto a quelli delle altre regioni poiché in Emilia-Romagna, a differenza di quanto accade in altre parti d’Italia, per l’accesso alla prova di ammissione alla specializzazione non è richiesto alcun requisito. Perché, per tutelare i nostri cittadini e il mantenimento dei medici specialisti all’interno del nostro territorio regionale non vengono introdotte restrizioni come accade in altre regioni d’Italia?”

“Fuga di cervelli in altre parti d’Italia, quando non all’estero? Inevitabile considerando come la nostra Regione tratta i suoi medici”.

Così il consigliere regionale Matteo Rancan, primo firmatario di un’interrogazione con la quale il Gruppo della Lega in Regione stigmatizza le modalità di accesso alla prova di ammissione per le scuole di specializzazione medica.

“Il 17 luglio prossimo – spiegano i consigliere del Carroccio – si svolgerà la prova di ammissione per le scuole di specializzazione medica, e ancora una volta i candidati emiliano-romagnoli si troveranno a competere in una situazione di oggettivo svantaggio rispetto agli altri. Perché? Semplicemente perché si ritroveranno a dover “sgomitare” con un maggior numero di candidati in riferimento alla quota regionale”.

“Questo perché – continua il documento vergato da Rancan e sottoscritto ancheda Alan Fabbri, Gabriele Delmonte, Daniele Marchetti, Stefano Bargi, Fabio Rainieri, Andrea Liverani, Massimiliano Pompignoli eMarco Pettazzoni – la Regione Emilia-Romagna, in merito ai posti finanziati dalla medesima, non ha posto alcun tipo di restrizione ai futuri candidati, aprendo alla possibilità d’accesso qualunque cittadino in possesso di una laurea in Medicina e Chirurgia, a differenza di numerose altre regioni le quali, per favorire l’occupazione dei propri residenti e/o per dare ragione del proprio investimento, hanno inserito alcune restrizioni in fase di accesso”.

“Per fare un esempio – sottolinea Rancan – alcune regioni hanno inserito il requisito della residenza all’interno del territorio regionale in uno specifico arco temporale oppure l’obbligo di esercitare la professione medica all’interno della regione successivamente al conseguimento della seconda laurea”.

Vien da sé che “porre talune restrizioni gioverebbe anche alla Regione Emilia-Romagna in quanto, considerata la penuria di medici specialisti, si porrebbero le basi per garantire al proprio investimento una rendita futura, favorendo l’inserimento lavorativo dei propri residenti e/o il mantenimento entro i confini regionali dei medici a conclusione del ciclo di studi della scuola di specializzazione” ribadiscono i consiglieri del Carroccio.

Il numero di medici che potranno accedere tramite concorso alle scuole di specializzazione è di 6.934, di cui 6.200 finanziati con risorse statali, 640 con fondi regionali e 94 con fondi di altri enti pubblici o privati.I 640 posti finanziati con fondi regionali, suddivisi poi a loro volta tra tutte le regioni italiane, godono di specifiche regolamentazioni sancite da ogni singola regione, prevedendo dunque differenti restrizioni.

“Pertanto – chiede il gruppo leghista nell’interrogazione -, perché la Giunta non intende prendere in considerazione l’ipotesi di inserire nei futuri bandi di accesso alle scuole di specializzazione talune restrizioni, quali l’obbligo di residenza da uno specifico arco temporale e/o l’obbligo di esercitazione della professione medica all’interno della regione successivamente al conseguimento della seconda laurea, al fine di favorire l’inserimento lavorativo dei propri cittadini e/o il mantenimento dei medici specialisti all’interno del territorio regionale?”

Da: Gruppo Lega Nord Emilia e Romagna

Comunicato Regione: Agricoltura e maltempo

L’assessore Caselli: “Siamo a fianco degli agricoltori. Ora è necessario intervenire con una legge deroga per rimborsare i danni delle gelate di inizio anno”

In seguito all’allarme lanciato da Coldiretti sul silenzio del Ministero dopo l’invio da parte della Regione della ricognizione dei danni

Bologna – “La Regione ha fatto la sua parte nei tempi previsti, inviando al Ministero la ricognizione puntuale dei danni. Ora è necessario intervenire con una legge deroga per rimborsare gli agricoltori”.
L’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli, interviene sull’allarme lanciato da Coldiretti dopo le gelate dei mesi di febbraio e marzo che avevano arrecato ingenti danni alle colture di tutta l’Emilia-Romagna.

“Siamo a fianco degli agricoltori- prosegue Caselli-, la loro richiesta è legittima e motivata dal fatto che la calamità è avvenuta in un periodo in cui non era possibile per loro assicurarsi. Confidiamo pertanto che il Ministero si attivi al più presto per approvare una legge deroga utile a far partire i rimborsi e a salvare i redditi di un settore produttivo, come quello agricolo, fondamentale dell’Emilia-Romagna”.

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Comunicato Regione: Imprese

Vinyloop di Ferrara, Regione e Comune chiedono la sospensione della procedura di liquidazione e licenziamento per salvare il sito produttivo e tutelare l’occupazione: “Più tempo per verificare alternative, anche nell’ambito del polo petrolchimico”

Oggi il tavolo a Bologna, nella sede dell’amministrazione regionale, con gli assessori Palma Costi e Caterina Ferri, i sindacati e l’azienda, che deve ora dare unarisposta. 17 i dipendenti messi in mobilità.

Bologna – Le istituzioni, Regione Emilia-Romagna e Comune di Ferrara hanno chiesto una sospensione della procedura di messa in liquidazione della Vinyloop, azienda estense, per consentire di verificare le possibili soluzioni per salvaguardare il sito produttivo e l’occupazione: ora è attesa la risposta della proprietà dell’azienda che dovrà decidere se concedere tempo.

È questo quanto emerso dal tavolo di salvaguardia occupazionale, tenutosi oggi pomeriggio in Regione a Bologna, per la Vinyloop, azienda insediata nell’area industriale ex Solvay di via Marconi a Ferrara, specializzata nel riciclo degli scarti di Pvc. All’incontro, convocato dall’assessore regionale alle Attività produttive Palma Costi, sono interventi, oltre la Regione, i sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil, l’azienda rappresentata dal liquidatore, Davide Rizzo, e l’assessore alle Attività produttive del Comune di Ferrara, Caterina Ferri.

“Una sospensione consentirebbe di avere tempo, visto anche il periodo estivo, per sondare, anche all’interno di un polo chimico come quello in cui è inserita Vinyloop, ipotesi che possano salvaguardare l’attività attraverso una soluzione di riconversione o di reindustrializzazione del sito e tutelare l’occupazione”, hanno sottolineato gli assessori Costi e Ferri.

La proposta di sospendere la procedura di liquidazione, è stata avanzata dopo che i rappresentanti dell’azienda non hanno accolto la richiesta fatta dalle Istituzioni e dai sindacati di ritirare completamente la procedura di liquidazione e di licenziamento dei lavoratori.

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Siria: Save the Children, accesso umanitario urgente e indispensabile per decine di migliaia di famiglie sfollate per sfuggire ai violenti combattimenti a Dera’a

Save the Children chiede il cessate al fuoco immediato e l’accesso umanitario urgente per i bambini sfollati a causa dei combattimenti di Dera’a nel sudest della Siria. Decine di migliaia di civili sono sfollati a Quneitra al confine con le alture del Golan o nell’area occidentale di Dera’a sotto il sole cocente.

I bisogni umanitari tra gli sfollati sono enormi. Mancano tende e materassi, acqua pulita, cibo e assistenza sanitaria. Esposti a temperature fino ai 45 gradi, molti bambini sono già morti a causa della disidratazione, di insolazioni o punture di scorpione, secondo quanto riportato dalle Nazioni Unite.

In questo momento, è impossibile accedere alla zone interessate sia dalla Giordania che da Israele, e gli aiuti non possono arrivare neanche dall’interno della Siria. Gli operatori umanitari costretti a sfollare insieme ai civili stanno facendo ogni sforzo ma senza le risorse e le condizioni di sicurezza necessarie.

