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Mese: Marzo 2015

Coldiretti: bene riconoscimento arte delle pizza, la tutela Unesco per un business da mld di euro

da: ufficio stampa Coldiretti

Anche grazie alle firme raccolte da Coldiretti nei mesi scorsi, la Commissione Italiana Unesco ha dato il via libera per l’iscrizione dell’arte della pizza made in Italy a patrimonio immateriale dell’umanità al pari della dieta mediterranea. Un alimento che solo in Italia vale 5 milioni di pizze al giorno, oltre 1,5 mld ogni anno, occupando circa 150.000 addetti.

Con il riconoscimento della pizza come patrimonio dell’Unesco si tutela un business che solo in Italia ha raggiunto i 10 miliardi di euro, nelle circa 63mila pizzerie e locali per l’asporto, taglio e trasporto a domicilio dove lavorano complessivamente oltre 150mila persone.
E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti a commento del via libera della Commissione italiana Unesco all’iscrizione della pizza nella lista Unesco del patrimonio culturale immateriale dell’umanità, a sostegno del quale sono state 300mila le firme raccolte da parte della Coldiretti insieme all’Associazione Pizzaiuoli Napoletani e alla fondazione UniVerde dell’ex ministro dell’Agricoltura Alfonso Pecoraro Scanio.
Ogni giorno solo in Italia si sfornano circa 5 milioni di pizze per un totale di un miliardo e mezzo all’anno anche se – sottolinea la Coldiretti – i maggiori “mangiatori” sono diventati gli Stati Uniti che fanno registrare il record mondiale dei consumi con una media di 13 chili per persona all’anno, quasi il doppio di quella degli italiani che si collocano al secondo posto con una media di 7,6 chili a testa.
Con la decisione della Commissione italiana Unesco di candidare l’ “Arte dei Pizzaiuoli Napoletani” inizia un negoziato internazionale che – continua la Coldiretti – coinvolgera’ 163 Stati con valutatori indipendenti che saranno chiamati ad esaminarla per decidere entro il 15 novembre 2016 se iscriverla nella lista Unesco del patrimonio culturale immateriale dell’umanità”.
“Ora l’impegno si sposta a livello internazionale per difendere e tutelare un prodotto simbolo dell’identità nazionale conosciuto in tutto il mondo””, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che ”quando un prodotto diventa globalizzato il rischio è che se ne perda l’origine ed è proprio il caso dell’arte della pizza”. L’arte della pizza – riferisce la Coldiretti – sarebbe il settimo “tesoro” italiano ad essere iscritto nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco, che comprende a livello mondiale 348 elementi iscritti. L’elenco tricolore comprende anche l’Opera dei pupi (iscritta nel 2008), il Canto a tenore (2008), la Dieta mediterranea (2010) l’Arte del violino a Cremona (2012), le macchine a spalla per la processione (2013) e la vite ad alberello di Pantelleria (2014). Accanto al patrimonio culturale immateriale, l’Unesco – continua la Coldiretti – ha riconosciuto nel corso degli anni anche un elenco di siti, e proprio l’Italia è lo stato che ne vanta il maggior numero a livello mondiale, ben 50. Significativamente pero’ – evidenzia Coldiretti -, gli ultimi elementi ad essere iscritti negli elenchi fanno riferimento al patrimonio agroalimentare made in Italy, a testimonianza della sempre maggiore importanza attribuita al cibo, non a caso scelto come tema simbolo dell’Expo 2015. Il 26 novembre 2014 a Parigi l’Unesco – ricorda la Coldiretti – ha dichiarato la pratica agricola della coltivazione della vite Zibibbo ad alberello, tipica di Pantelleria, patrimonio culturale immateriale dell’umanità. E’ la prima pratica agricola al mondo a conseguire il prestigioso riconoscimento. Dall’uva Zibibbo si ricava non solo il vino Zibibbo secco, ma anche il pregiato moscato di Pantelleria.
L’ultimo sito italiano ad essere stato inserito (22 giugno del 2014, a Doha in Qatar) è – rileva Coldiretti -, il paesaggio vitivinicolo del Piemonte. Monferrato, Langhe e Roero coprono il 90 per cento della produzione vinicola del Piemonte, che ècomplessivamente pari a circa tre milioni di ettolitri di vino l’anno con un fatturato sui 335 milioni di euro con il 60 per cento dell’intera produzione che è esportato in Germania, Gran Bretagna, Francia, Svizzera e Stati Uniti. Infine il 16 novembre 2010 a Nairobi, in Kenya l’Unesco ha iscritto la Dieta Mediterranea nella lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’Umanità.
Si tratta di “un insieme di competenze, conoscenze, pratiche e tradizioni che vanno dal paesaggio alla tavola, tra cui la coltivazione, la raccolta, la pesca, la conservazione, la trasformazione, la preparazione e, in particolare, il consumo di cibo”. La dieta mediterranea – sottolinea Coldiretti – è caratterizzata da un modello nutrizionale che è rimasto costante nel tempo e nello spazio, i cui ingredienti principali sono olio di oliva, cereali, frutta e verdura, fresche o secche, una parte moderata di pesce, prodotti lattiero-caseari e carne, numerosi condimenti e spezie, il tutto accompagnato da vino o infusioni, sempre nel rispetto delle convinzioni di ogni comunità. La candidatura dell’arte della pizza – conclude la Coldiretti – è stata sostenuta dalle firme di esponenti politici di ognischieramento tra i quali Maurizio Martina, Ministro delle Politiche Agricole, Stefania Giannini, Ministro dell’Istruzione; Gianluca Galletti, Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare; Giuseppe Castiglione, Sottosegretario al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali; diversi presidenti di Regione, sindaci, assessori, giornalisti, personaggi della cultura e dello spettacolo, sportivi e chef stellati.

A Palazzo Tassoni la lezione inaugurale dell’ultimo anno del progetto didattico “Fondamenti di Implantologia Orale”

da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

A Ferrara il Dr. Markus Hurzeler, implantologo di fama internazionale, per una lezione sulle metodiche più avanzate per la riabilitazione dei settori estetici con l’utilizzo degli impianti osteointegrati

Si è tenuta oggi, venerdì 27 marzo, presso l’Aula Magna della Dipartimento di Architettura, (Palazzo Tassoni, via Ghiara, 36), la lezione di apertura del Corso “Fondamenti di Implantologia Orale”, organizzato dal Centro Interdipartimentale di Ricerca per lo Studio delle Malattie Parodontali e Peri-implantari dell’Università di Ferrara e giunto alla sua terza e ultima edizione.

Il corso è stato inaugurato, come di consueto, da un’ospite di fama internazionale. Per l’occasione è stato invitato il Dott. Markus Hurzeler, clinico sizzero, che ha delineato lo stato dell’arte sulle tecniche e tecnologie più innovative del panorama implantologico clinico e scientifico per la riabilitazione dei settori estetici con l’utilizzo degli impianti dentali. Davanti ad una sala gremita di partecipanti, i Responsabili Scientifici dell’evento hanno manifestato la loro soddisfazione… “Il Dr. Hurzeler ha aperto magistralmente questo percorso didattico” – spiega il Prof. Leonardo Trombelli, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Odontoiatria della Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara – e la sua relazione ha offerto numerosi spunti di approfondimento per le lezioni che i partecipanti affronteranno durante il loro anno di corso.“

“Il background del relatore che abbiamo avuto il piacere di invitare quest’ anno non è stato scelto a caso – afferma il Dott. Roberto Farina, Ricercatore della Sezione di Odontoiatria e co-Responsabile Scientifico dell’evento – poichè il proposito principale di questa lezione inaugurale era ribadire come gli impianti dentali siano soluzioni riabilitative efficaci solamente quando applicate nel contesto di una dentizione che è stata trattata e preservata in tutti i suoi aspetti, primo fra tutti quello parodontale.”.

La Musica in Neurologia tra potenzialità terapeutiche e riabilitative

da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

A Unife al via la terza edizione del Corso di perfezionamento che insegna a utilizzare la musicoterapia per curare i disturbi neurologici. Scadenza iscrizioni 4 maggio

Musica, suoni, attività motoria e emozioni. Sono questi gli “ingredienti” del Corso di perfezionamento in Musica e Musicoterapia in Neurologia, giunto quest’anno alla sua terza edizione, organizzato dalla Sezione di Scienze Neurologiche, Psichiatriche e Psicologiche del Dipartimento di Scienze Biomediche e Chirurgico Specialistiche dell’Università di Ferrara.

Obiettivo fondamentale del Corso, a cui è possibile iscriversi fino a lunedì 4 maggio, è fornire conoscenze e approfondimenti rispetto all’utilizzo di tecniche musicali e musicoterapeutiche nel contesto neurologico, che saranno integrate da nozioni di base relative a elementi di neurologia – neuroanatomia, semeiotica, clinica e neuroscienze – per rendere più specifico e mirato l’impiego dell’elemento sonoro-musicale nell’intervento riabilitativo-terapeutico in ambito neurologico.

“Negli ultimi anni – afferma Enrico Granieri, Professore ordinario del Dipartimento di Scienze biomediche e chirurgico specialistiche di Unife e Direttore del Corso – abbiamo sviluppato programmi che hanno dimostrato come i pazienti neurologici possano trarre grandi benefici nel partecipare con costanza ad attività motorie accompagnate dall’utilizzo della musica. Questo Corso nasce quindi dall’esigenza di un approccio anche non sanitario alle malattie neurologiche, focalizzato sulla promozione della salute oltre che sulla cura e sulla riabilitazione della patologia neurologica. Ciò coinvolge il soggetto sia a livello fisico che cognitivo-emotivo riducendone la disabilità”.
“La musica riduce ansia, depressione e dolore – prosegue Granieri – inoltre stimola la plasticità cerebrale dopo le lesioni e attiva le aree del sistema dei neuroni a specchio. È uno strumento terapeutico per sclerosi, Sla, Parkinson, Azheimer, dislessia e disturbo da deficit dell’attenzione”.
Il Corso è rivolto a Operatori sanitari e figure non sanitarie che vengono a contatto professionalmente con persone portatrici di patologia neurologica: Medici, Psicologi, Musicisti, Fisioterapisti, Infermieri, Educatori Professionali, Logopedisti, altri laureati nelle Professioni Sanitarie e Laureati in Scienze Motorie, Insegnanti, nonchè a coloro che sono interessati culturalmente all’argomento Mente-Cervello e al ruolo della musica nel recupero del benessere psico-fisico.

