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Mese: Luglio 2014

Sotto il cielo stellato di Ferrara, mercoledì 23 luglio, un nuovo appuntamento con Groove Aperitherapy, l’Aperiterapia dell’estate

da: organizzatori

C’è solo un’aperiterapia per i mesi estivi in città! Si chiama Groove Aperitherapy l’aperitivo lunghissimo a cielo aperto a cura di Michele Mazzanti del Messisbugo e di Elda Filia di Villa Horti della Fasanara, che vi aspetta domani, mercoledì 23 luglio, a partire dalle 19.30 e fino a mezzanotte nello splendido Parco di Villa Horti, in via Vigne 34 a Ferrara.
Ad accompagnarvi nella serata i cocktails e long drinks preparati dalle mani esperte della famiglia del Messisbugo, i piatti-aperitivo di Enrico Colombani e le specialità del ristorantino Quel Fantastico Giovedì, tra le note della musica del dj Lorenzo De Blanck.
Una formula vincente che quest’anno supera i confini della nostra città grazie alla collaborazione artistica del Pineta by Visionnaire e del Pacifico Dinner di Milano Marittima, che saranno presenti agli appuntamenti. Sponsor anche per il 2014 Martini.
Groove Aperitherapy per vivere la tua estate in città in un’atmosfera unica e raffinata!

L’ingresso è gratuito, ma riservato solo a pedoni e biciclette. Il parcheggio è possibile nei dintorni di Piazza Ariostea. Per informazioni: 393 9303450.

Enzo Vetrano e Stefano Randisi alla Casa di Reclusione Femminile di Giudecca

da: Associazione Culturale Balamòs

Prosegue il progetto teatrale “Passi Sospesi” negli Istituti Penitenziari di Venezia, diretto da Michalis Traitsis, regista e pedagogo teatrale di Balamòs Teatro.

Mercoledì 23 Luglio 2014, alle ore 16.00, Enzo Vetrano e Stefano Randisi registi e attori della Compagnia teatrale “Diablogues” terranno un incontro di laboratorio con le donne detenute della Casa di Reclusione Femminile di Giudecca. L’incontro è riservato alle donne detenute.
Attori, autori e registi teatrali, Enzo Vetrano e Stefano Randisi lavorano insieme dal 1976.
Nel settembre del 2011 hanno vinto il premio Le Maschere del Teatro Italiano con lo spettacolo I Giganti della Montagna per la categoria Miglior spettacolo di prosa e nel 2010 hanno ricevuto il premio Hystrio-Anct per il loro lavoro tra ricerca e tradizione. Del 2007 è il premio ETI – Gli Olimpici del Teatro come miglior spettacolo per Le smanie per la villeggiatura di Carlo Goldoni, realizzato insieme a Elena Bucci e Marco Sgrosso.
Nel 1988 Vetrano e Randisi hanno ricevuto dal Sindaco Leoluca Orlando il premio Palermo per il Teatro e vent’anni dopo, nel luglio 2007, è stato loro consegnato il premio Imola per il Teatro, come riconoscimento alla loro carriera.
Col Teatro Daggide di Palermo, loro città d’origine, Vetrano e Randisi hanno condiviso l’esperienza formativa del teatro di gruppo, orientando la propria ricerca verso il teatro d’attore, l’improvvisazione e la drammaturgia collettiva. Dall’83 al 92 hanno formato una compagnia all’interno della Cooperativa Nuova Scena di Bologna, per la quale hanno scritto, diretto e interpretato numerosi spettacoli fra cui una trilogia dedicata alla Sicilia, e hanno partecipato a diversi lavori con Leo de Berardinis.
Nel 1995 hanno fondato l’Associazione Culturale Diablogues, che spazia da produzioni di spettacoli di ricerca teatrale e musicale alla didattica, da collaborazioni e consulenze artistiche alla progettazione e realizzazione di eventi teatrali unici in luoghi di particolare interesse artistico e culturale. Dal 2001 al 2012 Vetrano e Randisi sono stati fondatori e direttori artistici del Festival Acqua di terra / Terra di luna, il più importante avvenimento culturale della Vallata del Santerno.
Dal 1999 al 2003 una creativa e fruttuosa collaborazione con la compagnia “Le Belle Bandiere” ha avviato uno studio su testi classici che ha fatto conoscere e apprezzare il lavoro di Vetrano e Randisi anche in circuiti di teatro più tradizionale, distinguendosi per la prospettiva originale che apre squarci su differenti visioni e dimensioni dei testi e degli autori affrontati: Il berretto a sonagli di Pirandello (1999) Anfitrione da Plauto, Molière, Kleist e Giraudoux (2000) Il mercante di Venezia (2001) e Le smanie per la villeggiatura di Goldoni (2003).
Successivamente hanno creato una nuova compagnia che ha realizzato un repertorio pirandelliano: L’uomo, la bestia e la virtù (2005), Pensaci, Giacomino! (2007) I Giganti della Montagna (2009) Fantasmi (2010) Trovarsi (2011). Recentemente hanno affrontato con risultati emozionanti anche la drammaturgia di Franco Scaldati, realizzando Totò e Vicé (2012).
La visita di Enzo Vetrano e Stefano Randisi alla Casa di Reclusione Femminile di Giudecca ha come obiettivo quello di ampliare, intensificare e diffondere la cultura teatrale dentro e fuori gli Istituti Penitenziari di Venezia.

Neanche in Mozambico…

Al rientro in Italia chissà se Renzi ha provato una qualche invidia per quel Paese, di fronte all’inverecondo spettacolo apparecchiato in men che non si dica dal circo Barnum che da sempre accompagna il Nostro ex cavaliere. L’Italia intera dopo la sentenza Ruby gli deve le scuse. Anzi Berlusconi santo subito. Per certi giornalisti, politici e “ politologi”, opinionisti un tanto al chilo, è la rivincita contro i “giustizialisti” che in questi anni hanno denunciato come soldi da Mediaset siano stati indirizzati alla mafia, a uomini politici, a giudici corrotti si sia attinto a fondi neri e praticato l’evasione fiscale.
Il Cerchio Magico che da sempre ha contornato e tutt’ora circonda il Cavaliere è composto da prostitute, affaristi, maneggioni, ricattatori etc. Tutta gente che alle parole etica o legalità viene colta da attacchi di orticaria. Fanno di tutto, costoro, per abbassare l’asticella già non altissima degli italiani sul rigore morale ed il rispetto istituzionale che il resto dell’Europa tiene invece ben fermo. Il nostro pimpante presidente del Consiglio ha voluto dire la sua scivolando su di una buccia di banana (del resto era in Africa). Ci ha immediatamente fatto sapere che anche in presenza di una condanna sul caso Ruby lui sarebbe andato avanti con il cavaliere “perché politica e giustizia debbono stare distinte”. Una enormità che non sta né in cielo né in terra!
A smentirlo basterebbero le reazioni del Cavaliere e del suo seguito che subito si sono dati da fare per portare all’incasso politicamente una assoluzione cui non si sarebbero giocato un euro. Ora ventre a terra per la grazia, prodromica alla “agibilità politica” per una nuova destra, per una ”riforma” della giustizia (di rito berlusconiano) etc.
E’ tutto un rifiorire di proposte per imporci di nuovo il caro leader. Verrebbe da dire: Renzi ci sei o ci fai? Qualunque cittadino venisse colpito da una severa condanna o esibisse una biografia come quella del cavaliere sarebbe emarginato dalla parte sana ed onesta della cittadinanza. Renzi rammenti il vecchio e saggio detto popolare: dimmi con chi vai e ti dirò chi sei.
Le riforme innanzitutto e sopratutto. Anche se gli interlocutori sono Belzebù-Verdini (che ha più procedimenti giudiziari che capelli in testa) e quel Berlusconi che vuole riformare la Costituzione perché “troppo comunista” e che tranne una volta, rifiutò sempre di celebrare quel 25 aprile da cui essa ha attinto i suoi valori fondanti. Le regole vanno scritte con tutti. E’ il leit motiv ossessivo. Ma la domanda sorge spontanea, come il dubbio: se i miei interlocutori sono quelli sopra descritti siamo in presenza di riforme o controriforme? Altro pezzo forte: Berlusconi rappresenta sei milioni di italiani, quindi vanno coinvolti. Per Renzi un assioma.
A parte che l’uomo di Arcore ne ha persi in questi anni più della metà di elettori e sarebbe interessante discutere sui valori, le aspettative, le richieste di quelli che sono rimasti e su quale tipo di Paese hanno in mente (mi corre un brivido), per la storia ricordo che la rappresentatività di cui Berlusconi si è sempre fatto forte per chiedere un codice penale ‘ad personam’ è strettamente collegata alla qualità della stessa che prevede la diversità, ma mai contro o fuori della Carta Costituzionale.
Mussolini a metà degli anni “30 era più che mai – purtroppo – ‘rappresentativo’ del Paese. Gli antifascisti però non avvertivano la necessità di dialogare. I monarchici ebbero al referendum quasi più di 10 milioni di voti ma la Costituzione fu promulgata senza di loro. Anzi essa decretò l’esilio del Re e dei suoi familiari. Resto del parere per il bene dell’Italia che Berlusconi vada indebolito non rafforzato. Sinora però caro Renzi… Del presidente del Consiglio ammiro il dinamismo. Ho votato per lui alle primarie. La voglia di fare, innovare. Ne ho avuto abbastanza dei fallimenti della sinistra in questi 20 anni. Ma adelante Matteo con juicio. L’unità con Forza Italia si dice che c’è. Vedremo poi su cosa. Per intanto il Paese è spaccato.

Reporter o scrittore? Confessioni di un aspirante giornalista

“La prima cosa che salta agli occhi è il sorriso. Sempre il sorriso, ovunque il sorriso. Come se quel viso non fosse mai triste, preoccupato, furioso. Se non si apriva in un sorriso, era piuttosto assorto, concentrato. Imbarazzato. “Non disturbo?”, chiedeva quando senza preavviso o anche su appuntamento passava in redazione, si avvicinava a una scrivania, entrava in un ufficio. E di nuovo il sorriso: di scusa, lievemente vergognoso. Un sorriso di difesa, che spianava la strada alla ritirata”. Arthur Domoslawski, La vera vita di Kapuściński.

Ho letto Ebano di Ryszard Kapuściński a Parigi, dodici anni fa circa, in un momento estremamente positivo e vivace del mio percorso di vita personale e professionale.
Oggi, scopro un bellissimo e interessante libro che non solo mi ricorda quella lettura e mi fa riflettere, ancora una volta, sulla bellezza del viaggio e la fortuna di poter scrivere sugli incontri fatti e i luoghi visitati, ma che mi fa anche pensare al limite, a volte molto esile e sottile, se non poco tangibile, fra il reportage e la letteratura, a un forte legame che a volte li rende complici.