I partner di Save the Children sono ancora attivi in alcune parti dell’area ovest di Dera’a e l’Organizzazione sta cercando di approntare una risposta di emergenza a Quneitra, per distribuire aiuti di prima necessità e fornendo cibo, supporto psicologico ed educativo per i bambini.

“Lo sfollamento a cui abbiamo assistito dopo le violenze che si sono abbattute su Dera’a nelle ultime settimane è il più ingente da quando è iniziato il conflitto sette anni fa. Alcuni bambini sono ancora intrappolati in aree di combattimento intenso, e decine di migliaia di famiglie hanno bisogno urgente di aiuti salvavita,” ha dichiarato Caroline Anning, Advocacy Manager per la Siria di Save the Children, l’Organizzazione internazionale che dal 1919 lotta per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro.

“Decine di migliaia di famiglie sfollate sono disperse in zone di confine dove non ci sono nemmeno gli alberi per potersi proteggere dal sole cocente. I nostri partner impegnati nella distribuzione dei primi aiuti sono testimoni di una situazione spaventosa e della disperazione dei genitori.”

“È di vitale importanza che le parti in conflitto e i paesi confinanti facilitino l’accesso degli aiuti umanitari attraverso le frontiere e i fronti di combattimento, si impegnino a proteggere i civili e gli operatori umanitari e pongano fine agli attacchi devastanti sulle aree e sulle infrastrutture civili come scuole e ospedali.”

Da: Ufficio Stampa Save the Children

Correzione. Soia: crollo dei prezzi per la guerra commerciale Usa-Cina

Secondo Massimo Piva, vicepresidente di Cia Ferrara: “Serve un intervento urgente della Commissione Europea per bloccare la speculazione commerciale”
FERRARA – Mentre nel ferrarese sono già stati seminati i campi per il secondo raccolto di soia, molto più lontano, alla Borsa di Chicago, si decidono le sorti commerciali del prodotto e il risultato non è di quelli auspicati dai produttori. Cia-Agricoltori Italiani Ferrara sta monitorando la performance dei prezzi, più che deludenti a causa di una scellerata guerra dei dazi tra Stati Uniti e Cina. Le quotazioni della Borsa di Milano e Bologna sono in caduta libera, con prezzi passati dai quasi 400€/t a 350 scarsi, con una perdita che si aggira intorno ai 50€/t. Il prodotto sul mercato americano – quello di Chicago che è il punto di riferimento per i seminativi, appunto – viene svalutato perché la Cina, per rispondere ai dazi imposti da Trump ha, a sua volta, aumentato del 25% le tasse in entrata per i beni statunitensi. Così, per riuscire a entrare nel mercato cinese – uno dei maggiori paesi importatori e consumatori di soia che ne assorbe oltre il 50% di quella prodotta a livello mondiale – il prezzo deve rimanere basso e concorrenziale, al netto dei dazi.
E a rimetterci sono i produttori italiani ed europei, condizionati da dinamiche di mercato internazionali sulle quali non è, ovviamente, facile intervenire, come spiega Massimo Piva, vicepresidente provinciale di Cia Ferrara.
“L’Italia è il maggior paese produttore di soia europeo e quello che viene coltivato è un prodotto di qualità, Ogm free, che rispecchia tutti gli standard di sicurezza alimentare. Ma è proprio il caso di dire che la qualità non paga e a rimetterci sono come sempre gli agricoltori, più che mai anello debole della filiera. Il nostro mercato è pesantemente condizionato dall’andamento anomalo di un mercato internazionale che, peraltro, quota un prodotto con caratteristiche differenti da quello italiano, perché Ogm e coltivato con criteri agronomici molto diversi. Mai come adesso l’esigenza di un marchio di soia italiana certificata – continua Piva – è più stringente, un marchio che appartenga ai produttori non all’industria di trasformazione e che riesca a distinguere la qualità del nostro prodotto e a valorizzarla, a livello di prezzo, nel mercato interno. Ma il marchio da solo non basta. Siamo di fronte a forme speculative troppo grandi perché siano affrontate unicamente a livello nazionale. Servirebbe, invece, un intervento urgente della Commissione Europea per ristrutturare completamente il settore e bloccare logiche commerciali aberranti, che stanno mettendo in ginocchio i produttori di soia italiani. La soia Made in Italy – conclude Piva – è diversa da quella statunitense e può e deve essere considerata una produzione d’eccellenza, alla quale attribuire un giusto valore di mercato. Altrimenti tutti gli sforzi dei produttori per conferire un buon prodotto non saranno ripagati e il rischio, nei prossimi anni, è una contrazione di superfici coltivate a soia. Un danno considerevole, considerando che la produzione interna soddisfa solo in minima parte il nostro fabbisogno”.

Insanie

Martedì 17 Luglio 2018, alle ore 21.30, presso il cortile del Centro Teatro Universitario di Ferrara (via Savonarola 19), si conclude il laboratorio teatrale “L’arte del teatro e dell’attore” diretto da Michalis Traitsis, regista e pedagogo teatrale di Balamòs Teatro con la presentazione dello spettacolo Insanie (ingresso gratuito, info: 328 8102452).

Insanie è uno studio teatrale dedicato alla memoria di Franco Basaglia al compimento dei 40 anni della cosiddetta legge Basaglia che ebbe il merito di restituire diritto, dignità e cura alle persone con disagio psichico. La finalità primaria del laboratorio “L’arte del teatro e dell’attore” diretto da Michalis Traitsis con gli allievi del Centro Teatro Universitario di Ferrara, è la ricerca dell’espressività e della creatività personale attraverso la pratica teatrale che mobilita relazioni, confronti, domande, dubbi, esplorazioni umane e artistiche.
Quest’anno la scelta del lavoro si è orientata sul tema della “follia”. Un tema molto complesso, lontano e pressoché sconosciuto alle nuove generazioni. Al di la dell’esito finale, il percorso individuale e collettivo si è intessuto di un minuzioso lavoro di ricerca, non privo di difficoltà e interrogativi. Si è cercato di porre l’accento sull’attualità di questa tematica e la connessione fra la riforma dell’epoca e le ripercussioni sul presente, sul senso della cura e sulla necessità di restare umani in un periodo cosi aggressivo e negante. Si è scelto di dare alla ricerca un taglio leggero, pur nella consapevolezza che parlare di follia è quasi sempre parlare di dolore e di esclusione. Si è voluto sottolineare soprattutto il profilo creativo, la spinta propulsiva della follia come agente di cambiamento, di forza per lo sviluppo artistico, come matrice di poesia.
Da qui l’esplorazione e la ricerca di personaggi noti, meno noti, sconosciuti, definiti folli, che hanno lasciato attraverso le loro opere un’eredità di grande spessore. E l’incontro con un uomo che nel lontano 1979 diceva che “aprire l’istituzione non è aprire una porta ma la nostra testa di fronte a questo malato”. Per scoprire che dietro ad ogni disagio mentale c’è sempre una persona. E Basaglia mise la persona al centro di una grandiosa battaglia culturale e politica attraverso la terapia della parola, della dignità, della libertà.

scheda dello spettacolo
Insanie

uno studio teatrale diretto da Michalis Traitsis – Balamòs Teatro

con gli allievi del laboratorio del
Centro Teatro Universitario di Ferrara:
Michela Arcidiacono, Alessio Bellodastress, Egidio Biamonte, Camilla Brazzale, Federica Bucchicchio, Nicole Canino, Giuseppe Cota, Agnese D’Elia, Giuseppe Dino, Emilio Emma, Pietro Fabbri, Manuela Ferlito, Edoardo Forghieri, Isacco Galante, Giuseppe Guidoboni,
Dimitri Lazarou, Cristiano Mavridis, Chiara Scagliante, Antonia Strizzi,
Giulia Tiozzo, Rosaria Zampino

collaborazione artistica: Patrizia Ninu

Martedì 17 Luglio 2018 – ore 21.30
Centro Teatro Universitario di Ferrara

ingresso libero, info: 328 8120452

Da: Balamos teatro

Coldiretti, pronti a chiedere norma salva aziende senza i risarcimenti per le gelate di marzo 2018

Coldiretti regionale chiede risposte dopo i sopralluoghi tecnici che hanno accertato perdite ingenti in vaste aree emiliano-romagnole. In mancanza di risposte pronti a presentare una norma apposita per salvaguardare le aziende colpite che non potevano neppure assicurarsi.

