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Mese: Marzo 2015

Difret il coraggio per cambiare al Cinema Boldini

da: Arci Ferrara

In occasione della tredicesima edizione del Festival dei Diritti, il cinema Boldini ospiterà la rassegna cinematografica della manifestazione. Per 4 mercoledì verranno proposti 5 titoli in prima visione ad ingresso libero. Primo appuntamento mercoledì 1 aprile alle ore 21.00

Hirut, una quattordicenne etiope, viene aggredita e rapita da un gruppo di uomini a cavallo mentre sta tornando a casa da scuola, in un villaggio a tre ore da Addis Abeba. Nel tentativo di fuggire Hirut riesce a prendere un fucile e spara uccidendo Tadele, ideatore del rapimento nonché suo “aspirante futuro sposo”. In gran parte dell’Etiopia la pratica del rapimento a scopo di matrimonio è una tradizione antica e radicata, e la ribellione di Hirut non le lascia possibilità di scampo. Ad Addis Abeba Meaza Ashenafi, una giovane donna avvocato che tramite l’attività di ANDENET offre assistenza legale gratuita a coloro che non se la possono permettere, viene a conoscenza dell’arresto di Hirut e cerca di farsi affidare il caso. Pur di salvarla, Meaza è disposta a correre il rischio di vedere vanificati i risultati ottenuti fino a quel momento dall’Associazione e a mettere in gioco il suo stesso futuro.
Il film, prodotto da Angelina Jolie, ha vinto il premio del pubblico al Sundance e nella sezione Panorama del Festival di Berlino.

La rassegna proseguirà mercoledì 8 aprile alle ore 21.00 con il film di Daniele Incalcaterra El Impenetrable.

Da mercoledì 15 aprile la rassegna si arrichirrà con le proposte di Doc in Tour, rassegna di documentari organizzata in collaborazione con la Fice – Federazione Italiana Film d’Essai.

Tutte le proiezioni saranno ad ingresso libero.

Ascom una rete che ti mette in Luce conclude la Campagna Associativa 2015 a Pomposa

da: ufficio stampa Ascom Ferrara

Ascom una rete che ti mette Luce, la campagna associativa 2015 conclude il suo roadshow: dopo avere toccato in lungo ed in largo tutta la provincia a partire dal gennaio scorso – toccando in sequenza Cento, Ferrara, Comacchio, Poggio Renatico, Voghiera, Argenta, Copparo e Bondeno- ora è il turno di Pomposa dove nei pressi della millenaria Abbazia si terrà la conclusione per martedì 31 marzo a partire dalle ore 19,30 all’interno degli spazi del ristorante La Cueva (via Centro, 26 – Abbazia di Pomposa)
A fare gli onori di casa per l’Amministrazione Comunale ci sarà il sindaco di Codigoro, Rita Cinti Luciani, mentre dal territorio interverrà Gianni Michele Padovani, primo cittadino di Mesola.
“Quest’appuntamento finale sarà un’occasione – come anticipa il presidente Ascom Confcommercio di Codigoro Massimo Biolcatti che spiega – per stimolare la riflessione e l’azione sui temi in particolare legati allo sviluppo del Turismo nell’area del Delta e della Costa di Comacchio come motore dell’occupazione che lanceremo tra l’altro con una serie di eventi dedicati, tra fine aprile e maggio, e mirati ai buyer internazionali del settore in oggetto”.
A seguire poi l’intervento sui servizi, le soluzioni, gli eventi messi in campo da Ascom Confcommercio attraverso la presentazione del direttore generale Davide Urban, cui seguiranno i consueti spazi marketing e sul mondo del credito con l’intervento di Cofiter (il principale Consorzio fidi del Terziario in Emilia Romagna) con le ultime novità in tema di accesso al microcredito (grazie al Fondo Europeo di Investimenti) per finanziare i progetti innovativi sui giovani, i disoccupati e le nuove imprese, temi ache assumono particolare valenza proprio nell’area del Basso Ferrarese. I saluti finali, intorno alle ore 21,00, saranno poi svolti dal presidente provinciale di Ascom Confcommercio Ferrara Giulio Felloni che traccerà un quadro degli impegni e del lavoro messo in campo da Confcommercio a sostegno degli imprenditori a livello nazionale, regionale ed ovviamente locale.

LA CURIOSITA’
Spettacolo Togo, canti e danze afro in piazza per il neo dr. Kombate

Un flash mob improvvisato in piazza Trento Trieste, per festeggiare la laurea di Kombate, un ragazzo del Togo che vive e studia a Ferrara. Lui e i suoi amici hanno cominciato a danzare e cantare formando un corteo che si è mosso per le vie del centro al ritmo di musica afro e si è snodato dall’Università, attraverso via Mazzini fino al duomo. La musica si è profusa per tutto il centro storico, incuriosendo e rallegrando i passanti. Molti si sono fermati a guardare lo ‘spettacolo’ en plein air che ha ravvivato la già pur bellissima giornata. Un modo elegante, allegro e genuino di festeggiare all’aperto il neo-laureato, senza per forza imbrattare muri e lanciare uova e scadere in comportamenti talvolta volgari o in sciocche tiritere, come spesso accade.

“God Save the Green” Martedì 31 marzo a Wunderkammer la presentazione del programma per la primavera 2015

da: ufficio stampa per Basso Profilo 

La darsena di Ferrara diventa ogni giorno più verde: a Wunderkammer l’arrivo della primavera si festeggia quest’anno con una serie di iniziative dedicate all’agricivismo e al greening urbano, raccolte nel programma intitolato “God save the Green”.

«Questo nome lo abbiamo preso in prestito da un bellissimo documentario realizzato nel 2013 da Michele Mellara e Alessandro Rossi – spiega Leonardo Delmonte, direttore dell’associazione Basso Profilo, che organizza il programma –. Il filmato racconta storie di persone che, nelle più svariate parti del mondo, hanno saputo trasformare il tessuto sociale e cittadino attraverso la cura del verde. Ci piacerebbe portare queste esperienze a Ferrara, farle conoscere e metterle in pratica».

Il calendario completo delle attività verrà presentato martedì 31 marzo alle ore 19 in via Darsena 57, in occasione dell’inaugurazionedelle mostre “Natural Garden” e “Giardini parlanti”.

“Natural Garden” comprenderà gli scatti naturalistici del fotografo Paolo Zappaterra, paesaggi catturati in Argentina, in Grecia, in Australia, all’interno dei quali piante e fiori organizzano giardini spontanei di una bellezza mozzafiato.

“Giardini parlanti” esporrà gli affascinanti elaborati realizzati dagli iscritti al corso di illustrazione tenuto nella primavera 2014 da Manuela Santini; sperimentazione di colori, forme e materiali avviata a partire dalla lettura dei suggestivi racconti di Italo Calvino.

I corsi che verranno presentati saranno quattro: “Piantala!”, lezioni di botanica e workshop di giardinaggio; “Cibo!”, teoria e pratica per un’alimentazione più consapevole, “Fotografare per dire”, per imparare a fotografare il paesaggio urbano; “Black Meal”, workshop di danza, indagine sensoriale sul ruolo del cibo oggi. Durante l’evento sarà possibile chiedere maggiori informazioni e prendere contatto per le iscrizioni direttamente con i responsabili dei corsi.

Concluderà la serata un gustoso aperitivo a tema, ispirato – come l’intero percorso proposto – alla valorizzazione dei prodotti tipici e a chilometro zero.

“God save the Green” è promosso nell’ambito del progetto Ri-generazione Urbana, avviato nel 2010, con il contributo della Regione Emilia-Romagna e il patrocinio del Comune di Ferrara.

Per informazioni scrivere a info@rigenerazioneurbana.org.

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Il variegato mondo di Instagram al centro della terza Lezione di Territorio

da: ufficio stampa Provincia di Ferrara

Martedì 31 l’incontro con Orazio Spoto, co-fondatore di Igersitalia, che parlerà di come aumentare il proprio fatturato attraverso la celebre app per condividere foto

Come utilizzare Instagram al meglio nella filiera del turismo e della ristorazione; sarà questo il tema del terzo incontro formativo della tredicesima edizione di “Lezioni di Territorio”, l’iniziativa realizzata congiuntamente da Provincia e Camera di Commercio di Ferrara, rivolta a tutti gli operatori turistici ed agli amministratori del territorio locale e finalizzata all’individuazione degli strumenti ottimali per la valorizzazione delle risorse della provincia ferrarese.

L’incontro si terrà martedì 31 marzo a partire dalle 14.30 presso la Sala Conferenze della Camera di Commercio e per parlare della conosciutissima e sempre più utilizzata app per scattare foto, applicare filtri, e condividerle sui social network, non poteva esserci docente migliore che Orazio Spoto, co-fondatore dell’Associazione Igersitalia, fondatore della community Instagramers di Milano e coordinatore per il centro nord per le nuove community. Sarà lui, quindi, a fornire ai presenti utili consigli per aumentare il proprio fatturato, in un incontro focalizzato anche sul mondo del food, in linea con il tema di Expo 2015.

