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Da: Il Germoglio
“Non si è stabilito che il disagio psichico non esiste, ma si è stabilito che in Italia non si dovrà più
rispondere al disagio psichico con l’internamento e la segregazione”. Queste poche parole di
Franca Ongaro, moglie di Franco Basaglia, sintetzzano tuta la rivoluzionaria opera del marito che
portò alla Legge 180.
Spesso, quando si parla di malata psichiatrica, il focus del discorso è su ciò che la persona non
può fare: non può parlare, non si muove bene, non sa controllarsi: individualità dimentcate in
funzione del controllo sociale. Tuto cambia quando lo sguardo si sposta su quanto queste persone
sanno fare: si scoprono persone, sogget unici con fragilità ma, sopratuto, con tute le loro
capacità.
Ecco allora che lungo la strada per riconoscere a queste persone la loro dignità arriva la Legge 381
sulle cooperatve sociali, che non fa riferimento a categorie di sogget in partcolare né a bisogni
specifci ma all’esigenza di ogni uomo/donna di realizzarsi come individuo e di integrarsi nella
società.
Di tuto questo parla “Pomodori da scartare. La malata psichiatrica raccontata con gli occhi di un
bambino”, scrito da Valentna De Pasca e illustrato da Brunella Baldi per Edizioni Gruppo Abele,
che verrà presentato dalle autrici venerdì 28 giugno a partre dalle 19 proprio al Ristorante 381
Storie da gustare, in in piazzeta Corelli 24.
C’è un orto in cui i pomodori crescono rigogliosi al sole caldo dei giorni di vacanza. È qui che una
bambina incontra Ennio: non parla molto e ha lo sguardo di un bambino, trascorre intere giornate
nell’orto prendendosi cura delle piante. Ha un dono speciale: con un solo sguardo Ennio riconosce
se un pomodoro è acerbo, maturo o da scartare.
Ispirata all’esperienza toscana degli Ortolani Coraggiosi, una tenera storia di amicizia e scoperta
dell’altro in tuta la sua umanità.
A seguire per tut un goloso aperitvo preparato da Gabriele!
Le autrici
Valentna De Pasca vive e lavora a Milano. È una storica dell’arte antca con una grande passione
per le immagini e le parole. Ha dedicato molto del suo tempo a costruire percorsi creatvi e
spirituali con bambini e ragazzi. Pomodori da scartare è il suo primo libro.
Brunella Baldi vive e lavora a Firenze. Illustratrice dal 2007, ha pubblicato con numerosi editori e
ricevuto riconosciment nazionali e internazionali. Nel 2015 ha fondato, insieme ad altri artst, lo
spazio Cartavetra, galleria d’arte e laboratorio.

Da: Il Germoglio

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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