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da: Ufficio Stampa Cofiter.

Cento dodici mila euro a Ferrara. E’ quanto ha erogato Cofiter (Confidi Terziario Emilia Romagna, oltre 30mila soci e una consolidata collaborazione con le reti Confcommercio e Confesercenti) nell’ambito dell’operazione microcredito realizzata col Fei (Fondo Europeo per gli investimenti) per dare impulso alla nascita e alla ristrutturazione di piccole attività con finanziamenti in 60 mesi fino a 25 mila euro. Dei 3 milioni complessivi messi a disposizione, nei primi dieci mesi – dati al 30 settembre – , 1 milione è già stato erogato a 64 realtà (di cui 51 start up) dell’Emilia Romagna. E 9 sono appunto sul territorio ferrarese. Un risultato importante, secondo il Presidente, Marco Amelio, perché «conferma che abbiamo intercettato un bisogno di realizzazione personale che va di pari passo con l’economia reale». Detto più esplicitamente, in linea con un mercato che sta riscoprendo i piccoli esercizi come motore, anche, della riqualificare del tessuto urbano. Nessuna tipologia è esclusa dalla candidatura: da una piadineria a una merceria passando per un centro estetico. Il requisito fondamentale, come rimarca il presidente, «è avere un’idea imprenditoriale sviluppabile, con prospettive di longevità». E non manca un aspetto squisitamente sociale. Destinatari sono quanti, pur a fronte di un progetto fattibile, hanno difficoltà ad accedere a tradizionali finanziamenti, quindi giovani, donne, stranieri ed espulsi dal mondo del lavoro desiderosi di trasformarsi da ex dipendenti a imprenditori. «Che Cofiter aiuta fornendo una consulenza mirata». Dal momento della presentazione della pratica all’emissione della garanzia non passano più di 30 giorni. «Un aspetto fondamentale – chiude Amelio – in tempi in cui le lungaggini burocratiche vengono considerate tra i fattori che frenano e disincentivano la produttività e alimentano la sfiducia». A livello regionale, la prevalenza delle pratiche, pari al 40 per cento, riguarda il commercio. Seguono il turismo, i servizi, l’artigianato. Ancora, a mettersi in gioco sono soprattutto le donne, che superano il 50 per cento. Info, commerciale@cofiter.it.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it