Gli ultimi due incontri di Lezioni di Territorio si terranno, invece, nelle giornate del 9 e 15 aprile.

Per informazioni ed iscrizioni è possibile contattare il numero 0532/299278 o inviare una mail a elena.occhi@provincia.fe.it.

 

Per la prima volta a Ferrara il Provinciale del Campionato Giovanile Studenteschi (CGS)

da: Istituto Comprensivo Statale n.5 “Dante Alighieri” Ferrara

Sabato 21 aprile 2015 presso il Centro di Promozione Sociale Acquedotto in corso Isonzo 42 si è svolta a Ferrara la fase provinciale del CGS di Scacchi.

Gli ottantadue atleti iscritti, afferenti a 17 rappresentative di altrettanti Plessi scolastici, si sono affrontati sulle scacchiere durante 6 entusiasmanti turni che si sono succeduti nell’intero arco di tempo della giornata.

Il torneo prevedeva incontri a squadre, ciascuna formata da quattro scacchisti, con tempo di riflessione di 30 minuti, a giocatore, per ogni partita.

L’evento, organizzato dal Circolo Scacchistico Estense, è stato diretto dall’arbitro regionale della Federazione Scacchistica Italiana signor Garavelli Mauro.

Massiccia partecipazione della Scuola Primaria Tumiati, Pascoli, Mosti e delle Scuole Secondarie di 1° Bonati e Dante; a rappresentare le Scuole secondarie di 2° vi erano il LS Roiti, l’ITI Copernico e l’ITC Bachelet.

Al termine delle tenzoni è seguita la cerimonia di premiazione dove sono intervenuti il Preside dell’Istituto Comprensivo Perlasca, Prof. Gargioni Stefano, ed il Preside dell’Istituto Dante Alighieri, Prof. Urbinati Massimiliano che, ritenendo l’insegnamento della disciplina scacchistica un utile esercizio mentale che favorisce l’apprendimento di qualsiasi materia di studio, nel corso del corrente anno scolastico, hanno consentito l’insegnamento del “nobilgiuoco” presso gli Istituti da loro diretti,  ottenendo un consenso plenario da parte degli studenti e dei loro genitori, che ha superato ogni più rosea aspettativa.

In palio l’acquisizione del diritto di partecipazione alla Fase Regionale del Campionato in programma, sempre a Ferrara, domenica 19 del prossimo mese di aprile;

CLASSIFICA ASSOLUTA

Class Squadra p. squadra p. scacchiera
ITI COPERNICO / M 5.5 21.0
Sc. Media DANTE / F 5.5 17.0
Sc. Primaria TUMIATI DUE / M 4.0 16.0
LS ROITI 4.0 14.0
Sc. Media DANTE / M 4.0 09.5

Le squadre che acquisiscono il diritto di partecipazione ai regionali CGS

Fascia Categoria Mista Categoria Femminile
JUNIORES ITI Copernico – LS Roiti ==========
ALLIEVI ITC Bachelet ==========
SECONDARIA 1° Dante – Bonati2 Dante – Bonati1
PRIMARIA Tumiati2 – Pascoli Tumiati1 – Tumiati

Importante accordo fra Unife e Dipartimento Pari Opportunita’ per diffondere il bilancio di genere

da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

183 mila Euro per finanziare la realizzazione del progetto “Bilancio di Genere per le Pubbliche Amministrazioni (GeRPA)”, che elaborerà nuovi modelli metodologici ed operativi per la diffusione del bilancio di genere all’interno degli organismi pubblici.

Il progetto è nato da un accordo fra il Dipartimento per le Pari Opportunità – Presidenza del Consiglio dei Ministri, e l’Università di Ferrara, con particolare riguardo alle Regioni Obiettivo Convergenza (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia).

Cifre importanti, che arrivano, in quota parte, per 158 mila Euro dal Fondo Sociale Europeo (FSE), nell’ambito del Programma Operativo Nazionale “Governance e Azioni di Sistema” (PON GAS) per l’attuazione degli interventi nell’ambito dell’Asse D “Pari opportunità e Non Discriminazione”, e  per i restanti 25 mila Euro da Unife, quale costo stimato per l’impegno del proprio gruppo di lavoro coinvolto nel progetto.

L’accordo, deliberato dagli organi accademici dell’Ateneo, è stato promosso dalla Delegata del Rettore per le Pari Opportunità, Cristiana Fioravanti, che così spiega:“ E’ un ottimo risultato per la nostra Università.  Il nostro Ateneo, per il ruolo preminente nell’attività di ricerca e sperimentazione in materia di bilancio di genere, rappresenta un punto di riferimento  a livello nazionale nelle politiche di pari opportunità, in attuazione – va ribadito –  del nostro Statuto, che stabilisce che Unife garantisce il rispetto del principio costituzionale delle pari opportunità tra uomini e donne nell’accesso agli uffici pubblici, promuove l’eguale rappresentanza di ciascun sesso nella nomina dei componenti di ogni organo di Ateneo e la presenza equilibrata dei generi anche negli organi elettivi. Il bilancio di genere serve, in particolare,  a monitorare la posizione di donne e uomini all’interno dell’Ateneo.  Nel bilancio vengono presentati gli organi di parità, i piani di azioni positive e le misure adottate per promuovere l’effettiva uguaglianza di tutti coloro che vivono e lavorano all’interno di Unife”.

Che l’Università di Ferrara si distingua nel panorama accademico per good practice nell’ambito delle politiche di genere non è fatto nuovo. Già dal 2010, infatti, opera in Ateneo un gruppo di ricerca interdisciplinare, per realizzare il Bilancio di Genere, strumento permanente di monitoraggio del rispetto del principio di pari opportunità.

“La prima edizione del Bilancio di Genere dell’Università di Ferrara – precisa Silvia Borelli, Presidente del Consiglio di Parità di Unife – risale al 2011. Il nostro Ateneo è stato il primo a  elaborare  questo importante strumento e, ad oggi, resta ancora il solo ad esserne dotato.  La seconda edizione è stata poi integrata con la base dati del MIUR sul comparto universitario e, nell’edizione 2013, con gli indicatori UE del Rapporto She figures 2012. Al fine di diffondere tra le Università italiane il modello di Bilancio di Genere elaborato da Unife  e oggetto di continuo studio da parte del gruppo di lavoro, organizziamo vari seminari ed incontri di approfondimento con gli altri Atenei  e mettiamo a disposizione il  nostro Bilancio di Genere sul sito Internet dell’Ateneo, appositamente dedicato alla diffusione delle politiche di genere – www.unife.it/progetto/equality-and-diversity”.

Il gruppo di lavoro che in Unife si occuperà della realizzazione del nuovo progetto, comprende sia docenti che personale tecnico-amministrativo; sarà costituito, oltre che da Cristiana Fioravanti e Silvia Borelli, da Emidia Vagnoni, Ordinario Dipartimento di Economia e management, Cinzia Mancini, Presidente Comitato Unico di Garanzia e Lucia Manzalini, Referente per Unife del Bilancio di genere. Patrizia Fordiani, Segretaria del Dipartimento di Scienze Giuridiche, seguirà i profili di rendicontazione finanziaria.

“ I nostri compiti nell’ambito di questa nuova avventura – conclude Emidia Vagnoni – saranno quelli di coordinare ed elaborare dati e metodologie per la realizzazione di percorsi di accompagnamento specialistici per la promozione della presenza femminile nei processi decisionali, utilizzabili dalle amministrazioni locali e società partecipate, con riguardo in particolare alle Regioni Obiettivo Convergenza. In quest’ottica, l’utilizzo del Bilancio di Genere, quale strumento di monitoraggio e di promozione dell’impatto di genere delle azioni realizzate dai soggetti indicati, costituirà un importante strumento volto a declinare il principio della parità di genere in queste realtà”.

 

In foto: Un momento della presentazione del Bilancio di Genere di Unife, edizione 2014. Da sinistra Emidia Vagnoni, Cristiana Fioravanti e Silvia Borelli.

“Ascesa e caduta della città di Mahagonny” in diretta dalla Royal Opera House di Londra nelle sale Italiane

da: Ufficio stampa Studio Sottocorno

Imponente lavoro nato dalla collaborazione tra il poeta e drammaturgo Bertolt Brecht e il compositore Kurt Weill, Mahagonny fece il suo debutto a Lipsia nel 1930. Provocatoria satira sul consumismo, sulla moralità e sulla ricerca del piacere, quest’opera si rivela più che mai attuale nella nostra società contemporanea.

Per la prima volta sul palco della Royal Opera House, Mahagonny  è affidata alla regia diJohn Fulljames, con un allestimento in lingua inglese diretto da Mark Wigglesworth (recentemente annunciato successore di Edward Gardner come Direttore Musicale dell’ English National Opera).

La ricca e variegata musica, colma di influenze jazz e ragtime, comprende melodie irresistibili come ”Alabama song”.

Le scenografie sono a cura di Es Devlin, stage designer tra le più note al mondo, che ha al suo attivo moltissime collaborazioni in campi differenti. Il suo lavoro è trasversale e va dalla collaborazione con gruppi pop come i Pet shop boys, fino alle scenografie della cerimonia di chiusura delle Olimpiadi a Londra.

