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da: ufficio stampa Coldiretti

Mancanza di adeguate contromisure per i danni (in aumento) da parte degli animali selvatici alle produzioni agricole ed al territorio; Coldiretti ha presentato alla Camera dei Deputati cinque progetti per prevenire e contrastare il fenomeno.

Il 2015 è iniziato con numerose proteste in diverse Regioni da parte degli agricoltori per il perseverare di assenza di soluzioni fondate ed efficaci per contenere i danni da fauna selvatica. Dai cinghiali ai lupi, dai caprioli alle nutrie, le imprese agricole sono ormai esasperate dai danni economici che subiscono per l’assenza di adeguate contromisure a livello nazionale e regionale.
Il problema è stato di nuovo portato all’attenzione da Coldiretti nazionale in occasione dell’evento “Ambiente, Legalità e Lavoro”, tenutosi nella Sala del Cenacolo della Camera dei Deputati su iniziativa promossa da Federparchi – Europarc Italia, le Università degli Studi di Milano, Napoli, Pollenzo e Urbino, alcune Associazioni Venatorie e Cncn- Comitato Nazionale Caccia e Natura, con il patrocinio del Ministero dello Sviluppo Economico. Nell’occasione sono stati presentati cinque progetti per una nuova qualità della vita aventi specifiche caratteristiche influenti sulle tematiche al centro dell’incontro.
L’iniziativa mira a porre in campo una nuova sinergia tra il mondo ambientalista, agricolo e venatorio, partendo dal presupposto che agricoltura, tutela ambientale e pratiche venatorie non sono in contraddizione, anzi: il rispetto delle leggi vigenti e la conoscenza approfondita delle diverse posizioni consente una collaborazione virtuosa, fatta di confronto e iniziative comuni.
La criticità in cui il settore primario si trova per i cresciuti danni arrecati dalla faunaselvatica rappresenta ormai un fatto estremamente rilevante sia per l’ambiente che per le attività produttive. L’attuale sistema normativo non sembra più capace di mantenere e adeguare le popolazioni di tutte le specie selvatiche in modo da garantire un equilibrio tra la loro presenza e l’eserciziodell’attività agricola e le politiche ambientali con la tutela delle risorse naturali, nonché dei valori culturali e sociali.
Coldiretti ha richiamato l’attenzione su un tema complesso che richiede un approccio multidisciplinare in cui, agli aspetti tecnici connessi alla prevenzione dei danni, si affianca l’indagine giuridica, volta non solo alla ricostruzione del quadro normativo di insieme, ma a evidenziare taluni profili propositivi e l’approccio economico-estimativo, considerando che tanto la fauna selvaticaquanto le attività produttive agricole conferiscono alla collettività benefici di natura materiale e immateriale.
Le numerose imprese agricole a rischio dai danni causati dalla fauna selvatica ed in particolare dai cinghiali getta i presupposti per un sistema organico di interventi diretti alla tutela, alla gestione e al controllo delle specie di fauna selvatica presenti sul territorio; alla prevenzione e al risarcimento dei danni; allapianificazione delle attività faunistico venatorie.
E’ stato quindi tracciato un breve quadro del mutamento dell’agricoltura dal 1950, fino al maggiore incremento della monocoltura cui vengono destinati i terreni, con conseguenti risvolti negativi sul sistema agroalimentare. Alimentazione e agricoltura devono costituire un binomio necessario, utile e quanto mai perfetto.
Quanto richiesto da Coldiretti dovrebbe trovare soluzione nell’ambito dei 5 progetti proposti che affrontano le seguenti tematiche: la salvaguardia dell’orso marsicano, la costruzione del registro nazionale degli ungulati selvatici, l’importanza della biodiversità e la gestione della fauna selvatica, la valorizzazione delle eccellenze alimentari derivanti da pratiche venatorie rispettose della legge, la costruzione di una governance europea in materia faunistica.
Ciascuna di queste iniziative avrà ricadute concrete su ambiente, legalità e lavoro: contrasto del bracconaggio, azioni di conservazione della fauna e di prevenzione su incidenti stradali e danni all’agricoltura causati da alcunespecie animali, diffusione di sistemi di produzione agroecologici che valorizzino la biodiversità per un uso compatibile delle risorse territoriali, maggiori garanzie in termini di sicurezza alimentare e tutela della salute umana ed animale, valorizzazione delle più efficaci ed efficienti esperienze di governance nei vari Paesi europei in materia di gestione faunistica, creazione di attività produttive in materia alimentare basate su un corretto equilibrio tra uomo e natura.
Coldiretti, infine, ha manifestato apprezzamento, per l’iniziativa affermando che la politica della caccia e quelle attinenti ai danni da fauna selvatica costituiscono interessi comuni e la collaborazione, tra ambientalisti, agricoltori e cacciatori, deve essere un valore aggiunto e condurre alla soluzione definitiva del problema.
Un tema sicuramente sentito anche nel nostro territorio, specie negli ultimi mesi in relazione alla problematica sul contenimento finalizzato alla eradicazione delle nutrie, affrontato con molte difficoltà a causa delle incertezze normative e delle problematiche oggettive della operatività in campo, che dovrà trovare una maturazione ulteriore dopo la fase delle ordinanze che i sindaci di quasi tutti i comuni ferraresi hanno emanato nelle scorse settimane.

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COLDIRETTI


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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