Di Lascio e il Consiglio Ordine Medici incontrano i due nuovi Direttori Generali

da: Ufficio Stampa & Comunicazione di Camilla Ghedini

“Proficuo e soddisfacente”. Così Bruno Di Lascio, Presidente dell’Ordine dei Medici, definisce l’incontro di giovedì, alla sede di Piazza Sacrati, tra l’intero Consiglio dell’Ordine e i due nuovi direttori generali di Ausl e Azienda ospedaliera, Paola Bardasi e Tiziano Carradori, accompagnati dai relativi Direttori Sanitari e Amministrativi. “Molteplici i temi trattati e le problematiche sottoposte alla loro attenzione”, spiega Di Lascio. Tra i più importanti, la necessità di non compromettere in nome della razionalizzazione delle spese di gestione delle strutture sanitarie, la qualitá delle stesse prestazioni sanitarie; il dovere di ripensare alle lunghe liste d’attesa, migliorando nel frattempo la criticità della mobilitá verso l’esterno e cercando di dare avvio a un percorso di migliore organizzazione delle risorse umane; restituire sicurezza ai professionisti, che non possono lavorare con turni massacranti, restituendo nel frattempo la medesima sicurezza e fiducia ai cittadini. “Tutte istanze – chiarisce Di Lascio – su cui abbiamo riscontrato attenzione e interesse e che vanno nella direzione di dare maggiori garanzie sia a noi medici che alla collettività, di cui come Ordine siamo portavoce”. Oltre due ore di confronto che secondo Di Lascio hanno posto le basi per una collaborazione che, auspica il Presidente, sará “costante, continuativa, organica e soprattutto concretamente ‘pragmatica’”.

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Fiere, la Giunta ha varato nuovi criteri per ottenere le qualifiche delle manifestazioni espositive

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Fiere, la Giunta regionale ha varato i criteri per ottenere le qualifiche delle manifestazioni espositive, da “locale” a “internazionale”, secondo le Direttive Ue. L’assessore regionale Palma Costi: “E’ parte del percorso che porta a rafforzare il sistema fieristico regionale”

«I nuovi criteri che abbiamo introdotto sulla qualifica delle manifestazioni fieristiche emiliano romagnole sono una parte fondamentale del percorso di rafforzamento internazionale del nostro sistema produttivo e rappresentano un primo tassello del progetto di unica piattaforma fieristica regionale».
Lo ha affermato l’assessore regionale alle Attività produttive Palma Costi riferendosi alla decisione della Giunta regionale, delle scorse settimane, di introdurre nuovi criteri per il riconoscimento della qualifica internazionale, nazionale, regionale e locale alle manifestazioni fieristiche.
«L’Emilia-Romagna è stata tra le prime Regioni a raccogliere la sfida. Abbiamo riformato e aggiornato l’ordinamento fieristico regionale inserendo quanto stabilito dalle Direttive Ue e dalla Conferenza delle Regioni», ha aggiunto l’assessore Costi.
Sarà riconosciuta la qualifica “internazionale” alla manifestazione fieristica quando nell’ultima edizione verrà certificata, da parte di organismi accreditati da Accredia (ente nazionale di accreditamento designato dal Governo italiano che seleziona organismi di certificazione dei dati fieristici), una partecipazione di almeno il 10% di espositori provenienti dall’estero rispetto al numero totale di espositori, diretti e indiretti; ovvero almeno il 5% rispetto al numero complessivo delle visite o dei visitatori (sia generici che professionali) provenienti dall’estero.
Più stringenti i criteri in caso di auto-rilevazione del dato o di certificazione effettuata da un organismo non riconosciuto da Accredia o da organismo europeo equivalente. In questo caso, la qualifica “internazionale” alla manifestazione fieristica, già definita “nazionale”, verrà riconosciuta quando nell’ultima edizione si sarà registrata una partecipazione di almeno il 15% di espositori provenienti dall’estero, rispetto al numero totale di espositori diretti ed indiretti; ovvero almeno l’8% rispetto al numero complessivo delle visite o dei visitatori (sia generici che professionali) provenienti dall’estero.

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Green Social Festival: incontri, concerti e presentazioni in tutta l’Emilia-Romagna

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Conferenza stampa martedì 31 marzo nella sede della Regione

Green Social Festival, edizione 2015: fino a tutto aprile la rassegna di riferimento su sostenibilità ambientale e sociale, risparmio energetico, diritti e legalità. Incontri e spettacoli dedicati in particolar modo ai giovani delle scuole dell’Emilia-Romagna con ospiti di rilievo tra cui lo scrittore marocchino Tahar Ben Jelloun, registi e magistrati.

Il programma sarà presentato martedì 31 marzo, alle ore 11,30 nella sala stampa della Giunta regionale dell’Emilia-Romagna, al 12° piano di viale Aldo Moro 52, a Bologna. Partecipano alla conferenza stampa l’assessore regionale alla Cultura e Legalità, Massimo Mezzetti, Paolo Amabile direttore del Green Social Festival e Giorgio Benassi, responsabile Servizio sostenibilità di Coop Adriatica.

Google si presenta agli over 60 del corso di Cna Pensionati e ai loro insegnanti, gli studenti dell’Istituto Bachelet

da: ufficio stampa Cna Ferrara

Illustrato il progetto curato da Unioncamere e Google sulla digitalizzazione delle ppmi

Hanno fatto grandi progressi i «nonni», ai quali un gruppo di studenti di terza, quarta e quinta classe dell’indirizzo informatico aziendale dell’Istituto Bachelet di Ferrara, sta insegnando l’uso del computer e la navigazione su internet. L’iniziativa, partita a gennaio per concludersi a maggio, è promossa da Cna Pensionati e dall’Istituto Bachelet ed è coordinata dall’insegnante Milena Bellantone. Nei giorni scorsi, ai maturi allievi ex imprenditori e ai giovanissimi loro docenti del Bachelet è stato presentato un interessante progetto, predisposto da Google e Unioncamere, dal titolo “Eccellenza in digitale”, volto a sostenere la digitalizzazione delle piccole e medie imprese anche con l’aiuto di una «app» di Google.
La lezione, tenuta dai consulenti Lucia Romanelli e Daniele Borrelli, è stata seguita con molta attenzione proprio per le potenzialità che i sistemi digitali offrono al mondo produttivo, ben conosciuto dai pensionati Cna, e che i giovani del Bachelet avranno forse l’opportunità di sperimentare a conclusione dei loro studi.
“Questo corso sta piacendo molto ai nostri pensionati – sostiene Vito Bonatti responsabile provinciale di Cna Pensionati – I ragazzi si sono presi cura ciascuno del proprio allievo con grande serietà e caparbietà, così che i progressi dall’inizio ad oggi sono stati davvero tangibili. Teniamo conto che qualcuno tra i partecipanti non aveva mai neppure messo mano a un computer. E ora, invece, se la cavano tutti piuttosto bene e, più avanti, tutti insieme, pensionati e studenti, andranno a visitare una nostra impresa di informatica”.

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La Provincia differisce i termini di pagamento del Cosap

da: ufficio stampa Provincia di Ferrara

Solo per il 2015 la Provincia di Ferrara ha differito i termini di pagamento del Canone di concessione spazi e aree pubbliche (Cosap).
A seguito di questa disposizione, la scadenza di pagamento della prima, o unica, rata dell’anno in corso è il 30 giugno. Il 30 settembre, invece, diventa il termine entro il quale pagare la seconda rata, mentre l’ultimo versamento 2015 va fatto non oltre il 30 novembre.
Poiché il Cosap è un prelievo che possono disporre sia i Comuni sia le Province, è bene precisare che la decisione di differire le date di pagamento riguarda in questo caso solo la Provincia.
Sono soggetti al pagamento del canone, ad esempio, coloro che a vario titolo occupano aree di proprietà della Provincia. Alcuni esempi sono i passi carrai delle imprese che chiedono all’amministrazione un accesso stradale per aprire un cantiere sulle strade provinciali, con esclusione di quelli a uso civile o per attività agricola, oppure gli esercenti dei distributori di carburanti e le ditte di cartellonistica pubblicitaria stradale.
Versano il canone alla Provincia anche i gestori di servizi pubblici a rete, come Telecom ed Enel, il cui versamento resta fissato entro il 30 aprile di ogni anno, perché la materia è disciplinata da normativa nazionale.
Lo scorso anno gli utenti assoggettati al Cosap provinciale sono stati 640 con un gettito complessivo di 413mila euro.

Natalino Balasso con Velodimaya, monologo comico

da: ufficio stampa Comune di Copparo

Per la stagione di Prosa va in scena venerdì 27 marzo alle ore 21 al Teatro Comunale De Micheli, “Velodimaya” monologo comico scritto e interpretato da Natalino Balasso.

Il mito della ricchezza, l’ambizione al matrimonio e alla sistemazione da parte di molte donne, l’assenza di orizzonti non preconfezionati nella testa dei giovani, l’idea del privilegio come effetto fisiologico della gestione del bene pubblico, sono effetti molto presenti, ma che sembravano allontanarsi dalle società evolute. E non solo la sfera occidentale, anche il resto del mondo sembra vivere un’involuzione, il fatto ad esempio che le società che hanno scelto l’islamismo si rivolgano alle forme più rigide di questo pensiero del mondo, sta a significare che l’insicurezza per il futuro porta inevitabilmente al trionfo della superstizione.
Stiamo tornando all’inizio, stiamo passando dal via.
Come possiamo raccontarci tutto questo senza cedere allo sconforto? Solo il teatro può farlo, attraverso la commedia, attraverso l’arte della risata.
Velodimaya è una specie di mappa del pensiero contemporaneo, attraverso un tempo indefinito, nel vortice degli uomini e delle nazioni. Le nazioni moderne non sono nazioni, sono affari. E in tutta questa compravendita, qual’è la verità? Navighiamo attraverso il racconto dei desideri e delle paure dei nostri attuali compagni d’avventura in questo lembo di terra.
Stiamo giocando a un gioco in cui le carte sono truccate e le regole sono tutte da scoprire, è un gioco antico che, quando sembra fare un passo avanti, sta solo prendendo la rincorsa per tornare al punto di partenza.
Siamo dentro un film, ciascuno di noi recita un personaggio, chi meglio, chi peggio, ma tutti facciamo finta.
A questo punto il nostro personaggio è costretto a indagare, come fosse il detective di un film giallo, ci sono solo prove indiziarie, il quadro non è chiaro.
Visti da lontano, in questo nostro affannarci, anche nel nostro inciampare, facciamo ridere.

