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da: Ufficio Stampa Ascom Ferrara

Sui progetti turistici in discussione oggi (28 luglio) in consiglio comunale a Comacchio e concentrati tra Porto Garibaldi ed il Lido delle Nazioni, Ascom Confcommercio chiarisce ed analizza distinguendo le questioni: “Non abbiamo preclusioni per ciò che riguarda l’investimento turistico e ricettivo in senso stretto – proseguono dall’Associazione di categoria – infatti significa incrementare l’offerta e quindi le potenzialità della nostra costa con strutture all’avanguardia che possano essere appetibili sia per il turista di casa nostra sia per i visitatori che provengono dal Nord Europa sempre più alla ricerca di situazioni che siamo il corretto punto di equilibrio tra relax tradizionale, escursionismo nella natura e cultura. Con due condizioni di partenza ben precise però – chiariscono subito da Ascom – che tali inserimenti ricettivi funzionino almeno per otto mesi all’anno favorendo la destagionalizzazione e poi sostenendo l’occupazione locale. E’ fondamentale infatti che gli imprenditori coinvolti in queste operazioni si impegnino formalmente ad assumere la manodopera di Comacchio e dei suo sette Lidi (i giovani in particolare) almeno per l’80 % del fabbisogno. In questo senso ci dovrà un necessario raccordo tra il mondo della formazione scolastica in loco e quello del lavoro.
Abbiamo invece più di un motivo di contrarietà e perplessità – è il commento di Ascom Confcommercio – di fronte agli ipotizzati insediamenti commerciali (nonostante l’abbassamento delle quote di area ad uso commerciale destinate alla grande distribuzione già esistenti che il Comune ha già fatto) che finirebbero per rappresentare un ulteriore motivo di allontanamento dal centro storico di Comacchio oltre che di forte impoverimento per il tessuto del commercio di vicinato già esistente sull’intero litorale e per tutti i Lidi. Tali nuovi insediamenti dovranno essere attentamente valutati nell’ambito della Conferenza dei Servizi prima di prendere qualsiasi orientamento. E decisione. L’equilibrio territoriale non è solo un parametro ma è anche un fattore sociale di cui tenere conto”.

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ASCOM FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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