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3 Settembre 2018

Chiacchiere da bar…

Tempo di lettura: 2 minuti


Golden Brown (The Stranglers, 1981)

Sapete gente, non sono mai stato un attaccabrighe, giuro!
E chi dice il contrario è un falso in malafede!
Sono due anni che rigo dritto…
Dieci anni in gabbia mi son fatto per quella rissa col morto. E non l’ho nemmeno iniziata io…
Quello ha tirato fuori un coltello e io mi son solo difeso. Se mi facevo accoppare si sarebbero tutti dispiaciuti per me. “Poveretto” avrebbero detto, e intanto sarei finito due metri sottoterra!
Non è bastato togliergli dalle mani il coltello… Quello era proprio fuori di testa!
Ha tirato fuori da non so dove un piede di porco e aveva tutta l’intenzione di spaccarmi il cranio. Non è bastata nemmeno la sfilza di cazzotti in faccia che gli ho tirato, niente, ha continuato ad avanzare sbuffando e sputando sangue dalla bocca… Roteava quella spranga davanti alla mia faccia e bestemmiava come fosse posseduto… E quegli occhi iniettati di sangue che mi fissavano…

Poi il suo sguardo è cambiato di colpo: dall’odio è passato allo stupore…
S’è guardato il petto e ha visto il manico del suo coltello che spuntava, la lama no perché ce l’aveva piantata tutta dentro.
Mi pare che stesse per dire qualcosa ma non ha fatto in tempo. È finito a terra stecchito, col cuore infilzato da parte a parte!
Anch’io non sono riuscito a dir nulla, ero sorpreso quanto lui, e di quello che è successo dopo ho un ricordo vago.

Però ricordo molto bene la bellissima arringa dell’accusa, al processo… e ricordo pure gli sguardi di disprezzo dei giurati puntati sul sottoscritto.

Ammetto che, dopo dieci anni di galera scontati per intero, non mi sono affatto pentito d’aver cercato di salvare la pelle restituendogli il coltello a quel modo.

Ma da quel giorno in poi, ciò che invece ho evitato come la peste è stato di scoparmi una donna sposata e vantarmene con uno sconosciuto incontrato in un pub… senza sapere che poteva essere il marito!

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Carlo Tassi

Ferrarese classe 1964, disegna e scrive per dare un senso alla sua vita. Adora i fumetti, la musica prog e gli animali non necessariamente in quest’ordine. S’iscrive ad Architettura però non si laurea, si laurea invece in Lettere e diventa umanista suo malgrado. Non ama la politica perché detesta le bugie. Autore e vignettista freelance su Ferraraitalia, oggi collabora e si diverte come redattore nel quotidiano online Periscopio. Ha scritto il suo primo libro tardi, ma ha intenzione di scriverne altri. https://www.carlotassiautore.altervista.org/

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it