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Copertina di ‘La vera vita di Kapuściński: reporter o narratore?’ (Arthur Domoslawski, Fazi 2012)

Il libro di cui parlo è La vera vita di Kapuściński: reporter o narratore?, del polacco Arthur Domoslawski (Fazi editore), che ho scoperto, per caso, nella mia continua e febbrile ricerca di letture interessanti sul tema dei reportage di viaggi.
Non mi soffermerò sulle polemiche che hanno accompagnato il libro (tipo fatti inventati / amplificati o informazioni avute grazie a una collaborazione con i servizi segreti polacchi), ciò che m’interessa è ben altro. Ad affascinarmi di questa biografia, una storia personale che si legge come un romanzo d’avventura, è, in primis, la prefazione all’edizione francese di Jan Krauze, che descrive Kapuściński come un reporter che ha superato i limiti del giornalismo per approdare alle rive di un altro regno, quello della letteratura. Kapuściński è stato allora un grande reporter o un grande narratore? Ha mai avuto la tendenza a esagerare o a inventare fatti e storie? Fino a che punto si possono modificare i fatti per scrivere un reportage? Dove termina il reportage e comincia la letteratura? Qual è la relazione tra la realtà e le parole, tra la storia e la letteratura?

Questo libro apre mille riflessioni, mi fa rileggere e ripensare i miei reportage di viaggio, le mie interviste con testimoni di fatti o situazioni presentate ai miei fedeli e instancabili lettori.
Il dibattito sui limiti degli elementi narrativi nel reportage, del resto, non è nuovo: da oltre cinquant’anni esiste una categoria letteraria specifica, conosciuta in inglese come “faction”, per le opere che uniscono la descrizione dei fatti alla letteratura.
Kapuściński aveva un punto di vista originale sul tema dell’obiettività. In un’intervista citata da Domosławski, afferma “Non credo nel giornalismo neutrale, nell’obiettività formale. Il giornalista non può essere un testimone indifferente, ma dovrebbe possedere quell’abilità che la psicologia chiama empatia. Il cosiddetto giornalismo obiettivo non è praticabile in contesti di guerra. I tentativi di obiettività in queste situazioni portano alla disinformazione”.
L’uomo e il suo sentire restano, dunque, al centro di ogni storia. I protagonisti veri.
Kapuściński viene poi considerato anche un anticipatore della tendenza “glocal”, per aver saputo dare valore alle storie locali, mettendole in connessione con l’orizzonte ampio di un mondo che cambia in continuazione e velocemente, nel quadro della globalizzazione del secondo millennio. Un pioniere quindi della parola, del viaggio, dei fatti nel viaggio e del viaggio nei fatti, degli eventi nella vita di ogni uomo incontrato su strade polverose, della volontà di dare volto e voce a chi non l’ha e di produrre una qualche forma di cambiamento nel mondo.
Se poi leggo e rileggo le belle pagine di Ebano, mi ricordo ancora dei lunghi e intriganti passaggi sull’Africa, sulla concezione africana del tempo, sulle descrizioni di paesaggi eterni e sterminati. I racconti, le immagini, le sensazioni e le descrizioni si mescolano ai fatti, ci si perde nella loro fusione quasi totale. Kapuściński (e, ammetto, che mi ci ritrovo quando scrivo), da la prova del dono dell’empatia: è un turco fra i turchi, un africano fra gli africani.
Lo vedo passeggiare, attento ma senza prendere note, osservare la vita degli uomini “fino alla frontiera della finzione”, che finisce per trascinarlo via con sé, facendo del reporter un romanziere riconosciuto ben al di fuori del suo paese. Mi vedo un lui, mi domando, ancora, quanto la fantasia possa sposarsi con la realtà, come le due dimensioni possano confondersi.
Se penso ai miei viaggi maliani, fatico a separare i fatti dalle emozioni e dai racconti raccolti per le strada, parlando con un anziano e affaticato tuareg.
Kapuściński non lascia che tracce, ossia delle parole. Come un dito su un alone annebbiato di un vetro, un io solitario che partorisce idee nelle camere d’albergo, viaggiando su un treno o su un bus sgangherato nella foresta. Mi sento pure io un po’ un io solitario che cerca di lasciare tracce di emozioni attraverso la parola e, ciò, sulle linee marcate di vite reali. Perché credo che, alla fine, un buon reporter debba essere un buon scrittore e raccontare la vita e la storia come in un libro. D’altra parte, anche Graham Greene affermava che “una ragione meschina, forse, per la quale i romanzieri cercano di mantenere le distanze dai giornalisti è che i romanzieri si sforzano di scrivere la verità, mentre i giornalisti di scrivere la finzione”.
Il vero reporter, allora, è forse un buon romanziere-scrittore?

«Questo l’ho già suonato domani»

D’estate si leggono di solito romanzi e racconti, difficilmente si legge di racconti e di romanzi.
In epoca di digital literacy mantenere il culto del libro non è cosa da poco, perché tra i diversi strumenti dell’uomo, il più stupefacente è, senza dubbio, il libro.
Credo però che si debba diffidare di quanti accumulano letture, come se la cultura derivasse unicamente dalla loro somma, pensando che romanzi, racconti o poesie, per il solo fatto di essere stati stampati e acquisiti dalle biblioteche, abbiano valore in sé e in quanto opere della fantasia.
No. Ogni libro ha una storia di circostanze e di ragioni. Quando si parla dei grandi classici, anche le analisi stilistiche più raffinate restano sterili esercizi accademici, se ignorano quanto indusse un Virgilio o uno Shakespeare o un Cervantes a scrivere quello che hanno scritto.
Ecco perché leggere di romanzi e di racconti ha un valore formativo, che va ben oltre le liste di volumi assegnati al termine delle scuole dagli insegnanti agli studenti per le vacanze o a quegli sterili resoconti letterari che con diligenza routinaria i candidati portano ai nostri esami di stato.
Magnifiche lezioni sul libro ci hanno lasciato i Borges oral, cinque conferenze tenute all’Università di Belgrano; le Lezioni americane: sei proposte per il prossimo millennio di Italo Calvino; le Lezioni di letteratura di Nabokov; Sei passeggiate nei boschi narrativi, le Norton Lectures 1992-1993 tenute da Umberto Eco all’Università di Harvard.
Ora Einaudi pubblica Lezioni di letteratura, di Julio Cortázar. Tredici ore di lezioni che l’autore di Storie di Cronopios e di Famas tenne a Berkeley nell’ottobre e novembre del 1980. Lezioni rivolte ad un uditorio di giovani studenti con lo scopo preciso di aiutarli a diventare o a scoprirsi buoni lettori.
Cortázar espone un’idea di letteratura che non è quella scolastica, un’idea di letteratura come impegno civile, non la letteratura dell’arte per l’arte, ma quella espressa da una nuova generazione di scrittori coinvolti nelle lotte, nelle discussioni, nella crisi del loro popolo e dei popoli nel loro insieme. L’impegno per una scrittura strettamente legata e partecipe del quotidiano che bussa alla porta, il lavoro non dello scrittore latinoamericano, ma di un latinoamericano scrittore come Cortázar rivendica di voler essere.
Le sue non sono lezioni cattedratiche: Cortázar porta avanti con gli studenti un vero e proprio dialogo sulla letteratura.
I temi trattati sono molti, le caratteristiche del racconto fantastico; la musicalità, lo humour, l’erotismo e il gioco in letteratura; il rapporto tra immaginazione e realismo, la letteratura d’impegno sociale e le trappole del linguaggio, e tutti vengono affrontati con un approccio concreto, che sempre trova un punto d’appoggio in letture ed esempi che appartengono non solo alla letteratura, ma alla produzione culturale di ogni epoca. E le lezioni diventano ancor più interessanti quando Cortázar racconta l’evoluzione del suo percorso di scrittore: come nacquero i cronopios o alcuni dei suoi celebri racconti; il significato di Rajuela e il suo processo di scrittura.
«Tra i diversi strumenti dell’uomo, il più stupefacente è, senza dubbio, il libro. Gli altri sono estensioni del suo corpo. Il microscopio, il telescopio, sono estensioni della sua vista; il telefono è estensione della voce; poi ci sono l’aratro e la spada, estensioni del suo braccio. Ma il libro è un’altra cosa: il libro è un’estensione della memoria e dell’immaginazione» dice Cortázar ai suoi studenti. E continua: «Ogni volta che leggiamo un libro, il libro è mutato, la connotazione delle parole è diversa. Inoltre, i libri sono carichi di passato».
Parlando delle sue strade di scrittore, racconta ai giovani universitari come è possibile passare dal culto della letteratura per la letteratura, ad una letteratura come ricerca del destino umano, alla letteratura come uno dei modi di partecipare ai processi storici che toccano ciascuno di noi e i nostri Paesi.
Cortázar non è solo uno scrittore, ma uno scrittore che usa la lingua come terreno di rivoluzione, che ha speso la sua vita a combattere le sintassi e le strutture che obbligano a pensare in modi predeterminati. Perché, tanto per cominciare, lo scrittore gioca con le parole, e il suo gioco è un gioco sul serio. Racconta della dilatazione del tempo oltre la realtà nella fantasia, nella fatalità, il gioco della mente e del pensiero. Di sequenze interiori, di visioni, di sguardi che abbattono le barriere spazio temporali, della grande narrativa latino americana.
Le otto lezioni di Cortázar sono riflessioni personali sulla sua vita e sul suo lavoro, inviti a chi gli sta intorno ad interrogare a sua volta la propria di vita, perché ognuno di noi come il Charlie Parker di Il persecutore può dire: «Questo l’ho già suonato domani».

Saldi: andamento pressochè stabile nelle prime due settimane, non percepito effetto del “Bonus” sugli stipendi

da: ufficio stampa Ascom Ferrara

Vendite complessivamente in tenuta rispetto all’anno precedente (per il 55 % degli esercizi commerciali intervistati) e grande attenzione alla qualità da parte dei consumatori: questi in estrema sintesi i dati di andamento delle prime due settimane dei saldi estivi – partiti lo scorso 5 luglio e che si concluderanno il prossimo 2 settembre – raccolti a Ferrara, da Ascom Confcommercio attraverso l’ indagine condotta da Federazione Moda Italia su tutto il territorio nazionale.
Secondo l’indagine il 45% degli intervistati dichiara a Ferrara , infatti un andamento pressoché stabile delle vendite del periodo rispetto allo scorso anno e solo un 10% parla di un più 2% nelle vendite rispetto all’anno passato.

