Skip to main content

da: ufficio stampa Coldiretti

Il presidente Moncalvo e l’intera Giunta di Coldiretti alla scoperta delterritorio e dei sapori ferraresi, con tappa a Jolanda, nella sede di SBTF, la storica azienda agricola che dopo il riassetto della proprietà sta puntando su innovazione e filiere “made in Italy”.

 

In vista di Expo Milano il Presidente nazionale Roberto Moncalvo, il segretario generale Vincenzo Gesmundo ed i membri della Giunta nazionale dell’organizzazione, da diverse settimane stanno “toccando con mano” i volti, le storie, le aziende agricole che rappresentano il vero made in Italy e giorno per giorno costruiscono unpezzo del modello di sviluppo Coldiretti, in particolare delle eccellenze dell’agroalimentare e dell’ambiente.

In questo contesto nel pomeriggio di mercoledì 15 aprile il tour delle eccellenze ha fatto visita anche alla nostra provincia, incontrando i vertici della nuova proprietà della Società Bonifiche Terreni Ferraresi, nella sede aziendale di Jolanda di Savoia.

Dopo il riassetto azionario che ha visto la cessione dal fondo pensioni di Banca d’Italia dell’unica azienda agricola quotata alla borsa valori, infatti SBTF, con l’amministratore delegato Federico Vecchioni, ha condiviso il progetto Coldiretti, varando una serie di investimenti destinati a portare un significativo mutamento all’azienda ed alle sue potenzialità sul mercato.

Come hanno potuto verificare direttamente i vertici nazionali di Coldiretti, accompagnati dalpresidente di Coldiretti Emilia-Romagna, il ferrarese Mauro Tonello, dal direttore regionale Marco Allaria Olivieri, oltre che dal presidente di Coldiretti Ferrara Sergio Gulinelli, saranno molti i riassetti strategici che proietteranno SBTF in un contesto diverso rispetto all’attuale, sfruttando al meglio le proprie caratteristiche che ne fanno l’azienda agricola italiana di maggiore estensione, e tra le prime in Europa, con un blocco forte che fa perno proprio su Jolanda, con un corpo aziendale unico di oltre 3.700 ettari (ai quali si aggiungono le aziende di Mirabello ed Arezzo, per un totale di circa 5.500 ettari).

E proprio a Jolanda sono in avanzata fase di progettazione ed inizio realizzazione gli investimenti più rilevanti e significativi: il riassetto colturale (con l’introduzione di nuove colture, comprese le officinali), la realizzazione di un innovativo allevamento da ingrasso che verrà alimentato con i foraggi aziendali a garanzia di una filiera certificata per la carne bovina, un impianto di produzione energetica per il riciclo dei reflui dell’allevamento stesso, impianti di drenaggio che consentiranno recuperi di superfici utili alle colture, miglioramento dell’efficienza agronomica con una innovativa mappatura informatica dei terreni aziendali, utilizzo di macchine innovative con gestione elettronica e georeferenziazione per il risparmio dei mezzi tecnici e dell’impatto ambientale, realizzazione e recupero di elementi naturali dell’ambiente, in aderenza alle nuove politiche comunitarie, recupero integrale del patrimonio edilizio della storica “direzione”, le cui palazzine risalgono ai primi anni del novecento, ampliamento dei magazzini e degli impianti di essiccazione estoccaggio per i cereali, con linee di lavorazione aziendale del riso, realizzazione di un campus post-universitario dove i giovani studenti europei possano avere l’opportunità di osservare e studiare le tecniche agronomiche e colturali più innovative.

 

Il tutto senza rinunciare ai prodotti simbolo del territorio: riso, cereali, soia, ma anche pomodoro,cocomeri, meloni, nuove varietà di colture frutticole, puntando da un lato all’autosufficienza per l’allevamento, e dall’altro a fare massa critica per commercializzare produzioni a filiera corta certificata ponendo i propri prodotti sul mercato in modo più diretto e riconoscibile, nella consapevolezza della grande qualità che i consumatori possono apprezzare e premiare nei comportamenti d’acquisto.

 

Insomma l’applicazione della progettualità Coldiretti nella più grande azienda europea in corpo unico, a comprova della positiva svolta che il modello di sviluppo per l’agricoltura e l’alimentare made in Italy, possono significare in una visione imprenditoriale volta al futuro e che i dirigenti Coldiretti hanno potuto apprezzare e vedere in  via di applicazione a Jolanda.

Una azienda di eccellenza, che si avvia a diventare il testimonial della nuova agricolturainnovativa e delle filiere aziendali e che quindi nel racconto di Expo Milano 2015, ormai alle porte, si inserisce nella rappresentanza dei modelli produttivi che coniugano la produzione di cibo di eccellenza legato ai territori d’origine ed al rispetto e valorizzazione dell’ambiente.

Apprezzato dagli ospiti l’assaggio delle eccellenze agroalimentari ferraresi che sono state offerte in degustazione: riso agli asparagi ed alle vongole, assaggio di brodetto di anguilla con polenta, salame all’aglio di Voghiera, fragole, dolci tipici (pampepato e ciambella, mandorlini di Ponte, crostate con confetture di frutta), la “coppia ferrarese”, che oltre ad essere in esposizione per la rassegna dei prodotti “bandiera” del ferrarese, sono poi stati degustati assieme ai nostri vini DOC di eccellenza forniti dalle aziende di Coldiretti.

 

tag:

COLDIRETTI


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it