Skip to main content

da: ufficio stampa Coldiretti

Dal confronto con i Piani di altri Stati europei si evidenziano complessità e penalizzazioni per gli agricoltori italiani. Coldiretti esprime perplessità e preoccupazione, in attesa che siano messe a punto le norme applicative, che al massimo in due anni dovranno stabilire gli effettivi impegni delle nostre imprese agricole.

La Conferenza Stato Regioni ha approvato il Piano Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari in attuazione di quanto previsto dalla dir. 2009/128/CE. Al momento non sembra siano stati introdotti ulteriori emendamenti, quindi, la versione sulla quale è stata sancito l’accordo dovrebbe essere quella del 20 novembre 2013.

Il Piano ha avuto una lunghissima gestazione. Il Ministero dell’Ambiente, insieme alle altre amministrazioni competenti e, cioè, il Ministero delle Politiche Agricole, il Ministero della Salute, il Ministero dello Sviluppo Economico e le Regioni ha iniziato ad elaborare la bozza del documento quando ancora la direttiva non era stata approvata. Paradossalmente, i tempi di discussione sono stati talmente lunghi, benché solo il Mipaaf abbia sentito il parere delle Organizzazioni Professionali Agricole, che il nostro Paese ha rischiato di vedere avviata la procedura d’infrazione da parte dell’Ue.

Il Piano che dovrà ora essere adottato con decreto interministeriale, parte quindi tra le perplessità ed i rilievi critici di Coldiretti che non può fare a meno di evidenziare come alla fine di questo lungo percorso, si sia arrivati ad approvare un provvedimento che, benché leggermente semplificato rispetto alla versione inziale, è il più complesso e penalizzante per le imprese agricole italiane, se paragonato ai Piani approvati dagli altri Stati membri.

Una scelta politica paradossale, se si pensa che l’Italia è il primo paese al mondo per la gestione in termini di sicurezza e sostenibilità dei prodotti fitosanitari come dimostrano i dati dell’Istat che registrano un calo nell’utilizzo delle sostanza attive nel periodo 2002-2012, di 33 mila tonnellate (-19,8%) a fronte di un aumento della sola Danimarca del +35% nell’uso di fitofarmaci, solo nell’ultimo anno e del Ministero della salute, per cui il 99.7% degli alimenti italiani sono assolutamente in regola con la normativa sui residui degli antiparassitari. Il Piano, quindi, entra in vigore con più di un anno di ritardo a ridosso dell’obbligo previsto dalla dir. 2009/128/CE di conversione, a partire dal 1 gennaio 2014, di tutte le imprese agricole convenzionali alla difesa integrata.

Dal momento che sarebbe assurdo che le imprese agricole che non state messe in grado di poter adempiere agli obblighi di formazione ed informazione per convertirsi alla difesa integrata siano passibili di sanzioni, è stato chiarito in via ufficiosa, che dal 1° gennaio gli obblighi che si richiedono agli agricoltori sono quelli di accesso alle informazioni sulla difesa integrata previsti al punto A.7.2.3. (Gli utilizzatori professionali di prodotti fitosanitari e le aziende agricole), ai sensi del quale gli utilizzatori professionali di prodotti fitosanitari sulla base dei documenti e delle basi informative messi a disposizione delle Regioni e delle Province Autonome, “applicano i principi generali della difesa integrata obbligatoria di cui all’allegato III del decreto legislativo n. 150/2012.

A tal fine essi devono conoscere, disporre direttamente o avere accesso a: dati meteorologici dettagliati per il territorio di interesse, acquisibili anche attraverso collegamento in rete; dati fenologici e fitosanitari forniti da una rete dimonitoraggio e, ove disponibili, dai sistemi di previsione e avvertimento descritti nei paragrafi A.7.2.1 e A.7.2.2; bollettini territoriali di difesa integrata per le principali colture; materiale informativo e/o manuali per l’applicazione della difesa integrata, predisposti e divulgati anche per via informatica dalle autorità competenti.

Nel caso in cui non sia presente alcuna rete, ai fini del monitoraggio le aziende assolveranno a tale impegno ricorrendo ad un apposito servizio di consulenza, messo a disposizione dalle Regioni e dalle Province autonome, nell’ambito degli strumenti della Pac, così come previsto dal precedente paragrafo A.7.2.2, punto 3”.

Ad ogni modo, poiché il Piano così approvato rimanda per tutta una serie di misure importanti qualiquelle relative alla tutela delle acque ed all’impiego dei fitofarmaci nelle aree protette ed ai controlli sulle attrezzature a ulteriori decreti ministeriali che dovranno essere emanati in un periodo compreso tra uno e due anni, sarà quella la fase nella quale concretamente si dovranno stabilire gli impegni a carico delle imprese agricole che si auspica non vadano a creare un ulteriore gap concorrenziale con il resto dei paesi europei ed extraeuropei.

tag:

COLDIRETTI


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it