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da: ufficio stampa Confagricoltura Ferrara

Successo per la gara che ha saputo valorizzare le bellezze dei territori bagnati dal Grande Fiume

“La bellezza del nostro territorio risiede sicuramente nelle nostre radici artistico culturali, ma giocano un ruolo di assoluto prestigio anche il nostro ambiente agricolo e le aziende che ogni giorno producono eccellenze” commenta il Presidente di Confagricoltura Ferrara Pier Carlo Scaramagli all’indomani del successo della “Granfondo del Po”, la gara ciclistica amatoriale organizzata dall’associazione sportiva dilettantistica Po River e da Link Tours, con il contributo di Ascom Confcommercio Ferrara e Confagricoltura Ferrara e con il patrocinio dei 16 comuni sui quali si sono sviluppati i 133 km di percorso tra Emilia Romagna e Veneto.
600 i corridori che hanno gareggiato durante la competizione che rientra all’interno dell’UNESCO Cycling Tour. Non si è trattato solo di una semplice gara, ma è stata un’occasione per promuovere il nostro territorio e farlo conoscere ed apprezzare a tutti i partecipanti, soprattutto a coloro che sono arrivati da fuori regione e dall’estero.
“Abbiamo deciso di supportare questa manifestazione attraverso la partecipazione attiva di alcune nostre aziende agricole” prosegue il Presidente Scaramagli: Agriturismo i Due Laghi del Verginese (Gambulaga), Riso Cenacchi (Serravalle), Corte Madonnina (Pomposa), Sartorato Archimede (Mesola), Soc. Agr. Deltabio s.s. (Codigoro), Ferrini Marcello (Massa Fiscaglia) sono le aziende che hanno fornito i propri prodotti per il confezionamento dei pacchi gara, dei premi, per il rifornimento dei 3 punti ristoro dislocati lungo il percorso e per il “pasta party” presso il ristorante “Le Querce” del Cus Ferrara.
Dal canto suo il Presidente provinciale di Ascom Confcommercio Ferrara Giulio Felloni spiega: “Nelle tante sfaccettature del suo lavoro Ascom è impegnata per promo valorizzare con eventi e partnership anche sportive tutta la provincia e le sue eccellenze turistiche ed enogastronomiche, considerando che il turismo è la risorsa autentica del nostro territorio”. Tra le attività associate Ascom coinvolte nelle attività di ristoro ai partecipanti, la storica Macelleria di Alberto Succi (Ferrara), consigliere Ascom e consigliere nazionale di Federcarni.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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