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Diminuiscono i debiti, gestione oculata dei costi e riorganizzazione interna generano un EBDA a quota 5,3 milioni di margine operativo contro il 1,5ml dello scorso anno con un bilancio solido che sfiora i 245 milioni di euro. Nell’annus horribilis 2017 – in cui le produzioni hanno risentito pesantemente di una siccità epocale – il risultato viene approvato dai soci all’unanimità.

San Giorgio di Piano (BO) – 5 Giugno 2018 – Il Consorzio Agrario dell’Emilia approva il bilancio 2017 all’unanimità proiettando, nei numeri, dati rassicuranti che confermano un trend positivo globale nonostante si siano fatti conti salati con l’annus horribilis agrario che ha generato ripercussioni negative del clima sulle materie prime in particolare dovuto alla siccità epocale che ha colpito il nostro territorio dai primi mesi del 2018 provocando su scala nazionale un calo di oltre il 4% del Pil del settore Agricoltura (che è sceso così 28 miliardi di euro, il valore più basso di questi ultimi cinque anni). L’andamento in generale negativo dei prezzi delle varie produzioni ha inciso in modo evidente e per i nostri soci troppo spesso la PLV (produzione lorda vendibile) non è stata nemmeno sufficiente per coprire i costi di produzione. Ed è in questo scenario non certo agevole che ha operato il CAE nei 12 mesi passati ed è proprio in questo contesto che, grazie ad azioni gestionali mirate e a contratti di filiera ad hoc che tutelano e promuovono la qualità del prodotto salubre ed il suo valore economico, che la governance consortile ha puntato con convinzione per raggiungere i traguardi approvati ora dall’assemblea. I dati presentati all’Assemblea Generale – che si è tenuta ieri sera nella sede di San Giorgio di Piano (Bo) – evidenziano tangibili segnali economico finanziari che poggiano su basi solide e consentono ai soci di guardare al futuro di un gruppo che opera a 360° nelle filiere a supporto delle imprese agricole – con rinnovato ottimismo e mantenendo salda la direzione indicata dal Piano Industriale approvato. Di certificata rilevanza si sono dimostrate tutte le attività che il Consorzio Agrario dell’Emilia ha svolto in modo sinergico con le società collegate, SIS, Emilcap, Eurocap Petroli e QS, con le quali – attraverso il coordinamento a livello nazionale di Consorzi Agrari Italiani – si è cercato di promuovere tutte le possibili sinergie di gruppo a conseguente vantaggio degli associati. Altro elemento certamente non trascurabile è rappresentato dai contratti di filiera che tutelano il prodotto e che hanno giocato un ruolo da veri protagonisti: l’Accordo Quadro Barilla per il frumento duro, alcuni importanti contratti di filiera con le varietà di grano duro Cesare e Marco Aurelio, il contratto Filiera Latte per il mais, sono oggi un ventaglio completo di proposte che mettono al centro il punto di incontro tra la qualità e salubrità del prodotto italiano da tutelare e la garanzia economica per chi produce e nello scenario del mercato globale potrebbe trovarsi disorientato senza questi supporti strategici che assicurano reddito al proprio lavoro.

Passando ai numeri

La gestione d’impresa virtuosa dunque arriva soprattutto da un’oculata gestione manageriale dei costi di azienda che nel 2017 hanno consentito risparmi per oltre 5 milioni di euro attraverso opere di riorganizzazione, ottimizzazione ed efficienza: i costi generali infatti sono diminuiti di 2,5 milioni con una riduzione uniforme di tutte le spese riguardanti affitti, utenze, manutenzioni, consulenze specifiche. Stessa sorte per le spese del personale che diminuiscono di circa 2 milioni di euro oltre agli interessi e altri oneri finanziari che si sono ridotti di circa 500 mila euro per effetto della minore esposizione creditizia e del ricorso a forme finanziarie a costo ribassato. Tutto ciò ha determinato un EBITDA di 5,3 milioni di euro contro 1,5 milioni di ero delle scorso anno. Performance di ottimo livello anche quella scaturita dalla diminuzione del debito verso gli istituti di credito e della posizione finanziaria netta per un valore di rilievo di oltre 5,5 milioni di euro generato dalle attività di management volte a migliorare la gestione del capitale circolante (clienti, fornitori, giacenze). Soddisfatti il presidente del CAE Antonio Ferro e il direttore generale Ivan Cremonini. “Siamo il riferimento del mondo agricolo a 360° e il segno più nel bilancio è il segnale concreto della fiducia che viene riservata al nostro operato e garanzia di solidità pur in anni molto difficili per l’agricoltura. Mi complimento con il direttore e lo staff al completo per quanto fatto”. Anche il direttore Cremonini sottolinea il lavoro svolto: “Questo è un bilancio frutto di una razionalizzazione che mantiene e incrementa la funzionalità, l’innovazione e i servizi complessivi a beneficio dei nostri soci e clienti tutti. Il rapporto con le aziende partecipate e controllate e i contratti di filiera ad hoc ci consentono di avere un ruolo di primo piano e di offrire garanzie e remunerazioni al meglio di quanto si possa realizzare in un contesto come quello attuale”.

Ufficio Stampa & Rapporti con i Media
Consorzio Agrario dell’Emilia

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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