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Da: Regione Emilia Romagna

Un rapporto solido e costante, che si è rafforzato negli anni in molti settori: istituzioni, imprese, università, enti di ricerca, anche grazie a una visione comune, quella di un’Europa forte e solidale, capace di dare risposte concrete alle nuove sfide e ai bisogni che anche questa emergenza sanitaria ha fatto emergere.
È quello tra l’Emilia-Romagna e la Nouvelle Aquitaine, due Regioni con una forte identità territoriale e tra le aree più avanzate d’Europa sotto il profilo economico, culturale e sociale, la cui intesa risale a vent’anni fa e si è rinnovata recentemente, grazie al Protocollo siglato a febbraio 2019 per consolidare la collaborazione su più fronti, dall’agri-food ai Big data all’intelligenza artificiale.

Oggi in videoconferenza da viale Aldo Moro, il presidente Stefano Bonaccini – con gli assessori allo Sviluppo economico e Green economy, Vincenzo Colla, e all’Agricoltura ed Agroalimentare, Alessio Mammi – hanno fatto il punto con il presidente del Consiglio regionale della Nouvelle Aquitaine, Alain Rousset, anche per parlare della fase post emergenza Coronavirus e delle aspettative nei confronti dell’Unione Europea.

“Teniamo molto al rapporto con la Nouvelle Aquitaine- sottolinea il presidente Bonaccini-: in questi ultimi anni abbiamo lavorato molto bene insieme e ci teniamo ad irrobustirlo. Scambiarsi buone pratiche è ancora più importante in questo periodo, nel quale serviranno politiche innovative per sostenere la ripartenza e uscire dall’emergenza post Covid. In questa ottica, l’apporto dell’Europa dovrà essere fondamentale: la possibilità di ottenere risorse in tempi rapidi è un’occasione che non va sprecata e stringere sempre più forti relazioni internazionali con le nostre regioni rientra nella strategia che intendiamo perseguire”.

Tra i temi affrontati, la volontà di dare corso alla collaborazione su agroalimentare e turismo, programmando un incontro personale tra i presidenti, in cui ridiscutere se necessario le priorità e chiedendo finanziamenti congiunti in Europa. Di qui, l’invito di Bonaccini a Rousset a venire a Bologna, anche per visitare il Centro Meteo e il Supercomputer di calcolo che avrà sede al Tecnopolo.

Numerose le ‘battaglie’ condotte insieme negli ultimi anni, tra cui la difesa del budget della Politica agricola comune e del ruolo delle Regioni nella gestione degli interventi a favore del mondo rurale e nella nuova politica di coesione per il periodo di programmazione 2021-2027; temi su cui si sono svolte iniziative comuni che hanno cementato la collaborazione tra Emilia-Romagna e Nouvelle Aquitane e favorito lo scambio tra imprese, università e altri enti dei due territori. Come futuri settori di collaborazione delle due Regioni sono stati citati l’agromeccanica, l’agricoltura di precisione, la difesa dei marchi e la valorizzazione dei prodotti Dop e Igp. E ancora, un piano di rilancio a livello industriale, che punti sempre più su un’industria innovativa e green.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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