È allarme tra i produttori agricoli dell’Emilia Romagna per l’assordante silenzio delle istituzioni sui risarcimenti dei pesanti danni provocati in regione dall’ondata di gelo tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo scorso, che provocò nella campagne da Piacenza a Rimini circa 100 milioni di perdite. Lo denuncia Coldiretti Emilia Romagna ricordando che le gelate avevano colpito pesantemente i frutteti, in particolare albicocchi e peschi, e gli ortaggi, dai carciofi ai cavoli, dai pomodori ai broccoli.
Dopo i sopralluoghi della Regione Emilia Romagna – spiega Coldiretti – è partita la procedura per il risarcimento con l’invio della documentazione dei danni al ministero delle Politiche agricole. Da allora tutto tace. L’allarme dei produttori – rincara Coldiretti Emilia Romagna – nasce anche dalla mancanza di copertura in quel periodo delle assicurazioni contro le calamità naturali in quanto la campagna assicurativa non era ancora aperta e non era stato possibile assicurare le coltivazioni.
La mancata risposta delle istituzioni a distanza di oltre quattro mesi dagli eventi – afferma Coldiretti regionale – fa presumere un esito negativo delle richieste degli agricoltori, che si troverebbero in questo caso totalmente scoperti vista l’impossibilità di assicurarsi. Per evitare di aggiungere disastro a disastro, vista la vastità delle aree colpite e le forti perdite economiche, Coldiretti Emilia Romagna propone di attivare la stessa procedura utilizzata nel 2017 per la siccità. Occorre – spiega Coldiretti – una norma apposita che, in deroga al decreto 102/2004 sulla calamità naturali, consenta di risarcire il danno per le colture assicurabili.
Se non arriverà una risposta chiara in tempi brevissimi, Coldiretti Emilia Romagna prenderà contatti con tutti i parlamentari della regione per sollecitare la presentazione alle Camere di una apposita norma salva-aziende.

Prima tappa estiva del Premio Fedeltà Amico di Comacchio.

Turisti premiati dall’Amministrazione Comunale per il loro attaccamento al territorio e alle sue strutture ricettive. L’edizione 2018 del “Premio fedeltà Amico di Comacchio”, ha preso il via ieri pomeriggio dal Bagno Miami del Lido degli Scacchi, dove gli Assessori Riccardo Pattuelli (strategie turistiche) e Maria Chiara Cavalieri (politiche dell’associazionismo) hanno consegnato a Patrizia Munerati e a Massimo Bellonzi di Ferrara la pergamena di riconoscimento ideata dal Comune di Comacchio in segno di gratitudine ai turisti che trascorrono le vacanze sul territorio da più di dieci anni.
La coppia ferrarese da 52 anni sceglie il Lido degli Scacchi per trascorrere le ferie estive. A fare gli onori di casa il titolare Paolo Menegatti.
La cerimonia si è trasferita poi al Camping Tahiti del Lido delle Nazioni. “Premiare la fedeltà di chi da tanti anni sceglie la costa comacchiese per le proprie vacanze – ha dichiarato l’Assessore comunale Riccardo Pattuelli – è un piacere. Questa struttura è una luce per il territorio. I ringraziamenti sono tutti per voi – ha aggiunto L’Assessore -, che continuate a scegliere la nostra costa e le sue strutture.” E’ seguita poi la premiazione di Maria Teresa Carrieri e Francesco Petrucci di Vigarano Mainarda, da 25 anni clienti del camping Tahiti e di Coelho Da Silva Jooceli e Luciano Salvarani di Serramazzoni (MO), da 10 anni ospiti della struttura fondata da Elio Rizzardi. Ultima coppia premiata, Ornella Riva e Giovanni Panzeri di Sirone, in provincia di Lecco. La coppia trascorre le vacanze al camping Tahiti da 12 anni. “Con l’aiuto di mia moglie Marta – ha commentato Elio Rizzardi, titolare del Tahiti – e dei miei figli abbiamo fatto qualcosa. In questi 50 anni si è vista tanta gente passare di qua. L’applauso è tutto rivolto a voi per la fedeltà al territorio. Spero di vedervi spesso anche in futuro” A nome dei turisti ospiti del Tahiti è intervenuto Francesco Petrucci, uno dei premiati. “Rivolgo un grandissimo ringraziamento alla famiglia Rizzardi, in particolare ad Elio e alla moglie Marta – ha commentato il turista, anche a nome degli altri vacanzieri -; con fondatezza posso dire che sono dispensatori di felicità.”
Al momento delle foto di rito, si è unito ai saluti ed ai ringraziamenti anche il Sindaco Marco Fabbri.

Comune di Comacchio
Ufficio Comunicazione Istituzionale e Trasparenza

Comunicato Regione: Emilia-Romagna virtuosa

Emilia-Romagna virtuosa, la Corte dei conti promuove la Regione: saldo positivo di 147 milioni, debito ridotto di quasi 50 milioni (oltre 150 da inizio legislatura), altri 30 liberati per i territori (1,1 miliardi dal 2011), tagliate le spese (-90% quelle per incarichi esterni) e nessun aumento delle tasse per cittadini e imprese. Sanità promossa

Dalla Sezione regionale di controllo il giudizio di parifica sul rendiconto 2017: rispettati i vincoli del pareggio di bilancio. Il presidente Bonaccini: “Solo con i conti in ordine possibili investimenti e politiche per crescita e occupazione condivise nel Patto per il lavoro, il potenziamento di welfare e sanità, misure come il Reddito di solidarietà e la possibilità di restituire ai cittadini, a partire dall’abolizione dei superticket sanitari e il bus gratis per i pendolari”

Bologna – I conti tornano per la Regione Emilia-Romagna, che ha chiuso il 2017 con un saldo di competenza positivo fra entrate e spese di quasi 147 milioni, rispettando i vincoli del pareggio di bilancio e riducendo il debito di quasi 50 milioni (oltre 150 in tre anni, -21% da inizio legislatura). Tutto senza alzare le tasse per cittadini e imprese, scegliendo invece di tagliare la spesa non intaccando la qualità dei servizi.Una spending review in due mosse: da un lato la riduzione di voci interne come missioni, spese dì rappresentanza e auto a noleggio, fino al record degli incarichi esterni (172mila euro spesi l’anno scorso, 60mila in meno rispetto al 2016 ma il 90% in meno rispetto al 2010); dall’altro il ricorso al mercato elettronico per l’acquisizione di beni e servizi attraverso la centrale unica regionale degli acquisti, l’Agenzia IntercentER (445 milioni di euro risparmiati i tre anni, 374 solo nella sanità). Una gestione efficace che ha visto liberare 30 milioni di euro per i territori, portando a quasi 1,1 miliardi dal 2011le risorse su cui hanno potuto contare gli enti locali per gli investimenti grazie ai Patti di solidarietà coordinati dalla Regione. Bene anche il Servizio sanitario regionale: equilibrio di bilancio insieme ad assunzioni e stabilizzazioni per oltre 5mila medici, infermieri, operatori negli ultimi due anni, aumento delle prestazioni fornite, investimenti in spazi e strutture e l’annunciata abolizione dei superticket per farmaci e prestazioni specialistiche dal 1^ gennaio 2019, che rimarranno solo per i redditi superiori ai 100mila euro l’anno, e dei ticket base da 23 euro per le prime visite di genitori e figli dei nuclei familiari numerosi. E la sanità registra una ottima capacità di spesa, con 8,7 miliardi di pagamenti effettuati a fronte di 9,1 miliardi impegnati.