Parlando del suo spettacolo, Balasso afferma che «Chi mi conosce sa che non amo scrivere in teatro pièce sulla contemporaneità. Con Ercole in Polesine raccontavo il mito greco, con La Tosa e lo Storione raccontavo una vicenda quasi vera degli anni ’30 del secolo scorso. Con L’idiota di Galilea ero tornato all’anno zero. Ho sempre trovato stucchevole la rappresentazione che i comici fanno della contemporaneità, con battutine sui politici o sul gossip giornalaro. Ho pensato però che ci fosse, perché c’è sempre stato in teatro, un modo migliore per rappresentare le nostre paure e i nostri desideri di oggi. Su questo modo migliore ho voluto indagare per scrivere un monologo che avesse senso recitare in teatro. Nel quale si ridesse, perché non appartengo a quel razzismo del pensiero che ritiene il comico inferiore al drammatico. Ma un monologo nel quale il ridere fosse una conseguenza quasi necessaria del racconto e non una finalità. – Continua Balasso – Questo monologo parte da due discorsi pubblici: il primo è il discorso che Colin Powell fece nella sede dell’Onu quando dichiarò che c’erano le prove delle armi chimiche in Iraq. Il secondo è il discorso che il presidente dell’Uruguay Pepe Mujica ha pronunciato anni dopo, in occasione di un simposio mondiale sull’ambiente e sullo sviluppo sostenibile. Mi sono sembrati due pezzi di teatro che raccontano di noi. Ci troviamo in un giallo in cui dobbiamo improvvisarci detective per indagare con pochissime prove a disposizione. C’è qualcosa di peggiore delle menzogne: sono le false verità che ci costruiamo ogni giorno.»

La storia di Giuseppe figlio di Giacobbe, a Ferrara

da: Pasquina Ferrari

Egregio Direttore,
in questi giorni, a Roma, nel Palazzo del Quirinale, ci sono in mostra arazzi medicei che raffigurano la storia di Giuseppe definito il “Principe dei sogni”
Giuseppe è una figura biblica che mi ha sempre affascinata non solo dalla lettura della Bibbia ma anche per il romanzo di Thomas Mann appunto su Giuseppe, due poderosi volumi che oggi pochi riuscirebbero a leggere ma che per me è sempre stata una lettura appassionante.
E’ da tempo che ho scoperto che a Ferrara abbiamo un ciclo pittorico su Giuseppe ma che è sconosciuto, sebbene molto in vista perchè di trova nel Museo Archeologico.
C’è a pianterreno la salette di Giuseppe, con il soffitto affrescato a monocromo, con rappresentate varie scene.
Ho chiesto a varie persone competenti ma nessuno ne sa nulla, poi per caso ho saputo che c’è uno saggio di uno studioso ora scomparso, Mattaliano, che ho consultato presso la Biblioteca di Palazzo Bonacossi.
Nel saggio Mattaliano si occupa per lo più delle possibili attribuzioni a pittori, mentre quasi nulla dice delle scene rappresentate.
Il Prof. Antonio Da Re, esperto fotografo, mi ha fatto la cortesia di fotografarlo cosi nel mio PC ho potuto vedere bene le varie scene, e riconoscere il significato di diverse, ma di altre non sono riuscita a capire l’argomento della rappresentazione.
Chissà se qualche studioso di Bibbia si interessasse per decifrare tutto il ciclo e poi la Direzione del Museo, sempre così attenta al rinnovamento, ne facesse magari un depliant per i visitatori?
La fotografi rappresenta la scena nella quale viene trovata la coppa di Giuseppe nel sacco di grano di Beniamino.

Un saluto

Omaggio al duca… pomeridiano

da: ufficio stampa Ente Palio città di Ferrara

Novità per l’Omaggio al Duca: domenica 29 marzo l’appuntamento non sarà come al solito alla ore 11.30. La manifestazione, che vedrà protagonista nel cortile di Castello Estense la Contrada Borgo San Giovanni, si terrà infatti nel pomeriggio alle ore 17.00.
Per l’occasione la Contrada della Lince bendata ha scelto di fare un vero e proprio inno a tutta la natura, e proporrà una descrizione poetica degli eventi che caratterizzano la primavera. I figuranti, gli sbandieratori ed i musici offriranno uno spettacolo in cui tutti vivranno questa gioia. Alla fine dell’Omaggio verrà offerto un piccolo omaggio per tutti i presenti.

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Il variegato mondo di Instagram al centro della terza Lezione di Territorio

da: ufficio stampa Provincia di Ferrara

Martedì 31 l’incontro con Orazio Spoto, co-fondatore di Igersitalia, che parlerà di come aumentare il proprio fatturato attraverso la celebre app per condividere foto

Come utilizzare Instagram al meglio nella filiera del turismo e della ristorazione; sarà questo il tema del terzo incontro formativo della tredicesima edizione di “Lezioni di Territorio”, l’iniziativa realizzata congiuntamente da Provincia e Camera di Commercio di Ferrara, rivolta a tutti gli operatori turistici ed agli amministratori del territorio locale e finalizzata all’individuazione degli strumenti ottimali per la valorizzazione delle risorse della provincia ferrarese.
L’incontro si terrà martedì 31 marzo a partire dalle 14.30 presso la Sala Conferenze della Camera di Commercio e per parlare della conosciutissima e sempre più utilizzata app per scattare foto, applicare filtri, e condividerle sui  HYPERLINK “http://it.wikipedia.org/wiki/Social_network” \o “Social network” social network, non poteva esserci docente migliore che Orazio Spoto, co-fondatore dell’Associazione Igersitalia, fondatore della community Instagramers di Milano e coordinatore per il centro nord per le nuove community. Sarà lui, quindi, a fornire ai presenti utili consigli per aumentare il proprio fatturato, in un incontro focalizzato anche sul mondo del food, in linea con il tema di Expo 2015.
Gli ultimi due incontri di Lezioni di Territorio si terranno, invece, nelle giornate del 9 e 15 aprile.

Anbi, il direttore generale Gargano: “Alla vigilia dell’Expo affossato il piano irriguo nazionale, la politica sceglie quale modello di sviluppo dare al paese”

da: ufficio stampa A.N.B.I.

“Nel mentre stiamo a discutere fra esperti, nelle stanze della politica si celebra la morte del Piano Irriguo Nazionale, che prevedeva investimenti per almeno 300 milioni di euro : i Piani di Sviluppo Rurale sono bloccati dalla condizionalità, giacché l’Italia sta disattendendo, così si sostiene a Bruxelles, quanto previsto dalla Direttiva Europea sulle Acque.”

Ad evidenziarlo con forza è Massimo Gargano, Direttore Generale dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni (A.N.B.I.), intervenendo a Roma ad un convegno dell’Associazione Geotecnica Italiana.
“Di fronte a tale evenienza rischia di prevalere rabbia e contestazione, ancor di più in quanto oggi abbiamo un esempio da seguire ed è quello del contrasto al dissesto idrogeologico del Paese, cui la Struttura di Missione #italiasicura sta dando risposte. La politica – conclude Gargano – deve avere chiaro quale modello di sviluppo dare al Paese, perché è ancora troppo tentata dalla logica del cemento, del divieto di balneazione, dello stato di calamità, in inverno per la troppa acqua ed in estate per la siccità. E’ tempo di scelte coraggiose, moderne, consapevoli.
Il territorio italiano con i suoi giacimenti di valori è pronto a dare il suo contributo a patto che atteggiamenti del passato vengano definitivamente accantonati”.

Curare le famiglie, primi caregiver, per il bene della persona autistica

da: Ufficio Stampa Ordine degli Psicologi dell’Emilia Romagna

Il 2 aprile è la Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo,per promuovere la ricerca e la solidarietà nei confronti dei malati e delle loro famiglie

Il 19 marzo scorso il Ministero dell’Istruzione ha invitato tutte le scuole a celebrare, il prossimo 2 aprile, la Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo (http://ww3.istruzioneer.it/2015/03/23/2-aprile-giornata-mondiale-della-consapevolezza-sullautismo-nota-ministeriale/). Istituita nel 2007 dall’ONU, la giornata ha la duplice funzione di informare e incentivare le azioni di solidarietà nei confronti dei portatori di questa grave disabilità.

La Presidente dell’Ordine degli Psicologi dell’Emilia Romagna chiarisce che l’autismo è un disturbo pervasivo che può compromettere tutto il funzionamento della persona, nelle capacità espressive, nella cura di sé, nelle relazioni e nel comportamento per tutto l’arco della vita. L’autismo esordisce precocemente, entro i primi tre anni di età, e con una diagnosi precoce può essere trattato nei modi più efficaci: anche da questo deriva l’importanza dell’informazione sul tema. In Italia, sono decine di migliaia le famiglie con ragazzi affetti da autismo. Anche se alcune persone con autismo possono arrivare a condurre una vita normale o quasi normale – si parla infatti di ASD, Disturbi dello spettro autistico, data la varietà di manifestazioni di questo tipo di disabilità – solo una piccola percentuale di soggetti autistici (15-20%) è in grado di vivere autonomamente e lavorare.
Un elemento a volte sottostimato nella cura di patologie di questo tipo è l’importanza dei caregiver, sia per il bene della persona autistica che per quello di chi le sta vicino, che sono quasi sempre i genitori. Se è vero, infatti, “che le famiglie non sono sole e le scuole del nostro Paese sono all’avanguardia nell’inclusione di bambini e ragazzi autistici” come affermato nella nota del MIUR, bisogna anche considerare l’enorme stress cui esse sono sottoposte.
Come sottolinea la Presidente: “è indispensabile, quando viene comunicata la diagnosi, saper sostenere le famiglie, contenere e far elaborare la sofferenza, anche con l’aiuto di uno specialista, in modo da poter accettare nel nucleo familiare l’entrata del figlio disabile”. Poiché, aggiunge, “le gravi disabilità in generale sono condizioni che vincolano in modo significativo il nucleo familiare; in particolare, la cura e la crescita di un figlio con disabilità autistica richiede lo sviluppo di una sensibilità maggiore per comprendere e decodificare i modi in cui il soggetto autistico comunica i suoi bisogni, i suoi disagi, le sue angosce. Una sensibilità particolare è indispensabile per poter stabilire un rapporto significativo con lui. Una profonda conoscenza della specificità della persona autistica permette di evitare involontari errori relazionali o educativi che potrebbero favorire comportamenti problematici o stati di disperazione e angoscia e generare nei genitori sentimenti di inadeguatezza, frustrazione e disperazione che possono sfociare in uno stato depressivo importante. L’assenza di prospettive adeguate di una vita adulta dignitosa per il figlio può ben presto trasformare lo stress della famiglia in disperazione”. Ancona aggiunge però una nota positiva: “i timori della famiglia di fronte a un futuro incerto possono essere dissipati da una pianificazione precoce per ogni ambito ed età della vita quotidiana, pur nel rispetto della flessibilità necessaria ad adattare i progetti individuali all’evoluzione della persona. La prospettiva di un futuro dignitoso per il figlio può costituire per i genitori un ulteriore supporto emotivo, magari auspicando la possibilità che il loro figlio possa, un domani, vivere in una propria abitazione o in istituzioni accoglienti”.