Il cast superbo include Kurt Streit nel ruolo del selvaggio taglialegna Jimmy, Christine Rice in quello della sua amata Jenny, Anne Sofie von Otter, che per il suo gradito ritorno alla Royal Opera House interpreta la scaltra Leokadja Begbick, e Peter Hoare e Willard W. White nelle vesti dei suoi aiutanti e compagni di fuga Fatty e Moses.

Jenny Smith Christine Rice Trinity Moses Willard W. White Leocadja Begbick Anne Sofie von Otter

Jimmy MacIntyre Kurt Streit Fatty Peter Hoare Bank Account Billy Darren Jeffery

Royal Opera Chorus

Orchestra della Royal Opera House

Direttore d’orchestra Mark Wigglesworth Regia John Fulljames Scenografie Es Devlin

Luci Bruno Poet Movimenti Arthur Pita

Costo biglietto: 10 -15 euro

Per l’elenco completo dei titoli e delle sale coinvolte: http://www.rohalcinema.it

 

Tutte le proiezioni ospiteranno inoltre interviste agli interpreti più amati e curiosità da dietro le quinte. Il pubblico sarà incoraggiato a partecipare, mandando domande attraverso i social network e interagendo con il pubblico delle altri parti del mondo.

 

 

 

L’ANALISI
Perché i cinesi ci comprano

Albert Einstein disse: “Imparare è un’esperienza, tutto il resto è informazione”.
Possiamo considerare che la parola esperienza indichi la necessità di compiere una serie di errori prima di migliorare un dato sapere e dunque acquisirne padronanza. Economicamente questo concetto è sovrapponibile all’idea di conoscenza tacita, ovvero ciò che più si discosta da quelle informazioni che possiamo apprendere tramite un manuale. Tecnicamente chiamato know-how, il diametro del patrimonio immateriale di un’impresa assorbe tempo, ricerca, creatività e patrimonio generazionale; un insieme di componenti non facilmente replicabili, se non attraverso un percorso che vada a coprire una parte di storia e di cultura, e che contribuiscono al riconoscimento di un marchio e del suo insieme evocato.

Dunque, riportandosi all’attualità, l’affare-Pirelli non è un’ordinaria operazione industriale. Chem-China, nei complessi passaggi dell’acquisizione di Pirelli, si aggiudica anche il suo valore aggiunto, e con esso incorpora la riconoscibilità mondiale del brand. Ma è soprattutto nell’assorbimento del know-how che risiede il nodo strategico cruciale dell’operazione.

In particolare, Chem-China è un conglomerato di aziende chimiche molto legato al Sasac, commissione che gestisce imprese di Stato che, spesso, ha reinvestito i suoi introiti fornendo liquidità a imprese internazionali che presentavano una posizione rilevante per l’innovazione dei materiali, come la francese Adisseo, leader di additivi nutrizionali, o la norvegese Elkem per i siliconi. Ren Jianxin, il suo capofila, ha dichiarato la sua intenzione di voler catturare tutte le opportunità derivanti dal mercato globale delle industrie chimiche per ottenere tecnologie avanzate, maggior accesso al mercato e massimizzare le sinergie con le imprese cinesi; se la sua strategia, anche in quanto “uomo di Stato”, si rivela dunque nella propensione a investire continuamente il proprio risparmio, è facile accomunarla proprio alle policy messe in atto dalla ‘governance’ cinese, che a oggi rappresenta il maggior creditore degli Stati Uniti, dopo che, per anni, ne ha convulsamente acquistato il debito nazionale.

Volendo effettuare un’analisi più dettagliata, l’ampio interessamento cinese nei confronti delle grandi manifatture italiane non rappresenta una novità, molte sono state le imprese che hanno preceduto Pirelli, una fra tutte Ferretti (di grande rilevanza nel settore degli yatch di lusso); contestualizzando il fenomeno in un’economia sempre più globalizzata e interconnessa, non deve stupire che sempre più imprese estere siano interessate al business italiano, così come sempre più italiani si affacciano a scenari internazionali, anche solo per ampliare il loro mercato di riferimento.

Più che altro c’è da chiedersi quali saranno i cambiamenti che questi continui investimenti provocheranno nel tempo: almeno per quanto riguarda il caso Pirelli, per diversi anni è stata garantita la carica di amministratore delegato a Trochetti Provera e l’intenzione di non delocalizzare gli stabilimenti italiani; ma se un giorno, data l’evoluzione dei rapporti di forza dell’economia globale verso un orizzonte sempre più orientale, non saranno più loro a doversi adattare alle nostre convenzioni economiche? Forse allora smetteremo di parlare della Cina come periferia di quel centro che erano i Paesi più industrializzati.

Poste Italiane premia tre uffici della Filiale di Ferrara

da: Poste Italiane, ufficio Comunicazione Territoriale Emilia-Romagna e Marche

I riconoscimenti per qualità del servizio sono andati a: Ferrara 4, Goro e Portomaggiore

Qualità del servizio, attenzione al cliente e affidabilità. Sono le parole-chiave che hanno permesso agli uffici postali di Ferrara 4 (via Giuoco del Pallone), Goro e Portomaggiore di ottenere risultati di eccellenza e di aggiudicarsi il riconoscimento che spetta a chi mette a segno le migliori performance nel corso dell’anno.

La premiazione si è svolta in occasione dell’incontro dell’area Centro-Nord di Poste Italiane. Gli uffici hanno conquistato il primo posto nell’offerta della vasta gamma di servizi e prodotti postali, finanziari e di comunicazione, ciascuno nella propria categoria individuata sulla base del traffico di clientela.

Il meeting, a cui hanno partecipato 25 operatori di sportello per la Filiale di Ferrara, ha visto la presenza di oltre 460 rappresentanti tra dirigenti, personale di staff e impiegati delle 15 Filiali (Emilia Romagna e Marche).

Durante la giornata, il responsabile territoriale Gino Frastalli ha sottolineato le nuove sfide e le opportunità che Poste Italiane deve raccogliere: innovazione, semplificazione, accompagnamento delle famiglie e della Pubblica Amministrazione verso la nuova economia digitale.

«I risultati conseguiti, non solo dagli uffici postali premiati, ma da tutta la rete attiva nell’area, dimostrano che Poste Italiane, anche grazie alla sua capillarità – ha spiegato Frastalli – resta un punto di riferimento importante e affidabile, oltre a costituire la cassaforte sicura dei risparmi degli italiani. Tale percezione viene ottenuta grazie alla grande qualità del lavoro svolto quotidianamente e alla capacità di porre sempre il cliente al centro dei nostri interessi per rispondere al meglio ad ogni sua esigenza».

 

 

Turismo Sostenibile. Come attrezzarsi per un incoming più moderno e responsabile

da: Segreteria Direzione Confesercenti Ferrara

Si comunica che martedì 31 marzo p.v. alle ore 15,00 presso la Sala Alfonso I – Castello Estense – Ferrara, si terrà il Convegno della Confesercenti Provinciale di Ferrara dal titolo: Turismo Sostenibile. Come attrezzarsi per un incoming più moderno e responsabile.

L’iniziativa dedicata al turismo del nostro territorio, vedrà il coinvolgimento del sistema turistico provinciale, dei suoi Amministratori, degli operatori e degli esperti del settore.

Come da programma il Convegno inizierà con il saluto di Maria Chiara Ronchi Presidente Sezione Turismo di Confesercenti Ferrara; aprirà i lavori Nicola Scolamacchia, Presidente Assohotel Confesercenti Ferrara.

Seguiranno gli interventi dei relatori: Paola Fagioli, di Legambiente Turismo; Massimo Maisto, Assessore alla Cultura e Turismo del Comune di Ferrara; Elisa Pivato, del consorzio Nazionale Innova Energia.

A seguire due proposte di accompagnamento a percorsi di miglioramento della sostenibilità ambientale delle attività turistiche:

PFF – soluzioni di efficientamento energetico.

Mondialchimicart & Arco Chimica – proposte di detergenza eco-compatibile e nuove modalità commerciali.

Chiuderà i lavori il Presidente Nazionale Assohotel Confesercenti, Filippo Donati.

 

“L’altra Heimat – Cronaca di un sogno”: martedì 31 marzo e mercoledì 1 aprile all’Apollo

da: ufficio stampa Apollo Cinepark

Per due giorni l’Apollo Cinepark dedica una sala al nuovo geniale lavoro del regista tedesco Edgar Reitz, “L’altra Heimat – Cronaca di un sogno”: martedì 31 marzo e mercoledì 1 aprile alle ore 20.15.

Il film è l’antefatto della straordinaria saga di HEIMAT, un vero e proprio fenomeno di culto, che ha affrontato in precedenza la Germania del 1929, l’ascesa del nazismo, la seconda guerra mondiale, le illusioni degli anni ’60 – ’70 e la minaccia del terrorismo, la caduta del muro di Berlino e il sogno di una nuova Germania.