E’ quanto si ricava dal giudizio di parifica sul rendiconto 2017 della Regione Emilia-Romagna arrivato oggi dalla Corte dei conti, Sezione regionale di controllo, nel corso dell’udienza pubblica che si è tenuta questa mattina a Bologna nel salone d’onore del Circolo Ufficiali dell’Esercito di Palazzo Grassi, alla presenza al presidente della Sezione regionale, Carlo Greco, dei magistrati istruttori, del Procuratore regionale, Carlo Alberto Manfredi Selvaggi, del presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e dell’assessore regionale al Bilancio, Emma Petitti.

Con la concessione del giudizio di parifica, la Corte dei conti certifica il rispetto delle norme contabili, il buon andamento dell’azione amministrativa e la tutela degli equilibri di finanza pubblica.

“Solo avendo i conti in ordine, come succede all’Emilia-Romagna, sono possibili politiche espansive per la crescita e l’occupazione come quelle che abbiamo condiviso e che condividiamo con le parti sociali nel Patto per il lavoro- afferma il presidente Bonaccini-. Investimenti per potenziare il welfare e misure come il Reddito di solidarietà per il contrasto alla povertà. Decisioni come l’abolizione dei superticket sanitari e quella dei ticket sulle prime visite per le famiglie con due o più figli, o, ancora, l’autobus gratuito per gli abbonati al servizio ferroviario regionale, manovre coperte interamente da fondi regionali e che ci permettono di alleggerire il carico fiscale dei cittadini e le loro spese quotidiane, se pensiamo che solo l’operazione sui superticket porterà al risparmio di almeno 22 milioni di euro l’anno per quasi un milione di persone e l’integrazione tariffaria treno-bus a un risparmio fino a 180 euro l’anno per circa 60mila pendolari. Una gestione efficace del denaro pubblico basata sulla costante riduzione dell’indebitamento, la razionalizzazione della spesa, controlli efficaci e taglio degli sprechi là dove esistono, oltre alla centrale unica per gli acquisti, ci permette di restituire ai cittadini. E una Regione virtuosa merita la maggiore autonomia che l’Emilia-Romagna ha chiesto, per fare ancora di più e meglio. Un regionalismo differenziato nel rispetto della Costituzione e dell’unità nazionale che, lo ribadisco,- chiude Bonaccini- mi auguro il nuovo Governo e il nuovo Parlamento ci vogliano riconoscere entro quest’anno”.

Il presidente della Regione ha quindi ringraziato la Corte dei conti e la Sezione regionale “per la collaborazione e il confronto costanti, fondamentali nel continuare a migliorare l’azione amministrativa e l’efficacia del bilancio”.

Corte dei Conti scheda:

Corte Conti 13-07-2018 – SCHEDA

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“Non dimenticare”. La donazione di Karin Ohry-Kossoy al MEIS

Pablo Picasso, Käthe Kollwitz, George Grosz. E poi Renato Guttuso, Emanuele Luzzati, Giacomo Manzù, Aligi Sassu, Ernesto Treccani.

Sono solo alcuni degli artisti da poco entrati al Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah grazie alla donazione dell’israelo-svizzera Karin Ohry-Kossoy, che al MEIS ha affidato l’album “Non dimenticare. Deuteronomio 25/17”, appartenuto al padre Edward e contenente ben trentadue stampe di grande valore: “Non tanto e non solo in termini economici – precisa il Direttore del Museo, Simonetta Della Seta –, quanto come testimonianza di una vicenda che lega profondamente l’Italia a Israele. La mostra delle opere riprodotte nel volume ha coinvolto molti artisti italiani, ma soprattutto è stata promossa dall’Associazione Donne Ebree d’Italia – ADEI all’indomani del processo Eichmann, vero e proprio spartiacque della storia”.

“Mio padre – racconta Karin – era un avvocato specializzato nella restituzione dei beni ai sopravvissuti all’Olocausto da parte delle autorità tedesche. Nel corso della sua carriera ha ottenuto questo risultato per oltre sessantamila ebrei superstiti o per le loro famiglie”.

La Shoah non aveva risparmiato nemmeno lui: “Era scampato alla morte emigrando in Russia, ma la sua prima famiglia era stata eliminata in Polonia”. La stessa sorte toccata anche alla madre di Karin: “Originaria di Varsavia, perse i suoi familiari, compresa una figlia, a Treblinka, mentre lei riuscì a sopravvivere a Bergen-Belsen. Poi andò in Palestina, dove conobbe mio padre”.

Edward Ohry-Kossoy acquistò le tavole a Ginevra, a un’asta pubblica, probabilmente tra gli anni ’70 e ’80: “Penso volesse donarle, ma non ha mai individuato un luogo adatto a ospitarle. Sono felice di averlo finalmente trovato io, qui al MEIS”.

Quell’album ha sempre significato tanto per Karin, “anche perché parla della Shoah. Fu realizzato nel 1962, dopo una mostra commemorativa dell’Olocausto allestita a Roma e in altre città italiane. E visto che Käthe Kollwitz, George Grosz e Pablo Picasso erano ancora vivi, non è da escludere che a loro e ad altri sia stato chiesto direttamente di donare le stampe dei propri lavori”.

A firmare l’introduzione è lo scrittore, giornalista (l’Unità e diverse altre testate) e critico d’arte Mario De Micheli, “che si collocava a sinistra della mappa politica e che negli anni ’20 e ’30 ha fatto conoscere al pubblico numerosi artisti contemporanei. Sotto il fascismo, lui e sua moglie hanno aiutato a tal punto gli ebrei da essere riconosciuti dallo Yad Vashem come ‘Giusti fra le Nazioni’”.

“Non so quanto l’evento fu seguito all’epoca – prosegue la signora Ohry-Kossoy –, ma di certo riuscì a coagulare le opere di artisti assai celebri, la maggior parte dei quali ebrei. Ho anche riflettuto sul perché di una rassegna sulla Shoah proprio nel 1962, molto tempo dopo il 1945. E la risposta è che in quell’anno terminò il processo ad Adolf Eichmann, il tenente colonnello delle SS riconosciuto come il principale artefice della ‘soluzione finale’: un evento che ha cambiato un po’ ovunque l’attitudine del pubblico e delle autorità verso la Shoah. Per la prima volta i sopravvissuti hanno raccontato pubblicamente ciò che avevano sofferto. I programmi radiofonici israeliani trasmettevano ogni giorno quei contenuti, dei quali il pubblico non aveva ancora piena consapevolezza o non voleva parlare. E non accadde solo in Israele, ma anche altrove, grazie a figure come Hannah Arendt, che seguì il processo e lo rese noto al mondo, fino a pubblicare “La banalità del male””.

“Al MEIS – ha annunciato Della Seta – stiamo iniziando a ragionare su come affrontare il tema della Shoah specialmente nell’esperienza italiana: in forma simbolica, ma andando al contempo in profondità. In novembre ospiteremo la seconda assemblea plenaria dell’Alleanza Mondiale per la Memoria della Shoah (IHRA), quest’anno presieduta dall’Italia. La donazione di Karin Ohry-Kossoy giunge in un momento quanto mai opportuno. Siamo onorati di riceverla e le daremo la giusta valorizzazione”.

Ufficio Stampa
Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah – MEIS

Coldiretti: obbligo di fatturazione elettronica dal 1 gennaio ‘19 per cessione di carburanti per mezzi agricoli ed imbarcazioni.

Chiariti i termini della fatturazione informatica per il carburante utilizzato da agricoltori e pescatori, ma i rivenditori possono già emettere documenti fiscali in formato elettronico. Necessario poter comunicare il proprio indirizzo mail certificato.

Con circolare n. 13 del 2 luglio 2018, l’Agenzia delle Entrate ha precisato che l’obbligo di fatturazione elettronica dal 01-07-2018 non riguarda le cessioni di carburanti impiegati nei mezzi agricoli (come definiti dal codice della strada) e non riguarda il carburante impiegato dalle imbarcazioni e aereomobili.