Una appropriata diagnosi che tenga conto della soggettività della persona nella sua complessità e delle naturali evoluzioni nel tempo permette di elaborare un progetto terapeutico, con il coinvolgimento e il supporto della famiglia. Anche così si passa all’azione, come auspicato dal Presidente dell’ONU Ban Ki-moon nel discorso tenuto il 31 marzo 2014 in occasione della giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo

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Balcani, terra di opportunità per le imprese italiane

da: ufficio stampa Cciaa di Ferrara

Croazia, Slovenia e Bosnia offrono un importante sbocco per i fornitori
di tecnologie per le energie rinnovabili e l’efficienza
BALCANI, TERRA DI OPPORTUNITA’ PER LE IMPRESE ITALIANE (E FERRARESI) DELL’ENERGIA: APPUNTAMENTO IL 1° APRILE IN CAMERA DI COMMERCIO
Sarà inoltre illustrata la concreta possibilità di partecipare a Renexpo (Belgrado, 22-23 aprile 2015), il più importante appuntamento del settore per i Western Balkans

I Balcani rappresentano sempre più un’area di particolare interesse per le strategie di internazionalizzazione delle imprese italiane (e ferraresi) fornitrici di tecnologie per il settore dell’energia, grazie anche agli storici vincoli economici e culturali con il nostro Paese. Ed il recente ingresso a luglio 2013 della Croazia all’interno dell’Unione europea apre ulteriori opportunità. Di questi temi si parlerà, in Camera di commercio, mercoledì 1° aprile a partire dalle ore 16.00. Obiettivo dell’incontro, organizzato dalla Regione Emilia Romagna, quello di illustrare le opportunità d’affari per le imprese dei settori energie alternative ed efficienza energetica, nonché di presentare le prossime attività promo-commerciali in programma. Tra queste, la partecipazione agli incontri di B2B previsti alla Fiera Renexpo di Belgrado dal 22 al 23 aprile.

Il workshop si aprirà con i saluti di Andrea Benini, componente della Giunta dell’Ente di Largo Castello, Tiziano Tagliani, presidente della Provincia e sindaco di Ferrara e Patrizio Bianchi, assessore della Regione Emilia Romagna al coordinamento delle politiche europee, allo sviluppo, scuola, formazione professionale, università, ricerca e lavoro. L’incontro, moderato da Caterina Brancaleoni, presidente di Sipro – Agenzia per lo Sviluppo di Ferrara, verterà su “Le potenzialità di crescita e investimenti nel settore energetico” (Tbd) e “Strumenti e agevolazioni a supporto dell’internazionalizzazione per le imprese emiliano romagnole” Camera di Commercio Italo-Serba-(Tbc). Silvia Grandi, responsabile Servizio Intese Istituzionali e Programmi Speciali d’Area, presenterà poi “Le opportunità offerte dal progetto Alterenergy: la partecipazione alla fiera internazionale di Belgrado Renexpo”, prima di aprire il dibattito.

Le opportunità in Croazia e Slovenia. Il coinvolgimento di Croazia e Slovenia, in qualità di Stati membri dell’Unione Europea, nella politica comunitaria dei target di Europa 2020, aggiunge ulteriore fertilizzante sul terreno delle fonti rinnovabili, dell’efficienza energetica e della riduzione dell’impatto ambientale. La strategia per lo sviluppo energetico avviata dalla Croazia prevede importanti investimenti: gli interventi prioritari riguarderanno le centrali termoelettriche, le centrali idroelettriche e le centrali a biomassa, nonché diversi progetti che riguardano il miglioramento dell’efficienza energetica negli edifici pubblici. In Croazia restano ampi margini di sviluppo delle fonti di energia rinnovabile: infatti, quasi la metà della capacità elettrica installata in Croazia deriva attualmente dalle fonti fossili. Una quota rilevante, pari a oltre il 40%, origina invece da impianti idroelettrici. Per quanto riguarda la Slovenia, nei prossimi anni sono previsti importanti investimenti nel settore energetico, rivolti soprattutto alla generazione nucleare, termoelettrica e idroelettrica (che rappresenta attualmente la principale fonte di produzione di energia elettrica nel Paese). Entro il 2020, in conformità con la più ampia strategia europea, la Slovenia dovrà originare il 20% della propria capacità di generazione da fonti non tradizionali.
Le risorse della Bosnia Erzegovina. Il settore energetico occupa un ruolo importante anche per lo sviluppo economico della Bosnia Erzegovina, che si configura come un esportatore netto di energia. Negli ultimi anni sono state avviate importanti riforme per uniformare progressivamente la normativa locale alla legislazione europea settoriale. Crescente attenzione è stata inoltre riservata alla liberalizzazione del mercato e all’avvio di nuovi piani di investimento. Ampi sono i margini di sviluppo del settore energetico non ancora pienamente sfruttati: la Bosnia Erzegovina è un Paese ricco di risorse energetiche con importanti potenzialità soprattutto nel settore idrico, eolico e delle biomasse. Rilevanti investimenti si rendono necessari anche per l’ammodernamento e l’efficientamento delle reti elettriche.

Sabato 28 marzo 2015 , presso Piazza Don Giovanni Verità, Il Sindaco di Comacchio Marco Fabbri e il Consigliere del Comune di Comacchio Antonio Di Munno ncontrano le Imprese, gli operatori, i cittadini

da: Antonio Di Munno, capogruppo Il Faro-FI Comacchio

Per un pubblico confronto/ascolto sul tema
Piano di Settore della portualità.

Informarsi e proporre soluzioni oggi per aiutare gli amministratori a fare le scelte migliori per il bene collettivo.
L’esperienze vissute ci DEVONO far interessare della vita collettiva quando i progetti sono ancora in fase embrionale. Dopo è troppo tardi, Vedasi allargamento del portocanale.

Moderatore, il Coordinatore Giovani Forza Italia:
Andrea Simoni

Sabato 28 marzo, fiera di Ferrara, guest star Chris Anderson

da: ufficio stampa Ferrara Fiere Congressi

Aria di futuro, alla Fiera di Ferrara, dove domani (Sabato 28 Marzo, ndr) esordirà il “Ferrara Drone Show”, l’evento di due giorni dedicato ai droni a uso civile. Patrocinato da ENAC – Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, il Drone Show è organizzato da Ferrara Fiere Congressi, con il supporto tecnico di una delle massime autorità mondiali del settore, Marco Robustini, che ha al suo attivo oltre quattromila ore di volo e la collaborazione con alcune aziende statunitensi leader nel mondo nella programmazione.
Sono tanti i motivi che rendono la manifestazione imperdibile, sia per gli operatori che per chi vuole restare aggiornato sui prodotti a più alto contenuto tecnologico e innovativo, tra i quali i droni spiccano per l’enorme potenziale applicativo. Fiore all’occhiello del Drone Show, un appuntamento straordinario con un personaggio altrettanto eccezionale: alle 12, la Fiera di Ferrara ospiterà, infatti, Chris Anderson, universalmente considerato lo Steve Jobs dei droni e un vero e proprio “guru” delle nuove tecnologie. Già direttore di “Wired USA” e autore del best seller “La coda lunga”, che portò la rivista “Time” a inserirlo tra le cento persone più influenti del pianeta, Anderson è oggi CEO di 3D Robotics, la maggiore azienda di elettronica open source al mondo (presente, peraltro, nell’area espositiva del Drone Show).
Primati e guest star a parte, l’evento di Ferrara Fiere offrirà al pubblico il gotha dei droni, con aziende del calibro di Italdron, Aibotix e Virtual Robotix (solo per citarne alcune), che mostreranno prodotti in anteprima ed effettueranno dimostrazioni in un’apposita area indoor.
Sul fronte dei convegni, oltre che da Anderson, il programma sarà scandito da temi di grande interesse: l’intera giornata di Sabato vedrà susseguirsi a ritmo incalzante workshop sul regolamento ENAC – “noflyzones”, sanzioni, privacy e sicurezza -, sui droni come strumento di telerilevamento e sul loro impiego nell’agricoltura di precisione (come da tempo avviene in Giappone, dove già oggi si contano più droni che trattori).
Ampio spazio, poi, allo spettacolarità e all’agonismo, con il “1° Trofeo FPV Multirotor Race”: venti agguerritissimi piloti di droni si sfideranno tra passaggi radenti, strette virate e ostacoli da evitare all’ultimo secondo, a tutto gas e con la massima precisione, per aggiudicarsi la prima tappa del Campionato Italiano “FPV Grand Prix”.
In parallelo al Drone Show si svolgerà “Tecnoelettronica”, il salone sui nuovi sistemi operativi, la piattaforma elettronica “Arduino”, le stampanti e gli scanner 3D, i dispositivi per il risparmio energetico, la robotica, le tecnologie di uso quotidiano più all’avanguardia e i makers. Sezione di Tecnoelettronica è, infine, “Game Challenge”, dove terranno banco il videogioco in rete, con tornei di piattaforme “cult” come Mortal Kombat, Call of Duty e Tekken Tag, e i “retro games”, con la mostra-scambio di cimeli pressoché introvabili (dai giochi per il Commodore 64 e il Sega Master System fino alla PlayStation 1).
Biglietto intero, 9 euro; biglietto ridotto (scaricabile dal sito www.ferraradroneshow.it), 7 euro.

IL FATTO
Una foresta-giardino per la casa famiglia di Baura

Lo scorso fine settimana i volontari del progetto “Un Bosco sociale per la città di Ferrara: la foresta alimentare” si sono riuniti per proseguire la creazione del primo bosco alimentare a Baura. L’iniziativa rientra nell’ambito delle Giornate di cittadinanza attiva promosse dal Centro Idea del Comune di Ferrara, con il coinvolgimento della Casa Famiglia gestita dalla Coop Integrazione Lavoro di Baura.

