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da: Ferrara Baseball Softball Club A.s.d.

La squadra allievi non passa a Modena, gli esordienti espugnano Bologna. Sospesa per maltempo la partita ragazzi.

Secondo turno di campionato per le giovanili del Ferrara Baseball, il primo lontano dalle mura amiche; su tre differenti campi i ragazzi del Duca hanno riportato a casa risultati tutto sommato sovrapponibili con quelli della prima giornata del torneo.
Cadono gli allievi sul difficile campo di Modena; i ragazzi di Squarzanti, Benetti e Marzaduri mostrano qualche miglioramento a livello di prestazioni individuali, con gesti isolati comunque degni di nota: debutta sul monte la giovane Giada Bonsi, che chiude con un k e una bella conclusione difensiva al volo; Tamoni, in pedana come rilievo, finisce con quattro strikeouts di cui tre nel solo quarto inning; Zaina batte una bella valida in campo destro, mentre sulle basi si muovono bene Teggio e Nanni, che resiste stoicamente a ripetuti contatti fortuiti. Quello che manca ancora alla squadra sono la giusta aggressività nel box di battuta e gli automatismi difensivi necessari a gestire le situazioni di gioco; cose che vengono con l’esperienza, che al momento ancora non è molta. C’è tempo per crescere: l’importante, adesso è anche creare il clima giusto. Gli esordienti colpiscono ancora, tornando da Bologna con una vittoria su due incontri: i pulcini seguiti da Carlotti, Stocchi e Bettoni sorprendono e stendono i pari età felsinei nella prima sfida col risultato di 13-10; di là però non ci stanno e reagiscono, e la rivincita finisce 15-12: i punteggi la dicono lunga su quanto si divertano questi piccoletti a battere e correre, con una festa di punti comunque vissuta sul filo dell’equilibrio.
Toccherà aspettare, infine, per conoscere il verdetto dal campo di San Giovanni Persiceto, dove la squadra ragazzi a metà incontro viaggiava alla pari (4-4) contro gli Yankees; la partita, sospesa per rovescio temporalesco, ricomincerà in data da definire col medesimo punteggio e conteggio al momento dell’interruzione.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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