L’ALTRA HEIMAT-CRONACA DI UN SOGNO esplora le radici della famiglia Simon nella metà dell’Ottocento per raccontare una storia di coraggio e di fiducia nel futuro, dedicato a tutti coloro che inseguono i propri sogni. Un film che parla di sentimenti e di fatti, della capacità dell’uomo nell’indirizzare la propria vita in funzione delle proprie utopie, nell’immaginare un mondo interiore, nel liberarsi dalle costrizioni sociali apparentemente imposte dal destino.

1842-1844. La storia della famiglia Simon. Johann, il padre, fabbro. Margret, la madre. Lena, la figlia maggiore, Gustav e Jakob, i figli. Jettchen e Florinchen le loro future mogli. Gli scherzi del destino rischiano di distruggere questa famiglia, ma questa è una storia di coraggio e di fiducia nel futuro.

Decine di migliaia di tedeschi, schiacciati da carestie, povertà e dall’autoritarismo dei governi, emigrano in America del Sud. “Una sorte migliore della morte si può trovare ovunque”. Jakob Simon, il figlio più piccolo, legge tutti i libri che riesce a procurarsi, studia le lingue degli indiani dell’Amazzonia. Sogna un mondo migliore, pieno di avventure, di cambiamento e di libertà. Decide di emigrare.

Il ritorno di suo fratello Gustav dal servizio militare prestato nell’esercito prussiano scatena una serie di eventi che mettono a dura prova l’amore di Jakob e sconvolgono la sua esistenza.

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Mostra Boldini-De Pisis – I visitatori del 28 e 29 marzo 2015

da: ufficio stampa Provincia di Ferrara

1.827 ingressi nell’ultimo fine settimana a Castello e mostra Boldini-De Pisis

La combinata Castello Estense più l’esposizione delle collezioni ferraresi di Boldini e De Pisis mette a segno un risultato di 1.827 ingressi durante l’ultimo weekend.

Sono così 311 gli ingressi in più registrati rispetto lo stesso fine settimana dell’anno scorso, con un incremento di oltre il 20 per cento.

 

Emilia-Romagna/Archeologia: tutti aperti a Pasqua e Pasquetta i musei archeologici statali della regione. E a Pasqua si entra gratis

da: ufficio stampa SBArcheo

Emilia-Romagna/Archeologia – Domenica 5 e Lunedì 6 aprile tutti aperti i Musei Archeologici Nazionali di Marzabotto (BO), Parma, Ferrara, e Sarsina (FC) e gli scavi della Villa Romana di Russi (RA) e della città romana di Veleia (PC)

Le vestigia monumentali di Veleia romana, l’unicità della città etrusca diMarzabotto o la vita laboriosa nella villa rustica di Russi; ma anche la millenaria storia di Parma, i corredi di Spina oppure le molteplici iscrizioni di età romana dell’antica Sassina.

Ce n’è davvero per tutti i gusti, e per giunta gratis il giorno di Pasqua, per chi volesse trascorrere il week-end festivo visitando i musei e le zone archeologiche statali dell’Emilia-Romagna. Come già da qualche anno, tutti i musei hanno rinunciato alla chiusura settimanale del lunedì per consentire a cittadini e turisti di apprezzare i propri scavi e collezioni, e saranno dunque aperti sia a Pasqua che il Lunedì dell’Angelo.

Il Museo Nazionale Etrusco “Pompeo Aria” (Via Porrettana Sud 13, info 051.932353) è aperto dalle 9 alle 18.30 mentre l’area archeologica di Marzabotto/Kainua è visitabile dalle 8 alle 19.

La Villa Romana di Russi (via Fiumazzo, info 0544.581357) e i resti della città romana di Veleia (Lugagnano Val d’Arda, PC, info 0523.807113) sono aperti in entrambi i giorni dalle 9 alle 19

Il Museo Archeologico Nazionale di Ferrara (Via XX Settembre 122, info 0532.66299) è aperto dalle 9.30 alle 17 e il Museo Archeologico Nazionale di Sarsina (Via Cesio Sabino, info 0547.94641) dalle 8.30 alle 13.30 (in entrambi i musei la biglietteria chiude mezz’ora prima).

Aperto infine dalle 13 alle 19 il Museo Archeologico Nazionale di Parma (Palazzo della Pilotta, info 0521.233718) con ingresso contingentato nella sola giornata di Pasqua.

Maggiori informazioni sul sito www.archeobologna.beniculturali.it  o direttamente ai musei.

Museo Nazionale Etrusco di Marzabotto (BO), Via Porrettana sud 13, tel. 051.932353 (Pasqua gratis, Pasquetta € 3,00)

Zona archeologica di Veleia (PC), Strada Provinciale 14, località Veleia Romana, Lugagnano Val d’Arda, tel. 0523.807113 (Pasqua gratis, Pasquetta € 2,00)

Villa Romana di Russi (RA), Via Fiumazzo, tel. 0544.581357  (Pasqua gratis, Pasquetta € 2,00)

Museo Archeologico Nazionale di Parma, Piazza della Pilotta, tel. 0521.233718  (Pasqua gratis, Pasquetta € 4,00)

Museo Archeologico Nazionale di Ferrara, Via XX settembre 122, tel. 0532.66299  (Pasqua gratis, Pasquetta € 5,00 – chiuso martedì 7 aprile)

Museo Archeologico di Sarsina (FC), Via Cesio Sabino 39, tel. 0547.94641  (Pasqua gratis, Pasquetta € 3,00)

L’OPINIONE
Dentro o fuori dall’euro

Quelli che affermano che molti dei problemi dell’Italia si risolverebbero uscendo dall’euro dicono una sciocchezza? Pare proprio di sì (e ciascuno faccia pure mentalmente l’elenco). Lo scrive Salvatore Biasco, docente di Economia alla Sapienza di Roma (Il Mulino 1/2015).

Concordata o meno che sia, l’eventuale uscita italiana dalla moneta unica europea produrrebbe una serie tale di sciagure da delineare uno scenario da “si salvi chi può”. Cominciamo dagli operatori, italiani e stranieri, che per proteggere risparmi e patrimoni, al solo sentore della cosa inizierebbero a disinvestire dall’Italia con riflessi più che prevedibili sul fantomatico spread. Alzi la mano, poi, chi se la sente di dire agli italiani che con lo spread non si mangia. Già, perché per piazzare i titoli del secondo o terzo debito pubblico più alto al mondo ridenominato in lire bisognerà alzare i tassi d’interesse.
Alcuni però dicono che, nel nome del “Chi ce lo fa fare”, è arrivata l’ora di dire basta ad una penosa ed onerosa ‘corvée’ del debito, ricorrendo ad una sua svalutazione o, come dicono i più eleganti, ad una sua ristrutturazione. Così gli sforzi possono essere concentrati su politiche economiche più redistributive. Parole e teorie che, a detta di Biasco, trascurano lo spettro della fuga di capitali, con conseguenze da non augurarsi.
Però, si ribatte, con la lira in tasca tornerebbe in auge la leva monetaria nazionale della svalutazione. Moneta svalutata uguale prodotti italiani più competitivi sui mercati esteri e via col circolo virtuoso di esportazioni, più produzione, crescita, occupazione…
Purtroppo è tutto da dimostrare che l’idea stia in piedi, perché sulla bilancia commerciale oltre alle esportazioni ci sono anche le importazioni, specie di materie prime. Se con i prezzi in lire quelli delle materie prime importate crescono (e quindi sale l’inflazione), non solo, bisogna vedere quanto competitivo resta il made in Italy con la benzina, ad esempio, a tremila lire il litro, ma c’è qualcuno che abbia pensato che l’inflazione significa una spirale dalla quale è bene tenersi alla larga?
Ma non basta. Con l’ipotesi svalutazione, mettiamo, dal rapporto debito/Pil attuale al 130 per cento a quello del 60 per cento, siamo davvero così sicuri che i possessori dei nostri titoli ci rivolgeranno applausi a scena aperta per avere centrato il traguardo Maastricht?
Qui i possessori, cioè creditori, sono di due tipi. Ci sono quelli stranieri, che immaginiamo il loro umore dal momento che si ritrovano meno soldi di quelli che hanno prestato allo Stato italiano. Poi ci sono i creditori italiani. In buona parte sono banche. Sono note le grida di gioia di taluni a vedere le sanguisughe finalmente pagare le conseguenze di una crisi partita proprio dalla finanza.
Peccato che buona parte dei pacchetti azionari sono nelle tasche dei risparmiatori che sarebbero, così, i veri mazziati. Che poi sono gli stessi ad avere anche buona parte del debito pubblico tricolore, a sua volta svalutato.
E’ questo l’augurio che alcuni vogliono fare all’Italia? Senza contare l’effetto domino che un’economia come quella nazionale (che vale molto di più del tre per cento di quella greca nella sola Ue) può provocare su scala internazionale. E se il contagio si propaga fra stati e investitori, qualcuno vorrebbe spiegare dove trovare la domanda estera per le nostre esportazioni?

