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da: editor Autori a Corte

Torna, per il terzo anno di seguito, l’appuntamento estivo con la manifestazione ‘Autori a Corte’ che impegnerà la città estense per tre settimane. Il programma, a cui hanno collaborato diverse case editrici del ferrarese e altri enti in funzione di sponsor, si articolerà in sei serate – due volte a settimana, dalle 19:00 alle 23:30 – e in più una piccola anteprima il prossimo venerdì 8 Luglio.
La rassegna verrà ospitata nel Giardino delle Duchesse – aperto appositamente per queste serate, dopodiché chiuderà di nuovo, causa lavori pubblici – luogo poco conosciuto quanto suggestivo, a pochissimi passi dal castello.
L’anteprima, invece, è un’occasione unica e rara per conoscere e apprezzare un noto drammaturgo uruguayano: Dino Armas, che ha all’attivo già tre opere, la cui edizione italiana è curata dalla traduttrice Monica Menosse. L’autore colpisce per il suo impatto sociale, le tematiche da lui affrontate non potrebbero essere più attuali: questioni spinose e contemporanee quali l’omosessualità e la vita dei giovani oltreoceano. Questo sarà l’unico appuntamento ad essere ospitato dalla libreria IBS, dove proprio questa mattina 6 Luglio si è tenuta la prima e ufficiale conferenza stampa.
Nuove idee e tanti bei progetti sono stati presentati dagli organizzatori, grazie al patrocinio di diciannove aziende e con la partecipazione di alcuni degli autori più noti.
Presente anche il Vicesindaco, il Dott. Massimo Maisto, che si è espresso entusiasta a favore dell’evento: “si può fare cultura di qualità tutto l’anno” dice, parlando di Autori a Corte, definendolo finalmente un “intrattenimento intelligente”. Il comune, tre anni fa, ha scommesso su questa iniziativa, che sta ricevendo sempre più favore di pubblico e può, quest’anno, contare su una adesione sicuramente massiccia.
I vari partner e sponsor che hanno contribuito alla realizzazione di questi eventi sono sia nuovi – come la Città del Ragazzo, che esalta questo tipo di esperienza che permette certamente ai ragazzi di “esprimere le loro potenzialità” e di riuscire a conseguire conoscenze nuove con diversi strumenti, concreti e culturali al tempo stesso – ma anche storici: come la Mediolanum, ospite questa mattina con il Dott. Alfano, che si è espresso sulla rassegna parlando di “scommessa vinta”. Partner di Autori a Corte anche la famosa associazione no-profit Telethon, che sarà presente nello specifico il 29 Luglio, proprio per continuare il felice connubio di cultura e solidarietà.
I tre autori che sono intervenuti, e che potremo approfondire durante le serate a loro dedicate nel corso dei sei appuntamenti, sono stati Daniele Vecchi – parlando del suo nuovo libro, Togliatti Blocks, storia di un viaggio di crescita e di lotta di un giovane ragazzo, nell’Europa dell’est – assieme a Selina De Vivo e Dino Marsan. “Anna e Lui”, primo romanzo della scrittrice, parla di una storia vera, ma assolutamente non d’amore, ambientata sotto i portici bolognesi. La conferenza si è conclusa parlando di fumettistica, con “Maialik” di Dino Marsan e Alessandro Bersanetti. Come già suggerisce il nome atipico, questo incrocio tra il ladro Diabolik e l’intercalare preferito di Ferrara, è il nuovo ‘protettore’ delle tradizioni del territorio.
Ma non è solo cultura di carta quella che Autori a Corte offre quest’anno: tra le numerose novità, per rendere l’atmosfera adatta anche ai più giovani, oltre a degustazioni offerte dai vari sponsor, in collaborazione con il pub ‘Il Molo’ a partire dalle 19:00 il sottofondo musicale è garantito, volto a organizzare una “situazione da vivere”, riempiendo le pause e le transizioni tra un autore e l’altro.
L’estate ferrarese è da sempre nota per il clima poco ospitale, la città si svuota e le famiglie migrano verso i lidi: per voi che (come noi) avete scelto di rimanere, questo appuntamento – ormai immancabile e decisamente atteso – diventa l’occasione migliore per passare una serata tra musica, buon cibo, i migliori libri in uscita da portare sotto l’ombrellone, ma soprattutto per scampare al caldo afoso e alla noia dei soliti aperitivi in centro.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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