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Da: Comune di Copparo

L’Istituto Comprensivo di Copparo, Berra e Ro ha festeggiato la chiusura dei lavori che hanno interessato la sede di via Vittorio Veneto.
Una festa per gli studenti e i loro insegnanti, che in un edificio rinnovato potranno studiare e lavorare meglio. Gli allievi della Scuola di Musica Varos Zamboni: Francesca Zucchini, Teresa Faccini, Diletta Croci e Matteo Erli hanno sottolineato in musica il clima di festa della giornata, interpretando canzoni di Beyonce, Nika Costa, Arisa e Ed Sheeran.
«Non si tratta solo di aver colorato la facciata – ha esordito il sindaco Nicola Rossi – intervento fra l’altro perfettamente riuscito e che rende tutto il complesso scolastico bello e gradevole. Non abbiamo fatto solo operazioni di facciata, ma in questi ultimi due anni siamo intervenuti su tutto l’edificio. Dare valore alla scuola è dare valore alla nostra comunità. I ragazzi e le ragazze imparano a state insieme, a vivere insieme.»
Grazie anche a Mattia Eventi che ha fornito gratuitamente gli addobbi con i palloncini che riprendono i colori della facciata, «fra un paio d’anni mia figlia studierà in questa scuola – ha detto Mattia Ferrioli, titolare di Mattia Eventi – e sono contento che frequenti una scuola bella e non fatiscente».
«La scuola è parte integrante di questo territorio – ha concluso la dirigente scolastica Isabella Fedozzi – il valore della scuola è fondamentale per avere una comunità sana e coesa, senza istruzione non c’è futuro, avere ambienti confortevoli aiuta a far vivere meglio la scuola, riqualificare un edificio scolastico significa abbellire l’intero quartiere. l’impegno dell’Amministrazione comunale di Copparo è stato onorevole e meritevole».
In cifre l’assessora alla Pubblica Istruzione e vicesindaco Martina Berneschi ha ricordato che nel 2016 è stato realizzato un impianto di drenaggio della falda freatica affiorante, resosi necessario per la presenza costante di acqua nei locali del seminterrato della scuola, tale situazione, con il tempo, avrebbe determinato uno stato di degrado generalizzato alle strutture rendendo insalubri gli ambienti circostanti; la spesa è stata di 80.000 euro, finanziata con mutuo Cassa Depositi e Prestiti.
Sempre nel 2016 è stata fatta una indagine diagnostica degli elementi strutturali di tutte le scuole statali comprese le scuole medie, per una spesa di 32.000 euro, con finanziamento Miur.
Nel 2017 si è provveduto alla sostituzione di tutti gli infissi della palestra, per un importo di 46.600 euro, con fondi propri del Comune di Copparo.
Nello stesso anno sono stati fatti interventi vari di adeguamento alla normativa antincendio, realizzato nuovi uffici per la segreteria e arredi diversi, il totale dei lavori è ammontato a 53.600 euro, fondi Comune di Copparo.
Sempre nel 2017 realizzazione di impianto di condizionamento per gli uffici di segreteria e ulteriore adeguamento degli impianti alla norma antincendio, per una spesa di 20.550 euro, con fondi del Comune di Copparo.
Infine nel 2018 lavori di ripristino e mantenimento funzionalità dell’edificio, costo 100.000 euro di cui 75.000 euro del Miur e 25.000 euro del Comune di Copparo.
Il totale investito nel biennio 2016-2018 è di 332.750 euro, di cui 225.750 euro a carico del Comune di Copparo.
Nel progetto Scuole, anche un ulteriore finanziamento per scuola elementare Oreste Marchesi, per un importo pari a 150.000 euro di cui 130.000 Miur e 20.000 euro Comune di Copparo.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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