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Da: Coldiretti

Coldiretti: borsa merci di Bologna, ancora non ci siamo. Il mais italiano di qualità viene sottopagato

Il mais italiano di qualità viene battuto dal mais d’importazione, raccolto lo scorso anno e che arriva in Italia dopo migliaia di km in nave. Ancora lontana una quotazione soddisfacente per i produttori italiani, che stanno perdendo reddito e sono sottopagati.

Alla Borsa Merci di Bologna è stato finalmente quotato il mais italiano di qualità. Il prezzo però non è quello giusto: solo 180 euro contro i 195 euro a tonnellata della quotazione del mais d’importazione extracomunitario. Lo comunica Coldiretti Emilia Romagna, che definisce inspiegabile e anche offensivo per i produttori italiani il gap di 15 euro tra il mais nazionale di qualità e quello extracomunitario.
“La giustificazione di questa differenza – afferma il presidente di Coldiretti Emilia Romagna Mauro Tonello – è che il mais di importazione avrebbe ampie ‘certificazioni’ di cui non si conosce bene il contenuto, visto che anche il mais italiano può fornire tutte le certificazioni necessarie. In più, non si considera che il mais di importazione è mais che in molti casi (come quello importato dal Canada) è stato raccolto nel settembre 2015 ed ha fatto migliaia di chilometri in nave per arrivare in Italia. Se la scorsa settimana il mais di qualità quotato 192 euro a tonnellata veniva pagato come mais normale a 171 euro e i maiscoltori perdevano 21 euro a tonnellata, dobbiamo rilevare che questa settimana di euro ne perdiamo solo 15 rispetto al mais di importazione. Potrebbe essere un passo avanti – commenta Tonello – se non si trattasse di una ennesima penalizzazione per i produttori italiani”.
Secondo il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, “visto che le caratteristiche del nostro mais di qualità sono superiori a quelle d’importazione, bisogna che venga pagato almeno alla pari di quello importato”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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