“Ci troviamo in un contesto difficile a Ferrara – commenta il presidente provinciale Ascom Giulio Felloni che ricopre anche l’incarico di consigliere nazionale di Federazione Moda Italia – come dimostrano i dati pesanti di disoccupazione della nostra provincia. I saldi rappresentano una piccola boccata d’ossigeno per le nostre imprese, che rispondono con un’attenzione ancora maggiore alla clientela e con servizi di qualità. Bisogna fare dei distinguo – prosegue il presidente Felloni -: tengono abbastanza i centri storici mentre arrivano segnali di difficoltà dalle periferie . D’altro canto gli stessi consumatori, condizionati ovviamente dalla crisi, evitano sempre più l’acquisto di impulso e verificano sempre gli acquisti in modo mirato e razionale. Insomma l’effetto del “Bonus” di 80 euro sugli stipendi, al momento, non ha sortito le conseguenze sperate nell’accelerare i consumi. Quindi in questo quadro complesso e che non autorizza facili entusiasmi bisognerà lavorare perché i saldi in un’ottica futura possano diventare un’occasione da integrare in una logica turistica, dove la città ed il suo territorio hanno forti potenzialità: dalla natura all’enogastronomia, all’arte ad uno shopping di qualità e convenienza, puntando sul Made in Italy. Siamo contrari ad una deregulation sui saldi perché questi alla lunga finirebbe solo per danneggiare sia gli operatori che gli stessi consumatori: questi ultimi di fronte ad una stagione allungata a dismisura dei saldi – che attualmente durano i classici 60 giorni – potrebbero rischiare di acquistare capi non esattamente di stagione.” conclude Felloni

Tra i prodotti più venduti si segnalano t-shirt, magliette e abiti estivi; le scarpe sportive di marca sono il prodotto-moda dell’estate. In accordo con i dati rilevati, il 45% degli operatori indica in aumento le vendite di prodotti di fascia media. La spesa media pro-capite durante i saldi, si attesta in media appena sotto gli 80 euro e li supera di qualche unità per l’abbigliamento e calzature: considerando che il nucleo medio familiare è composto intorno ai 2,2 componenti la spesa per famiglia durante questi saldi si attesta tra i 170 ed i 180 euro. Più in generale l’Emilia Romagna con Lombardia e Trentino sono le uniche tre regioni che non presentano un segno negativo.

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Prorogati gli incarichi in scadenza dei direttori generali di sette Aziende sanitarie

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Lusenti: “Stabilità al servizio sanitario regionale senza assumere ora scelte che impegnino la nuova Giunta regionale per gli anni futuri”

Sono stati prorogati per tre mesi, che decorreranno dalla data di insediamento della nuova Giunta regionale, gli incarichi in scadenza dei direttori generali di sette Aziende del Servizio sanitario regionale.
La decisione, assunta oggi dalla Giunta regionale, riguarda tutti i direttori generali i cui incarichi sono in scadenza tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre prossimi.
Si tratta in particolare dei direttori generali delle Aziende Usl di Reggio Emilia (Fausto Nicolini) e di Ferrara (Paolo Saltari), delle Aziende Ospedaliero-Universitarie di Parma (Leonida Grisendi), di Bologna (Sergio Venturi) e di Ferrara (Gabriele Rinaldi), dell’Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia (Ivan Trenti) e dell’Irccs Istituto ortopedico Rizzoli di Bologna (Giovanni Baldi).
“Abbiamo prorogato gli incarichi dei direttori generali in scadenza – ha detto l’assessore alle Politiche per la salute, Carlo Lusenti – per non assumere ora decisioni che avrebbero impegnato per i prossimi cinque anni la nuova Giunta regionale, la quale invece potrà decidere le nomine nel pieno delle proprie competenze, una volta insediata. Inoltre, questa scelta è necessaria per garantire continuità e stabilità di governo sia all’azione amministrativa delle Aziende sanitarie interessate che del Servizio sanitario regionale”.

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Profughi: primo incontro in Regione per l’applicazione del Piano nazionale

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

L’assessore regionale alle politiche sociali Teresa Marzocchi ha incontrato oggi, insieme all’assessore di Ferrara Chiara Sapigni, coordinatrice regionale Immigrazione Enti Locali, i Sindaci dei Comuni Capoluogo e capo distretto e le Unioni dei Comuni dell’Emilia-Romagna, in merito all’attuazione del Piano nazionale per fronteggiare il flusso straordinario di cittadini extracomunitari, approvato il 10 luglio scorso dalla Conferenza Unificata Stato Regioni-Enti Locali.

“Si tratta della prima riunione dopo l’accordo sul Piano nazionale – ha sottolineato l’assessore Marzocchi – con la quale abbiamo meglio condiviso i contenuti del Sistema di accoglienza di primo e secondo livello, ci siamo allineati su alcuni aspetti attuativi in ambito regionale ed abbiamo ribadito la piena collaborazione alle responsabilità operative in capo alle Prefetture”. “Si rinnova quindi – ha aggiunto – un patto tra Regione ed Enti Locali già positivamente collaudato in occasione della precedente “emergenza Nord Africa”. “Ora – ha riferito Marzocchi – occorre sostenere, anche grazie alla concreta collaborazione di Anci regionale, il lavoro integrato tra Enti Locali e Prefetture in ogni provincia, valorizzare le realtà che hanno esperienza di accoglienza verso i richiedenti asilo e inoltre possiamo sperimentare una prima accoglienza di ambito regionale per aiutare il sistema nazionale ad una più corretta e fluida gestione dell’afflusso di questi grandi numeri” .“La Regione farà la propria parte – ha aggiunto l’Assessore – come del resto è stato fatto finora”.

Il Piano nazionale, di fronte all’arrivo di oltre 84 mila immigrati dall’inizio dell’anno, prevede di organizzare un sistema di accoglienza che risponda in maniera dignitosa e rapida all’arrivo dei migranti, mettendo in campo interventi di tipo strutturale, in un contesto di collaborazione tra i vari livelli istituzionali (Governo, Regione, Enti Locali).Secondo fonti prefettizie, con gli ultimi arrivi nei giorni scorsi, sono circa 1700 le persone accolte in Emilia-Romagna, alle quali viene assicurata accoglienza, assistenza sanitaria, informazione ed orientamento legale per la richiesta di protezione internazionale.

“Abbiamo già superato – ha concluso l’assessore Marzocchi – il totale delle persone accolte nel 2012 in occasione dell’emergenza Nord Africa e, allora come oggi, stiamo ricercando una risposta condivisa che sappia andare oltre le condizioni di carattere emergenziale”.

Quando esercizio è vita: reportage dalla montagna (al Rifugio Regina Margherita, il più alto d’Europa)

da: Michele Felisatti, Cooperativa Esercizio Vita

Esercizio Vita è un Centro il cui staff rigorosamente preparato, da anni, quotidianamente, si propone di creare programmi di esercizio fisico finalizzati al benessere psico-fisico di giovani, persone con problematiche varie, dalla rieducazione fisica post-interventistica al sostegno, il più accurato, per disabilità motorie.
Quanto segue è l’esito di un piccolo esperimento‘dal vivo’teso a trarre nuove ispirazioni ed insegnamenti nella gestione dell’esercizio fisico in ambiente ostile: insomma una piccola-grande prova di resistenza vòlta a migliorare ed a cogliere quanto la vita, pur con sacrificio, può offrire alla nostra salute, al nostro mantenerci in salute, non a caso il nostro etimo, Esercizio Vita cioè movimento, fatica, salute, benessere.
Tutto ha inizio i primi giorni di febbraio, quando uno dei soci del Centro di Attività Motoria Adattata, per l’esattezza Luca, grande esperto di montagna, propone l’impresa ai soci Enrico e Michele che, da subito, lo sostengono e il progetto EVO2 viene proposto a clienti ed amici.
Da febbraio al fatidico 12 luglio due incontri, per la preparazione fisica e l’organizzazione dei materiali per la spedizione.
Ad aderire alla proposta sono 15 persone.
Il 12 luglio, dopo cinque ore, la spedizione arriva ad Alagna Valsesia.
Con la funivia s’arriva a quota 3.275 m, poi il cammino verso i rifugi Mantova e Gnifetti con zaini carichi, oltre che di materiale, di speranze , sogni e aspettative: chi scende ha il volto segnato dalla fatica, ma negli occhi la luce di chi ce l’ha fatta. Dopo circa un’ora e mezza si raggiunge il Rifugio Capanna Gnifetti, sosta notturna, prima di salire ai 4.554 m. del Rifugio Capanna Margherita.
Dalla terrazza la vista è incantevole.
Si vede il Monviso che si erge dalla pianura verso Cuneo, le vette della Valle di Susa con il Roccia Melone e lo Chaberton su tutte, i ghiacciai francesi Des Ecrins e le vette valdostane, il Gran Paradiso, la Grivola, il Ruitor, fino al Monte Bianco, appena incappucciato dalle nuvole.
Momenti di fatica, ma momenti davvero pregnanti, dal punto di vista umano: nel rifugio tanti italiani di ogni regione, ma molti stranieri. C’è uno splendido meltin’pot serale di razze, lingue e dialetti, pur se mancano le comodità di casa.
Dopo cena le guide danno consigli sulla sicurezza in montagna, sulle regole base di progressione in cordata e su cosa deve esserci in uno zaino – cosa che sembra banale ma non lo è).
La mattina dopo, alle 5.30, partenza. La temperatura è sui -11 / -10, ma non s’avverte.
Duro, molto duro il percorso: le fioche luci del rifugio, ormai molto più in basso, vanno scomparendo. Si attraversano alcuni crepacci anche molto profondi, si passa, cammin facendo, di fianco al Cristo delle Vette, dove si scorge anche un piccolo bivacco e via sempre in salita.
Alle 7. 30 Colle del Lys, poi, in lontananza, l’inconfondibile sagoma del Cervino triangolare e la Cima Gnifetti con la Capanna Margherita: ancora fatica, sotto il sole, per raggiungerla.
La sosta, di fronte a quello splendore mozzafiato d’azzurro e oro e luce bianca , è di un’ora.
Rientro al Rifugio Mantova, arrivo agli impianti di Punta Indren, funivia, mèta il Passo dei Salati e poi il centro di Alagna Valsesia.
Quelle 24 ore han regalato un’esperienza indimenticabile: la fatica, il sacrificio per affrontare una natura bellissima ed a tratti pericolosa, se non rispettata, son stati una lezione di vita, di sopravvivenza al meglio, quella stessa fatica, quello stesso sacrificio che servon tutti i giorni per mantenere la salute con l’esercizio che è la vita stessa.

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Un milione e duecentomila euro per il “Progetto giovani”, le iniziative presentate dall’assessore Bortolazzi

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

400 mila euro di contributi assegnati dalla Regione Emilia-Romagna agli Enti locali per progetti in favore dei giovani; un nuovo bando per interventi strutturali in spazi di aggregazione giovanile che mette a disposizione degli Enti locali altri 600 mila euro; l’accordo “Geco 3” con il Governo, che stanzia 233 mila euro per il potenziamento della YoungErcard, la valorizzazione della creatività giovanile e le attività di comunicazione.
Sono le iniziative presentate oggi in conferenza stampa dall’assessore regionale al Progetto giovani Donatella Bortolazzi. “Oltre 1 milione e 200 mila euro destinati ai giovani: un patrimonio importante, nel quale crediamo e su cui abbiamo voluto investire – ha affermato l’assessore -. Con il compimento di questi tre atti, portati a termine nelle ultime settimane, riusciamo ad assegnare al territorio risorse significative, che consentiranno di ultimare progetti già avviati e finanziarne di nuovi. Oltre alle cose fatte, lasciamo in eredità – ha proseguito – una strategia e un metodo di lavoro, basato sulla concertazione e la condivisone con gli Enti locali dei contenuti e delle attività da mettere in campo. Infine – ha concluso – lasciamo un quadro aggiornato di tutte le azioni intraprese e delle loro ricadute sul territorio e sui giovani”.