Qui Biasco introduce la seconda parte del ragionamento. Partendo dalla formula coniata da Michele Salvati (direttore de Il Mulino), l’economista della Sapienza lascia questa ipotesi dell’uscita dall’euro definita “catastrofe”, per entrare nella non meno preoccupante dell’”asfissia”. Rimanendo dentro l’euro è inutile negare che senza un governo del cambio l’Italia ha un problema di persistente difficoltà competitiva. Difficile perciò, stando così le cose, sfuggire a un progressivo declino (asfissia) fatto di decurtazione continua della spesa pubblica, di spending review, di compressione dei redditi (la stessa riforma del mercato del lavoro, ha detto Vittorio Zucconi, sembra scritta con la penna di Confindustria), impoverimento dei ceti medi, progressive privatizzazioni del pubblico e vendite in mani straniere di firme del made in Italy.
Dunque, la strada dell’uscita dall’euro è il trauma, mentre rimanerci a queste condizioni è un lento declino. Si dice che c’è la strada delle riforme. E’ chiaro a molti che se l’Italia avesse migliori pubblica amministrazione, burocrazia, scuola, università e giustizia si andrebbe meglio. E’ anche vero, però, che se la riforma della pubblica amministrazione significa togliere di mezzo le Province (ossia l’1,2 per cento della spesa pubblica) – come sta avvenendo con ritardi, contraddizioni fra piani normativi, governo, regioni, sezioni delle Corti dei conti, incertezza di risorse, di funzioni e sulla sorte di 20mila dipendenti e chissà cos’altro ancora – non c’è da brindare.

La verità, prosegue Biasco, è che “non saranno le riforme a farci risalire la china”, sia quelle istituzionali che della pubblica amministrazione. Ma allora non c’è via d’uscita fra catastrofe e asfissia? Ci sono tuttavia un paio di ragioni che farebbero propendere per la seconda strada. E non perché sia meglio essere rosolati a fuoco lento piuttosto che esplodere in un colpo solo.
Primo: in un mondo come questo i fili della speranza, e cioè della crescita, sono essenzialmente esogeni. E’ perciò in un contesto di integrazione che va giocata la partita e non in un anacronistico isolamento nazionale, inesorabilmente indietro rispetto alle lancette della storia. E’ quindi in questo ordine delle cose che, piaccia o non piaccia, va posto il tema europeo che la crescita non è – i fatti lo dimostrano – il prodotto differito dell’austerità.
Solo che questo tema non andrebbe banalizzato, come si è sentito finora, rimproverando all’inquilino di turno a Palazzo Chigi di non battere i pugni sul tavolo di Bruxelles. Il ragionamento, se c’è una classe dirigente degna del nome, è di dottrina e di politica insieme: se ci sono spazi per ritenere che l’Europa sia capace di una crescita che non chiede solo sul fronte dell’offerta, ma anche su quello della domanda, lo si dica ora o mai più. Se c’è una strategia che vada oltre la semplice e illusoria soluzione della riduzione di diritti e libertà (da quelle civili a quelle del lavoro), lo si dica adesso e su questo si costruiscano alleanze.

Lo scrive chiaro e tondo anche Guido Rossi (Il Sole 24 Ore del 29 marzo): la politica si svegli dal torpore, non continui a lasciare i destini europei in mano alle tecnocrazie – economiche, burocratiche e finanziarie – perché in ballo ci sono i valori democratici fondamentali che tengono insieme stati membri e culture, in un un progetto non fondato sulla deriva di ineguaglianze, distanze sociali e minori opportunità in favore di pochi. Sul versante interno della politica questo significa, per esempio, che chi si ritiene forza riformista, non lasci la bandiera della critica all’Europa a chi predica la strada della “catastrofe”, che sull’onda di un malcontento destinato a crescere avrà sempre più facile gioco elettorale, ma la agiti con altrettanta energia spiegando perché è esattamente nella visione comunitaria che si può ancora evitare il peggio.

E lo si faccia, possibilmente, non con lo sguardo rivolto alle prossime urne (com’è possibile fare o rifare alleanze con chi predica la strada della catastrofe?) ma alle prossime generazioni, perché liberali o no, non servirà a nessuno un paese impoverito, scioccamente liberalizzato, indebolito di libertà e tutele e con un settore pubblico mercificato.

L’Omaggio al Duca “in differita” piace ai turisti e ai ferraresi

da: ufficio stampa Ente Palio città di Ferrara

È piaciuto ai turisti e anche ai ferraresi l’Omaggio al Duca “in differita”, tenutosi nel pomeriggio di ieri, domenica 29 marzo nel Cortile del Castello.

Protagonista  della manifestazione la Contrada Borgo San Giovanni,  che per l’occasione  ha scelto di portare un vero e proprio inno alla Corte Ducale e alla natura che si risveglia dopo il lungo inverno.  Il borgo della Lince Bendata ha proposto danze per festeggiare l’entrata del Sole in Ariete e per salutare gli uccelli che tornano ad animare i cieli al tramonto, dedicando le coreografie degli sbandieratori, anche di quelli giovanissimi, alla Primavera perché si ricordi di loro nelle sfide di Piazza Municipale a Maggio.

L’IDEA
Il caffè disconnesso

“Uomo che ami parlare molto: ascolta e diventerai simile al saggio. L’inizio della saggezza è il silenzio”. Pitagora

Londra, la città degli uomini d’affari, di chi corre e strappa numeri e informazioni da giocarsi nelle affollate e rumorose sale della finanza, la capitale degli spettacoli, delle mostre più belle, delle idee strampalate e delle novità più all’avanguardia. Londra che lavora, che produce, che rallegra, che diverte, che gioca, che pensa e che inventa. Se pur in apparente contraddizione con un mondo che scalpita e si affanna, poteva arrivare solo qui, terra di contraddizioni ma anche di grandi innovazioni, prima come sempre, l’idea di un nuovo caffè dove appena entri il tuo telefono è automaticamente disconnesso. Resti magicamente isolato dai continui bip dei messaggi, dalle suonerie invasive, dalle news dirompenti, dal rumore di un mondo sempre e perennemente informato, monitorato e sotto controllo.

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Faraday Cafe

Potrebbe, quindi, arrivare presto un posto silenzioso (finalmente), dove una sorta di griglia metallica intorno all’edificio respinge i segnali e le onde elettromagnetiche e, pertanto, rende impossibile l’utilizzo dei telefoni cellulari all’interno. Puff, e sei solo. Quella di “un caffè senza telefoni” è l’idea dell’artista Julien Thomas, che, l’anno scorso, aveva installato il sistema al Faraday Café di Vancouver, in Canada. Il design è semplice ed è lo spazio stesso a isolare.

Una volta all’interno del locale, non ci sono più sms o fotografie e immagini postate su Facebook o Twitter. Nessuna mailing list di news che arriva, domande di chiarimenti urgenti, comunicazioni inopportune, spam, pubblicità non richieste. Un modo per restare disconnessi, almeno per un po’, se si vuole. Per chi fosse obbligato a esserlo, ad esempio per lavoro, potrebbe rappresentare una sorta di “rifugio temporaneo”, ove assentarsi e respirare per qualche ora. E poi, si pensi, perché dobbiamo essere connessi sempre, in ogni momento, permanentemente? Abbiamo tante cose da dirci sulle nostre vite e le nostre esperienze, anche (e soprattutto) a voce, davanti a una bibita o a un thè caldo, guardandoci negli occhi, sfiorando i nostri visi. Perché si presti attenzione agli amici e non alla tecnologia, che spesso ci distrae dalle parole.
Con una start-up, Julien sta cercando un partner per finanziare la creazione di questo caffe silenzioso nella capitale britannica, anche se con qualche leggera modifica rispetto all’esperimento canadese. L’idea è quella di non utilizzare la griglia metallica, che darebbe l’idea di uno spazio confinato, ma d’integrare la tecnologia nelle pareti, ad esempio dietro la colorata e creativa carta da parati che spesso tappezza i muri dei locali. Questo perché non si percepisca alcun senso di oppressione e si possa stare in un posto anche piacevole per il design e gli occhi (oltre che per la mente).

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World Changing Ideas

L’idea, che ricorda un po’ gli anti-caffè che tanto vanno di moda, dove molti freelance pagano il tempo che vi permangono invece delle consumazioni, compare anche nella lista annuale del World changing ideas ossia delle idee più innovative e interessanti  [vedi]. A noi piace. Magari acquistando un caffè si paga per tenere qualcuno lontano…

IL RITRATTO
Il secolo di Ingrao, passioni e dubbi di un comunista eretico

Oggi Pietro Ingrao compie cento anni: auguri di cuore! E’ stato un politico anomalo, difficilmente catalogabile, soprattutto se ci guardiamo attorno in questo tempo di crisi della politica. Comunista italiano, eretico, pacifista, utopista, dirigente politico, poeta, critico cinematografico, uomo delle istituzioni, sempre vicino ai movimenti nuovi della società civile, difensore della Costituzione aperto alle proposte di una sua riforma. Tante definizioni, e tutte insufficienti. E’ stato uno dei massimi dirigenti del Pci, ma fu più amato che seguito. E molti ‘ingraiani’, come spesso succede ai discepoli, non hanno sempre reso un bel servizio al Maestro. Ciò che costituiva l’elemento fondamentale del suo fascino, l’elogio del dubbio, era anche ciò che gli creava attorno un alone di sospetto e di inaffidabilità per i numerosi nipotini di Machiavelli: i ‘totus politicus’ di marca togliattiana. Fu più gramsciano che togliattiano.

