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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

L’assessore regionale alle politiche sociali Teresa Marzocchi ha incontrato oggi, insieme all’assessore di Ferrara Chiara Sapigni, coordinatrice regionale Immigrazione Enti Locali, i Sindaci dei Comuni Capoluogo e capo distretto e le Unioni dei Comuni dell’Emilia-Romagna, in merito all’attuazione del Piano nazionale per fronteggiare il flusso straordinario di cittadini extracomunitari, approvato il 10 luglio scorso dalla Conferenza Unificata Stato Regioni-Enti Locali.

“Si tratta della prima riunione dopo l’accordo sul Piano nazionale – ha sottolineato l’assessore Marzocchi – con la quale abbiamo meglio condiviso i contenuti del Sistema di accoglienza di primo e secondo livello, ci siamo allineati su alcuni aspetti attuativi in ambito regionale ed abbiamo ribadito la piena collaborazione alle responsabilità operative in capo alle Prefetture”. “Si rinnova quindi – ha aggiunto – un patto tra Regione ed Enti Locali già positivamente collaudato in occasione della precedente “emergenza Nord Africa”. “Ora – ha riferito Marzocchi – occorre sostenere, anche grazie alla concreta collaborazione di Anci regionale, il lavoro integrato tra Enti Locali e Prefetture in ogni provincia, valorizzare le realtà che hanno esperienza di accoglienza verso i richiedenti asilo e inoltre possiamo sperimentare una prima accoglienza di ambito regionale per aiutare il sistema nazionale ad una più corretta e fluida gestione dell’afflusso di questi grandi numeri” .“La Regione farà la propria parte – ha aggiunto l’Assessore – come del resto è stato fatto finora”.

Il Piano nazionale, di fronte all’arrivo di oltre 84 mila immigrati dall’inizio dell’anno, prevede di organizzare un sistema di accoglienza che risponda in maniera dignitosa e rapida all’arrivo dei migranti, mettendo in campo interventi di tipo strutturale, in un contesto di collaborazione tra i vari livelli istituzionali (Governo, Regione, Enti Locali).Secondo fonti prefettizie, con gli ultimi arrivi nei giorni scorsi, sono circa 1700 le persone accolte in Emilia-Romagna, alle quali viene assicurata accoglienza, assistenza sanitaria, informazione ed orientamento legale per la richiesta di protezione internazionale.

“Abbiamo già superato – ha concluso l’assessore Marzocchi – il totale delle persone accolte nel 2012 in occasione dell’emergenza Nord Africa e, allora come oggi, stiamo ricercando una risposta condivisa che sappia andare oltre le condizioni di carattere emergenziale”.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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