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Da: Ufficio Stampa

Summit con la Regione, richiesto stato di calamità e proroga della deadline del 30 aprile per la denuncia annuale delle produzioni vivaistiche

L’emergenza da Covid-19 sta mettendo a dura prova il settore florovivaistico della nostra regione, con oltre 3.000 imprese che a causa del lockdown stanno perdendo le entrate in un periodo nel quale normalmente realizzavano il 75%” del ricavo annuale. Per questi motivi Coldiretti Emilia Romagna ha presentato alla Regione la richiesta di proclamare lo stato di calamità per il comparto e una serie di proroghe per gli adempimenti tra cui la scadenza del 30 aprile relativa alla denuncia annuale delle produzioni vivaistiche. È quanto emerso dall’incontro in videoconferenza fra i CAA provinciali di Coldiretti Emilia Romagna con i funzionari regionali responsabili del settore fitosanitario e dell’attuazione delle normative fitosanitarie in ambito vivaistico.

“Il decreto Cura Italia, ad ora, non consente di fornire una concreta risposta al comparto, per tale motivazione riteniamo necessaria l’istituzione di un fondo speciale per il settore florovivaistico da cui attingere contributi a fondo perduto per la ripartenza delle aziende – afferma Coldiretti Emilia Romagna – sostenendo così le imprese che hanno perso la produzione per l’impossibilità di commercializzarla in conseguenza delle limitazioni nel commercio interno ed estero”.

“Le imprese florovivaistiche – conclude Coldiretti Emilia Romagna – in questa situazione non rischiano solo il danno economico, ma viene messa in discussione la loro sopravvivenza e continuità, tale da poter generare un danno irreparabile.

L’incontro è stata anche un’occasione per affrontare gli argomenti presenti nei nuovi regolamenti europei focalizzando l’attenzione sul Registro Ufficiale degli operatori professionali, sul passaporto delle piante e sulla modulistica relativa alle procedure di registrazione e di richiesta di autorizzazione.

Gli uffici CAA Coldiretti sono a disposizione e a supporto dei nostri associati per procedere con i nuovi adempimenti.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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