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da: Addetto Stampa Cus Ferrara

14 giugno 2016, Ferrara – Lo scorso weekend la Raiffeisen Arena di Bressanone
(BZ) ha visto i migliori atleti Juniores e Promesse del Bel Paese sfidarsi nel
Campionato Italiano Individuale di Categoria. Fra i circa 1600 partecipanti,
suddivisi in 20 discipline, quattro erano i portacolori del CUS Ferrara: la
Promessa Alice Bizzarri, iscritta ai 100 e ai 200 m, e gli Juniores Nicola
Boscoli nei 110 ostacoli, Anna Botti nel lancio del martello e Barbara Basaglia
nel lancio del giavellotto.
Il risultato migliore per il CUS è arrivato da Boscoli che ha corso i 110
ostacoli in 15,29 s, suo nuovo personal best con gli ostacoli alti 1 m usati
dalla categoria Juniores, in cui il ferrarese gareggia per il primo anno. Una
bella gara, la sua, permessa anche dalla risoluzione di un difetto tecnico –
insorto in seguito a un infortunio subito durante le gare indoor invernali – sul
quale il ragazzo e i tecnici hanno lavorato per mesi. Il risultato è ancor più
apprezzabile se si pensa che Nicola ha ottenuto lo stesso tempo con cui nel 2015
corse l’Italiano Allievi a Milano con gli ostacoli da 91 cm, prestazione che era
l’obiettivo tecnico dichiarato di quest’anno. Un buon campionato, il suo, in cui
ha dimostrato di essere migliorato molto anche in velocità pura e di avere
ancora margini di miglioramento.
Ha stupito Anna Botti, che si era presentata nella gabbia del lancio del
martello senza grosse aspettative data la discontinuità degli ultimi mesi. Con
un ultimo lancio da 44,29 m al termine del gruppo di qualificazione si è
classificata 14ª, sfiorando di fatto l’ingresso nella finale a 12. Quello
ottenuto da Anna è stato senz’ombra di dubbio il miglior risultato possibile.
Arrivato grazie a un grande bagaglio tecnico acquisito negli anni, può essere
per lei un buon punto di ripartenza.
Alice Bizzarri è stata pesantemente condizionata dal dolore causato da un
infortunio a un piede e – in misura minore – anche dalla sfortuna. Nei 100 m si
è trovata a dover fronteggiare la difficoltà supplementare del vento contrario
di 3,6 m/s. Nei 200 m, il giorno dopo, ha saputo trovare una grande uscita dai
blocchi che si è però rivelata inutile a causa della falsa partenza di
un’avversaria. Tutto da ripetere ma il piede dolorante non le ha concesso una
seconda possibilità. Cercherà di rifarsi già venerdì e sabato prossimo ai
Campionati Universitari di Modena, insieme ai compagni di squadra Anna Calci e
Carlo Catani.
Sottotono, infine, Barbara Basaglia. Non in perfetta forma, ha subito l’emozione
e la pressione del pronostico che la voleva nella finale a 12 del lancio del
giavellotto. Il suo miglior lancio di 35,53 m non rende purtroppo giustizia a
un’atleta che appena due settimane prima della rassegna tricolore aveva
dimostrato di valere ben 39,22 m.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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