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Da: CDS

Mercoledì 30 novembre CDS (Centro ricerche Documentazioni e Studi di Ferrara) ha portato a termine il progetto europeo INsPIRE (INformation, Participation & Involvement of employees on non-financial REporting in the European food and drink sector) presso il Comitato Economico e Sociale Europeo di Bruxelles.

Il progetto di cui CDS è capofila in partnership con la FAI Cisl nazionale e con EFFAT (European Federation of Food, Agriculture and Tourism Trade Unions), ha riguardato il coinvolgimento dei CAE (Comitati Aziendali Europei) e delegati aziendali e sindacali di tre imprese multinazionali (Heineken Italia, San Benedetto e Marchesi Antinori) per approfondire principi, modelli e strumenti orientati alla sostenibilità, alla responsabilità sociale e alla rendicontazione non finanziaria, da inserire nelle consultazioni e contrattazioni.

Il progetto ha avuto la durata di 2 anni dove si sono alternate fasi di ricerca sullo stato dell’all’arte a livello europeo sul tema, ricerca empirica presso gli stabilimenti S. Benedetto e Heineken in Italia e Spagna e fasi di formazione per delegati CAE ed aziendali.

A Bruxelles sono stati presentati gli strumenti didattici di informazione e consultazione da utilizzare in azienda per approfondire i temi della partecipazione, responsabilità sociale, sostenibilità e rendicontazione non finanziaria.

Il progetto cofinanziato dalla Commissione Europea Direzione Generale Occupazione, Affari Sociali e Inclusione, viene ritenuto particolarmente importante dall’Unione Europea in relazione agli impegni a cui sono chiamati i Paesi dell’Unione sia in materia di diritti e partecipazione che di sostenibilità: la progressione verso un’economia a basse emissioni di carbonio prevede che entro il 2050 l’UE riduca le proprie emissioni dell’80% rispetto ai livelli del 1990, con una riduzione delle emissioni del 40% entro il 2030 e del 60% entro il 2040, e che entro il 2020 il 20% del fabbisogno energetico sia ricavato da fonti rinnovabili, con un contestuale aumento del 20% dell’efficienza energetica.

Il materiale e gli strumenti del progetto si possono scaricare gratuitamente dal sito (www.ilcds.org/inspire)

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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