Tuttavia, è probabile che le principali imprese fornitrici del gasolio “agricolo” emettano le fattura elettroniche anche per il carburante “agricolo” per uniformità dei loro processi interni.

E’ pertanto opportuno che ogni impresa, anche quelle agricole, conosca e sia in grado di comunicare il proprio indirizzo P.E.C. al fornitore di carburante in modo da avere una agevole riscontro delle fattura elettronica emessa.

Si ricorda inoltre che la normativa attualmente in vigore prevede per la detrazione dell’IVA assolta per gli acquisti di carburante, documentati da fatture sia cartacee che elettroniche, il pagamento debba essere effettuati con sistemi tracciabili ossia diversi dal contante.

Per la normativa antiriciclaggio, l’utilizzo del contante è legittimo fino alla soglia di € 2.999,00, mentre per la detraibilità dell’IVA esposta nelle fatture d’acquisto del carburante, il pagamento della fattura va fatto SEMPRE con sistemi tracciabili se si desidera esercitare la detrazione IVA.
Gli uffici di Coldiretti Ferrara sono a disposizione per ogni necessità ed approfondimento.

Collezione Cavallini Sgarbi: un nuovo arrivo e una nuova partenza

La collezione Cavallini Sgarbi e Ferrara salpano per Ajaccio mentre arriva una nuova opera

Il 16 luglio Vanitas, di Guido Cagnacci, saluterà il Castello Estense di Ferrara per essere esposto all’importante mostra “Rencontres à Venise” che si terrà ad Ajaccio (29 giugno – 1 ottobre 2018), per fare ritorno infine a Ferrara.

La mostra “La collezione Cavallini Sgarbi” – prorogata sino al 2 settembre 2018 – si arricchisce inoltre di un dipinto di straordinaria qualità la Madonna con il bambino, di Gian Domenico Cerrini detto il Cavalier Perugino, capolavoro della pittura “da stanza” datato tra il 1650 e il 1655.

Allievo a Perugia di Giovanni Antonio Scaramuccia, Gian Domenico Cerrini si trasferì presto a Roma, dove secondo le fonti si educò nella bottega di Guido Reni (ipotesi improbabile perché il contatto dovrebbe essere avvenuto prima del 1627). Lo spiccato interesse per i modelli reniani non gli impedì di assorbire altre esperienze figurative, dall’imponente maniera di Cristoforo Roncalli ai valori chiaroscurali del Guercino e di Giovanni Lanfranco, al classicismo di Andrea Sacchi e del Domenichino. Al pari di altri maestri operanti a Roma in quel tempo (Cozza, Camassei, Gimignani), Cerrini manifestò un certo spirito di indipendenza nei confronti delle tendenze dominanti ed elaborò uno stile originale, “facilmente riconoscibile per i contorni ondulati, piuttosto morbidi, nei quali egli inserisce campi di colore chiaro e lattiginoso” (Voss). L’artista fu appoggiato da influenti personalità (come Bernardino Spada e Giulio Rospigliosi) ed entrò nel giro della più qualificata committenza romana (Barberini, Chigi, Colonna, Corsini, Pallavicini). Tra le opere più rilevanti eseguite entro la metà del secolo sono da ricordare almeno le due pale d’altare per la chiesa di San Carlino alle Quattro Fontane (1642-43), l’Assunta per la cappella Spinelli nella Chiesa Nuova (1645 circa), il David con la testa di Golia della Galleria Spada (1649) e il Martirio di san Sebastiano della Galleria Colonna (1650 circa). Tra il 1654 e il 1655 realizzò la decorazione della cupola di Santa Maria della Vittoria, un’antologia del suo repertorio figurativo in sostanza estranea alle novità delle cupole barocche. Il pittore si trasferì poi a Firenze, presso la corte medicea, dal 1656 al 1661, realizzando numerose opere di sobria tenuta classicista. Tornato a Roma, mostrò un lento ma progressivo avvicinamento alle nuove tendenze barocche.

Il dipinto qui esposto, che ben s’iscrive in un tipo di produzione “da stanza” per il quale Cerrini ottenne un vasto successo, gli fu probabilmente commissionato da un devoto della Beata Vergine del Carmelo, come indica la presenza dello scapolare di color bruno trattenuto dalla Vergine. Al suo fianco Gesù Bambino, ritto, con le gambe incrociate, sul piano di un tavolo, la abbraccia con delicatezza. Entrambi, con lo sguardo, invitano lo spettatore a condividere i loro amorevoli sentimenti. Ancorata ai modelli del classicismo bolognese, l’opera rivela i caratteri tipici dell’apollineo linguaggio del Cavalier Perugino nel suo momento migliore: la purezza del disegno, la stesura smaltata, la seducente tavolozza giocata sull’accostamento di tinte fredde, la morbidezza dei panneggi e la dolce idealizzazione delle figure. L’esecuzione della Madonna con il Bambino sembra cadere dunque entro la metà del sesto decennio del Seicento, ossia prima del soggiorno fiorentino, periodo in cui Cerrini avrebbe optato per un fare più ombroso e macchiato. (Pietro Di Natale)

La mostra “La Collezione Cavallini Sgarbi. Da Niccolò dell’Arca a Gaetano Previati. Tesori d’arte per Ferrara” è promossa dalla Fondazione Elisabetta Sgarbi, in collaborazione con la Fondazione Cavallini Sgarbi, il Comune di Ferrara, sotto il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e della Regione Emilia-Romagna, e si avvale del contributo di partner privati: Bonifiche Ferraresi, Genera Group, Fondazione Cariplo.
La mostra, inaugurata lo scorso 3 febbraio, resterà aperta fino al 2 settembre 2018 nella splendida e ricca cornice del Castello Estense di Ferrara, e sta riscontrando un ottimo successo di pubblico e di critica.
La mostra è a cura di Pietro Di Natale.
Il catalogo della mostra è pubblicato da La nave di Teseo editore.
Comunicazione e grafica a cura di Studio Cerri & Associati.
Allestimento a cura di ReallizzArte e Studio Volpatti.

Orari di apertura
Dal lunedì al venerdì 9.30 – 17.30
Sabato e domenica 9.30 – 18
La biglietteria chiude 45 minuti prima.
Biglietti
Intero € 12
Ridotto (dai 12 ai 18 anni, over 65) € 8
Scuole medie e superiori € 7
Bambini dai 6 ai 12 anni € 5. Gratuito sotto ai 6 anni
Family: per ogni adulto pagante, un minore ha l’ingresso gratuito
Possessori MyFE Card € 3
Tariffe e agevolazioni
www.castelloestense.it
Visite guidate
Adulti con diritto al biglietto ridotto € 4. Dai 6 ai 18 anni € 3
Prenotazioni visite guidate
tel. +39 0532 244949
diamanti@comune.fe.it
Informazioni
tel. +39 0532 299233
castelloestense@comune.fe.it
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Comunicato Regione: Regione

Il presidente Bonaccini riceve l’ambasciatore del Sudafrica in Italia, Shirish Soni. Bonaccini: “Cogliere insieme tutte le opportunità di sviluppo e collaborazione per favorire competitività e sostenibilità”

Si rafforzano le relazioni bilaterali in campo economico, agricolo, ambientale e della ricerca e sviluppo. Incontro oggi in Regione

Bologna- Si rafforza ulteriormente la collaborazione tra la Regione Emilia-Romagna e il Sudafrica, in particolare con la Provincia del Guateng, con cui la Regione ha già sottoscritto un protocollo di collaborazione su temi quali attività produttive, innovazione, agricoltura, sicurezza alimentare, ambiente e energia.

E’ quanto emerso oggi in Regione in occasione dell’incontro tra il presidente Stefano Bonaccini e l’ambasciatore del Sudafrica in Italia, Shirish Soni.