I progetti vincitori del bando già chiuso
Inserimento nel mondo del lavoro, attività di informazione e comunicazione, percorsi di cittadinanza attiva, valorizzazione delle esperienze associative e aggregative: questi i principali ambiti in cui operano i 18 progetti vincitori del bando regionale che mette a disposizione degli Enti locali 400 mila euro in spesa corrente per interventi in favore dei giovani.
Aperto in marzo, il bando ha coinvolto oltre 600 soggetti del territorio regionale tra cui 309 Comuni, 21 tra Unioni e Comunità montane, 147 associazioni, 31 imprese sociali, 21 oratori e parrocchie. Il costante confronto con i Comuni e le Province attivato dall’assessorato al Progetto giovani ha consentito di individuare insieme le priorità e le strategie da adottare per offrire risposte diversificate ad esigenze che si mostrano sempre più complesse.
Le azioni finanziate attraverso i contributi regionali spaziano da interventi di sensibilizzazione verso l’imprenditorialità (appoggio per il know how e lo start-up d’impresa giovanile, opportunità di co-working, azioni di accesso al credito), ad attività di formazione per lo sviluppo di competenze professionali e digitali, al rafforzamento degli spazi di aggregazione giovanile e degli Informagiovani; inoltre sono previsti interventi sulla cittadinanza attiva e di supporto alla YoungErcard.
I progetti saranno realizzati all’interno degli spazi di aggregazione per ragazzi, presso i punti Informagiovani o nelle sale polivalenti dei Comuni coinvolti; saranno utilizzati anche istituti scolastici, biblioteche, teatri comunali e spazi urbani come piazze e parchi.
I fondi sono ripartiti tra tutte le 9 Province in base alla rispettiva percentuale di popolazione giovanile residente. A Bologna, dove si registra il maggior numero di giovani tra i 15 e i 29 anni (21,2%), il budget assegnato è di 84.901 euro; seguono Modena (66.391 euro), Reggio Emilia (51.194), Parma (41.764), Forlì-Cesena (36.212), Ravenna (33.371), Rimini (31.411), Ferrara (28.029) e Piacenza (26.727).
Il costo totale indicato dai beneficiari per la realizzazione dei progetti supera i 780 mila euro, di cui 400 mila finanziati dalla Regione.

Il nuovo bando per investimenti
Si chiuderà il 30 dicembre 2014 il nuovo bando, destinato agli Enti locali e loro forme associative, per la realizzazione di interventi strutturali in spazi di aggregazione giovanile, multimediali, culturali, musicali o Informagiovani. Lo stanziamento complessivo – costituito da fondi residui resi disponibili per i Comuni e non utilizzati – è di 600 mila euro. Per ogni territorio comunale potranno essere presentati non più di due progetti, uno solo dei quali ammesso a contributo; la spesa minima e massima ammissibile saranno rispettivamente di 5.000 e 30.000 euro e la percentuale del contributo regionale non potrà superare il 70% della spesa ammissibile.
Le risorse sono destinate al completamento e potenziamento di spazi esistenti, in particolare all’acquisto di dotazioni strumentali e tecnologiche (connessioni internet wireless, fibra ottica…); qualificazione dei centri di aggregazione per adolescenti e giovani (opere di manutenzione ordinaria e straordinaria); adeguamento e miglioramento delle strutture sul piano della funzionalità logistica e organizzativa (acquisto di arredi, computer…).
Tra i criteri prioritari di selezione e valutazione delle domande saranno considerate la continuità delle attività previste e il loro radicamento sul territorio, il numero degli utenti destinatari del progetto, l’attivazione di collaborazioni tra i soggetti pubblici, la mobilitazione di risorse umane e finanziarie, la congruenza e produttività della spesa.

L’accordo “Geco 3”
L’accordo “Geco 3” (Giovani evoluti e consapevoli) è stato stipulato, come i precedenti Geco 1 (2007-2009) e Geco 2 (2010), con la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Gioventù. Attraverso il Fondo nazionale per le politiche giovanili mette a disposizione della Regione risorse che per l’annualità 2013 ammontano a 233 mila euro.
I contributi saranno così ripartiti:
– 80 mila euro per implementare la rete della comunicazione nei luoghi di aggregazione giovanile in collaborazione, tra gli altri, con i Comuni di Modena e Casalecchio di Reno. Attraverso il portale Informagiovanionline, che ha visto negli ultimi anni la nascita di 116 redazioni, e “YoungERnews”, la newsletter diffusa tramite il sito www.youngernews.it, saranno fornite tutte le informazioni sulle molteplici attività realizzate per i giovani sul territorio.
– 113 mila euro per la “YoungERcard”, la tessera per i giovani dell’Emilia-Romagna che da un lato permette di ottenere sconti e agevolazioni legati a consumi “educanti” e solidali, dall’altro di partecipare ad esperienze di cittadinanza attiva e volontariato. L’iniziativa è realizzata in collaborazione, tra gli altri, con i Comuni di Ferrara, Reggio Emilia e Parma. A tre mesi dall’avvio del progetto su tutto il territorio regionale, i giovani iscritti sono oltre 6.000, le convenzioni attivate 843, gli enti aderenti 134 e gli operatori formati 280. I progetti di protagonismo giovanile sono 103 in diversi ambiti: ambientale, artistico, culturale, educativo, informatico, sociale e sportivo.
– 40 mila euro per iniziative destinate a valorizzare la creatività giovanile, realizzate all’interno degli spazi aggregativi in particolare grazie alla collaborazione con l’associazione Giovani artisti Emilia-Romagna (Ga/ER). Unica esperienza regionale di questo tipo nel panorama nazionale, è un’associazione pubblico/privata formata e gestita dai Comuni capoluogo e dalle Province della regione, volta al coordinamento e alla promozione della creatività giovanile attraverso azioni di supporto, formazione e incentivazione dell’imprenditoria.

Giovedì 24 luglio al Rock Circus di San Bartolomeo in Bosco si esibirà Leonardo Veronesi

da: organizzatori

Riparte anche quest’anno dal 23 luglio la Rassegna Musicale Rock Circus a San Bartolomeo in Bosco. Giovedi 24 luglio 2014 alle 21.30 si esibirà Leonardo Veronesi con la sua band, e presenterà brani tratti dal suo ultimo album “L’Anarchia della Ragione” unitamente a brani dei precedenti album e a cover selezionate. Leonardo Veronesi con 3 album all’attivo, Uno, Domandario, L’Anarchia della Ragione, ha nel suo curriculum diverse collaborazioni prestigiose come autore. Continua la promozione del suo ultimo album uscito per l’etichetta Jaywork con un tour partito lo scorso ottobre che ha riscosso molto successo attraverso le “Cantacchierate” una formula per presentare i suoi brani in modo coinvolgente per il pubblico raccontando anneddoti relativi ai brani stessi per interagire in modo più diretto. ” L’ anarchia della ragione” vuole essere una sintesi dei lavori precedenti ma è forse quello che maggiormente lo rappresenta. Alla base del progetto c’è il tentativo di ricercare un linguaggio nuovo ed uno stile più personale, fondendo elementi del linguaggio poetico, tecnico e giornalistico. C’è un avvicinamento ad aspetti più emozionali ed infine la volontà di allontanarsi dal rock esterofilo e di concentrarsi più sulle radici musicali nazionali. Gli arrangiamenti cercano di essere raffinati senza far perdere l’immediatezza delle musiche. Un disco che fa pensare e divertire allo stesso tempo.
Leonardo Veronesi nei primi anni novanta ha frequentato il White Studio di Ferrara di Davide Romani, bassista in quegli anni molto noto anche come strumentista e arrangiatore. Grazie a Romani ed in particolare ad Alfredo Soriani che lo seguirà come produttore per alcuni anni, conosce Adriano Celentano per il quale Romani ha realizzato un paio di album e collabora come assistente. L’incontro con Celentano e il periodo formativo al White Studio sono stati determinanti.
Nel frattempo inizia una lunga gavetta come cantante di diverse cover band come i Sanepitemo, Codice Rosso, Kamasutra con cui ha girato l’Italia esibendosi nei locali.
A fine anni 90 attraverso il produttore Roberto Casini esce il suo primo singolo IO CI STO per la Polygram, la sigla televisiva (altro singolo) per Match Music NIENTE SESSO e una canzone per un gruppo emergente Rimini Nord dal titolo NOSTALGIA DI TE.
La sua versatilità lo porta a spaziare in vari campi. Contemporaneamente alla sua attività di autore alterna esibizioni live alla composizione di brani anche per altri artisti. Ha prodotto e scritto insieme a Paolo Martorana un disco per il mimo Mr. Lui che lavora con Fiorello; ha scritto 4 brani del cd di esordio di Frenk Nelli compreso il singolo FORSE e un brano ALLORA VIA singolo di esordio di Simone Sulis. Si è cimentato in sigle di trasmissioni televisive. Ha partecipato al 53° Zecchino d’oro come autore con il brano I Suoni delle Cose, ed è arrivato al terzo posto al 55° Zecchino d’Oro con il brano Il Blues del Manichino del quale è stata registrata anche la versione spagnola interpretata da Carmen Aranda che sta avendo molto successo in Spagna. Attualmente ha scritto tre brani per il nuovo album di Frenk Nelli (Mi lavo, Il nostro amore, Non c’entra niente che da il titolo all’album) e il singolo Quel che non c’era per War – k. I musicisti che accompagneranno Leonardo Veronesi a Rock Circus sono di ottimo livello e con alle spalle
anche loro prestigiose collaborazioni: Stefano Peretto alla batteria, Valentino Fuschini alla chitarra, Beppe di Marco al basso, Paolo Martorana alle tastiere e
programmazioni.
Saranno ospiti anche Frenk Nelli e War-k. Saranno proiettati anche video clip tra i più significativi del suo percorso artistico e in anteprima il video del brano IL PORTACENERE.
Appuntamento da non perdere quindi per trascorrere qualche ora serena in compagnia di ottima musica!

