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Da Responsabile Stampa Coldiretti Ferrara

Meno 24% di pioggia nell’inverno 2017 e livello del Po e dei laghi come ad Agosto, è una primavera bollente, che conferma gli sfasamenti stagionali. Allarme siccità nei campi, senza precipitazioni a rischio le colture con impennata dei costi di produzione.

Emilia Romagna a secco, dopo un inverno più caldo di quasi mezzo grado rispetto alla media, con il 24% di pioggia in meno e primavera in arrivo con la natura in tilt.

E’ quanto emerge da una analisi di Coldiretti in occasione dell’arrivo della primavera, dalla quale si evidenzia che ad aggravare la situazione è un marzo bollente e drammaticamente asciutto dopo febbraio che in Italia si è classificato al sesto posto tra gli anni più caldi dal 1800 con la colonnina di mercurio che è risultata di 2,11 gradi superiore alla media del periodo di riferimento.

Il Po è in magra come ad agosto, le alte temperature hanno provocato l’esplosione contemporanea delle fioriture che provoca una impennata delle allergie da polline. Primule, viole e margherite ricoprono i prati mentre nelle campagne – precisa la Coldiretti – sono fioriti albicocchi, peschi e tutte le piante da frutto si sono “risvegliate” con la diffusione del polline e delle allergie. Alla bellezza del paesaggio si contrappone però una preoccupante mancanza di acqua perché la pioggia e le nevicate invernali – spiega la Coldiretti – sono determinanti per ricostruire le riserve idriche necessarie alle piante alla ripresa vegetativa primaverile per crescere e garantire i raccolti.

La situazione di difficoltà in cui versa il Paese è evidente dalla situazione dei principali bacini idrografici del Paese a partire dal fiume Po che fa segnare lo stesso livello idrometrico della scorsa estate ed inferiore di oltre un metro rispetto allo stesso periodo del 2016, al Ponte della Becca dove il livello e di appena –2,7 metri. Il risultato – continua la Coldiretti – è visibile nei principali bacini idrici dove, secondo l’ultimo monitoraggio della Coldiretti, lo stato di riempimento del lago Maggiore è al 51,5%, quello del Lago di Iseo al 22,1% quello del Lago di Como al 17,1% mentre più positiva è la situazione del Garda con il 79,2% con il risultato che in Emilia Romagna il volume complessivo delle risorse idriche disponibili è ai livelli minimi dal 2010.

Siamo di fronte – precisa la Coldiretti – agli effetti dei cambiamenti climatici che si stanno manifestando con pesanti conseguenze sull’agricoltura italiana perché si moltiplicano gli sfasamenti stagionali e gli eventi estremi con precipitazioni brevi, ma intense e il repentino passaggio dal maltempo al sereno. Siccità e bombe d’acqua, ma anche gelate estreme e picchi di calore anomali – continua Coldiretti – si alternano lungo l’anno e lungo tutta la Penisola sconvolgendo i normali cicli stagionali. Una sfida anche per i consumatori costretti a fare i conti con le fluttuazioni anomale nei prezzi dei prodotti che mettono nel carrello della spesa dove afebbraio si sono registrati aumenti del 37,2% nei prezzi dei vegetali freschi per le gelate di gennaio mentre a marzo le quotazioni stanno rientrando con il bel tempo.

Non diversa la situazione ferrarese, le cui campagne sono secche da settimane, e con la stagione irrigua che di norma dovrebbe aprirsi il 21 aprile, che dovrebbe invece anticipare di un mese, con conseguente aumento di costi, sia per il sistema della bonifica, sia per leimprese agricole, per le quali il ricorso all’irrigazione anticipata significa mettere in moto macchine ed attrezzature specifiche. Inoltre la possibilità di immettere acqua nelle canalizzazioni dipende anche dallo stato di manutenzione dei canali stessi, che non è detto siano già oggi in grado di sostenere il flusso dell’acqua in tutta la rete, con possibili disparità tra diverse zone del territorio.

Elementi di preoccupazione che non vengono fugati dalle previsioni meteo, che non indicano a breve termine precipitazioni di rilievo in grado di ristorare le colture, sia quelle già in atto ed in pieno risveglio (cereali, frutteti), come quelle seminate da poco (bietole, mais) che hanno necessità di acqua per germinare e crescere, e che rendono quindi necessario un urgente intervento da parte del Consorzio del Bonifica.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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