Per sintetizzare il suo approccio alla politica ricordo una riflessione di un filosofo comunista e amico di Ingrao, Cesare Luporini: “Le cose non hanno un fondamento, hanno un fondo. Il ‘Grund’ di Marx non è un fondamento, è un fondo. Bisogna andare al fondo delle cose.” E per Ingrao questo fu sempre l’assillo del suo fare politica. Ci sono due concetti chiave del suo pensiero: l’attenzione per il molteplice e il dubbio permanente. Sono due ingredienti che fanno esplodere un concetto lineare della politica ridotta a puro esercizio del comando, o a carriera personale.
Facciamo parlare don Luigi Ciotti a commento di questi due pilastri dell’ingraismo. “Sono la base dell’etica e della conoscenza. ‘Attenzione per il molteplice’ significa coscienza della varietà e diversità della vita, del suo divenire, capace sempre di sorprenderci al di là delle previsioni, dei programmi, e delle spiegazioni che tutti pretendono di dare. ‘Dubbio permanente’ è l’atteggiamento di chi s’inoltra in questo cammino di conoscenza che non è solo intellettuale, ma esistenziale. Dubita chi non resta in superficie, chi sa che c’è sempre un ‘oltre’ e un ‘altro’ in attesa, chi rifiuta la scorciatoia delle risposte facili e dei pensieri sbrigativi, chi, più della verità, ama la ricerca della verità. Riassumo tutto questo nella parola ‘eresia’, intesa come scelta. L’eretico sceglie, si assume una responsabilità, un rischio, non si conforma per opportunismo, per paura o per quieto vivere all’andazzo generale. Ascolta la sua coscienza e difende, anche a caro prezzo, la sua dignità di persona libera. Che è quello che Pietro Ingrao ha fatto per tutta la vita.”
Eppure non fu facile, né lineare la sua militanza in un partito serio e duro come fu il Pci durante il novecento, il secolo ‘grande e terribile’. Ricordiamo due episodi esemplari. L’invasione dell’Ungheria nel 1956, quando Ingrao come direttore dell’Unità scrisse un articolo intitolato “Da una parte della barricata”, nel quale prendeva posizione a favore dell’intervento repressivo dell’Urss, e che giudicò il più grande errore della sua vita. E il momento della nascita dell’ingraismo come stile etico di un modo di stare nel partito quando all’XI congresso del Pci (1966) rispose all’assedio di critiche alla sua richiesta di ammettere la presenza del dissenso nella vita quotidiana del partito: “non mi avete convinto…”.

Non è il luogo per citare e commentare i numerosi libri e saggi che Ingrao ha scritto e pubblicato. Mi limito a riportare alcune frasi di un breve articolo che dedicò ad uno dei suoi eroi: “Charlot: l’antagonismo dell’eroe buffo” (“La Città futura”, 11 gennaio 1978). “Charlot non è solo un comico. Non è solo una vittima; è uno che combatte sempre, e ‘resiste’. Ricordate il gesto charlottiano: il gesto della mano con cui egli, anche quando si ritira per non buscarle, fa il segno al prepotente di starsene lontano, di stare attento: ribadisce una dignità e una autonomia. Ricordate i finali dei film chapliniani: l’omino si allontana in campo lungo, scrollandosi le spalle, rifiutando l’integrazione; ma non si vede dove porta la strada su cui cammina, ed è un’apparizione solitaria nella strada, anche quando (come nel finale di “Tempi moderni”) sono in due: lui e la donna, quest’immagine tante volte sognata. A voler adoperare un termine gramsciano, si potrebbe dire che nell’omino, anche quando è sconfitto e ripiega, resta sempre viva la dignità dello ‘spirito di scissione’.” Ai baldanzosi vincenti della politica di oggi suggerisco la lettura della sua raccolta di poesie: “Il dubbio dei vincitori” (Mondadori). Auguri, caro Pietro, politico democratico, colto e gentile. Con affetto e riconoscenza…

Fiorenzo Baratelli
è direttore dell’Istituto Gramsci di Ferrara

IMMAGINARIO
Piazza sperduta.
La foto di oggi…

Una viuzza piccola, poco frequentata, sperduta in pieno centro cittadino. E’ la via dove – nel Cinquecento – abitava Bastianino. Sì, il pittore dei “Lampi sublimi” esposti in Pinacoteca, a Ferrara è cresciuto tra casa e bottega proprio qui, in una delle piazze più affascinanti e imbucate della città: la piazza intitolata ai fratelli Bartolucci, proprietà privata ma transitabile, scorciatoia che porta da via Boccaleone a via del Turco. E’ uno slargo ritagliato tra palazzi tanto maestosi quanto fatiscenti, a meno di cento metri da piazza Municipale. Una mini-Montmartre accanto alla chiesa di San Paolo, adesso inaccessibile, da dove provengono tante delle tele esposte e rivelate di questo pittore di un manierismo tutto padano, nebbioso, crepuscolare. Perché Bastianino, che all’anagrafe fa Sebastiano Filippi, nasce in una famiglia di pittori ed è lavorando alla bottega del padre Camillo, in questo pezzetto di città, che muove i primi passi, affiancato dal fratello Cesare. Fino a diventare il genio artistico “indiligente” ma così anticipatore di incerta modernità e drammatico romanticismo riscoperto dal critico e storico dell’arte Francesco Arcangeli e ora dalla mostra curata e voluta dalla direttrice della Pinacoteca nazionale, Anna Stanzani, prolungata fino al 31 maggio nelle sale interne e meno conosciute di palazzo dei Diamanti.

OGGI – IMMAGINARIO CITTADINO

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Piazzetta dei fratelli Bartolucci a Ferrara (foto Lauro Casoni sul portale Ferrara terra e acqua)
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La locandina della mostra con le opere di Bastianino in Pinacoteca
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Il Giudizio universale dipinto da Bastianino nel catino absidale del Duomo di Ferrara
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Opera di Sebastiano Filippi, detto Bastianino, in mostra a Ferrara

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

[clic su una foto per ingrandirla e vedere tutta la gallery]

GERMOGLI
Polvere.
L’aforisma di oggi…

Pietro Ingrao, protagonista della vita politica del Novecento, intelletto fertile, spirito mai allineato, compie oggi 100 anni. Auguri grande Maestro.
Sognatore concreto, illuminato costruttore di futuro, è stato anche giornalista, critico cinematografico e poeta. Ha pubblicato tre raccolte di poesie: “Il dubbio dei vincitori” (1986) e “L’alta febbre del fare” (1994) edite entrambe da Mondadori e “Variazioni serali” (2000) con Il Saggiatore.
Il suo sguardo, orientato all’utopia, è sempre attento al presente di chi soffre.

Pietro Ingrao
Pietro Ingrao

Nessuno annota il vento,
la polvere,
la sterminata polvere che il piede
incontra e calpesta.
(Pietro Ingrao, da “Il dubbio dei vincitori)

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…


Il docufilm biografico su Pietro Ingrao, “Non mi avete convinto”, del regista ferrarese Filippo Vendemmiati, è disponibile in streaming sul sito di Distribuzioni dal Basso [per vedere clicca qua]

ACCORDI
Slowhand.
Il brano di oggi…

Clapton1MOS_468x590Ogni giorno un brano intonato a ciò che la giornata prospetta.

[per ascoltarlo cliccare sul titolo]

Eric Clapton – Tears in Heaven

Eric Clapton compie oggi 70 anni. Uno dei più grandi chitarristi della storia della musica, per la rivista Rolling Stone secondo solo a Jimi Hendrix, grande protagonista nella grande stagione dei “supergruppi” in band del calibro di Cream, Yardbirds, Derek and the Dominos. Poi il successo come solista, attraverso brani indimenticabili come la bellissima “Tears in Heaven”.

FERRARA, EUROPA
Maria tranquilla, è l’Ora della terra

da MOSCA – Sono le otto e mezza del 28 Marzo, la signora Maria rientra a casa, dopo una giornata passata a correre qua e là per raggiungere le case dei suoi datori di lavoro, nell’area centrale e ricca della città. Pulizie e incombenze quotidiane non aspettano. C’è sempre molto da rassettare, merende da preparare, compiti da far finire, panni da stirare, argenti da lucidare, cene da allestire. Eh sì, perché ogni cena merita una bella tavola apparecchiata, una candela profumata, bigliettini colorati per i bambini (ogni sera la signora vuole, sotto il tovagliolo, un pensierino, in russo, per i suoi pargoletti che studiano a scuola la lingua di Tolstoj, che per loro non è la madrelingua). Ci vuole fantasia, spensieratezza, idee che Maria ha comunque sempre. Da giovane era un’insegnante, ed è stata assunta anche per questo. La pensione non basta. Eccola dunque uscire di casa, pronta ad attraversare il ponte che dalla casa aristocratica dove lavora la porta alla linea rossa della metropolitana. Stasera è un po’ trafelata, è in leggero ritardo. A casa l’aspetta Igor, come sempre, dagli ultimi quarant’anni. Un grande amore. Il suo unico vero e grande amore. Improvvisamente il buio. Maria si stropiccia gli occhi, oddio cosa succede? Un black-out in questa zona non si era mai visto, almeno lei non lo ricordava. Quantomeno non recente. Tutto scuro, o meglio il Cremlino non è più illuminato. Si vede solo la grande stella rossa. Cosa succede al signor Putin? Oh mamma, che spavento. Starà succedendo qualcosa di grave? Come è possibile? Spaventata, Maria ferma un passante. Anche lui è un po’ anziano, ignora cosa stia succedendo. Si forma un piccolo gruppetto, si parla, si discute, si vocifera, si cercano spiegazioni. Inquietudine. Pochi leggono la stampa, spesso si affidano solo alle comunicazioni che il Comune di Mosca o la rappresentanza del quartiere dove abitano affiggono nelle bacheche condominiali. Nessuna iniziativa strana o manutenzione straordinaria era stata annunciata per quella sera. Si avvicina un giovane, incuriosito dal piccolo assembramento che chiacchiera e si pone domande. E sorride.

