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Da: Coldiretti di Ferrara.

Necessario aggiornare i reati in materia agroalimentare e tenere conto del fenomeno delle agromafie che generano un volume d’affari di oltre 24,5 mld di euro, distruggono concorrenza e legalità, minando il made in Italy.
Con il volume d’affari annuale delle agromafie che è salito a 24,5 miliardi di euro è importante realizzare la riforma dei reati in materia agroalimentare per aggiornare le norme attuali, risalenti anche agli inizi del 1900. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nell’esprimere soddisfazione per l’annuncio del Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede al convegno sul caporalato promosso dalla Coldiretti a Roma che nel prossimo Consiglio dei ministri dovrebbe essere esaminato il ddl contro le agromafie che fa diretto riferimento al testo di riforma predisposto dall’Osservatorio Agromafie del giudice Giancarlo Caselli. Il testo di 14 articoli – spiega la Coldiretti – si occuperà di imprese, responsabilità delle persone giuridiche, tutela penale economica e salute pubblica.
Le agromafie non solo si appropriano di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocano l’imprenditoria onesta, ma – continua la Coldiretti – compromettono in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani ed il valore del marchio Made in Italy.
Le mafie – sottolinea Coldiretti – operano attraverso furti di attrezzature e mezzi agricoli, racket, abigeato, estorsioni, o con il cosiddetto pizzo anche sotto forma di imposizione di manodopera o di servizi di trasporto o di guardiania alle aziende agricole, danneggiamento delle colture, aggressioni, usura, macellazioni clandestine, caporalato e truffe nei confronti dell’Unione europea. Ma – continua Coldiretti – viene condizionato anche il mercato della compravendita di terreni e della commercializzazione degli alimenti stabilendo i prezzi dei raccolti, gestendo i trasporti e lo smistamento, il controllo di intere catene di supermercati, l’esportazione del nostro vero o falso Made in Italy, la creazione all’estero di centrali di produzione dell’Italian sounding e lo sviluppo ex novo di reti di smercio al minuto anche compromettendo in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani e il valore del marchio Made in Italy.

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COLDIRETTI


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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