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CORPI CIVILI DI PACE: UN ANNO NELLE PERIFERIE DI LIMA
Giovedì 31 Maggio una serata per ascoltare i racconti di Marta, Valentina e Luca i primi storici volontari IBO dei Corpi Civili di Pace rientrati da un anno vissuto nelle periferie di Lima.

Giovedì 31 Maggio alle 20:30 presso la propria sede nazionale di Via Montebello 46/a, IBO Italia organizza un incontro con i volontari appena rientrati da un anno in Perù come Corpi Civili di Pace.

I Corpi Civili di Pace, istituiti per un triennio in via sperimentale già dalla legge di stabilità del 2013, ma attivi solo dal giugno del 2017, hanno come obiettivo promuovere la solidarietà e la cooperazione, a livello nazionale ed internazionale, con attenzione alla tutela dei diritti sociali, all’educazione alla pace fra i popoli, al monitoraggio del rispetto dei diritti umani, al sostegno della popolazione civile.

Marta, Valentina e Luca, racconteranno quindi con foto e video quello che hanno fatto, visto e condiviso in questi 12 mesi durante i quali sono stati impegnati in progetti legati alle fasce più deboli della popolazione della capitale peruviana: i bambini e gli anziani che abitano nelle cosiddette invasiones, luoghi davvero impervi a livello di condizioni abitative e geografiche, ma anche posti nei quali ci sono realtà impegnate a costruire da basso una società più giusta.

“Polvere e sabbia. Siamo a Santa Rosa, quartiere di 15.000 anime alla periferia nord di Lima. Lo chiamano insediamento umano. A ricordare la precarietà su cui è stato costruito una quarantina di anni fa – questo uno dei primi racconti i volontari avevano inviato a pochi mesi dall’arrivo – Ci sono una strada d’accesso percorsa perlopiù da frenetici mototaxi, un lungo viale con pochissimi spazi verdi e alcune botteghe. Il tutto contornato da case, senza un vero ordine, dai colori più disparati e intonacate solo sulla facciata, incompiute, pronte ad essere rimodulate, ingrandite, ricostruite. Servizi scarsi e murales dei candidati sindaco che annunciano l’ennesima promessa di cambiamento. Colline desertiche che lo proteggono, ovattano l’ambiente. Nel barrio c’è senso di abbandono. La gente però non molla, (soprav)vive con dignità. Qualche folle sogna, crea, ha fiducia, spera in un mondo migliore per i propri figli”.

Valentina, in particolare è una ragazza di Lagosanto, da sempre impegnata in attività sociale fra Ferrara e provincia, e che sul magazine occhiaperti.net ha tenuto una sorta di diario delle sua esperienza in Perù. “Volevo rimboccarmi le maniche e darmi da fare – queste le sue parole – volevo un impegno civile e sociale a cui dedicarmi, non avevo calcolato di finire in un luogo sperduto e apparentemente poco attraente e ritrovarci una magia. L’ho trovata sul serio”.



IBO Italia
Via Montebello 46/a, 44121 Ferrara

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it