Babbo Natale è al verde
Tanto tanto tempo fa nel paese di chissà dove viveva un uomo buono e generoso. Aveva la barba lunga e un grosso pancione che dentro sembrava avesse un pallone. Il suo nome lo san tutti: grandi, piccoli, belli e brutti. Tutti sanno che esiste un tale che porta il nome di Babbo Natale. Una mattina di dicembre si svegliò presto presto, guardò fuori e vide cadere la neve dai vetri della sua finestra.
– Brrr brrr questa neve è troppo fredda, è caduta sopra al tetto e io che faccio? Quasi quasi torno a letto!
Non poteva tornare a letto tra pochi giorni sarebbe stato Natale. Doveva andare a fare la spesa e comprare i regali da distribuire a grandi e piccini.
Andò in camera e prese il suo portafoglio di corteccia, che gli avevano regalato gli gnomi, suoi vicini di casa. Lo aprì e dentro non c’era nulla, era vuoto. Le bollette aveva pagato, l’assicurazione delle renne era salata. Poi la spesa era aumentata.
– Sono al verde, senza danaro, come farò i regali a comprare? I bambini aspetteranno che gli porti tutto quanto: bambole, giostre e chitarrine, piste, astucci e pupazzini, anelli, collane e maglioni di lana. Tutti in attesa del loro regalo.
– Cosa dirò ai bambini domani? Babbo Natale non può fare regali, perché l’inflazione è sempre più cara. Cosa ne sanno i bambini dell’economia, lasciamoli vivere nella fantasia.
Babbo Natale non sapeva come fare, era triste e non volle mangiare.
Ma la fata Natalina che abitava su in collina scese a valle dal suo amico con la borsa piene di matite.
– Babbo babbo tu sei al verde, ma i bambini ti aspetteranno e non puoi giocar d’inganno.
Ora scrivo una letterina a tutti i bambini, ognuno metterà sul davanzale il gioco che più non usa. La fata Natalina aveva avuto proprio una bella idea. La notte di Natale ogni bambino mise un gioco sulla finestra. Babbo Natale quatto quatto passò a ritirare i giocattoli, ne riempì un gran saccone e con fata Natalina distribuì il bel bottino.
A Luca diede il trenino di Marco; a Marco diede la palla di Eugenio; a Francesca diede la bambola di Lucia; a Lucia diede la corona di Matilde; a Eugenio diede il pupazzo di Maria e a Matilde diede un regalo di un altro bambino e quello di un altro bambino ad un altro bambino ancora e così via per tutta la notte. Tutti i bambini ebbero un gioco che per loro era nuovo. La generosità aveva salvato Babbo Natale.
Babbo Natale e fata Natalina, tornarono nel paese di chissà dove cantando così:
Che bella nottata abbiamo passato, quanti bambini abbiamo accontentato, ognuno ha dato qualcosa di sé e ha ricevuto un regalo da te.

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Maria Mancino
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