Grande successo per le prime tre giornate del Ferrara Piano Festival, ancora concerti e master class fino al 26 luglio

da: ufficio stampa SBArcheo Emilia-Romagna

Straordinario successo di pubblico al Museo Archeologico Nazionale per i concerti di apertura della master class di pianoforte nell’ambito del Ferrara Piano Festival
Al recital del 18 luglio di Kevin Hays e a quello del 20 luglio di Paul Badura-Skoda sono intervenute 434 persone (rispettivamente 198 e 236), la maggior parte paganti
Le master class al Museo Archeologico Nazionale di Ferrara proseguono fino al 26 luglio con questo calendario:

lunedì 21 luglio (ore 9:30-18:30), martedì 22 luglio (ore 9:30-18:30) e mercoledì 23 luglio (ore 9:00-17:00) Master Class di Paul Badura-Skoda al Museo Archeologico Nazionale in via XX Settembre 122 a Ferrara (ingresso € 5,00)

mercoledì 23 luglio (ore 18:00) Concerto degli allievi di Paul Badura-Skoda nella Sala del Ridotto del Teatro Comunale “Claudio Abbado” di Ferrara (ingresso libero)

giovedì 24 luglio (ore 9:30-18:30), venerdì 25 luglio (ore 9:00-17:00) e sabato 26 luglio (ore 9:30-18:30) Master Class di Jeffrey Swann al Museo Archeologico Nazionale in via XX Settembre 122 a Ferrara (ingresso € 5,00)

venerdì 25 luglio (ore 18:00) Concerto degli allievi di Jeffrey Swann nella Sala del Ridotto del Teatro Comunale “Claudio Abbado” di Ferrara (ingresso libero)

Il Comitato Semplici Cittadini di Comacchio sul trasferimento dell’ufficio del sindaco, del carico della nave romana e della biblioteca

da: Comitato Semplici Cittadini di Comacchio

Tutto è stato focalizzato sullo spostamento dell’uffico del sindaco per polemizzare in modo miope e in malafede su un trasloco e sul suo costo che coinvolge sì, l’ufficio del sindaco, ma anche il carico
della nave e la biblioteca, senza chiedersi l’effetto che l’amministrazione e il comitato scientifico
vogliono ottenere da questi traslochi.
Per quanto riguarda lo spostamento del carico della nave romana, esposizione che dimostra tutti i
suoi due decenni, nei locali dell’Ex Ospedale degli Infermi, la motivazione ce la da il comitato
scientifico, formato da esperti del mondo universitario e del ministero della cultura: il museo che
sarà allestito dovrà raccontare la storia delle genti del Delta e di un territorio fortemente
antropizzato con tecniche espositive attuali coprendo un arco temporale molto ampio che
comprende anche l’Età Romana. Età Romana che non può essere, com’è semplice intuire, ubicata in
un edificio diverso da quello dove vengono esposti i reperti delle altre epoche per non interrompere
il viaggio temporale che sarà offerto ai visitatori.
Perché spostare la biblioteca dove ora è ospitato il museo del carico? Semplice, per due motivi
fondamentali: i locali saranno da subito accessibili ai disabili, in quanto la maggior parte della
superficie è situata al piano terra, e una migliore predisposizione alla concentrazione ne fanno il
luogo ideale per studiare, in quanto nessun altro ufficio sarà ospitato vicino alla biblioteca, al
contrario di ciò che avviene ora a Palazzo Bellini, con continuo accesso di persone diverse dagli
studenti a causa della presenza degli uffici dei settori scuola e cultura fonti nella maggior parte dei
casi di disturbo a chi necessita di alta concentrazione per poter studiare serenamente.
Chi del comitato ha voluto chiedersi se un municipio del dopoguerra rappresenta ancora i valori
della Resistenza che rappresentava alla fine degli anni ’40? Nessuno, in quanto quei valori negli
ultimi 25 anni sono stati utilizzati come paravento per nascondere ciò che realmente è avvenuto in
quei locali: lo stupro del territorio, la cementificazione selvaggia a favore dell’arricchimento di
poche persone, persone legate al partito dal quale proviene la maggioranza dei membri del Comitato
di Piazza del Popolo, gente che a passeggio in piazza col popolo c’è stata solo in occasione delle
elezioni amministrative e in serate in cui si regalavano indici di edificabilità ai pochi amici che tutti
conoscono. Sono quasi tutti ex assessori o ex consiglieri comunali, i componenti del Comitato di
Piazza del Popolo, abituati a gestire il potere alla vecchia maniera, nell’immobilismo totale dei
simboli e dei luoghi del potere, siano essi la bacheca abusiva del partito dominante o il luogo in cui
si prendono le decisioni importanti, perché nulla cambi e i soliti vivano nella ricchezza. Ma noi
semplici cittadini due anni fa abbiamo scelto di spazzare via la vecchia politica e di eleggere il
nostro giovane sindaco che tanto ci rende orgogliosi di vivere nella nostra amata e martoriata
Comacchio.
Il sindaco Fabbri si discosta dalle vecchie (i)stanze del potere e sta puntando sul turismo, quello
vero, quello che porta persone interessate a ciò che offre il territorio nella sua totalità: cultura,
balneazione e natura, sintetizzati perfettamente dai colori presenti nel nuovo brand turistico. Bene
che l’ufficio più importante del Comune sia ubicato nel centro della cultura comacchiese, perché è
da lì che dobbiamo ricominciare, staccando con il passato da venditori di seconde case, con
decisione. Non vogliamo più essere venditori di seconde case e di pezzi di territorio, oggi anche chi
ha costrutito seconde case per una vita ha capito che con questa amministazione l’unica possibilità
di dialogare è quella di proporre soluzioni per aumentare le presenze di turisti nel territorio
puntando sulle strutture ricettive. Che le luminose stanze che ora ospitano la biblioteca aiutino
questi ragazzi a fare sempre meglio per il turismo vero, intanto è opinione comune che l’inversione
di rotta è cominciata e i risultati iniziano a vedersi.
Invitiamo i cittadini a valutare obitettivamente l’operato dell’amministrazione.

Comitato Semplici Cittadini di Comacchio

Domani il terzo appuntamento con la rassegna “Cinema sul mare”

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Prosegue a Porto Garibaldi la rassegna cinematografica estiva “Cinema sul mare”, promossa dall’Amministrazione Comunale e curata dal videomaker Maurizio Cinti di DeltaCinematica. Domani sera, martedì 22 luglio, alle ore 21.30 nella suggestiva cornice balneare del molo di Porto Garibaldi (piazzale adiacente al Bagno Paradiso), sarà proiettato il film d’animazione “Le avventure acquatiche di Steve Zissou.” Protagonista della pellicola d’autore di Wes Anderson, liberamente ispirata al leggendario Jacques Cousteau, celebre esploratore e oceanografo francese, è Steve Zissou, capitano della Bellafonte. Per vendicare la morte di un caro amico, divorato da un fantomatico “squalo giaguaro”, Steve intraprende un’avventura irta di ostacoli e asperità. Il film ci proietta in un’atmosfera nella quale si amalgamano finzione e realtà, sogno e animazione, dando vita ad esilaranti effetti comici. Come per tutte le altre pellicole della rassegna “Cinema sul mare”, che mercoledì 23 luglio, nella medesima location proporrà “500 giorni insieme” di Marc Webb, l’ingresso è rigorosamente GRATUITO.

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Prosegue fino a domenica 27 luglio la Festa dell’Unità “DemocratiKa” di Barco

da: ufficio stampa Partito Democratico Ferrara

A causa del maltempo che nelle scorse settimane ha colpito il nostro territorio, l’organizzazione ha deciso di posticipare di una settimana il termine della kermesse.
Resteranno in funzione tutte le attività gastronomiche, la mostra dedicata ad Enrico Berlinguer, la balera e lo spazio dibattiti con un nuovo programma.
Questi i principali appuntamenti politici:
23 luglio ore 21:00
I nuovi assetti territoriali dell’Emilia-Romagna
Con Simonetta Saliera (Vicepresidente Regione Emilia-Romagna), Roberto Montanari (Consigliere Regione Emilia-Romagna) e Sabina Mucchi (Sindaco di Fiscaglia)

24 luglio ore 21:00
A due anni dal terremoto: a che punto siamo?
Con Paola Gazzolo (Assessore Sicurezza territoriale, difesa del suolo e della costa, protezione civile Regione Emilia-Romagna), Aldo Modonesi (Assessore Comune di Ferrara), Cristina Cicognani ( Associzione “Trepponti”, economa responsabile formazione) e Marco Piazzi (Coordinamento provinciale associazioni di volontariato di protezione civile)

25 luglio ore 21:00
“I cento discorsi che hanno segnato la storia”
Giulio Borrelli (Giornalista) ne parla con gli autori Michele Fina e Gianluca Lioni

Con l’App “saluti&foto” di Poste Italiane il fascino delle cartoline diventa digitale

da: Poste Italiane, ufficio Comunicazione Territoriale Emilia-Romagna e Marche

L’applicazione permette di creare e personalizzare “cartoline digitali” e farle giungere fisicamente al destinatario con pochi click

Ferrara, il fascino del suo centro storico dove campeggiano il Castello Estense e la Cattedrale di San Giorgio, i romantici canali di Comacchio, l’antichissima e incantevole abbazia di Pomposa, le tante spiagge sabbiose dei lidi ferraresi. Tanti scenari che, grazie all’app “saluti&foto”, rendono di nuovo attuale la suggestione della cartolina, che diventa personalizzata e torna testimone delle emozioni, delle vacanze, dei ricordi più belli. Le applicazioni per smartphone e tablet consentono infatti di creare una cartolina con le proprie fotografie e inviare un messaggio personalizzato con la propria firma. L’immagine stampata sarà poi inviata per posta verso qualsiasi destinazione e sarà consegnata dal portalettere. Con la nuova applicazione Poste Italiane vuole coniugare l’innovazione tecnologica accessibile da tablet o smartphone con una tradizione forte come quella della cartolina- ricordo da inviare ai propri cari.
Per creare la propria è sufficiente scattare una foto o selezionarne una dalla propria galleria, personalizzarla nelle dimensioni o con alcuni effetti grafici e scrivere il messaggio di saluto con caratteri e colori preferiti. Inoltre è possibile “firmare a mano” la cartolina grazie a un sistema che riconosce la scrittura effettuata sullo schermo dello smartphone o del tablet. L’ultimo passaggio prevede l’inserimento dell’indirizzo del destinatario, dopodiché la cartolina sarà pronta per essere spedita e consegnata dal portalettere.
“Saluti&foto” è scaricabile gratuitamente su smartphone e tablet iOS e Android. Per inviare le cartoline basta acquistare i crediti necessari, utilizzando le più comuni forme di pagamento elettronico. Per tutte le informazioni sulla app “saluti&foto” si può visitare il sito https://posteapp.poste.it/salutiefoto/

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Danni fauna selvatica: in calo anche nel 2013, dalla Regione risarcimenti al 100%

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Rabboni: un’inversione di tendenza che premia il lavoro della Regione. Nel 2013 risarcimenti al 100% alle aziende agricole e risorse per la prevenzione. Tra le specie più pericolose ancora primo lo storno