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L’Università di Mosca

“Signora, Signori, è l’ora della Terra stasera, non lo sapete? In tutto il mondo si spengono le luci, per un’ora, esattamente da adesso, o meglio da circa dieci minuti fa. Nei Paesi che aderiscono, i grandi edifici pubblici stanno al buio, a Mosca lo faranno dieci ponti e oltre 300 edifici fra i quali il Cremlino, la Cattedrale del Cristo Salvatore, San Basilio, la Duma, i magazzini GUM, le Sette Sorelle. Si tratta di un’iniziativa lanciata, nel 2007, dal Wwf (sapere vero, signori, cos’è il WWF?), ogni anno, l’ultimo sabato di Marzo. Oltre ad altri 162 paesi, la Russia vi aderisce dal 2008, e il Cremlino spegne le sue luci dal 2013. Si vuole riflettere sui cambiamenti climatici in atto e ridurre il consumo energetico almeno per un po’. E’ un invito a tutti a farlo, un omaggio alla Terra. Anche dallo spazio si sono invitate le persone ad aderire (vi dice nulla Samantha Cristoforetti?, continua il giovane)”.

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La Piazza Rossa e San Basilio

Maria è perplessa… dallo spazio? Cambiamenti climatici? Risparmio per un’ora? A cosa serve davvero? Ma non fa troppe domande, si vergogna un po’. Si documenterà meglio domani, a casa (stasera arriverà troppo tardi, il tragitto dura quasi due ore), magari le verrà in mente un pensierino per le cene serali della signora. Un pensierino dedicato alla Terra. La Madre Terra.
Ringrazia e saluta, almeno non è successo nulla di strano nel suo Paese, al suo presidente. Che bizzarria, però. Mah. Si rassetta il fazzoletto colorato, scostato per sentire meglio, e, rassicurata, corre verso la metro, ha accumulato altro ritardo. Igor l’aspetta.

Per vedere l’evento in altri luoghi di Mosca e San Pietroburgo [vedi].

Il Ferrara Drone Show vola a quota seimila visitatori

da: ufficio stampa Ferrara Fiere Congressi

Che intorno ai droni stia crescendo una comunità – e un business – di proporzioni ragguardevoli lo conferma il positivo bilancio della prima edizione del “Ferrara Drone Show”, l’evento organizzato da Ferrara Fiere, con il patrocinio di ENAC (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile). Con le loro linee eleganti e aerodinamiche, questi dispositivi leggeri e versatili, silenziosi e sofisticatissimi hanno richiamato in Fiera oltre seimila visitatori, che hanno potuto toccare con mano modelli in anteprima delle migliori aziende, orientarsi sui costi – variabilissimi, da poche decine a decine di migliaia di euro –, conoscere lo stato dell’arte della normativa, aggiornarsi sulle infinite applicazioni dei droni e sui passaggi da compiere per diventare piloti.
Come sottolinea il Presidente di Ferrara Fiere, Filippo Parisini, “Le fiere devono sempre cercare di catturare le idee nuove e ci rende orgogliosi aver colto per primi, nel sistema fieristico italiano, un argomento innovativo e dalle molteplici implicazioni quale è quello dei droni. Senza contare che la partecipazione di Chris Anderson, icona del settore (che ha già detto di voler tornare a Ferrara), dà al nostro evento un respiro internazionale. Accanto a ciò, ci fa piacere aver ospitato anche diverse aziende ferraresi, che con coraggio e determinazione si sono ritagliate un ruolo di primo piano nel campo delle tecnologie”.
Proprio l’incontro con il CEO di 3D Robotics era il più atteso e, come osserva Marco Robustini, consulente tecnico del Ferrara Drone Show e tra i massimi esperti mondiali in materia di droni, “insieme al convegno di ENAC, ha contribuito a far avanzare il dibattito sulla normativa, con un confronto sui temi della sicurezza e della privacy”.
Non meno affollati gli altri workshop in programma (diciannove, in totale), che degli aeromobili a pilotaggio remoto hanno focalizzato anche i molteplici utilizzi civili: per un’agricoltura di precisione, in campo edilizio, nel restauro, per la mappatura di siti inaccessibili o a rischio, per effettuare riprese cinematografiche o a scopo ludico, per rilevare i danni strutturali agli edifici o verificare se una calamità ha lasciato delle vittime o dei dispersi sul campo, per sorvegliare le greggi o come strumento di sorveglianza privata, ad esempio a presidio di estesi campi fotovoltaici, dove sono frequenti i furti dei pannelli. E, last but not least, l’agonismo, che a Ferrara ha visto competere piccoli quadricotteri a tecnologia “FPV” (si pilotano indossando occhiali virtuali o seguendo da un monitor le evoluzioni del drone) nel “1° Trofeo FPV Multirotor Race”, valevole per il Campionato Italiano “FPV Grand Prix”.
Per gli espositori del Ferrara Drone Show, la sterminata varietà di impieghi dei droni si è tradotta in numerosi contatti commerciali, anche con ufficiali della Marina e dei Carabinieri: indiscussa è, del resto, l’efficacia dei droni nelle operazioni di pattugliamento, ricognizione e controllo del territorio. Basti pensare che l’Operazione Mare Nostrum, per mettere in salvo i migranti che cercavano di attraversare il Canale di Sicilia dalle coste libiche, è stata condotta quasi esclusivamente tramite aerei-droni a controllo remoto, in grado di scandagliare vaste porzioni di Mar Mediterraneo in poche ore.

BORDO PAGINA
Guido Tagliati, il fondatore della poesia cosmica

Poesia cosmica? Apparentemente nella scia di certe neoavanguardie apparentemente minori, fine secondo Novecento: e da Ferrara, oltre al veneziano Ugo Stefanutti, inventorecon il dr. Vanzelli a suo tempo del Premio di poesia cosmica nazionale, in quel di Canaro, Rovigo, fin dagli anni ’80, e altri, Guido Tagliati è il nome certamente più significativo e – prima o poi – da evidenziare, tra i più grandi della parola futuribile contemporanea.
A Ferrara, anche Emilio Diedo [vedi], poeta e critico letterario, tra i seguaci e promotore oggi principale (che recentemente l’ha segnalato sulla rivista di Roma, PoliticaMente) e più recentemente le stesse poetesse Sylvia Forty e KK (Caterina Costanzo).
Custode in certo senso della sua opera, è l’Associazione Umanità Nova Ad Sidera, curata anche dalla pittrice di Ferrara ben nota Paola Braglia Scarpa, essa stessa in tale scia poetico-cosmica.
Stranamente appena discreta la sua notorietà a Ferrara, nonostante – a suo tempo – autore di raccolte ben conosciute e presentate anche nel tempio della video avantgarde ferrarese (Sala Polivalente) opere straordinarie come “Vuoti d’aria” (Quinta Generazione) “Ad sidera, Quasi Quasars fino a God’s trade” (Il marchio di Dio). Non ultimo, Guido Tagliati anche rilanciato da programmi Rai o dai media a livello nazionale, persino dai media vaticani.

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Guido Tagliati

Un’avanguardia, quella di Tagliati, molto nelle idee, ma anche nella parola, pur nel bordo quasi
neolirico della contemporaneità
più rilevante e tecno scientifico-letteraria: la noosfera di un certo Tehilard de Cahrdin è il Dna azzurrissimo del poeta, un canto dal futuro e dalle stelle, in un volo basato sull’archetipo di certo Cristo cosmico, quasi un’animazione cibernetica senza bulloni o valvole elettroniche, ma squisitamente immateriale e di unanime attrazione quasi molecolare per il nascente Homo sapiens… ma sapiens di luce del prossimo venturo.

Per saperne di più, un articolo di Emilio Diedo pubblicato su L’asino Rosso 3.0 [leggi].

* da Roby Guerra, “Dizionario della letteratura ferrarese contemporanea”, Este Ediiton-La Carmelina ebook 2012 [vedi]

All’Apollo un film in lingua francese

da: ufficio stampa Apollo Cinepark

Lunedì 30 marzo alle ore 21.00 al Cinema Apollo verrà proposto per la prima volta un film il lingua francese.