Il progetto è iniziato un anno fa con un primo week end di formazione aperto a tutti i cittadini, durante il quale i professionisti incaricati, Francesca Simonetti e John Button, hanno introdotto l’argomento delle foreste giardino e le modalità di progettazione delle stesse. Da marzo 2014 a marzo 2015 sono state svolte diverse attività, tra cui la progettazione del bosco alimentare, la pacciamatura a strati, la prima piantumazione di 50 alberi e arbusti negli spazi verdi che circondano il Fienile di Baura e la Casa Famiglia gestiti dalla Cooperativa Integrazione Lavoro, il tutto con la supervisione e l’accompagnamento dei facilitatori.

“Siamo qui a Baura perché l’area che ci ha offerto la coop Integrazione Lavoro è abbastanza estesa, adatta per la realizzazione del bosco alimentare. Ma oltre alla qualità del suolo ci piaceva anche l’idea di fornire l’opportunità a questa associazione di piantare degli alberi da frutto che potranno servire come autofinanziamento, per produrre confetture, composte o vendita di ortaggi, generando un piccolo ritorno economico e impegnando in alcune attività gli ospiti della Casa Famiglia. E’ una bellissima forma di collaborazione tra amministrazione comunale, cittadinanza e strutture occupate nel sociale”.

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John Button e i volontari del progetto Foresta Giardino

Laura Bonati, del Centro di educazione alla sostenibilità “Idea”, ci accoglie mentre i volontari sono già all’opera, guidati da Francesca Simonetti e John Button che per tutta la durata del progetto li hanno seguiti e formati, insegnando loro le tecniche della permacultura. “La permacultura è una tecnica particolare – ci spiega Francesca Simonetti – nata più di quarant’anni fa in Australia, in risposta al degrado ambientale che l’agricoltura tradizionale stava causando in un territorio antichissimo, che si stava distruggendo anche a causa degli eccessi d’erosione del suolo e delle calamità. La permacultura è un metodo di progettazione integrato ed inclusivo usato per creare sistemi ecologicamente sostenibili, attraverso il riconoscimento e l’impiego armonizzato degli elementi naturali, allo scopo di creare relazioni positive tra essi e i bisogni delle persone, oltre a garantire la massima produttività. Le fondamenta della permacultura si trovano nell’ecologia applicata, ovvero nelle relazioni tra elementi dell’ecosistema, che mio marito ama definire un ‘matrimonio tra genti e luoghi’. La foresta commestibile, o giardino, è strutturata in modo da mantenere nel tempo un giovane bosco che permetta alla luce di entrare sempre tra i rami, per permettere agli alberi da frutto di crescere e dare prodotti”.

Per poter realizzare queste attività il Centro Idea del Comune di Ferrara ha partecipato nel 2013 al Bando Città Civili dell’Emilia Romagna, mirato a finanziare azioni di cittadinanza attiva a sostegno della cura dei beni comuni e della partecipazione dei cittadini alla gestione degli spazi pubblici. Il Bando ha dato l’opportunità di accogliere le sollecitazioni di un gruppo di cittadini che erano interessati a curare in modo condiviso aree verdi pubbliche. La Coop Sociale Integrazione Lavoro di Ferrara era un partner veramente appropriato e indispensabile alla realizzazione del progetto .

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Laura Bonati e Francesca Simonetti controllano il terreno

“La possibilità data dalla Regione ci ha permesso di realizzare un progetto sperimentale sulla permacultura, individuando formatori con una professionalità riconosciuta a livello internazionale, che ci hanno sempre seguito nella formazione e nell’attività. Prima di arrivare alla realizzazione del Bosco Alimentare, infatti, i cittadini hanno partecipato a momenti formativi e lavorato alla progettazione del Bosco. L’organizzazione è stata complessa e articolata, abbiamo imparato tutti strada facendo, ma con la convinzione di raggiungere gli obiettivi del progetto. La crescente attenzione manifestata dai cittadini in questi anni a favore della cura del bene comune e il diffuso desiderio di poter coltivare in modo più naturale e sostenibile, hanno portato a una partecipazione attiva e costante al progetto, come dimostra il fatto di essere tutti insieme qui oggi, nonostante il brutto tempo”.

 

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Un volontario al lavoro
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Una volontaria al lavoro

Isabella, una giovane torinese arrivata a Baura per lavorare attivamente a questo progetto, dice: “Ho saputo che c’era la possibilità di seguire una formazione con insegnanti esperti, cosa che in Italia non è ancora tanto frequente. Sono venuta per partecipare al progetto in questi due giorni e, compatibilmente con la distanza, mi piacerebbe continuare, anche perché è la prima che vedo realizzare un progetto del genere in completa autonomia e in collaborazione con un’istituzione pubblica”.

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Malerbe e pacciamatura

E’ stato fatto molto, ma tanto è ancora da fare. Francesca Simonetti mostra il terreno preparato a novembre, quello con il pacciamante,(copertura fatta di diversi strati tra cui cartone, letame e paglia, utile per eliminare le cosiddette malerbe) di febbraio e ci spiega quanto ancora vorrebbero realizzare. “Questa è una prima porzione del progetto globale, che dovrebbe estendersi e comprendere anche un prato fiorito, un piccolo laghetto, e un’altra porzione di bosco alimentare per il quale stiamo preparando il terreno. Per continuare e concludere il progetto servono altri fondi, oltre alla partecipazione attiva della cittadinanza”.

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John spiega le tecniche della permacultura

John si avvicina ai volontari, li guarda lavorare e ripete di non dar acqua agli arbusti appena piantati e spiega: “Il Forest Gardner è diverso dal frutteto, che è una piantumazione di alberi singoli. Ma noi non piantiamo singoli arbusti, vogliamo creare un bosco, così come avviene in natura, per far sì che le radici si intreccino sotto terra. Il tempo di crescita varia dal clima in cui si realizza il progetto: dove fa molto caldo possono volerci anche pochi mesi, qui ci vorrà probabilmente più di un anno”.
La permacultura segue regole specifiche, è come eseguire una coreografia di gruppo, in cui ogni singolo passo potrà fare la differenza per il risultato finale, per cui ci sarà da attendere ancora un po’.

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Una pianta di ginestra e sulla sfondo la casa famiglia di Baura

“Ciò che ci ha spinto a scegliere questo posto – dice Renzo – è la presenza di una realtà istituzionale già viva, la casa famiglia, in cui c’è attenzione verso la natura, come si nota dalla presenza della serra e dell’orto. Il nostro progetto si inserisce molto bene con questa realtà, in quanto integra e arricchisce le attività già presenti, diventando un’ulteriore opportunità futura per gli utenti della cooperativa. Il gruppo è nato da un corso fatto un anno fa, ci siamo conosciuti e ci siamo dati degli obiettivi. Volevamo un progetto concreto, poter progettare, realizzare e coltivare un bosco alimentare, e abbiamo avuto la possibilità di usare questo spazio. Ci siamo resi conto, però, della complessità e della lunghezza dei tempi del progetto: servirà più tempo rispetto al previsto e altre forze in campo. Per questo siamo aperti a chiunque voglia collaborare con noi: chi lo desidera può scrivere a idea@comune.fe.it. Ci piacerebbe molto trasmettere ad altre persone quello che abbiamo imparato, per poter realizzare il progetto nella sua totalità e veder trasformato tutto questo prato in una Foresta Giardino”.

Per approfondire l’argomento: Breve introduzione alla permacultura di Francesca Simonetti [vedi].

Galleria fotografica, clicca le immagini per ingrandirle.

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Coldiretti: importazioni record di vino dall’estero (+46%), è allarme per la reale destinazione

da: ufficio stampa Coldiretti

Nonostante il vino italiano continui ad essere uno dei prodotti di punta dell’export agroalimentare nazionale, i dati ISTAT segnalano nel 2014 un incremento straordinario delle importazioni di vino sfuso dall’estero che non si sa esattamente dove venga destinato, con timori di inganni e concorrenza sleale.

Non era mai arrivato così tanto vino straniero in Italia come nel 2014 che fa segnare il record storico delle importazioni con 278 milioni di chili, in aumento del 46 per cento dall’inizio della crisi nel 2008. E’ quanto emerge da una analisi su dati Istat presentata al Vinitaly dalla Coldiretti che esprime preoccupazione per il fatto che ben 228 milioni di chili (82 per cento) arriva sfuso in cisterne delle quali non si conosce lareale destinazione. La provenienza invece è soprattutto spagnola con l’arrivo di ben 154 milioni di chili di vino dalla penisola iberica e dagli Usa da dove sono sbarcati in Italia 47 milioni di chili di vino, la quasi totalità sfusi in recipienti superiori a 2 litri.
Occorre fare chiarezza sulle destinazioni finali di queste produzioni a chilometro illimitato – sottolinea la Coldiretti – per evitare il rischio di frodi ed inganni a danno del Made in Italy come testimonia l’Osservatorio sulla criminalità in agricoltura promosso dalla Coldiretti con l’ex procuratore Giancarlo Caselli alla guida del comitato scientifico che ha piu’ volte puntato il dito sul pericolo di inganni che si nasconde dietro la mancanza di trasparenza nell’importazione massiccia di materie prime agricole.
Il timore è che un quantitativo elevato venga probabilmente imbottigliato in Italia e senza una adeguata tracciabilità finisca per fare concorrenza sleale ai produttori nazionali e ingannare i consumatori.
Per questo occorre rendere pubblici i nomi delle aziende che importano vino sfuso per consentire ai consumatori piena libertà di scelta. Si tratta di togliere il segreto di Stato sui flussi commerciali delle materie prime provenienti dall’estero al fine di contrastare le aggressioni al Made in Italy conseguenti alla lavorazione nel nostro Paese di prodotti alimentari oggetto di importazione o di scambio intracomunitario e la successiva messa in commercio come prodotti “autenticamente” italiani ma di origine in realtà ben diversa.
Finora, infatti, una complessa normativa doganale ha impedito l’accessibilità dei dati senza significative ragioni legate alla tutela della riservatezza – come testimoniato dallo scandalo della carne di cavallo – provocando gravi turbative sul mercato ed ansia e preoccupazione dei consumatori, a fronte all’impossibilità di fare trasparenza sulla provenienza degli alimenti. In un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato – conclude il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo – il valore aggiunto della trasparenza e lo stop al segreto sui flussi commerciali.

