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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

La vicepresidente della Regione risponde a Federcasa, intervenendo oggi ad un convegno a Bologna.

Bologna – Le proposte di Federcasa sull’attribuzione di competenze sul tema alloggi pubblici “risultano tardive o, comunque, impraticabili a fronte di un processo di riforma del Titolo V della Costituzione, che è già in fase avanzata in Parlamento e che, speriamo, verrà definitivamente approvato con il referendum costituzionale del prossimo ottobre” .
Così la vicepresidente della Regione e assessore al Welfare e alle Politiche abitative Elisabetta Gualmini, intervenuta oggi al convegno promosso da Federcasa e Anci Emilia-Romagna per la presentazione di un’indagine realizzata da Nomisma sui nuovi modelli e cambiamenti nel mercato della casa.
Tra le proposte avanzate da Federcasa, riportare al Ministero la delega in materia di Edilizia residenziale pubblica per avere un quadro legislativo più uniforme a livello nazionale, aumentare i finanziamenti per costruire nuovi alloggi, rendere complementari le politiche abitative e quelle di inclusione sociale.
“Come è noto – ha sottolineato la vicepresidente – la Regione mantiene le competenze in materia di governo del territorio, demandando allo Stato solo la predisposizione di disposizioni generali. Sono comunque contraria a ipotizzare qualsiasi dinamica di accentramento nelle mani dello Stato della politica della casa, visto che la lettura dei bisogni e del disagio sociale non può che essere fatto dai Comuni e dalla Regione”
Secondo la vicepresidente Gualmini, anche in Emilia-Romagna c’è la necessità di ‘sbloccare’ il sistema, rendendolo più agile e più adeguato ai bisogni. Va proprio in questa direzione la riforma dell’Erp che la Regione sta portando avanti, e che vuole incidere da un lato sulla revisione del canone, calcolato in base a elementi oggettivi (superficie e qualità dell’alloggio, ubicazione all’interno del territorio) e con delle correzioni in base al reddito degli assegnatari; dall’altro, sui criteri di accesso e decadenza.
A partire da giugno la Regione prevede un abbassamento della soglia di accesso (attualmente fissata ad un valore ISEE di 17.000 euro) e la riduzione della distanza tra il limite di reddito per l’accesso e quello per la permanenza, con una “forbice” tra i due compresa tra il 20% e il 60%. Attualmente, invece, il limite di reddito per la permanenza è il doppio di quello per l’accesso.
“L’obiettivo – aggiunge Gualmini – è raggiungere un tasso di ricambio ‘fisiologico’ del 3-4%, grazie al quale, ogni anno, 1000/1500 nuovi nuclei potranno accedere a una casa popolare, mentre quelli in decadenza verranno accompagnati, se necessario, verso nuove soluzioni abitative come, ad esempio, il social housing o smart housing”.
“Non vi è poi solo il problema del disagio e dell’emergenza – conclude la vicepresidente – , bisogna puntare l’attenzione su tutta la filiera dell’abitare, dagli interventi più di natura assistenziale per chi ha effettivamente bisogno, come l’Erp, a iniziative diverse che tutelino le famiglie non completamente in disagio ma con un reddito magari non sufficiente a stare sul mercato e che tutelino anche i piccoli proprietari per i quali l’affitto costituisce parte importante del reddito”.

Gli alloggi ERP in Emilia Romagna (al 31.12.2014)

58mila alloggi, 55mila gestiti da ACER; 97% dei quali di proprietà dei comuni
51.258 nuclei in alloggi ERP, circa 120mila persone
34mila nuclei in attesa di alloggio

Numero di componenti per nucleo:
35% degli alloggi occupati da una sola persona (circa 19mila);
27,5% degli alloggi occupati da due persone (circa 15mila);
13% degli alloggi occupati da tre componenti (7mila nuclei);
9% degli alloggi occupati da nuclei di quattro persone, 5,5% da cinque persone, 2,5% da sei o più componenti.

Classi di età dei nuclei ERP (classe ultra 65enni la più rappresentata, circa il 25%)

Cittadinanza delle persone in ERP:
87.320 italiani(73%)
2.446 comunitari(2%)
30.200 extracomunitari(25%); Marocco Albania e Tunisia le cittadinanze più rappresentate

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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