Ogni lunedì infatti nella sala di via del Carbone viene proiettata una selezione delle nuove uscite in lingua originale, solitamente l’inglese ma – questa settimana la scelta è caduta sul film francese “La Famiglia Belier”, che dopo aver stregato critica e pubblico d’oltralpe, è arrivata nei cinema italiani. Si tratta di una commedia confezionata in modo furbo e irresistibile, che grazie a bizzarrie esilaranti e un paio di potenti affondi emotivi non lascia scampo, e conquistando spettatori di tutte le età.

LA STORIA
Ercole cura l’orto e il gatto Flash lo difende

“Quando a settembre ho fatto la mia richiesta al Comune volevo utilizzare la striscia di terreno dietro al condominio, ma i vicini non hanno apprezzato la mia idea”. Siamo in compagnia di Ercole Folegati, nel giardino del suo condominio nei pressi del palazzo degli specchi, che, nel 2014, ha deciso di partecipare al progetto “Effetto Farfalla”, promosso dall’assessorato all’Ambiente del Comune di Ferrara attraverso il Centro Idea.

Come spesso accade, il progetto ha origine da un’esperienza personale: “Durante un incontro ci è stato regalato un kit di Eugea “Il giardino delle Farfalle”, contenente i semi di alcuni fiori per attirare le farfalle e creare un ambiente a loro favorevole. Li ho piantati e quando sono sbocciati, il giardino era molto più bello, abbiamo trovato anche dei bozzoli vicino alle piantine, quindi sono sicuro che torneranno anche quest’anno”.

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Lo spazio pubblico in cu si vorrebbe realizzare l’orto

Da lì l’idea di realizzare un orto sinergico (metodo di coltivazione basato sul principio che nulla si sprechi) in uno spazio pubblico, nei pressi del condominio: insieme ad altri quattro volontari, Ercole vorrebbe rivalutare uno spazio verde mal tenuto perché, come racconta, “Qui è sempre tutto abbandonato, il giardino viene usato solo per portare a passeggio i cani, in più il terreno è molto basso, in alcuni punti dell’area verde si trova sempre dell’acqua stagnante. Non sono state posizionate con criterio neppure le panchine: sono proprio nel centro, sotto degli enormi gelsi che, quando fioriscono, rendono impossibile sedersi”. Nel giardino condominiale si aggira Flash, un gatto poco sornione, vero guardiano del territorio.

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Ercole e il suo armadio-serra

Si muove vicino ai germogli di insalata, erba cipollina e odori che Ercole ha iniziato a coltivare in un armadio-serra, accanto alle piantine che, con la fioritura, richiameranno le farfalle. “In un momento di crisi, inoltre, avere la possibilità di poter coltivare autonomamente quello che si desidera è un grande vantaggio. Certo, il terreno scelto non è grande, sono circa 160 metri quadri, ma se qualcuno ne avesse più bisogno di me sarei disposto a farmi da parte. L’importante in questo momento è far partire il progetto e realizzare, in piccolo, un orto che funzioni come quello di Via Poletti, realizzato grazie al progetto “La città degli Orti” co-finanziato con il bando Infea Cea 2008″.
Il terreno in questione, però, è causa di dissidi con alcuni abitanti del condominio adiacente, che vorrebbero utilizzare quello spazio per creare dei posti auto all’aperto. “Ormai – aggiunge Ercole – non ci si conosce più tra vicini, quindi è più difficile proporre un progetto e avere il sostegno degli altri. Qualcuno, che all’inizio non era d’accordo, ha cambiato idea e ora mi chiede quando inizieremo i lavori”.
In attesa di una risposta dal Comune, Ercole coltiva nello spazio del suo condominio, mentre Flash difende il territorio; così si prendono cura del giardino in fiore, ognuno a suo modo.

Galleria fotografica, clicca le immagini per ingrandirle.

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Ercole nel giardino condominiale
Nel con la targhetta gialla semi di piantine che attirano le farfalle
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Piante fiorita del giardino cndominiale
Albero in fiore nel giardino

LA SEGNALAZIONE
Turismo accessibile, Gondola4All

“La libertà è quando si è liberi di poter andare dove si vuole”. Leggendo questa frase che lancia la campagna di crowdfunding dell’iniziativa che mira ad eliminare le barriere a Venezia permettendo ai disabili in carrozzina l’accesso alle gondole, ho ricordato la disagevole sensazione di frustrazione che si prova quando non ci si può muovere come si vuole.

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Un bambino in carrozzina a Venezia di fronte al canale
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Una bambina in carrozzina trasportata a braccia sulla gondola

La mia esperienza era ed è legata all’impossibilità o alla difficoltà di spostarsi liberamente in Paesi dove manca la sicurezza, quando devi sempre essere accompagnato, quando devi guardarti intorno con circospezione, quando non puoi camminare per le strade, salire su un taxi o un autobus qualsiasi, parlare con chi vuoi. Lì capisci quanto sia davvero importante la libertà di potersi muovere, quanto sia bello poter prendere un bus o un treno. L’esperienza di un familiare è invece, e purtroppo, legata all’impedimento fisico, quello motorio, che ti lega agli altri e alla speranza che barriere architettoniche impietose non t’impediscano di accedere a servizi fondamentali o a bellezze architettoniche o paesaggistiche uniche. Ricordo bene, in proposito, il maestro Bernardo Bertolucci quando si era corrucciato per l’impossibilità di accedere al Campidoglio con una sedia a rotelle. Il problema non era solo il suo ma quello, ovviamente, di tante persone nelle sue condizioni.

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Disegno del pontile che si vuole realizzare

Ecco alcuni dei motivi per i quali ci sembra importante segnalarvi un’importante iniziativa che vuole assicurare ai turisti in carrozzina la possibilità di ammirare, da una gondola, la bellissima, magica e romantica Venezia. Si cerca aiuto dalla rete, con il crowdfunding lanciato dalla Onlus Gondola4All che vuole permettere ai disabili l’accesso alle gondole. Si tratta di raccogliere 56.000 dollari per costruire un pontile galleggiante che ospiti una pedana automatica in grado di garantire un inserimento sicuro e controllato della persona con la sua carrozzina. Contribuire è davvero molto facile, basta donare un importo qualsiasi o scegliere un contributo fisso proposto dalla campagna che poi darà diritto anche alla scelta di uno dei premi (dalle t-shirt al giro in gondola in anteprima, fino alla sponsorizzazione con il proprio nome di uno dei quattro pali del pontile).

gondolas4allTutti devono poter provare l’emozione di percorrere i canali e le calli di Venezia affacciandosi ad essi direttamente dalla laguna, di percepire la magia che proviene dai riflessi delle piccole onde che accarezzano, leggere e spensierate, la gondola che sfreccia leggera.
Nessuno deve esserne escluso, la bellezza non va preclusa ad alcun essere umano che voglia sentirla scivolare sulla sua pelle. Tanto più se a impedire sono parti del nostro stesso corpo, di una vita che vuole vivere, comunque. La bellezza è di tutti e deve essere per tutti. Il vostro aiuto è molto importante, dunque, la campagna si conclude il 7 maggio. Pensateci!

Per aderire alla campagna:
Clicca qui per vedere il cartoon promozionale
Clicca qui per vedere il video promozionale
Per informazioni visita il sito di Gondolas4all [vedi] e la pagina Facebook [vedi].

IMMAGINARIO
Pezzi di vita.
La foto di oggi…

Un “patchwork” è un lavoro fatto di tanti pezzi di colori, forme o materie diversi. E quello della mostra che si intitola “Patchworks”, nel salone d’ingresso del palazzo Municipale, è un lavoro fatto di immagini inedite della città e delle sue presenze femminili. Volti e luoghi inquadrati e fotografati da donne che vengono dall’Africa, dell’Est Europa o dal Sud America e che in comune hanno l’arrivo qui, in questa città, dove hanno trovato accoglienza per fuggire da violenze, schiavitù, sopraffazione. La mostra è il risultato di un progetto del Centro donna giustizia di Ferrara in collaborazione con le fotografe professioniste Ippolita Franciosi e Letizia Rossi. Una carrellata di immagini che dà forma per la prima volta alla creatività e ai pensieri di donne migranti, che raramente hanno l’occasione di raccontare la loro visione della realtà o di esprimere la propria fantasia nello spazio pubblico della città. Il titolo è in inglese perché questa è la lingua che accomuna il dialogo tra le partecipanti di varie nazionalità.
“Patchworks, the face of freedom is female” è visitabile liberamente in cima allo scalone del Municipio, a Ferrara, fino a giovedì 2 aprile.

OGGI – IMMAGINARIO FOTOGRAFIA

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…
[clic su una foto per ingrandirla e vedere tutta la sequenza]

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L’immagine usata anche nella locandina della mostra “Patchworks”
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Un’immagine della mostra “Patchworks” in palazzo municipale di Ferrara
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Una delle foto di “Patchworks”esposta fino a giovedì 2 aprile
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Altra immagine della mostra