Il presidente Bonaccini ha poi sottolineato all’ambasciatore il costante impegno della Regione nell’applicazione dell’accordo di collaborazione sottoscritto nel 2016 con il Guateng, favorendo la realizzazione di progetti di sviluppo attraverso il coinvolgimento di università, imprese, fiere e centri di ricerca.

Bonaccini ha infine ricordato i prossimi appuntamenti in agenda, che ancora una volta vedranno coinvolti l’Emilia-Romagna e la Provincia sudafricana, tra cui il meeting istituzionale South Africa-Italy Business Forum Ambrosetti a Johannesburg.

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Coldiretti: Lunedi 16 luglio la serata finale del premio innovazione giovani 2018. Tre ferraresi in lizza

Sarà l’azienda agricola Bertinelli a Noceto ad ospitare la fase finale del premio innovazione giovani di Coldiretti per l’Emilia-Romagna. Tra i finalisti ci sono ben tre aziende ferraresi che si contenderanno l’ambito premio. In mostra le idee innovative che creano lavoro.

Dalle feste nei campi di canapa agli allevamenti da cui si ricava lana che non dà allergia, dalla bava di lumaca per creme di bellezza alle erbe infestanti che fanno bene, dagli orti coltivati via internet al bosco con 300 mila alberi da tartufo. Sono alcune delle esperienze innovative che verranno messe in mostra in occasione della serata finale del premio Innovazione Giovani promossa da Coldiretti Giovani Impresa Emilia Romagna che si svolgerà lunedì 16 luglio 2018 alle ore 18,30 presso l’azienda agricola Bertinelli, in via Medesano 1 a Noceto di Parma, dove arriveranno giovani da tutta l’Emilia Romagna.
In un expo green appositamente allestito sarà possibile vedere dal vivo i prodotti e le tecnologie che stanno rinnovando il modo di fare agricoltura e che costituiscono le idee piene di ingegno con cui i giovani fanno impresa. Verranno anche presentati gli ultimi dati sulle imprese giovanili agricole, le uniche a crescere in Emilia Romagna nel 2018.
Nell’ambito della serata verrà presentato il libro di Nunzio Primavera “La gente dei campi e il sogno di Bonomi – la Coldiretti dalla fondazione alla Riforma Agraria”, con l’autore che sarà intervistato dal giornalista Andrea Gavazzoli.
Interverranno il segretario nazionali di Coldiretti Giovani Impresa, Carmelo Troccoli, il delegato regionale, Andrea Degli Esposti, il presidente e il direttore di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello e Marco Allaria Olivieri.
Da Ferrara saranno ben tre le aziende innovative di giovani imprenditori che sono state selezionate per la fase finale e che si contenderanno il premio nelle rispettive categorie: TUNDO SEBASTIANO, che ha avviato la filiera della Quinoa nella sua azienda ad Argenta, e che commercializza direttamente i semi di questa pianta originaria del Sud America ed oggi molto richiesta per la sue ottime caratteristiche nutrizionali e salutistiche; IL BOSCO OFFICINALE di Sabrina e Massimiliano Zanelli, che oltre alle consuete colture del Delta del Po, ha avviato l’attività di coltivazione e trasformazione di piante aromatiche e spezie, ricavandone una vasta gamma di prodotti salutistici e cosmetici, utilizzando anche piante di solito considerate infestanti; FISCHERMAN di Mosè e B., una piccola cooperativa di pescatori, che grazie all’intraprendenza di Mosè Padoan, è passata dalla coltivazione di vongole e cozze e pesce nelle valli salmastre e nei canali di Comacchio, alla vendita diretta nei mercati contadini sia del prodotto fresco che cucinato e pronto per il consumo.

