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Da: Carlo Magno

La difesa dei valori della famiglia e dei figli
Che oggigiorno la famiglia e i figli siano sotto attacco da parte di chi propaganda una pericolosa ideologia, denominata
Gender, che tende a cancellare l’identità culturale, naturale e psicologica dei nostri bambini, per toglierli alle famiglie e
ai genitori e affidarli a case-famiglia e servizi sociali che a loro volta, sovente, lucrano su questi innocenti e/o li affidano
a singoli o coppie dello stesso sesso, è cosa ormai conclamata anche dai recenti e gravissimi fatti di Bibbiano (Reggio
Emilia) e da tanti altri casi analoghi e precedenti a quello, già denunciati e posti all’attenzione delle autorità e della
magistratura da parte di associazioni, cittadini e politici che hanno denunciato i vari casi.
Che le organizzazioni LGBT promuovano, attraverso i loro canali politici, culturali, propagandistici, l’ideologia Gender
anche all’interno di scuole e altri istituti dove ci sono minori è altrettanto noto.
Alla luce dei gravi fatti sopra citati, e della mole straordinaria di testimonianze processuali, inchieste giornalistiche e
trasmissioni televisive su questo problema, e nella ferma volontà di salvaguardare la salute psico-fisica dei propri figli,
un nutrito gruppo di cittadini ferraresi ha deciso di costituire questo Comitato (https://carlomagnoferrara.home.blog/),
denominato Carlo Magno dall’omonimo paladino della difesa della Cristianità e dei suoi valori immutabili.
Il Comitato ha lo scopo di dare maggior voce e rilievo alla richiesta, alle istituzioni preposte, di prestare la massima
attenzione alla salvaguardia dei bambini, soprattutto i minori e aiutare le famiglie e gli insegnanti a difendersi da tali
insidie ideologiche e sostenerle nel delicato processo educativo.
Non possiamo altresì non rivolgerci, come primo atto ufficiale del Comitato, al nostro sindaco Alan Fabbri, neoeletto
con la maggioranza dei voti dei moderati, categoria alla quali noi stessi apparteniamo, affinché presti particolare
attenzione alle strumentalizzazioni in atto da parte delle associazioni Arcigay e LGBT locali, che fotografandosi
assieme a lui e rilasciando dichiarazioni strumentali agli organi di stampa, hanno voluto far credere che egli abbia
avallato o sottoscritto il documento politico che gli hanno consegnato e che comprende, tra le altre cose, appunto, anche
agevolazioni fiscali e propaganda dell’ideologia Gender e/o Omotransnegatività.
Chiediamo pertanto al sindaco Alan Fabbri di rassicurare gli aderenti a questo Comitato, i cittadini, le famiglie, e la
maggioranza degli elettori ferraresi che lo hanno sostenuto, con una chiara dichiarazione d’intenti: che egli cioè intende
seguire e promuovere i valori e le direttrici politiche, sui temi etici e morali, della sua area politica di riferimento, e di
perseguire il bene per le famiglie e i figli, che rappresentano le une le cellule vitali di ogni forma di società civile e gli
altri il futuro stesso del nostro popolo.
Gli aderenti a codesto Comitato informano inoltre che hanno aderito ad una campagna di raccolta firme
(http://www.fattisentire.org/fabbricambiarotta/) a suffragio di questi valori non negoziabili, da sottoporre, insieme a
questo manifesto valoriale/lettera aperta, alle istituzioni competenti.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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