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Da: Ufficio Stampa

Lo stato dell’arte del Patto per il Lavoro – Focus Ferrara al centro dei lavori della Consulta provinciale dell’economia e lavoro, riunita in Castello Estense e convocata dalla presidente della Provincia, Barbara Paron.
“Il Patto per il lavoro è innanzitutto un metodo – ha detto l’assessore regionale Patrizio Bianchi – condiviso e teso a valorizzare il ruolo di corpi intermedi e istituzioni in un impegno comune di composizione del territorio”.
Una necessità sentita alla luce dei dati macroeconomici di Ferrara che rivelano, allo stesso tempo, punti positivi unitamente al persistere di disparità territoriali.
Se, ad esempio, Ferrara città ha dati occupazionali in linea con la media regionale del 5,9 per cento (prossima alla piena occupazione), non altrettanto può dirsi per altre parti del territorio, come nel Basso Ferrarese.
Discorso analogo se si prendono in esame gli indici di dispersione scolastica, scesa in Emilia-Romagna dal 15 per cento al 9,9 (sotto la media europea): Ferrara città è in linea con la tendenza regionale, mentre i numeri sono doppi in alcune parti del territorio del delta.
Positivi sono i numeri analizzati da Patrizio Bianchi sull’Università, con un incremento di 20mila unità dei quattro atenei regionali e con un più 4mila nel solo contesto ferrarese.
Nel settore attività produttive, dati positivi sono riscontrati nel Turismo, con nuove domande in termini di servizi nel turismo culturale, mentre nel manifatturiero l’assessore ha rilevato dinamiche in via di un generale consolidamento.
“Occorre cogliere maggiormente alcune opportunità – ha aggiunto Bianchi – come ad esempio le possibili ricadute dopo che la Regione ha spostato a Ferrara il suo centro di calcolo”.
Prospettive importanti attendono anche il settore agricolo, che da anni sta conoscendo forti trasformazioni tecnologiche, specie se si considera che l’agricoltura sarà chiamata nel futuro prossimo ad aumentare le proprie capacità di produrre cibo per una popolazione mondiale in crescita.
“Un metodo positivo quello del Patto per il lavoro”, ha concordato il presidente della Camera di Commercio, Paolo Govoni, con il riferimento ai vantaggi del Bando multidisciplinare camerale a sostegno della crescita delle imprese, varato nel 2018. Un ragionamento confermato dai numeri: 335 domande, di cui 121 finanziate, 41 le imprese al femminile, con investimenti complessivi avviati per 4.397.000 euro a fronte di finanziamenti per 667.000.
“Il bando multidisciplinare è un altro buon esempio di collaborazione – ha sottolineato Caterina Ferri – perché invece delle risorse usate in proprio dai singoli Comuni, si è riusciti a guardare insieme al territorio in modo unitario”. “Un orientamento importante se si vogliono costruire qui occasioni di lavoro, specie per i giovani”, ha proseguito l’assessore del Comune di Ferrara, che ha anche richiamato l’attenzione sulle ricadute occupazionali in tema di welfare e in particolare sulle opportunità del “welfare di comunità”, con la proposta di creare un fondo dai risparmi fiscali delle imprese con destinazione su tutto il territorio.
“Occorre ora – ha terminato – capirne la praticabilità tecnica e avviare una prima sperimentazione”.
A Michele Zarri di Aeca (Associazione emiliana centri autonomi) è toccato il compito di riassumere i contenuti del progetto Orientamento, a seguito del bando provinciale, a finanziamento regionale, con la finalità di raccordare orientamento scolastico e inserimento lavorativo.
Un percorso destinato a svilupparsi fino al 2021, articolato su più azioni destinate a scuole medie e superiori.
“Anche le scuole medie – ha precisato Zarri – perché da qui si deve partire nella prospettiva delle scelte verso la Formazione professionale”.
Istituzione di un presidio orientativo unico territoriale (individuato alla Città del Ragazzo); seminari per coinvolgere tutti i soggetti (genitori, scuole, istituzioni); un Festival dell’orientamento da tenersi nei mesi tra ottobre e novembre, per mettere a sistema le varie esperienze; azioni mirate a includere maggiormente la popolazione femminile nella scelta delle facoltà scientifiche; sono le principali linee di azione da sviluppare.
“Abbiamo voluto riattivare il tavolo della Consulta – ha detto in chiusura la presidente Barbara Paron, dopo gli interventi di Università sindacati e mondo delle imprese – per dare sede al metodo condiviso che ispira il Patto per il lavoro e la Provincia mette a disposizione il proprio ruolo di regia territoriale per renderne operative tutte le declinazioni come opportunità di crescita unitaria del territorio”.
La prossima Consulta provinciale si riunirà dopo le elezioni amministrative.

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PROVINCIA DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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