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Da: Elettorale lega Nord

“Sostengo Fabbri perché ho un grande desiderio di eliminare un sistema clientelare e nepotistico che da troppi anni ha occupato la nostra città. Ritengo, pur non avendo stabilito con lui alleanze al primo turno, che sia la miglior scelta possibile per il bene di Ferrara. Ovviamente dopo di me…”. Così Francesco Rendine, candidato a sindaco della lista Gol – Giustizia, Onore e Libertà, si schiera in vista del voto al ballottaggio che, il prossimo 9 giugno, vedrà contrapposti Alan Fabbri, candidato sindaco per il centrodestra che al primo turno ha ottenuto il 48,44% e Aldo Modonesi, candidato del centrosinistra che si è fermato al 31,7%.
“Sono diversi i punti che accomunano i nostri programmi elettorali, a partire dalla questione rifiuti”, spiega Rendine. “E’ necessario per Ferrara un miglioramento della gestione del trattamenti rifiuti e una attenta valutazione da parte dell’ente pubblico di un gestore, che consentano al cittadino dei sostanziosi risparmi sulla Tari”, spiega Rendine. “In ambito sanitario è fondamentale potenziare la presenza dei medici e di punti di primo intervento in centro storico e in particolare all’interno del vecchio ospedale”, aggiunge. “La sicurezza della città, inoltre, resta uno dei temi più importanti e a tal proposito crediamo che la tecnologia possa diventare un valido strumento di supporto. Ferrara dovrebbe essere dotata nei punti strategici di accesso alla città di telecamere con riconoscimento facciale e delle targhe: in questo modo sarebbe immediata l’individuazione di malviventi o macchine rubate che tentano di accedere alla città. Fatto che a sua volta consentirebbe un intervento immediato”, conclude.
Dal canto suo il candidato a sindaco di Ferrara incassa l’appoggio: “Ringrazio Rendine per il suo sostegno e apprezzo il fatto che condivida gran parte del mio programma. Il suo appoggio disinteressato è la prova che se sui punti fondamentali c’è unità di vedute non è necessario formalizzare apparentamenti”, spiega Fabbri. “Esattamente il contrario di quello che accade nel centrosinistra dove i sedicenti ribelli del Pd sono tornai volentieri a casa, non appena fiutata aria di sconfitta. Evidentemente senza tenere troppo in considerazione le aspettative dei loro elettori, che, magari, un cambiamento di rotta rispetto a quella dettata dal solito Pd lo avrebbero gradito”, conclude il candidato.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE
di Piermaria Romani


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