Continuano a calare i danni della fauna selvatica alle produzioni agricole. Dal 2008 al 2013 sono passati da quasi 3 milioni a 1 milione 350 mila euro. I pagamenti agli agricoltori sono in corso proprio in questi giorni e copriranno il 100% delle domande e dei relativi importi. “E’ un’inversione di tendenza importante che premia il lavoro che la Regione ha fatto in questi anni insieme agli enti che operano sul territorio: Province, Atc, Parchi – spiega l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni – i danni della fauna selvatica all’agricoltura avevano raggiunto livelli non più sostenibili e per questo abbiamo lavorato con determinazione, puntando soprattutto sulla prevenzione e sull’aumento autorizzato dall’Ispra (ndr: l’Istituto per la protezione e la ricerca ambientale) dei prelievi annuali di ungulati per riportarli a densità territoriali accettabili. Continueremo a farlo, specialmente nelle zone in cui i danni continuano a essere elevati. Nel 2013 abbiamo stanziato 1 milione 900 mila euro. Risorse importanti che ci permetteranno non solo di risarcire tutti i danni accertati, ma attraverso le Province, di acquistare presidi, come recinzioni e dissuasori acustici o ottici, da dare in comodato d’uso agli stessi agricoltori. Parte delle risorse potranno poi anche essere accantonate come riserva per gli indennizzi del prossimo anno”.
La Regione Emilia-Romagna, attraverso le Province, paga i danni provocati dalla fauna selvatica in genere nelle zone di protezione, oppure quelli dovuti a specie protette, ma in questo caso in tutto il territorio regionale. Per le specie cacciabili nei territori aperti alla caccia intervengono gli Atc.
Anche nel 2013 la specie che ha provocato più danni è lo storno (i dati al riguardo sono pressoché costanti dal 2008 a oggi), un uccello protetto dalla Ue, ma per il quale è ammessa la caccia in deroga proprio per il pesante impatto su alberi da frutto e vite. Proprio sullo storno, l’assessore Rabboni ha nei giorni scorsi contestato il tetto massimo di 50 mila prelievi indicato dall’Ispra per la prossima stagione venatoria e ha chiesto un chiarimento ai ministri dell’Ambiente Galletti e delle Politiche agricole Martina. “Se il regolamento Ue e la delibera regionale motivano la caccia in deroga con la necessità di tutelare i frutti pendenti e l’uva – ha scritto Rabboni – non ha senso fissare preventivamente un quantitativo massimo ammissibile. Tale quantitativo non può che essere in funzione dei frutti da tutelare. Diversamente si potrebbero configurare anche dubbi sulla competenza al pagamento degli stessi danni ”.
Tra le specie più dannose, al secondo posto vi è il cinghiale, ma con un impatto molto diverso da provincia a provincia. A fronte di significative riduzioni nel Bolognese o nel Reggiano, questo ungulato continua a colpire le produzioni agricole in provincia di Forlì-Cesena o di Piacenza. In calo invece su tutto il territorio regionale i danni da cervo e capriolo. Tra le specie in controtendenza il picchio, i cui danni sono in aumento e colpiscono prevalentemente gli impianti di irrigazione.

“Un futuro per Pietro”: evento a Quartesana martedì 22 luglio

da: ufficio stampa Agire Sociale CSV Ferrara

Con l’estate a Quartesana la solidarietà non va in vacanza. Martedì 22 luglio, ore 21.30, presso la Parrocchia di Quartesana l’Associazione “Comitato Fiera di Quartesana”, U.S.D. Olimpia Quartesana e Associazione “Il Cortile” promuovono lo spettacolo “un futuro per Pietro”, a sostegno di un bambino che ha bisogno di cure particolari per la sua malattia che possono essere effettuate negli Stati Uniti.

Lo spettacolo vedrà esibirsi sul palco pregevoli artisti: Anitrio – Bandzai Sax Quartet, Teatro dei Stanchi – Antonio Sovrani, Ammodomio – Romano Sgarzi e Monica Balestra, Ensemble di Chitarre – Clinto’s.
Il ricavato della serata benefica sarà devoluto a favore di Pietro.

E sono cinquanta: l’Italia celebra le nozze d’oro con l’Unesco

di Fausto Natali

Molti sono i motivi per i quali la riunione del Comitato del Patrimonio Mondiale di fine giugno in Qatar può essere definita “storica”. Innanzitutto, perché con l’inserimento nella prestigiosa World Heritage List dei “Paesaggi vitivinicoli delle Langhe-Roero e Monferrato” i siti italiani sono diventati Cinquanta. Primi in classifica, davanti a Cina e Spagna. Un fatto importante sul quale occorre spendere qualche parola partendo dalla leggenda che ci assegna il 50% di beni culturali di tutto il pianeta! Non è vero, forse ci avviciniamo al 5%, ma restano pur sempre tanti. L’Italia annovera, infatti, una costellazione di città, borghi, castelli, chiese, musei, opere d’arte, tradizioni e paesaggi unica al mondo. Capolavori dell’uomo e della natura che costituiscono “la risorsa di cui l’Italia è più ricca”, per usare le parole del Presidente Napolitano. Il guaio è che diamo tutto per scontato. C’è chi pensa, e sono i più, che sia sufficiente possedere un bel monumento o un panorama mozzafiato per attivare crescita e sviluppo. Un errore strategico che induce ad affidarsi alla proverbiale capacità di improvvisazione degli italiani, saltando a piè pari coordinamento, programmazione e investimenti. Nel frattempo, le nostre croniche carenze strutturali (prezzi poco concorrenziali, offerta ripetitiva, servizi inadeguati e scarso utilizzo delle nuove tecnologie) fanno sì che Paesi meno dotati del nostro dal punto di vista culturale e paesaggistico generino ritorni in termini economici di gran lunga superiori ai nostri. In buona sostanza, dobbiamo essere sì orgogliosi dei tanti riconoscimenti al nostro Paese, ma stare anche attenti a non sprecare questa ulteriore occasione confidando solo nella nostra buona stella.

Il secondo verdetto epocale dell’ultima sessione del Comitato è costituito dall’inserimento nella Lista del Delta dell’Okavango, in Botswana, uno degli ecosistemi più ricchi del pianeta. Non tanto per le sue peculiarità, ma perché con il sito africano si è raggiunta la fatidica quota mille. Un momento tanto atteso, ma altrettanto temuto in quanto rilancia l’apocalittico dibattito del “mille e non più di mille” (ora sono 1007, per essere precisi). I numeri, a volte, a ben interpretarli, vanno oltre il loro mero significato matematico e assumono valori culturali e simbolici profondi. Mille ha rappresentato un momento importante per la storia dell’uomo e un miraggio per la busta paga degli italiani della prima metà del secolo scorso (e per i giovani di questo inizio secolo), in ambito Unesco può assumere accezioni molto diverse. Per alcuni non è nient’altro che una soglia da oltrepassare, senza particolari esitazioni, per salvaguardare un numero sempre maggiore di capolavori dell’uomo e della natura, un sorta di arca sulla quale imbarcare ogni bene la cui integrità è messa in pericolo, per altri, invece, rappresenta un confine oltre il quale l’ambito riconoscimento rischia di svalutarsi e di perdere credibilità. Un dibattito che, a sua volta, ne innesca un altro: la evidente sproporzione geografica fra siti europei e nord americani, la metà del totale, e tutti gli altri. Un divario, frutto di uno scompenso geopolitico, che si ripercuote in tutte le agenzie delle Nazioni Unite, Unesco inclusa, e che inevitabilmente fa pendere la bilancia verso occidente.

La terza storica decisione assunta dal Comitato Unesco di Doha, anche in questo caso scintilla di infinite polemiche, è stata l’iscrizione del primo sito palestinese: il piccolo villaggio agricolo di Battir, a sud di Gerusalemme. Uno straordinario paesaggio culturale di olivi e viti caratterizzato da terrazzamenti e canalizzazioni di epoca romana, minacciato nella sua integrità dalla costruzione del Muro “di sicurezza” israeliano che taglierebbe in due il villaggio – di cui un terzo si trova già nel territorio annesso unilateralmente da Tel Aviv – e distruggerebbe il suo antico sistema di irrigazione. Una decisione coraggiosa che nasce dalla consapevolezza che la pace si favorisce e si mantiene solo attraverso la conoscenza reciproca e lo scambio culturale fra donne e uomini di popoli ed etnie diverse, anche se i venti di guerra che in questi giorni flagellano Gaza sembrano non tenerne conto.

Israele e Palestina, opinioni e storia

di Fabio Zangara

Per capire il conflitto arabo-israeliano è necessario conoscere la storia. Solamente una riflessione seria e onesta sugli eventi storici ci permetteranno di capire un conflitto che nessuno può vincere.
Dalla metà del XIX secolo nascono, fra i popoli assoggettati alle grandi potenze europee – i maggiori esempi sono Austria e Inghilterra – movimenti che come principale istanza hanno il riconoscimento della propria identità nazionale e la conseguente indipendenza dallo “straniero oppressore”. In questo clima si inserisce in Europa il nazionalismo slavo in contrapposizione al dominio asburgico, mentre in Asia il Guomindang giapponese lotta contro le ingerenze inglesi, francesi, tedesche e statunitensi nel proprio paese. Nella ricerca di un’identità nazionale si inserisce anche il sionismo ottocentesco. In risposta alla mancanza di uno Stato ebraico e alle persecuzioni violente (“pogrom”) che le comunità ebraiche subivano, specialmente nell’est Europa, Theodor Herzl, intellettuale ungherese, nel 1896 pubblica il volume “Lo Stato ebraico”, saggio storico in cui sostiene che l’unica soluzione per la causa ebraica è la costruzione di un proprio stato. Herzl inizialmente ipotizzò l’Argentina come luogo predestinato ad ospitare la nuova casa ebraica; solo successivamente egli scelse la Palestina, in contrasto con i pareri dei laici intellettuali del sionismo storico, fra i quali Leon Pinsker e Moses Hess, che non volevano ricadere nella “melassa della tradizione biblica ultra ortodossa”. L’anno successivo (1897) Herzl convoca a Zurigo il primo congresso dell’Organizzazione sionista mondiale (Wzo) in cui viene deciso il “ritorno a Sion”, da ottenersi attraverso l’emigrazione in Palestina di coloni e l’appoggio delle grandi potenze.
I sionisti europei approdano in una terra, la Palestina, che aveva visto una convivenza secolare e pacifica fra comunità araba ed ebraica ottomana, una realtà storica confermata nel 1947 dalla testimonianza rilasciata allo speciale Comitato delle Nazioni Unite sulla Palestina dell’eminente rabbino Yosef Tzvi Dushinksy. Ma sono due i fattori fondamentali a far degenerare la situazione. La presenza di un nutrito gruppo di estremisti religiosi che professavano l’intenzione di colonizzare la Palestina nella sua integrità, seguendo la loro interpretazione della Bibbia, e di conseguenza cacciare l’arabo da quelle terre. L’altro fattore è il potere economico elevatissimo sul quale il movimento sionista poteva fare affidamento, grazie all’appoggio del Fondo Monetario Ebraico, che raccoglieva finanziamenti da potenti famiglie ebree europee, come ad esempio i Rothschild.
Ma è il 1917 l’anno tragico per la popolazione araba in Palestina: il ministro degli Esteri inglese Arthur Balfour, con la sua famosa Dichiarazione, riconosce esclusivamente ai sionisti il diritto di costruire un proprio Stato, di fatto distruggendo ogni speranza di autodeterminazione della popolazione araba. Nel 1922 l’Inghilterra riceve dalla Società delle Nazioni il mandato per l’amministrazione della Palestina. Sotto l’amministrazione inglese viene istituita la Jewish Agency per promuovere l’economia ebraica e l’esproprio delle terre ai contadini palestinesi tramite l’acquisto di queste dai possidenti stranieri. Vengono quindi sempre di più rafforzati gli intenti della Dichiarazione di Balfour e le dichiarazioni dei maggiori esponenti del Wzo confermarono i timori della comunità araba. Nel 1921 infatti Eder, leader sionista, dichiara: “Ci sarà solo una nazione in Palestina, e sarà quella ebraica. Non ci sarà eguaglianza fra ebrei e arabi, ma vi sarà la predominanza ebraica appena la proporzioni demografiche ce lo permetteranno”, Herzl ammette inoltre di voler “sospingere la popolazione palestinese in miseria oltre le frontiere”. Queste dichiarazioni ispirarono un vero e proprio movimento terrorista sionista con la costituzioni di gruppi armati come lo Stern e Irgun, responsabili di gravi attentati contro ufficiali inglesi e popolazione civile.