Nonostante il boom di vino dall’estero, il fatturato del vino e degli spumanti in Italia cresce comunque dell’uno per cento e raggiunge nel 2014 il valore record di 9,4 miliardi per effetto soprattutto delle esportazioni, salite a quota 5,1 miliardi (+1,4 per cento) mentre è risultato praticamente stagnante il valore delle vendite sul mercato nazionale che sono risultate attorno ai 4,3 miliardi.

Vendite in aumento dagliStati Uniti (+4,4 per cento) che si consolidano come principale mercato di sbocco alla Gran Bretagna (+6,1 per cento) che si classifica al terzo posto dietroalla Germania dove invece si registra una preoccupante flessione del 4,4 per cento. Preoccupante il flop registrato in Russia dove le esportazioni calano del 10,4 per cento anche per effetto delle tensioni politiche e commercialinonostante il vino non rientri tra i prodotti colpiti dall’embargo.

29 marzo, Finissage Trans-figurazione a Ferrara

da: organizzatori

Sarà una vera e propria festa quella che, domenica pomeriggio, a partire dalle 17 ad ingresso libero e con rinfresco, chiuderà la mostra “Trans-figurazione” a Palazzo della Racchetta di Via Vaspergolo a Ferrara.
“Trans-figurazione” è il titolo del nuovo progetto artistico curato da Virgilio Patarini e organizzato dalla Camel  Home Gallery di Ferrara in collaborazione con Zamenhof Art di Milano e Palazzo della Racchetta. Domenica pomeriggio interverranno numerosi artisti, avrà luogo la presentazione critica della mostra, oltre che del correlato volume “Trans-Figurazione” pubblicato per l’occasione da Zamenhof Art Edizioni. 
In esposizione opere di Simone Boscolo, Valentina Carrera, Amos Crivellari, Dennis Fazio, Ezio Mazzella, Diego Palasgo, Virgilio Patarini, Andrea Pirani, Simona Ragazzi, Ivo Stazio, Edoardo Stramacchia.
“TRAnS-FIGURAZIONE”, una mostra d’arte contemporanea che raduna nello storico Palazzo della Racchetta, in centro a Ferrara, 100 opere di 11 artisti emergenti, con lo scopo dichiarato di ridefinire un concetto contemporaneo e post-moderno di “figurazione” , tra pittura, fotografia, scultura e installazioni.
Undici gli artisti raggruppati per affinità elettive e per analogie tecniche e formali. Come afferma il curatore Virgilio Patarini nell’introduzione al catalogo della mostra “appartengono a tre diverse generazioni, eppure parlano un linguaggio (artistico) molto simile: attraverso differenti media (la fotografia, la pittura, la scultura) praticano una figurazione ugualmente inquieta ed allusiva, contemporanea e al tempo stesso radicata nella tradizione delle Avanguardie, riconoscibile e al tempo stesso sfuggente. Allusiva ed elusiva. Coerente e contraddittoria: coerente nell’essere contraddittoria”.
Una mostra eterogenea, validamente polimorfa che sottolinea come sotto la pelle del contemporaneo si muova costantemente un tessuto contenutisticamente eterogeneo che ha sempre qualcosa di nuovo da raccontare.

Premiati in Consiglio Comunale gli “Angeli del mare” e gli “Angeli del fango”

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

I valori che questa sera hanno accomunato il conferimento di 5 targhe di riconoscimento in apertura della seduta del Consiglio Comunale sono la solidarietà, la generosità d’animo, lo slancio di altruismo verso il prossimo, l’amicizia, la fratellanza ed il volontariato. Ad incarnare tutti questi valori sono tutti i protagonisti della sentita, commossa e partecipata cerimonia, che si è svolta nell’aula consiliare, vale a dire Stefano Forgia ed Emanuele Luciani, comandanti di due rimorchiatori e Simone Ghirardelli e Giampaolo Guidi, comandanti di altrettante pilotine che il 28 dicembre scorso in condizioni meteo-marine proibitive hanno prestato soccorso ad 11 naufraghi nel porto di Marina di Ravenna, contribuendo fattivamente al salvataggio di alcuni di loro. Lo stesso spirito di altruismo e di solidarietà ha animato la premiazione della Protezione Civile “Trepponti”, a seguito dei tanti interventi emergenziali compiuti dopo il terremoto del 2012 e dopo allagamenti e mareggiate che si sono verificati in questo e in altri territori. Durante la prima delle due premiazioni, i lavoratori portuali, tutti di Porto Garibaldi, hanno voluto esprimere la loro riconoscenza agli equipaggi che hanno coadiuvato le operazioni di soccorso nel porto di Marina di Ravenna e hanno anche ringraziato il Sindaco Marco Fabbri per la sensibilità e l’attenzione mostrata. Da rilevare che Giampaolo Guidi alcuni anni fa si è reso protagonista di un altro analogo gesto eroico, contribuendo a salvare dieci naufraghi in mare, gesto che gli è valso la Medaglia d’argento al valore della Marina. Alla gratitudine espressa dal Sindaco a nome dell’Amministrazione Comunale e della comunità tutta, si è unito anche il Consigliere Comunale Antonio Di Munno (capogruppo Forza Italia-Il Faro), che per primo aveva suggerito un riconoscimento ufficiale ai quattro lavoratori portuali, dopo la collisione tra i due mercantili avvenuta nel porto di Marina di Ravenna. La seconda premiazione è stata accompagnata dalla proiezione di un video, che racchiude i ricordi intensi dell’aiuto portato dalla Protezione Civile “Trepponti” agli abitanti di luoghi colpiti da gravi emergenze atmosferiche. Durante la consegna di una targa di riconoscimento, il Presidente dell’associazione, Guerrino Ferroni ha voluto ringraziare il Sindaco Fabbri e l’Assessore alla Protezione Civile Stefano Parmiani per la stretta collaborazione e vicinanza mostrate in occasione della mareggiata del 5 e 6 febbraio scorsi. “Le cose più difficili da gestire sono le emozioni – ha ammesso Ferroni – e nei corsi è sempre presente la figura dello psicologo, perchè quando arriviamo nei luoghi della disperazione con gente al limite delle forze, circondati da due metri di acqua, sappiamo affrontare al meglio le emergenze. Questo è un piccolo esercito preparato e motivato. Si dice che per fare un buon comandante – ha aggiunto Ferroni – ci voglia un grande equipaggio. Io ho un grande equipaggio.” Il Sindaco Marco Fabbri ha ringraziato Ferroni, tutti i volontari presenti in aula con la loro uniforme gialla e anche quelli che da casa hanno seguito la seduta del Consiglio Comunale in diretta streaming. “Durante la recente emergenza si è respirato un clima di reciproco supporto – ha commentato il Sindaco Marco Fabbri – e ognuno ha svolto con impegno instancabile la propria parte. L’Amministrazione Comunale investe ogni anno risorse necessarie a corsi di formazione e di aggiornamento, per tenere alto il livello di preparazione della Protezione Civile, essa stessa risorsa fondamentale per il territorio.” Ferroni ha poi anticipato che la Regione Emilia Romagna ha accolto la richiesta presentata dal Comune di Comacchio per ampliare la sede della “Trepponti”, situata in via Collettore Adige, 3. Presente in sala anche il Vice Sindaco del Comune di Goro Andrea Conventi, che ha voluto unirsi al tributo riservato alla Protezione Civile “Trepponti”, che proprio nel vicino Comune lagunare ha creato un proprio e ben avviato distaccamento. La cerimonia di premiazione è terminata con la consegna di due felpe della Protezione Civile “Trepponti” al Sindaco Marco Fabbri e al Vice Sindaco di Goro Andrea Conventi.

FERRARA, EUROPA
Dialogo fra donne sulla specificità femminile del ‘far voce’

da BERLINO – Tre donne in dialogo che dialogano sulle donne in dialogo. È cominciato con questa sorta di ‘mise en abime’ l’ultimo incontro programmato per il semestre invernale all’Institute for Cultural Inquiry con tre ospiti d’eccezione: la nota traduttrice e scrittrice Nadia Fusini, la filosofa dell’estetica e saggista Liliana Rampello e l’autrice teatrale e saggista Agnese Grieco.
L’occasione o meglio il pretesto per riunire tre affermate autrici italiane a Berlino è stata come di consueto la presentazione di alcuni testi e di attività culturali promosse dalle tre studiose: Nadia Fusini con il suo Hannah e le altre (Einaudi 2013), Liliana Rampello con il suo Sei romanzi perfetti. Su Jane Austen (Il Saggiatore 2014) e Agnese Grieco con il suo ultimo progetto teatrale, l’Addéla Ole, da La Storia di Elsa Morante (Teatro Elfo-Puccini di Milano).
L’incontro si è subito trasformato in un qualcosa di assai meno formale come l’aperta ed amichevole discussione di tre amiche di fronte ad un pubblico ovviamente invitato a partecipare.
Tre femministe in dialogo sul femminismo, ho dimenticato di dire. E in effetti molto è stato detto sulla specificità femminile nello scrivere e nel tradurre, nella comunicazione e persino nel silenzio. È una rivendicazione un po’ singolare, a pensarci bene. Dopo anni e anni di femminismo, proprio quando la condizione femminile sembra entrata in crisi con la parabola berlusconiana (ma non ne è stato fatto alcun cenno: una dimenticanza e un lapsus forse fin troppo significativi), tre intellettuali difendono la loro voce di donne proclamando d’essere innanzitutto donne, femmine ma anche impegnate, con questa loro specificità, nel mondo della cultura.
Quale sia questa specificità, per tralasciare la vetusta idea che le donne si occupino di determinati temi piuttosto che altri e per tacere dell’assunto assolutamente misogino, a ben vedere, che le donne posseggano una sensibilità particolare, è difficile dire in astratto, proprio perché l’astrazione è frequentemente un’ossessione maschile, come se per pensare fosse intrinsecamente necessario definire prima i parametri della teoria e solo in seguito riempirli di pensieri e non piuttosto, come insegna tra l’altro la filosofia postmoderna, pensare già da sempre entro le strutture, incarnandole e concretizzandole.
Per cui non è forse un caso se questa specificità femminile si declina innanzitutto per esempi piuttosto che per teoresi. Un esempio particolarmente suggestivo, ricordato dalla Fusini, è il particolarissimo modo di leggere il poema omerico dell’Iliade nel mezzo della furia della seconda guerra mondiale non come una celebrazione della lotta e della guerra bensì come un libro sigillato per comprendere il mistero della pace che non è affatto il fine implicito della guerra, come recita l’adagio romano “si vis pacem para bellum,” bensì il suo contrario, come l’estrema declinazione di un pensiero maschile al maschile. Ma quest’ultima lettura giunge appunto quasi all’ultimo (sarei tentato di dire apocalitticamente agli ultimi momenti della storia) proprio da due donne eccezionali che scrissero quasi contemporaneamente quasi le stesse cose se non addirittura le stesse parole sul medesimo libro, l’Iliade, quasi ricalcando un racconto di Borges: la celebre Simone Weil e la meno conosciuta Rachele Bespaloff. Entrambi autrici di profonde letture dell’Iliade, entrambe ebree, una suicida e l’altra quasi suicida. Ciascuna però è riuscita a dar voce ad una trama sottile all’interno dell’Iliade non tanto come manuale per la guerra, quello che si diceva Alessandro Magno tenesse sempre sottomano nelle sue campagne militari, bensì un “livre de chevet:” un libro da tenere sottomano ma anche un libro da capezzale. Un libro per i morti o coloro che conoscono la morte attraverso la guerra.