Il pensiero (unico) di Matteo Renzi

Quarantasette minuti e trentasei secondi di intervento. Tanto è durato quello di Matteo Renzi all’assemblea nazionale del Pd il 7 luglio scorso. L’ex segretario può piacere o no, ma gli va riconosciuto il merito di dire ciò che pensa in modo diretto. Ed è proprio questo che lo rende antipatico soprattutto in ambienti in cui la politica è felpata, ingessata, politicamente corretta allo sfinimento. Ed è lo stesso motivo per cui piace, invece, a larga parte della base del suo partito.
I giornali hanno titolato a tutta pagina di un presunto attacco di Renzi a Gentiloni. Ma se si ascoltano le parole dell’ex segretario (il discorso integrale lo si trova su youtube) non ha fatto altro che dire ciò che anche la sinistra sinistra (il secondo termine non è un aggettivo qualificativo, ma un rafforzativo del primo sostantivo) ha detto in campagna elettorale. E cioè che uno dei motivi per voltare le spalle al Pd era la mancata approvazione dello ius soli. Ecco cosa ha detto Renzi in assemblea. “Sullo ius soli dovevamo decidere. O si prendeva e si metteva la fiducia a giugno e allora lo si portava a casa o si smetteva di parlarne. Ma non è pensabile che prendi una decisione in cui dici che ‘per noi questo è fondamentale perché i bambini sono fondamentali’, la trascini e poi dici ‘Eh, non abbiamo i numeri’”. E in effetti questo è proprio ciò che è successo. Molti ricorderanno la prudenza di Gentiloni nel differire questo tema per la solita paura del populismo. Come si è visto una prudenza che non è servita. Anzi. Ed è qui che arriva la stoccata al governo Gentiloni e al partito non più a guida renziana: “Non è l’algida sobrietà a far sognare un popolo. Tu devi dare un messaggio e un orizzonte forte sul futuro. E noi su questo non siamo stati all’altezza”. E come dargli torto! Ed è proprio sulla mancanza di un orizzonte su cui misurare i passi da compiere per raggiungerlo che la sinistra sta rischiando l’estinzione. Poi però verso la fine del suo intervento dice, e sembra rivolgersi soprattutto alla minoranza interna: “Mi colpisce che quando abbiamo messo gli ottanta euro in tasca agli italiani sia stata definita una mancia elettorale che va avanti da quattro anni. La mancia elettorale più lunga della storia”, dice con ironia. “Penso che se quando hai il tuo governo il tuo obiettivo è dire che il jobs act non va bene, la buona scuola non va bene, le periferie non va bene il costo del lavoro non va bene, allora non devi votare Pd devi votare M5S”. Un’affermazione stupefacente. Infatti, è proprio ciò che hanno fatto anche molti elettori del Pd, ma sembra non rendersene conto con un candore disarmante.
Un altro tema su cui il Pd si è fatto scavalcare dal M5S è quello dell’abolizione dei vitalizi. In Parlamento c’era una proposta di legge, primo firmatario Matteo Richetti del Pd, che fu stoppata dal suo stesso partito. E anche qui non era Renzi alla guida. Lo ricorda all’assemblea. “Se approvi la Richetti alla camera non puoi poi dire che non abbiamo tempo per approvarla al senato. Il tempo c’era. Al senato il Pd non ha voluto approvarla. E allora bisognava fermarsi prima e non approvare la Richetti”. Un linguaggio chiaro, senza fronzoli, com’è nel suo stile, con molti elementi di verità.
Sui voucher, e in particolare sul jobs act, non retrocede, su questo invece l’autocritica dovrebbe essere più forte. I voucher furono introdotti in una prima versione che presto si rivelò un boomerang per l’uso distorto che molti imprenditori ne facevano come strumento di flessibilità del lavoro. Erano nati per l’agricoltura, ma presto furono estesi a tutti i settori, anche a figure professionali di alta qualificazione, tanto da indurre i sindacati a chiederne una modifica radicale. “Se facciamo credere che il jobs act sia la madre di tutti i mali – ha detto Renzi senza alcun ombra di riflessione critica – poi non ci stupiamo che vinca Di Maio. Noi siamo stati i primi a cedere alla cultura della Cgil sui voucher, salvo poi avere oggi loro (il M5S, ndr) che li rimettono dopo che hanno detto, testuale, che ‘Renzi concepisce il lavoro come schiavismo’”. Certo, è esagerato dire che le riforme del lavoro sono una nuova forma di schiavismo, di certo però hanno reso precaria ed insicura (ne ho scritto ancora su queste pagine) la vita di molte persone, giovani in particolare, a causa di una pletora di tipologie contrattuali tutte a vantaggio delle imprese. Anche se Renzi continua rivendicare la bontà della riforma del mercato del lavoro che a suo dire avrebbe dato più opportunità ai giovani, è innegabile che sui temi del lavoro il Pd ha attuato una politica neoliberista col sostegno di Forza Italia e della Confindustria.
A questo proposito i dati Istat ci danno una fotografia netta. A maggio di quest’anno, infatti, rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, l’occupazione è cresciuta del 2% (+457mila), ma di questi ben 434mila sono lavoratori a termine. Praticamente il 95% dei nuovi assunti nell’ultimo anno sono precari.
Ma il passaggio dell’intervento di Renzi che svela qual è la sua idea di centrosinistra per il futuro è quando ha ricordato il tentativo fallito di Pisapia, che definisce “fantomatica operazione”, di creare una coalizione larga di centrosinistra. Resta convinto, almeno questo traspare dalle sue parole, dell’autosufficienza del Pd per vincere le elezioni. E anche qui non c’è ombra di autocritica. Se questa è la sua idea la sinistra è destinata a sparire dallo scenario politico italiano. Ha detto, infatti, senza riconoscere la generosità dell’azione di Pisapia: “Ci siamo autoimposti un tema, quello della coalizione, che non interessava agli italiani e che ha rimesso in campo soltanto il centrodestra. Aver inseguito per mesi la fantomatica operazione di Giuliano Pisapia autoimposta o impostaci dalla stampa cosiddetta amica è un errore clamoroso che ci deve servire come lezione”. Insomma, un partito eterodiretto (sic!). A parte il fatto che è tutto da dimostrare che quell’operazione non interessasse agli italiani, è evidente a questo punto che il modello di riferimento che ha in mente, per quanto lo critichi, è quello del M5S che da solo conquista più del 30% e non il modello di coalizione del centrodestra. Del resto la riforma della legge elettorale che aveva in mente era tagliata sull’ipotesi di un Pd autosufficiente. Se così è, se questa sarà la linea che prevarrà al prossimo congresso, temo che per il centrosinistra ci siano poche prospettive di ritornare a vincere. Certo, va detto che i matrimoni hanno bisogno del consenso di entrambi i contraenti e non è detto che la sinistra sinistra (quella di cui sopra) voglia allearsi col Pd. Lo abbiamo visto appunto nel tentativo fallito di Pisapia.
Su un altro tema, quello degli immigrati, Renzi non ha fatto alcun riferimento alle condizioni di vita a cui sono costrette nel nostro paese queste persone e che è diventato motivo di tensione con la popolazione residente delle città su cui la Lega ha fatto leva, rivendicando invece il merito dei salvataggi in mare. A questo proposito ha detto: “L’Italia non ha una emergenza emigrazione, ha un’emergenza legalità che riguarda italiani e stranieri”. Che ci sia un’emergenza legalità, e non da oggi, è vero, ma non sembra sia stata fatta una riforma della giustizia seria, nemmeno con i governi a guida Pd. Detto questo non credo comunque si possa prescindere da una forza come il Pd per riportare il centrosinistra al governo del paese. Diversa è la prospettiva locale. Molto dipenderà dal prossimo congresso del partito, ma anche dalla capacità di interlocuzione tra il Pd e la sinistra sparsa. Un’apertura di dialogo dall’una e dall’altra parte penso possa influire positivamente sulle linee programmatiche del prossimo congresso del partito. Finché ognuno resterà chiuso nel proprio fortino, finché l’orgoglio di appartenenza impedirà di fare il primo passo verso l’apertura al dialogo temo non usciranno grandi novità.
Infine è passato a rivendicare i meriti del governo e del suo partito contestando chi dice che il partito “è stato poco presente nel sociale”. “Noi siamo quelli che hanno fatto per la prima volta una misura contro la povertà. Noi siamo quelli che hanno messo due miliardi sulle periferie. Noi siamo quelli che hanno fatto le leggi sull’autismo, sul terzo settore, sulla cooperazione internazionale. Noi siamo quelli che hanno scritto una pagina nuova nella storia dei diritti di chi diritti non aveva. Noi sul sociale abbiamo fatto molto e abbiamo raccontato poco. Noi siamo stati poco sui social dove si è sviluppata una campagna devastante che non abbiamo saputo leggere e che ha mostrificato i nostri, che ha attaccato con fake news, che ha disintegrato persone e famiglie (il riferimento anche alla vicenda di suo padre) con falsità alle quali non siamo stati in grado di replicare”. E poi l’affondo al gruppo dirigente del partito dal quale non ha sentito solidarietà che invece dice di ricevere dalla base quando gira l’Italia.
Bisognerebbe ricordare a Renzi che stare nel sociale non significa solo, per quanto importante, fare le leggi di settore come quelle elencate, ma stare tra le persone, sul territorio, nelle città, nelle periferie, proprio ciò che ha fatto la Lega sul modello dei vecchi partiti della tanto bistrattata prima Repubblica che erano presenti con le loro ramificazioni territoriali. Paradossalmente il vecchio modello di partito solido, radicato è tornato ad essere vincente nella società liquida.

Comunicato Regione: Mobilità sostenibile

La Regione estende l’integrazione tariffaria, l’assessore Donini: “Bus gratis anche per chi ha già rinnovato l’abbonamento al treno”

La misura in vigore dal 1^ settembre si allarga anche ai cittadini che hanno fatto l’abbonamento al servizio ferroviario regionale in questi mesi. Risparmio fino a 180 euro l’anno per quasi 60 mila pendolari, in gran parte lavoratori e studenti

Bologna – Bus gratis anche per chi l’abbonamento al treno lo ha già, avendolo rinnovato in questi mesi. La notizia arriva dall’assessore regionale ai Trasporti, Raffaele Donini, nel corso della diretta Facebook organizzata dalla Regione nella quale ha risposto alle domande dei cittadini sull’integrazione tariffaria treno-bus che entrerà in vigore dal prossimo 1 settembre: a partire da quella data, infatti, chi si abbonerà al servizio ferroviario regionale (annuale o mensile che sia) potrà viaggiare gratuitamente sugli autobus di 13 città dell’Emilia-Romagna (i 9 capoluogo di provincia più Carpi, Imola e Faenza). Un beneficio per i pendolari, in gran parte lavoratori e studenti, che verrà esteso, allargandosi anche a chi l’abbonamento lo ha già fatto.
“Le persone che in questi mesi hanno rinnovato l’abbonamento possono stare tranquille- ha spiegato Donini- anche per loro il bus sarà gratis. Nelle prossime settimane spiegheremo con esattezza le modalità di rimborso ma posso già anticipare che le quote mensili dell’abbonamento fatto prima del 1^ settembre saranno restituite. È un provvedimento che riguarda circa mille persone, per il quale abbiamo già la copertura finanziaria. Dobbiamo solo mettere a punto la procedura tecnica. In questo modo- prosegue- abbiamo cercato di non penalizzare nessuno, proprio perché riteniamo indispensabile premiare la mobilità sostenibile puntando sul trasporto pubblico locale e venire incontro alle esigenze dei cittadini che ogni giorno, sempre di più, in Emilia-Romagna scelgono di muoversi coi mezzi pubblici e non con l’auto privata”.

Dunque, chi dal 1^ settembre validerà l’abbonamento potrà viaggiare gratuitamente sugli autobus urbani della città sia di partenza che di destinazione grazie a “Mi muovo anche in città”, l’integrazione tariffaria tra treno e bus destinata a chi possiede un abbonamento ferroviario annuale o mensile.

Da segnalare che l’integrazione tariffaria è valida anche per gli abbonamenti con destinazione o partenza da una delle 13 città indicate e arrivo o partenza da fuori regione (ad esempio Piacenza-Milano) a condizione di avere la residenza in Emilia-Romagna.

