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Da: PD

Dalla discussione in Consiglio regionale – avvenuta nella mattinata di oggi – del Documento preliminare al Piano Regionale Integrato dei Trasporti 2025 sono emerse conferme e ipotesi dagli importanti risvolti per il territorio Ferrarese.

A partire dalla rete stradale, si afferma la necessità di realizzare interventi di riqualificazione e messa in sicurezza della SS309 Romea ed è confermato l’impegno sulla SS16 Adriatica. La razionalizzazione del percorso consentirà un miglior collegamento tra il Ferrarese e la Romagna e tra quest’ultima e la Cispadana. Confermato pertanto in priorità 1 il collegamento della variante di Argenta e in priorità 2 quello di Alfonsine. Prosegue anche l’impegno per la realizzazione della Cispadana, nel tratto tra il casello di Ferrara sud e quello di Reggiolo-Rolo sulla A22. L’intervento porterà con sé anche l’autostradalizzazione della Ferrara-Mare. È interessante anche l’apertura a valutare, con il coinvolgimento della Società Autostrade, l’opportunità di ampliare l’A13 con il potenziamento a tre corsie del tratto Bologna-Padova, compreso il ponte sul Po.

Sul versante del trasporto su ferro, è confermato il completamento dell’elettrificazione delle linee nazionali che ancora non lo sono, e il potenziamento dei collegamenti tra Ferrara e Ravenna, anche a fronte degli importanti lavori in corso nel nodo di Ferrara, anche al fine di potenziare i collegamenti tra il porto di Ravenna e il centro Europa.

Nel Documento preliminare al PRIT è riconosciuta la forte connotazione e vocazione turistica del progetto dell’Idrovia ferrarese: per realizzare questo obiettivo, che consente una forte riqualificazione delle aree interessate, le risorse sono già in campo. Serve invece reperire fondi aggiuntivi per risolvere il problema del transito dei natanti di V classe con tre ordini di container.

Penso che emerga con evidenza il disegno complessivo di ripensare e favorire una nuova centralità per Ferrara e la sua provincia. Questa si realizzerà grazie alla forte connessione con l’area costiera, in un’ottica di sviluppo delle potenzialità turistiche, ma anche ad un più strutturato e veloce collegamento con i poli produttivi più significativi della nostra Regione, che ruotano attorno a Modena e alla Città Metropolitana di Bologna.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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