Ho appena detto: dar voce. È un’espressone di cui si abusa ma che forse andrebbe usata con parsimonia per proteggere appunto il senso delicatissimo che dovrebbe comunicare: l’idea, la persuasione che sia necessario “dare la parola” proprio perché c’è chi non ha la forza di prendersela, a causa della propria debolezza sociale, politica, culturale o di genere, ma anche a causa della propria minorità o semplicemente della propria timidezza. L’atto di “dar voce” è quindi fondamentalmente un gesto di tenerezza: l’idea di lasciar parlare chi altrimenti non parlerebbe.
Ciò vale anche, se non soprattutto, per la propria dimensione interiore: “dar voce” a quella parte di sé che è altrimenti costretta dagli impegni del mondo, dalle aspettative, dai codici sociali e così via.
Proprio perché offrire la propria scrittura ad una voce (interiore?) è anche questa una specificità femminile che tende ad opporsi alla teoria, all’idea che il concetto sia soprattuto qualcosa da vedere passivamente piuttosto che da immaginarsi grazie alla propria opera, costruendo un dialogo, dialoghi: tra sé e sé, tra sé e il lettore, tra sé e il testo immaginario (quello che ancora deve scendere dalla penna sulla carta), tra sé e il testo concreto (quello che si traduce).
È questa capacità di istituire un dialogo, probabilmente non separata dalla vicinanza affettiva con la madre, come la psicoanalisi sopratutto post-freudiana non ha mai mancato di sottolineare, che ha reso Jane Austen grande almeno quanto Shakespeare, come è stato affermato non troppo sorprendentemente da Liliana Rampello che ha lamentato tra l’altro l’assoluta necessità di dirsi femministe ma anche femministi, dal momento che non si può davvero contemplare l’idea di essere intellettuali senza conoscere e praticare anche il pensiero femminile.
Il compito se non il dovere di conoscere il pensiero femminile, ha ricordato, non significa semplicemente riconoscere che esistono, perlomeno dal primo Novecento, pensatrici eccezionali di politica, scienza e filosofia bensì, in modo assai più radicale, che esiste una specificità femminile che appunto è quella di “far voce:” ovvero costruire una affabulazione anche laddove ‘un’ filosofo altrimenti teorizzerebbe solamente.
L’incontro è stato ottimamente mediato e condotto da Agnese Grieco che è è apparsa come una vera e propria comprimaria della serata e non la semplice mediatrice (cosa a cui una certa cattiva televisione ci ha abituati): un’altra voce importante in questo trio di donne in dialogo, forse non casualmente anche autrice di teatro, abituata ad avere ed imporre un’ importante presenza scenica, insomma a dare voce anche col corpo.

Vai al sito del Ici Berlin [vedi]

SALUTE & BENESSERE
I tic, nervosi ma spesso passeggeri

Emettere dei colpetti di tosse, ripetere le stesse parole, chiudere gli occhi o strizzarli, toccarsi i baffi o le orecchie, e ancora mordersi le guance, fare smorfie, ecc. milioni di persone convivono con questi piccoli tic.
Un movimento o una parola involontaria, spesso ripetuti e ossessivi possono essere sintomo di stress o tensioni Ma questa problematica può essere sintomo di un vero e proprio malessere patologico. I tic possono interferire nelle attività quotidiane, rendendo difficile lo svolgimento normale di attività che richiedono molta concentrazione come parlare, scrivere, osservare e anche dormire. I problemi maggiori causati dai tic, comunque, sono di natura sociale e relazionale.

Cosa sono i tic
Si tratta di parole o gesti involontari, rapidi e ricorrenti, che non hanno scopo. L’origine fisiologica dei tic non è chiara. A livello neurologico possono dipendere da un’alterazione nei circuiti del sistema nervoso centrale. A livello psicologico sono senz’altro la conseguenza di uno stato di stress a livello cosciente o inconscio. La “funzione” del tic sarebbe quella di abbassare una condizione di ansia attraverso un rituale ripetitivo.

Quali tipi di tic esistono
In base al modo in cui il tic si manifesta, si possono distinguere 4 tipi di tic:
1. tic motori semplici: sono piccoli e brevi gesti dei muscoli del viso e del corpo, come ammiccamenti, alzate di spalle, movimenti dei piedi;
2. tic motori complessi: sono azioni di maggiore durata e maggiormente articolate, come strapparsi i capelli o pulirsi ossessivamente gli occhiali;
3. tic vocali semplici: è la ripetizione di suoni inarticolati, come fischi e colpi di tosse;
4. tic vocali complessi: prevedono la ripetizione di parole o frasi, che a volte possono anche essere scurrili o ingiuriose (cazzo, merda, ecc.).

Le cause
Attenzione, c’è un disagio, un malessere o un particolare stato d’animo dietro ad ogni tic. Alcuni gesti rispecchiano un desiderio di protezione e consolazione (come quello di arrotolarsi i capelli intorno alle dita o di cullarsi con movimenti ripetuti del busto); altri tic molto comuni, come il mangiarsi le unghie o mordicchiare la penna, sono indice di aggressività inespressa; anche i tic linguistici, come la ripetizione continua di un intercalare all’interno del discorso (“cioè” o “diciamo che”) hanno un significato: esprimono insicurezza e frustrazione. A volte però i tic possono essere anche la conseguenza di condizioni patologiche come encefaliti, ictus, intossicazioni da monossido di carbonio, traumi cranici e da assunzione di alcuni farmaci eccitanti. Ci sono anche rari disturbi, come la cosiddetta sindrome di Gilles De La Tourette, che si manifestano proprio con una serie di tic: nel caso riportato in esempio, la persona affetta da questa patologia è soggetta a continui tic vocali e motori, che si ripetono in sequenza, compromettendo la vita quotidiana e creando, in alcuni casi, una quasi totale disabilità.

Quali i rischi
1) Rosicchiare le unghie: abitudine che, a lungo andare, provoca sia il danneggiamento dell’unghia stessa.
2) Tirarsi i capelli o attorcigliarsi una ciocca di capelli attorno alle dita: la ripetizione continua del gesto rischia seriamente di rovinare i capelli perché la continua stimolazione in questo senso, rovina anche la radice del capello.
3) Far scrocchiare il collo: la mossa, seppure dia sollievo sul momento, porta all’indebolimento dei legamenti e provoca l’usura delle articolazioni provocando artrite e anche il rischio di ictus.
4) Schiacciare, grattare o toccare in continuazione i brufoli: il sanguinamento di un brufolo può anche provocare la formazione di cicatrici permanenti.
5) Digrignare in continuazione i denti (bruxismo) può provocare la rottura dei canali dentali, oltre a danni alla mandibola o usura dei denti.
6) Succhiare caramelle dure è dannoso perché, se troppo zuccherate, possono provocare carie.
7) Leccarsi o mordersi le labbra porta le labbra a essere sempre secche e screpolate ed è più facile che così vengano intaccate dai vari enzimi digestivi presenti nella saliva provocando infezioni; mordicchiarle in continuazione può anche arrivare a provocare fibromi, che possono essere rimossi solo chirurgicamente.
8) Mordere l’interno della guancia può provocare gonfiore, infiammazioni croniche e sanguinamento.
9) Masticare di continuo il chewing gum è pericoloso perché va a stimolare in continuazione i muscoli della mascella; inoltre, l’eccessivo consumo di gomme da masticare può anche portare a problemi di tipo digestivo e di gas.
10) Mordicchiare penne e matite: si può incorrere in infezioni e patologie varie causate dai germi che entrano in contatto con le gengive.

I tic generalmente non sono pericolosi ma se molto frequenti e prolungati nel tempo, possono stancare i muscoli coinvolti, provocare infiammazioni e risultare dolorosi. All’origine dei nostri malesseri, infatti, ci sono disarmonie. Ogni volta che il nostro corpo vive uno stress (e in media ogni persona ne affronta uno importante a settimana), esso reagisce ‘globalizzandone l’impatto’ per renderlo il più tollerabile possibile per la distribuzione di energia (creando, così, un equilibrio di compensazione): ciò comporta, al tempo stesso, un immagazzinare in memoria le tracce degli squilibri compensati.

Consiglio
La miglior cosa è rimediare in modo sano e naturale. L’osteopatia in ambito craniale rappresenta un valido strumento nell’ambito della prevenzione perché ogni processo patologico nel corpo è l’espressione di una disfunzione muscolo-scheletrica più o meno pronunciata che, se non opportunamente trattata, contribuisce al mantenimento di una condizione di malessere psico fisico. La tecnica cranio-sacrale è uno dei metodi per decondizionare gli schemi alterati, aiutando la persona al rilassamento.

NOTA A MARGINE
Lezione di tango con abbraccio. E poi cinema a passi di danza

L’altra sera chi ha salito le scale del cinema Boldini, si è trovato davanti un muro di persone. Non era la coda per il film, ma il pubblico che assisteva al primo spettacolo di danza ospitato nell’atrio della sala d’essai.
La danzatrice era Elisa Mucchi e il balletto Piccola Opera Umana.
“E’ la prima volta – spiega Alice Bolognesi, responsabile attività cinema dell’Arci – che una performance viene costruita e legata ad un film, e proposta in questo luogo”.

