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23 Dicembre 2015

Becchini d’auto

Tempo di lettura: 3 minuti


Uno dei fenomeni più interessanti che è possibile osservare a seguito della crisi economica è la rinnovata attenzione al mondo dell’usato. Dai negozi di vintage dove trovare abiti e accessori ai mercatini per mobilio, ricambi, accessori per la prima infanzia, libri… tutto rigorosamente di seconda mano. Se molte librerie hanno già da diversi anni l’angolo dell’usato, lo stesso accade ora per quelli di elettrodomestici e tecnologia. Il mercato dell’auto, al contrario, ha sempre avuto e coltivato la sezione dell’usato che – proprio in conseguenza del calo delle entrate delle famiglie e delle aziende – si caratterizza sempre più come un settore dal forte trend positivo. A titolo esemplificativo, osservando i dati del Ministero dei Trasporti, si può notare che nel corso del semestre da maggio allo scorso novembre le immatricolazioni di autovetture nuove sono state 734.395 mentre i passaggi di proprietà ammontano a 2.616.584.
In questa fetta del mercato dell’usato si sono inseriti dei nuovi soggetti: si tratta di intermediatori che, pagando in contanti sonanti, acquistano dai privati auto usate, spesso in cattive condizioni, incidentate o che hanno collezionato un monte di chilometri importante. Le auto acquistate vengono sistemate e rivendute, soprattutto all’estero, o cedute ai rottamatori, che ne recuperano e vendono i pezzi ancora validi e funzionanti ai meccanici e alle carrozzerie e poi ne rivendono il ferro e i materiali da riciclo. Insomma, come del maiale pure “Delle auto, anche quelle messe peggio, non si butta via quasi niente – ha spiegato uno degli intermediatori più attivi a Ferrara e provincia – Oggi si riescono a recuperare anche i copertoni che vengono rigenerati, così come le componenti elettroniche”. In un ottica di sostenibilità ambientale, le attività di questi nuovi soggetti economici sono convenienti e comode, dato che si inseriscono nel giro del riciclo e praticano il porta a porta, ossia vengono a ritirare l’auto a domicilio senza spese, pagano il passaggio di proprietà e poi gestiscono tutta la fase di riciclo o rivendita.
“Ma non è tutto oro ciò che luccica – ha precisato un rivenditore di auto usate locale – Nel fare affari con quanti comprano auto in contanti bisogna mantenere gli occhi bene aperti e ricordarsi alcune regole fondamentali. La prima è tenere copia dei documenti dell’auto venduta: libretto di circolazione, certificato di proprietà, assicurazione. La seconda è che il passaggio di proprietà andrà fatto in un’agenzia di auto-pratiche o negli uffici pubblici e completato in maniera contestuale: dopo aver firmato tutti i moduli necessari va pagata un’imposta sul passaggio stesso, che è a carico dell’acquirente”. Spesso però, questo non salda subito il dovuto e capita che non tornerà mai più a completare l’operazione. In questo caso il passaggio di proprietà non sarà mai realmente effettuato e il cittadino che ha ceduto l’auto per poche centinaia di euro, magari contento dell’affare realizzato e tranquillo di aver fatto tutto il necessario per rispettare le norme, si ritroverà invece con l’auto ancora intestata, ma nelle mani di qualcun altro. “Sicuramente di questi tempi può fare comodo ottenere qualche soldo dalla vendita di un’auto vecchia, magari in attesa della disponibilità di acquistarne una nuova, ma sarebbe consigliabile affidarsi a dei veri professionisti – ha aggiunto l’impiegato di un’autoconcessionaria – Spesso le case automobilistiche offrono degli incentivi convenienti per chi lascia da noi la sua auto vecchia e ne prende una nuova”.
Gli intermediatori, per farsi conoscere e riconoscere, sono soliti tappezzare le automobili in sosta di biglietti da visita: una strategia di marketing che paga, visto che arrivano a stuzzicare l’interesse di chi magari non avrebbe mai valutato di ottenere denaro dalla vecchia auto di famiglia, per esempio. Alcuni di questi intermediari nel tempo hanno strutturato le proprie attività, entrando in rete con siti e pagine dei social media, o anche entrando in società con gli auto-rivenditori dell’usato di qualità.

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Ingrid Veneroso

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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