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Da: Ufficio Stampa Coldiretti

Registrati anche nel ferrarese danni per il maltempo di mercoledì e giovedi. Mele e soia le colture interessate al colpo di coda temporalesco che ha riguardato un vasto territorio.

Ancora danni al settore agricolo per causa di eventi climatici al di fuori dell’ordinario.
Le grandinate che hanno interessato diverse aziende, in particolare nella zona di Voghiera, ma non solo, non sono infatti un fenomeno normale per questo periodo dell’anno, come peraltro non lo erano le alte temperature dello scorso fine settimana, dopo una estate con quasi un quarto in meno di pioggia rispetto alla media ed 1,7 gradi di temperatura media in più.
In Italia l’eccezionalità degli eventi atmosferici – ricorda la Coldiretti – è ormai la norma, tanto da aver condizionato nell’ultimo decennio la redditività del settore agricolo, con le perdite di raccolti dovute a calamità naturali che hanno assunto un carattere ricorrente. Il risultato – conclude la Coldiretti – è una perdita da 14 miliardi di euro in un decennio per l’agricoltura italiana, tra danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne e perdite della produzione agricola nazionale.
Quest’anno poi, specie nel ferrarese, abbiamo registrato gli attacchi di parassiti come la cimice asiatica, e di funghi come l’Alternaria, per citare i principali ma non gli unici, che hanno messo in ginocchio le produzioni soprattutto frutticole.
Ora l’ennesima precipitazione violenta che ha rovesciato molta acqua nei campi e anche grandine di grande diametro, non fanno altro che martoriare le produzioni ancora in campo: in particolare le aziende di Coldiretti segnalano nel territorio tra Voghiera, Portomaggiore e Argenta la distruzione del raccolto di mele (dalle golden alle fuji ancora in fase di raccolta), e danni alla soia, la cui trebbiatura non si è ancora conclusa. Timori anche per le giovani piante dei nuovi impianti di frutteto, danneggiate dai grossi chicchi di ghiaccio. La grandine ha causato anche la rottura di diverse reti, che nulla hanno potuto di fronte alla ingente massa di ghiaccio accumulata e si sono rotte con ulteriore danno economico.
In altre aree della provincia si segnalano precipitazioni piovose intense e forti venti, ma non danni evidenti.

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COLDIRETTI


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

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