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Da: Coldiretti Ferrara – ufficio stampa

Coldiretti ferrara: il presidente Tassinari ha incontrato il sindaco di Cento e condiviso l’impegno per l’etichettatura d’origine dei prodotti alimentari

Toselli “diritto dei cittadini avere etichette trasparenti e dei produttori a poter valorizzare il vero made in Italy”. In tutto il territorio continua la raccolta firme dei cittadini europei “Eat Original” per una normativa comune a tutta Europa.
  
Il sindaco di Cento Fabrizio Toselli ha sottoscritto, lunedì 21 gennaio, nella sede di Coldiretti Ferrara, la dichiarazione di sostegno all’iniziativa dei cittadini europei ‘Eat ORIGINal! Smaschera il tuo cibo’. Si tratta di una iniziativa, sostenuta proprio da Coldiretti, che ‘invita la commissione europea a imporre la dichiarazione obbligatoria di origine per tutti i prodotti alimentari al fine di impedire le frodi, tutelare la salute pubblica e garantire il diritto dei consumatori all’informazione’.
«Ho firmato convintamente questo documento – spiega il primo cittadino centese -. Ritengo infatti che rendere obbligatoria l’indicazione di origine degli alimenti sia una fondamentale misura di trasparenza a garanzia della salute e dei diritti dei consumatori e a tutela dei nostri prodotti. Essenziale dunque che venga assunta a livello europeo. Ho quindi assicurato l’appoggio dell’Amministrazione: fra qualche giorno si potrà partecipare alla raccolta firme agli sportelli comunali».
«Identificazione e valorizzazione dei nostri prodotti». Il punto focale del progetto illustrato dal presidente Coldiretti Ferrara, Floriano Tassinari. «Con questa iniziativa e questa firma continua il proficuo lavoro con le istituzioni ferraresi, e contiamo di trovare altrettanta disponibilità negli altri amministratori del nostro territorio provinciale. Riteniamo questo progetto basilare: crediamo possa divenire un valore aggiunto per le nostre aziende e i nostri dop e igp, i nostri marchi di qualità, e per la popolazione, che abbia l’opportunità di capire e scegliere di cosa fruire».
Traguardo che Coldiretti si è posta per questa campagna, che ha preso il via a ottobre, è raccogliere un milione di firme. Tre sono gli obiettivi: rendere obbligatoria l’indicazione del paese di origine per tutti gli alimenti trasformati e non trasformati che circolano nella UE, senza alcuna deroga per i marchi commerciali registrati e le indicazioni geografiche. Per quanto riguarda gli alimenti trasformati, l’etichettatura dell’origine è resa obbligatoria per gli ingredienti principali se diversa dall’origine del prodotto finale. Migliorare la coerenza delle etichette, inserendo informazioni armonizzate sui metodi di produzione e di trasformazione al fine di garantire la trasparenza in tutta la filiera alimentare.

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COLDIRETTI


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

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Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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