Nel 1947 gli Inglesi rinunciano al mandato e cedono la gestione all’Onu, anche perché il territorio stava sempre di più passando sotto l’egida statunitense. L’Onu propone nella Risoluzione 181 uno dei tanti piani di “spartizione” della Palestina: alla popolazione ebraica sarebbe andato il 54% delle terre anche se costituivano solamente il 30% della popolazione presente. Nel frattempo il carattere del movimento sionista non cambia. Ben Gurion il 1 gennaio 1948 scrive: “C’è bisogno di una reazione brutale. Dobbiamo essere precisi su coloro che colpiamo. Se accusiamo una famiglia palestinese non c’è bisogno di distinguere fra colpevoli e innocenti. Dobbiamo fargli del male senza pietà, altrimenti non sarebbe un’azione efficace”.
Il 14 maggio 1948 nasce lo Stato d’Israele indipendente, che i palestinesi ricordano con Nakba (catastrofe).

Dovrebbe essere chiaro a tutti, in particolare a studiosi, esponenti politici, persone di cultura, che così come è dannoso nascondere o sminuire le responsabilità dei gruppi terroristici arabi, lo stesso deve essere per le golazioni politiche e militari di Israele avvenute nel corso della storia. Omettere fatti e azioni che portarono lo stesso Aharon Cizling, ministro del primo governo d’Israele, a dichiarare: “Adesso anche gli ebrei si sono comportati come i nazisti tutta la mia anima ne è turbata”, non ci porterà mai a capire che cosa è accaduto e sta accadendo ancora oggi in quelle terre. Alla luce degli ultimi avvenimenti i propositi e le dichiarazioni di Herzl, Eder e Gurion sono tristemente profetiche, segnali di una profezia avveratasi anche a causa dell’ignoranza storica che ha permeato l’intero decorso della vicenda. Golda Meir dichiarò nel 1969 al The Sunday Times: “Il popolo palestinese non esiste… Quando siamo venuti, noi non li abbiamo cacciati e non abbiamo preso il loro Paese. Essi non esistono”. Per Golda Meir e per chi decise di collocare lo Stato ebraico in Palestina, questa terra era “Terra nullius”, terra di nessuno: gli abitanti della Palestina non venivano considerati, nemmeno come entità numeriche.

La Storia non è pregiudizio ideologico ma conoscenza. Nascondere questi fatti è grave tanto quanto negare l’esistenza dei lager nazisti che uccisero 6 milioni di ebrei.

Coldiretti: con maltempo danni alle colture e freno ai consumi di frutta, l’estate pazza è già costata un miliardo di euro

da: ufficio stampa Coldiretti

Queste prime settimane d’estate anomala ha visto sconvolte le attività turistiche, agricole e le abitudini alimentari, con incremento delle piogge e tempo incerto che ha tagliato le partenze per gite e vacanze, oltre che provocato danni alle colture agricole.

L’estate pazza in questa prima fase è già costata al sistema economico italiano oltre un miliardo di euro per colpa del maltempo che ha sconvolto soprattutto le attività turistiche e quelle agricole ma ha anche cambiato le abitudini stagionali degli italiani a tavola. E’ quanto stima la Coldiretti in occasione dell’arrivo dell’ennesima perturbazione nel sottolineare che il tempo incerto ha ritardato le partenze per le vacanze e tagliato le gite in giornata lasciando più vuoti, nelle principali località turistiche, alberghi, ristoranti, ombrelloni e centri di divertimento ma i temporali, la pioggia e la grandine hanno anche distrutto a macchia di leopardo le campagne e cambiato le abitudini alimentari con unminor consumo di prodotti stagionali, dai gelati alla frutta che registranoquotazioni quasi dimezzate del tutto insostenibili per i produttori agricoli. L’inizio dell’estate è stato segnato – sottolinea la Coldiretti – dal 34% di pioggia in più caduta nel mese di giugno con punte di oltre il +200 per cento in alcune zone anche turistiche del centrosud e del tempo incerto della prima meta di luglio. Il risultato è che, anche considerando le partenze del week end, non più di 6 milioni di italiani – stima la Coldiretti – sono giàpartiti per le vacanze per concedersi almeno un giorno di vacanza fuori casa. Il maltempo che ha lasciato a casa gli italiani ha anche colpito con temporali, bombe d’acqua e grandine le coltivazioni agricole spesso prossime alla raccolta rovinando il lavoro di un intero anno di molte aziende agricole con effettianche sull’occupazione stagionale. Oltre al danno la beffa di una stagione piovosa che ha fatto crollare i consumi di frutta e verdura alimentando unaspirale negativa tra consumi e deflazione che sta mettendo a rischio le imprese e la salute dei consumatori. Gli effetti si fanno sentire anche sulla produzione agricola con i prezzi che all’inizio di luglio, secondo l’Ismea, si sono attestati mediamente sui 43 centesimi al chilo, perdendo oltre il 34% rispetto allo stesso periodo del 2013, mentre va ancor peggio per i prezzi all’origine delle nettarine, scesi mediamente a 0,46 euro al chilo con riduzioni anche del 40 per cento rispetto al valore di luglio dello scorso anno. E la situazione è peggiorata e si è estesa ad altre coltivazioni come le susine, i meloni ed i cocomeri con quotazioni che – denuncia la Coldiretti – non consentono neanche di coprire i costi di raccolta. Gli agricoltori della Coldiretti sono impegnati in una mobilitazione nei confronti dei consumatori per uscire da questa situazione insostenibile e dare a tutti lapossibilità di consumare la componente più importante della dieta estiva degli italiani, in un Paese come l’Italia che è leader europeo nella produzione. Sul piano istituzionale la Coldiretti presenterà al Governo una serie di proposte per interventi che diano al settore migliori prospettive per il futuro: unacorretta riconversione varietale; il coordinamento unico per l’immissione del prodotto sul mercato; la regolamentazione del sistema degli sconti e delle vendite sottocosto nella grande distribuzione organizzata; la regolamentazione sul commercio in materia di confezionamento che riduca i costi evitando il moltiplicarsi di formule diverse; lo sviluppo di fondi mutualistici per affrontare le situazioni eccezionali; la progettazione di nuove forme assicurative multirischio che comprendano le situazioni di crisi; l’esclusione della frutta più facilmente deperibile dal sistema del libero servizio nella Grande distribuzione organizzata (Gdo), maggiori controlli sul rispetto delle norme di commercializzazione e sui prodotti diimportazione, troppo frequentemente spacciati per italiani. Per l’immediato, al fine di dare maggiore soddisfazione a chi produce la buona frutta e rilanciare i consumi di più alta qualità e far ripartire mercato e prezzi negli ultimi 60 giorni di campagna, Coldiretti sostiene la richiesta che il ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina, ha fatto alla Commissione Ue per l’utilizzo di quanto previsto dal Regolamento comunitario 1308/2013 (Ocm Unica), con un intervento straordinario per la frutta estiva (pesche e nettarine, angurie,meloni, ecc.) che riguardi sia soci sia non soci di organizzazioni ortofrutticole.

Mercoledì 23 luglio il seconfo appuntamento con la rassegna culturale “Autori a Corte”, ospite d’onore Roberto Pazzi

da: organizzatori

Secondo appuntamento mercoledì 23 luglio al Giardino delle Duchesse di Ferrara, in via Garibaldi,6, con la rassegna culturale titolata: “Autori a corte”, promossa dall’associazione culturale Charles Bukowsky, patrocinata dal Comune di Ferrara in collaborazione con Unaway Hotel di Occhiobello, Estense.com, Feltrinelli e numerose altre aziende locali. Ospite d’onore della serata il poeta, narratore e giornalista, Roberto Pazzi, che a partire dalle ore 21,30 si confronterà in una conversazione-spettacolo con la moderatrice e conduttrice Dalia Bighinati, caporedattrice e autrice del gruppo Telestense e Teleferraralive. Si parlerà del suo ultimo libro: “La trasparenza del buio” edito da Bompiani, un romanzo che affronta le ragioni dell’amore e il complesso rapporto fra libertà e solitudine. Un appuntamento che già si prevede molto interessante visto l’attitudine istrionica dell’autore. Basti pensare che i suoi romanzi sono tradotti in ventisei lingue ed è stato vincitore di importanti premi letterari come il “Premio Selezione Campiello”, il super premio “Grinzane Cavour”, il “Montale”, il “Procida Elsa Morante” nonché due volte finalista al “Premio Strega”. Ha scritto a lungo per il “Corriere della Sera” e attualmente collabora in Italia a “QN” e negli Usa a “The New York Times”. Come di consueto l’evento vedrà un prologo alle ore 20, denominato: Antipasto d’autore, con una degustazione gratuita offerta da Zanatta Vini e alle 20,40 inizio serata, che avrà come tematica: “Psicologia e letteratura”, con lo psicoterapeuta Renato De Rita e lo scrittore poeta e giornalista Riccardo Roversi. Il primo autore del libro: Il cercatore di conchiglie (Este Edition), la storia di Alberto un giovane ingegnere e della sua compagna, Silvia, una vita tranquilla e abitudinaria fino a quando un sabato pomeriggio, come tanti, la sua esistenza cambia. Il secondo con il saggio: 50 letterati ferraresi dal quattrocento a oggi (Este Edition), nati, vissuti e scomparsi fra il 1424 e il 2013, riportati in ordine cronologico per data di nascita e, nei casi di coincidenza, per data di morte. Intervisterà gli ospiti la giornalista Camilla Ghedini che alle 21,30 cederà il posto a Dalia Bighinati per il gran finale con Roberto Pazzi. Ingresso e degustazione gratuita, info: 0532 1825598 (orario ufficio), 3929452716, www.este-edition.com o www.edizionilacarmelina.it. In caso di maltempo la manifestazione si svolgerà presso la Sala Estense.

La Sostenibilità diventa progetto e opportunità per studenti ed insegnanti: tre scuole superiori di Ferrara finaliste al TESSI Crossboarder Award

da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

Dopo il successo ottenuto dalla Mostra itinerante sulla Sostenibilità “Energia, Acqua, Riuso – EAR”, che si è tenuta da febbraio ad aprile 2014 ai Camerini del Duca del Castello Estense di Ferrara, e dopo l’affollata partecipazione degli insegnanti delle scuole medie superiori ai corsi di formazione organizzati nell’ambito di TESSI, Teaching Sustainability across Slovenia and Italy, un nuovo importante risultato premia Unife nel suo progetto dedicato alla Sostenibilità.
Le scuole di Ferrara hanno infatti ottenuto un significativo successo nel II TESSI Crossboarder Award, competizione che rientra nell’ambito dell’omonimo progetto di educazione alla sostenibilità tra Italia e Slovenia, finanziato dalla Comunità Europea e che premia gli studenti ed i gruppi che dimostrano con i loro progetti e con i loro prodotti multimediali di aver ottenuto i maggiori benefici ambientali in materia di sostenibilità.