Nel corso della diretta è stato ricordato che l’abbonamento andrà validato ogni volta che il titolare salirà sul bus per mantenere la tracciabilità e per rispettare la norma che ha carattere nazionale.

Nonostante l’estensione della misura a chi ha già rinnovato l’abbonamento, per chi ha abbonamenti in scadenza in luglio e agosto è consigliabile farne uno mensile in questi due mesi e comunque far partire quello annuale o mensile dal prossimo 1^ settembre.

Come funziona “Mi muovo in città”

Chi possiede un abbonamento ferroviario annuale e mensile sopra i 10 chilometri, validato dal prossimo 1^ settembre e con partenza e/o destinazione da una delle 13 città dell’Emilia-Romagna con più di 50mila abitanti, potrà viaggiare gratuitamente sui bus urbani delle stesse città. Si tratta di: Bologna, Modena, Reggio Emilia, Parma, Piacenza, Ferrara, Ravenna, Cesena, Forlì, Rimini, Carpi, Faenza, Imola.

In totale sono 58mila gli abbonati che godranno dell’integrazione tariffaria treno/bus urbano. In gran parte si tratta di abbonamenti ferroviari con partenza e/o destinazione da una delle 13 città, ai quali si aggiungono circa 8mila abbonamenti al servizio ferroviario che usufruiscono dell’integrazione al servizio urbano (oggi a pagamento) che risparmieranno fino a 180 euro all’anno a seconda della città su cui usufruiscono dell’integrazione. Gli abbonamenti annuali e mensili dovranno essere caricati sulla tessera “Mi muovo” emessa dalle aziende del trasporto pubblico locale oppure sulla tessera “Unica” emessa da Trenitalia.

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Maltempo: E-R agricoltori senza risarcimenti gelate marzo 2018

COLDIRETTI PRONTA A SOLLECITARE PARLAMENTARI PER NORMA SALVA-AZIENDE

È allarme tra i produttori agricoli dell’Emilia Romagna per l’assordante silenzio delle istituzioni sui risarcimenti dei pesanti danni provocati in regione dall’ondata di gelo tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo scorso, che provocò nella campagne da Piacenza a Rimini circa 100 milioni di perdite. Lo denuncia Coldiretti Emilia Romagna ricordando che le gelate avevano colpito pesantemente i frutteti, in particolare albicocchi e peschi, e gli ortaggi, dai carciofi ai cavoli, dai pomodori ai broccoli.
Dopo i sopralluoghi della Regione Emilia Romagna – spiega Coldiretti – è partita la procedura per il risarcimento con l’invio della documentazione dei danni al ministero delle Politiche agricole. Da allora tutto tace. L’allarme dei produttori – rincara Coldiretti Emilia Romagna – nasce anche dalla mancanza di copertura in quel periodo delle assicurazioni contro le calamità naturali in quanto la campagna assicurativa non era ancora aperta e non era stato possibile assicurare le coltivazioni.
La mancata risposta delle istituzioni a distanza di oltre quattro mesi dagli eventi – afferma Coldiretti regionale – fa presumere un esito negativo delle richieste degli agricoltori, che si troverebbero in questo caso totalmente scoperti vista l’impossibilità di assicurarsi. Per evitare di aggiungere disastro a disastro, vista la vastità delle aree colpite e le forti perdite economiche, Coldiretti Emilia Romagna propone di attivare la stessa procedura utilizzata nel 2017 per la siccità. Occorre – spiega Coldiretti – una norma apposita che, in deroga al decreto 102/2004 sulla calamità naturali, consenta di risarcire il danno per le colture assicurabili.
Se non arriverà una risposta chiara in tempi brevissimi, Coldiretti Emilia Romagna prenderà contatti con tutti i parlamentari della regione per sollecitare la presentazione alle Camere di una apposita norma salva-aziende.

Da: ufficio stampa COLDIRETTI EMILIA ROMAGNA

Soia: crollo dei prezzi per la guerra commerciale Usa-Cina

Secondo Massimo Piva, vicepresidente di Cia Ferrara: “Serve un intervento urgente della Commissione Europea per bloccare la speculazione commerciale”

FERRARA – Mentre nel ferrarese sono già stati seminati i campi per il secondo raccolto di soia, molto più lontano, alla Borsa di Chicago, si decidono le sorti commerciali del prodotto e il risultato non è di quelli auspicati dai produttori. Cia-Agricoltori Italiani Ferrara sta monitorando la performance dei prezzi, più che deludenti a causa di una scellerata guerra dei dazi tra Stati Uniti e Cina. Le quotazioni della Borsa di Milano e Bologna sono in caduta libera, con prezzi passati dai quasi 400€/t a 350 scarsi, con una perdita che si aggira intorno ai 5€/t. Il prodotto sul mercato americano – quello di Chicago che è il punto di riferimento per i seminativi, appunto – viene svalutato perché la Cina, per rispondere ai dazi imposti da Trump ha, a sua volta, aumentato del 25% le tasse in entrata per i beni statunitensi. Così, per riuscire a entrare nel mercato cinese – uno dei maggiori paesi importatori e consumatori di soia che ne assorbe oltre il 50% di quella prodotta a livello mondiale – il prezzo deve rimanere basso e concorrenziale, al netto dei dazi.
E a rimetterci sono i produttori italiani ed europei, condizionati da dinamiche di mercato internazionali sulle quali non è, ovviamente, facile intervenire, come spiega Massimo Piva, vicepresidente provinciale di Cia Ferrara.
“L’Italia è il maggior paese produttore di soia europeo e quello che viene coltivato è un prodotto di qualità, Ogm free, che rispecchia tutti gli standard di sicurezza alimentare. Ma è proprio il caso di dire che la qualità non paga e a rimetterci sono come sempre gli agricoltori, più che mai anello debole della filiera. Il nostro mercato è pesantemente condizionato dall’andamento anomalo di un mercato internazionale che, peraltro, quota un prodotto con caratteristiche differenti da quello italiano, perché Ogm e coltivato con criteri agronomici molto diversi. Mai come adesso l’esigenza di un marchio di soia italiana certificata – continua Piva – è più stringente, un marchio che appartenga ai produttori non all’industria di trasformazione e che riesca a distinguere la qualità del nostro prodotto e a valorizzarla, a livello di prezzo, nel mercato interno. Ma il marchio da solo non basta. Siamo di fronte a forme speculative troppo grandi perché siano affrontate unicamente a livello nazionale. Servirebbe, invece, un intervento urgente della Commissione Europea per ristrutturare completamente il settore e bloccare logiche commerciali aberranti, che stanno mettendo in ginocchio i produttori di soia italiani. La soia Made in Italy – conclude Piva – è diversa da quella statunitense e può e deve essere considerata una produzione d’eccellenza, alla quale attribuire un giusto valore di mercato. Altrimenti tutti gli sforzi dei produttori per conferire un buon prodotto non saranno ripagati e il rischio, nei prossimi anni, è una contrazione di superfici coltivate a soia. Un danno considerevole, considerando che la produzione interna soddisfa solo in minima parte il nostro fabbisogno”.

MEMORABILE
Fantasmi

Queste 50 poesie “giovanili”, appena pubblicate in formato ebook da Tiemme Edizioni Digitali (www.tiemme.onweb.it), sono state scritte da Riccardo Roversi fra il 1976 e il 1986, prima della sua pubblicazione d’esordio (1989) e l’autore non le ha mai incluse in alcuna delle sue sillogi. Fertili di accurata cura formale, esse spaziano fra natura amore memoria, come la seguente: «Ricordi i giorni non erano che attimi / e i miei occhi più scuri delle siepi / ricordi correvamo dentro al grano / e fuori dal dolore e dalle angosce / io dico era meglio non capire / così adesso potrei non ricordare». ‘Fantasmi. 50 poesie inedite 1976-1986’ è già disponibile su Internet, in tutte le librerie del web.