Il film è il documentario di Ivan Gergolet “Dancing with Maria”, proiettato dopo la performance. Protagonista della storia è Maria Fux, la straordinaria ballerina argentina, 93 anni, ideatrice di un metodo commovente e poetico di danzaterapia. Nei suoi corsi ballano insieme ragazzi down, persone non vedenti e diversamente abili, oltre a professionisti, come l’italiana Martina. “Dancing with Maria” è stato l’unico film italiano e il primo documentario in concorso alla Settimana Internazionale della Critica a Venezia dello scorso anno.

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Come mai avete deciso di proiettare questo documentario?
Aveva ricevuto ottime recensioni – racconta Bolognesi – conosco personalmente la distribuzione con cui avevamo già lavorato in occasione del Festival di Internazionale. Quando ho visto il film, ho pensato potesse interessare anche al nostro pubblico. Il mercoledì cerchiamo sempre di proporre pellicole di qualità che difficilmente trovano spazio nella normale distribuzione cinematografica.

Come vi è venuta l’idea di far precedere la proiezione da un evento live?
Avevamo visto – prosegue Bolognesi – che nelle altre città in cui veniva proiettato il film erano stati organizzati flash mob e allora abbiamo pensato di realizzare qualcosa di specifico anche a Ferrara. Ultimamente vengono spesso realizzati eventi collegati alle proiezioni, forse un modo per avvicinare nuovo pubblico o semplicemente per offrire un valore aggiunto alla proiezione. A noi l’idea piace molto, anche perché consente di collaborare con altre realtà e creare nuove sinergie. In questo caso si è trattato del teatro Ferrara Off. Ma non solo, visto che come sempre abbiamo ricevuto un grande aiuto da parte del Teatro Comunale Claudio Abbado anche per la promozione della serata.

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Come è nata la collaborazione con la danzatrice Elisa Mucchi?
Conosco Elisa da dieci anni, ho pensato subito a lei. È un artista capace e sensibile, sapevo che sarebbe stata la persona giusta. Quando l’ho chiamata, ha accettato subito, dicendo che per lei sarebbe stato un onore danzare prima di un documentario sul percorso di Maria Fux. Da lì abbiamo iniziato a ragionare sul tipo di evento da realizzare. Elisa mi ha detto: basta flash mob! Ormai li fanno per qualsiasi cosa! Allora abbiamo deciso di trasformare per un giorno l’atrio del Boldini in una “succursale” di Ferrara Off e di realizzare una lezione di danza.

Dalle 19 alle 20,30, Elisa insieme al ballerino Marco Maretti ha proposto “due uno, uno due _ UNO. Pratiche di ABBRACCIO” una lezione aperta per ballerini di tango, ma non solo. Poi alle 20,45 ha eseguito la performance per accompagnare gli spettatori alla visione del film”.

“Piccola Opera Umana – spiega Mucchi a margine della sua performance – è un progetto che propone di guardare gli esseri che espongono la propria singolarità come si guarda una pianta. Permettersi lo scorrere del movimento, le emozioni, gli impulsi, per tornare ad una originaria fluidità che ci trasporta, che è l’origine da cui proveniamo, essere presenti e viverla fino in fondo, per esprimere la nostra singolarità. Il corpo sa. Ciò che cerco è una dimensione in cui esso possa esprimersi per quello che è, permettendo alla bellezza e alla profondità di riaffiorare. E’ ancora possibile fermarsi ad osservare un corpo nella sua attività o inattività, coglierne la bellezza? Dove sta la bellezza?”.

Una domanda universale, alla quale si può rispondere solo con qualcosa di molto terreno: alla fine della proiezione molti si sono alzati accennando passi di danza. Lì c’era la bellezza.

IMMAGINARIO
I volti del teatro.
La foto di oggi

marco_caselli
Marco Caselli Nirnal

In attesa dell’inaugurazione della mostra fotografica di Marco Caselli Nirmal “Claudio Abbado-Fare musica insieme”, prevista per domani alle 19.30, all’Opera di Firenze [leggi], nella rotonda Foschini del teatro Comunale di Ferrara intitolato proprio al grande direttore d’orchestra scomparso lo scorso anno, si possono ammirare nelle foto di Caselli Nirmal alcuni dei volti più noti della scena teatrale italiana che hanno calcato il palcoscenico estense e che con la nostra città hanno stretto legami di grande familiarità. Molti purtroppo sono scomparsi. Fra questi Luca Ronconi, Mariangela Melato, Giorgio Gaber…

OGGI IMMAGINARIO FOTOGRAFIA

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La Rotonda Foschini del teatro Comunale Abbado di Ferrara

L’installazione fotografica di Marco Caselli Nirmal nella rotonda Foschini  [clic sulla foto per ingrandirla]

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

 

 

GERMOGLI
Il Rock!
l’aforisma di oggi…

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

Goethe
Goethe

Ogni tragedia ha le sue ipotesi per potersi giustificare davanti agli occhi del mondo. Non dobbiamo accontentarci però dell’impalcatura, scambiandola per l’edificio.

“Le ipotesi sono impalcature che si innalzano prima dell’edificio e che si tolgono quando l’edificio è compiuto. Sono indispensabili al muratore, solo che questi non deve scambiare l’impalcatura per l’edificio”. (Johann Wolfgang Goethe)

ACCORDI
Vieni a vedere perché.
Il brano di oggi…

bagus_ed_specialeOgni giorno un brano intonato a ciò che la giornata prospetta.

[per ascoltarlo cliccare sul titolo]

Cesare Cremonini – Vieni a vedere perché

35 anni oggi per Cesare Cremonini. Il cantautore bolognese, già leader dei Lunapop, ha scalato le classifiche e fatto incetta di dischi di platino con i suoi ultimi due album, La Teoria dei Colori (2012) e Logico (2014), rispettivamente il quarto e quinto della sua carriera. Un successo da solista iniziato nel 2002 con il suo album di debutto Bagus, contenente uno dei suoi brani più apprezzati, Vieni a vedere perché.

LA CURIOSITA’
Con #MuseumWeek il museo archeologico di Belriguardo fa vetrina su Twitter

Importanti reperti in ambra, tra i quali un anello con una scena complessa di eroti (o amorini), esemplare unico al mondo, un balsamario in onice, unico esemplare integro al mondo e degli interessanti pettini d’osso e di avorio, provenienti da una necropoli bizantina. Sono alcuni dei cimeli del Museo civico di Belriguardo. Dopo l’inaugurazione della rinnovata sezione archeologica, alla presenza del ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini (lo scorso 14 marzo), ora un’altra novità per questa bella realtà di Voghiera. Parliamo della partecipazione, con il proprio account Twitter @M_Belriguardo, a #MuseumWeek, un’occasione, per una settimana, dal 23 al 29 Marzo, di far conoscere al vasto pubblico di Twitter la realtà di Belriguardo, sia quella ufficiale sia quella meno conosciuta, da “dietro le quinte”.
Il museo si trova a Voghiera, all’interno della Delizia di Belriguardo, la residenza estiva degli Este. Al piano terra si trovano esposti i reperti delle 67 tombe scavate nella necropoli di Voghenza, mentre, al primo piano, sono esposti i reperti provenienti dal territorio di Voghiera. Il museo nasce dal vecchio ‘antiquarium’ che si trovava a Voghenza, vicino alla zona archeologica e fu poi trasferito, nel 1994, nell’attuale sede che, nel 2001, è diventato Museo civico. Nel torrione sono presenti alcune opere dell’artista locale Giuseppe Virgili (1884-1968), nella sezione arte moderna. Nella Sala della Vigna, l’unico salone affrescato rimasto degli oltre cento che c’erano nel Rinascimento, oltre agli affreschi di Gerolamo da Carpi, Benvenuto Tisi da Garofalo e dei fratelli Dossi, Battista e Dosso, sono esposti i reperti trovati in una fossa di scarico nel primo cortile di Belriguardo  [vedi].

Ma cosa significa per Belriguardo partecipare al #MuseumWeek 2015 dal 23 al 29 marzo 2015? Molto, come si vede anche dalla pagina facebook del museo [vedi]. Durante questo periodo, infatti, le istituzioni culturali e i musei di tutto il mondo sono invitati a celebrare la cultura su Twitter. Promossa da una dozzina di community manager di musei e istituzioni culturali francesi in collaborazione con i team di Twitter, la #MuseumWeek 2014 ha conquistato 630 musei di tutta Europa [vedi]. Per il 2015 ci si è dati un duplice obiettivo: dare un’eco mondiale a questo evento dedicato alla celebrazione dei musei e attirare un numero di visitatori ancora più ampio, in modo ludico e partecipativo. Ecco i principi di questa seconda edizione:

● 7 giorni, 7 temi da condividere con tutti i partecipanti di ogni parte del mondo;
● ogni tema può essere esteso ai campi in cui sono specializzate le istituzioni (arte, scienza, storia);
● nei giorni feriali i vari temi incoraggeranno la comunicazione online, mentre nel week-end si darà maggiore risalto alla partecipazione attiva dei visitatori in loco;
● saranno promosse interazioni fra istituzioni, incluse quelle estere, e con il pubblico in visita.

Nei giorni scorsi si è fattoscoprire al pubblico la vita quotidiana delle istituzioni, il “dietro le quinte” ( #secretsMW); lo si è invitato a condividere i ricordi che hanno della loro visita al museo, ad esempio attraverso un oggetto (foto, magnete, libro, cartolina) o un incontro / momento che hanno lasciato il segno (#souvenirsMW); si è raccontata la storia dell’edificio, dei suoi giardini e dei suoi luoghi emblematici (#architectureMW); si è invitato il pubblico a catturare, intorno a sé, contenuti correlati alle specializzazioni delle istituzioni (#inspirationMW)

Domani, venerdì (#familyMW) si presenta ciò che offre l’istituzione per rendere una visita un’esperienza indimenticabile.

Sabato (#favMW)
S’incoraggiamo i visitatori a condividere, con foto o video, ciò che hanno amato di più del museo.

Domenica (#poseMW)
S’invitano i visitatori a considerare il museo come un set e a mettersi al centro della scena. Pose, selfie, … il pubblico occuperà lo spazio a modo suo.

Per le istituzioni che vogliono iscriversi (Belriguardo lo ha già fatto): andare sul sito del MuseumWeek2015 [vedi] e invitare, perché no, altre istituzioni a seguire il proprio esempio, ritwittando @MuseumWeek. Noi lettori, invece, seguiamo e (ri)twittiamo tutti Belriguardo! Forza!