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da: ufficio comunicazione Comune di Copparo

Nei giorni scorsi la Giunta comunale ha analizzato i report relativi alla Comunicazione dell’ente per l’anno 2015.
Nello specifico si è analizzato l’utilizzo del sito internet, ormai identificato dalla normativa di legge come lo strumento principale con cui la pubblica amministrazione informa i cittadini e ufficializza tutti gli atti amministrativi (delibere, ordinanze determine, albo pretorio). «Per fornire un dato – afferma l’assessore alla Comunicazione Enrico Bassi – nello scorso anno le visite al sito del Comune di Copparo sono state 61.191 con 38.844 visitatori unici, 2.000 in più dell’anno precedente. Entrato a pieno regime anche Comuni-Chiamo, il servizio di segnalazioni con cui i cittadini possono interagire con il Comune, anche collegandosi da casa tramite il sito internet o in mobilità attraverso la specifica applicazione per smartphone. Nel corso del 2015 sono state circa 200 le segnalazioni pervenute al gestionale di Comuni-Chiamo – prosegue Bassi –. Si tratta di un sistema gestionale introdotto lo scorso anno con l’intento di gestire più efficacemente le segnalazioni e fornire risposte sempre più adeguate alla comunità. Il lavoro da fare è sicuramente ancora molto, ma è indubbio – conclude l’assessore Bassi – che un’efficace gestione amministrativa interna permette alla Giunta di prendere le decisioni più appropriate».
Infine per quanto attiene all’affluenza presso il Centro Servizi per il Cittadino, si registra che nel 2015 sono stati conteggiati 14.277 accessi, vale a dire una media di circa 60 persone al giorno. Gli sportelli più utilizzati sono stati i Servizi demografici con 6.970 persone, l’Ufficio Scuola e l’URP, rispettivamente con 2.452 e 2.285 cittadini serviti allo sportello.
L’intenzione dell’Amministrazione comunale è continuare ad ampliare le modalità di comunicazione attraverso le potenzialità della rete web, oggi sempre più utilizzata dai cittadini. Si ricorda, sempre in tema di politiche per la comunicazione, che dal settembre scorso è on-line il portale “Le nostre scuole”, che contiene i siti web delle scuole elementari, medie e Centro professionale Cesta, sempre più ricchi di contenuti.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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