Su sei posizioni relative alle scuole (multimedia e progetti), ben tre sono state assegnate a scuole di Ferrara: Istituto Navarra di Ostellato, Liceo Scientifico Roiti di Ferrara ed ITI Copernico Carpeggiani di Ferrara.

“Si tratta – afferma Francesco Dondi, Responsabile d’Ateneo per il Progetto Tessi – di progetti di risparmio di risorse e della presentazione di un video educativo creato dagli stessi allievi, per sensibilizzare famiglie e coetanei sull’urgenza di adottare stili di vita sostenibili. Ciò dimostra che il messaggio sulla Sostenibilità ha ormai raggiunto la popolazione scolastica delle scuole secondarie di 2° grado di Ferrara, diventando stile di vita e motivo di rinnovamento nella gestione delle scuole stesse, da parte di insegnanti ed allievi. Congratulazione a tutti quindi per questo progetto di cooperazione tra Università di Ferrara, Progetto Sostenibile.unife, progetto TESSI, Ufficio Scolastico Regionale e Provinciale e Scuole Secondarie di secondo grado di Ferrara”.

La graduatoria effettiva sarà resa pubblica a Trieste, nel corso della cerimonia di premiazione, che si terrà il 26 settembre alle ore 9 presso la Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori a Trieste nell’ambito di TriesteNext – EnergETHIC, Salone Europeo della Ricerca Scientifica.

Orari di apertura piscina estiva di Porto Garibaldi

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Sino al 31 agosto prossimo, la piscina estiva del Centro sportivo “Cristiano Scantamburlo” di Via Nino Bixio a Porto Garibaldi resterà aperta tutti i giorni, dalle ore 10 alle ore 20, con accesso al pubblico e ai corsi di nuoto. La gestione dell’impianto è affidata alla Polisportiva Magnavacca. Per informazioni si può contattare la signora Antonella (cell: 347/4551565), oppure inviare una mail al seguente indirizzo di posta elettronica: info@magnavacca.net

Questa sera all’Arena Parco Diamanti la proiezione del film “Dallas Buyers Club”

da: Arci Ferrara

L’iniziativa Cinema nel Parco, realizzata da Ferrara sotto le stelle e Arci Ferrara con la collaborazione dell’Amministrazione Provinciale e del Comune di Ferrara, propone lunedì 21 luglio alle 21.30 nel parco adiacente a Palazzo Diamanti (ingresso da via Dosso Dossi 8) DALLAS BUYERS CLUB di Jean-Marc Vallée.

Dallas Buyers Club racconta la storia vera di Ron Woodroof, un elettricista/cowboy ribelle del Texas al quale, nel 1986, viene diagnosticato l’AIDS, con una prognosi di pochi giorni di vita. Frustrato dalla mancanza di opzioni mediche disponibili e tutt’altro che rassegnato a questa sorta di condanna a morte, Ron trova un’ ancora di salvezza nei farmaci alternativi e in un mix di vitamine di sua invenzione. Entra così in contatto con altri ammalati e familiarizza con loro, superando l’iniziale omofobia e ritrovandosi al centro di un cospicuo business di contrabbando. Inizia così una tesissima partita a scacchi con la legge che vieta i farmaci da lui usati e con la polizia.

Biglietto intero: 6 euro, ridotto: 4 euro. La riduzione è valida per i soci Arci, studenti Università di Ferrara.
In caso di maltempo la proiezione si terrà presso la Sala Boldini, in via Previati, 18.
Abbonamenti 10 ingressi 50 ¤
Abbonamenti 10 ingressi soci Arci 30 ¤
Gli abbonamenti saranno validi dal 27 giugno al 24 agosto.

Informazioni: www.arciferrara.org, t. 0532.241419 / Sala Boldini t. 0532.247050 / Parco Diamanti 320.3570689

Incontro tra tavolo di negoziazione del progetto “Le tue idee al centro” e la seconda Commissione Consiliare

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Giovedì 24 luglio, alle ore 19 il progetto “LE TUE IDEE AL CENTRO” approda nella seconda Commissione Consiliare, attraverso un confronto diretto, che successivamente coinvolgerà il Consiglio Comunale. Saranno illustrati infatti gli esiti del percorso partecipato, che ha visto per protagonista il centro storico di Comacchio. Tale percorso, come si è detto nei mesi scorsi, è inserito nella progettazione del nuovo PSC. Le attività svolte, documentate nel sito www.psccomacchio.it/letueideealcentro, hanno consentito di coinvolgere fattivamente i cittadini comacchiesi, dapprima con le giornate del 7 e 8 marzo scorsi, mediante l’evento “Parla con noi”, improntato all’ascolto delle richieste e delle idee emerse da chi vive e lavora in centro storico. La seconda importante tappa è stata l’Open Space Technology dell’8 e 9 maggio scorsi, sul tema “Cosa faresti per dare nuova vitalità e qualità al centro storico di Comacchio?”. L’esito di queste attività è stato poi elaborato e approfondito nel corso di numerosi incontri, tenuti con i rappresentanti delle associazioni locali, che sin dall’inizio hanno aderito al progetto. “Le tue idee al centro”, candidato alla Regione Emilia Romagna, ha beneficiato dei finanziamenti previsti dalla L.R. 3/2010, conseguendo un ottimo piazzamento, il secondo posto su 64 progetti presentati. Si è creato così un “tavolo di negoziazione” tra cittadini, tecnici, amministratori e associazioni, coordinato dall’architetto Alessandra Marin dell’Università di Trieste e dal suo gruppo di lavoro, il quale presenterà nella seconda Commissione Consiliare, convocata per giovedì 24 luglio alle ore 19 in Municipio, una bozza di proposta ampia e articolata, proprio per guidare il percorso di rigenerazione del centro storico comacchiese. La seduta sarà aperta e dunque aperta al pubblico.

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Appuntamento al Buio: il Castello Estense sotto un altro punto di vista

da: ufficio stampa Provincia di Ferrara

Secondo mercoledì con le “Serate a corte”, con una speciale iniziativa alla scoperta di una nuova e diversa fruizione degli spazi architettonici del monumento

Secondo appuntamento con le “Serate a Corte” all’interno del Castello Estense di Ferrara, che mercoledì sera (23 luglio) vedrà prolungato il suo orario di apertura fino alle 23.00 e tornerà a vivere le magiche e suggestive atmosfere attraverso animazioni musicali, narrazioni e rievocazioni storiche.
Alle 21, poi, prenderà il via l’iniziativa “Appuntamento al Buio”, organizzata da Itinerando e Provincia di Ferrara: una speciale visita al Castello Estense concepita come un percorso multisensoriale rivolto sia alle esigenze cognitive ed emozionali dei disabili visivi, sia al coinvolgimento di chi, invitato ad indossare una mascherina, vorrà farsi guidare nell’esplorazione tattile degli ambienti del Castello. Le guide di Itinerando, insieme ai tutor de La Girobussola, associazione che si occupa di accessibilità culturale e di progetti di turismo responsabile per vedenti e ipovedenti, accompagneranno i visitatori, di età, curiosità, attenzione e capacità percettive diverse, alla scoperta di una nuova fruizione degli spazi architettonici del Castello.
Le mappe tattili e l’aiuto forniti dagli operatori de La Girobussola, insieme al racconto del monumento, agli aneddoti e ai particolari della storia Estense, narrati dalle parole esperte della guida, saranno inoltre integrati dall’intervento canoro di Baldoria Mundi, gruppo di otto eccellenti voci che si inseriranno lungo il percorso guidato con brani dal vivo, tratti da un repertorio a cappella appositamente pensato per questa occasione. Non una semplice visita dunque, ma un’esperienza che invita a prendere coscienza di particolari sotto un altro…punto di vista. Gli ambienti verranno colti attraverso il tatto dei materiali di costruzione, la percezione della temperatura e l’olfatto, mentre i canti contribuiranno all’atmosfera medievale e rinascimentale e all’approccio multisensoriale.
“Un progetto nel campo dell’accessibilità artistica” dice Maria Chiara Ronchi, titolare di Itinerando “intesa non solo come necessaria per la diffusione di una cultura dell’attenzione all’altro, ma anche come strumento di effettiva integrazione e scambio percettivo, al di là degli stereotipi su abilità e disabilità”.
Appuntamento al Buio – Il Castello Estense sotto un altro punto di vista proseguirà in autunno con altri due incontri. La serata è aperta a tutti i visitatori dalle 21.00 alle 23.00 (La biglietteria chiude alle 22.15). Per partecipare è necessaria la prenotazione fino a esaurimento posti

L’incanto e la magia del teatro di Eros Goni al Lido degli Scacchi per “Comacchio a teatro Estate”

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Mercoledì 23 luglio alle 21.15 in Viale Alpi Centrali al Lido degli Scacchi andranno in scena l’incanto e la magia del teatro di Eros Goni, per il quarto avvincente appuntamento con i burattini della rassegna “Comacchio a teatro Estate”, curata da Massimiliano Venturi. Dopo la grande affluenza di pubblico e il successo registrato dagli spettacoli precedenti, per la prima volta sbarcherà sui lidi di Comacchio uno spettacolo di abilità, illusione e bolle di sapone acclamato in tutta Europa, capace di stupire ed incantare il pubblico di tutte le età. “Il sogno” è dunque lo spettacolo che ci proporrà “Gambeinspalla Teatro”, che vedrà Eros Goni vestire i panni di un bizzarro attore-mimo, che condurrà lo spettatore in un viaggio dal sapore antico, muovendosi all’interno di quel confine impalpabile, carico di magia e suspance, tra il sogno e la realtà, tra romanticismo e comicità. Per un problema occorso alla compagnia inizialmente inserita nel programma della rassegna estiva, mercoledì 23 luglio assisteremo così a questa novità assoluta per la nostra costa. Tanti riflessi colorati sprigionati dalle bolle di sapone creeranno un’atmosfera unica, che farà da cornice alla serata. L’appuntamento successivo, quello con la compagnia Le Teste di Legno, è in programma per mercoledì 30 luglio al Lido degli Estensi. Tutta la rassegna “Comacchio a teatro estate” è realizzata sotto la direzione artistica di Massimiliano Venturi, con il patrocinio della Regione Emilia Romagna e del Centro Unima Italia. Sul sito www.comacchioateatro.it ci si può iscrivere gratuitamente al servizio di newsletter, per ricevere tutte le informazioni sui prossimi appuntamenti teatrali. In caso di pioggia gli spettacoli saranno rinviati a data da destinarsi. Per informazioni: cell. 349/0807587 ed e-mail:
info@comacchioateatro.it