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da: Ufficio Comunicazione Legacoop

Mercoledì 23 giugno alle ore 18:30 presso il Ristorante L’Ottocento a San Vito di Ostellato, si è tenuta l’assemblea dei soci della Cooperativa Sociale CIDAS per l’approvazione del bilancio di esercizio 2015. Presenti oltre 200 soci lavoratori, il Presidente di Legacoop Estense Andrea Benini, il Presidente di Legacoop Emilia-Romagna Giovanni Monti, il Responsabile di Legacoop Sociali Emilia Romagna Alberto Alberani e numerose altre autorità.
CIDAS (Cooperativa Inserimento Disabili Assistenza Solidarietà), con sede a Copparo, opera nell’ambito dei servizi socio-sanitari e sanitari in 3 regioni (Emilia Romagna, Lombardia e Veneto) per un totale di 7 province. Gli occupati, che ogni giorno forniscono assistenza ad anziani, bambini e disabili in decine di strutture, sono 1065, in aumento rispetto al 2014. In crescita anche la base sociale, per un totale di 854 soci lavoratori (80% del totale) di cui il 77% sono donne. Il fatturato si attesta sui 39 milioni di euro.
A presentare il bilancio la presidente Patrizia Bertelli, recentemente nominata alla guida della cooperativa Camelot, che al termine del discorso ha annunciato le proprie dimissioni da presidente. «Lascio con soddisfazione una cooperativa solida e sana, che anche in questo momento di crisi ha consolidato i livelli occupazionali e si è confermata punto di riferimento del sistema economico del nostro territorio, mantenendo sempre come obiettivo quello di riconoscere ai propri soci condizioni normative e contrattuali all’insegna della legalità». La quasi totalità dei ricavi è infatti a copertura dei salari dei lavoratori e l’utile conseguito da Cidas ha consentito di riconoscere ai soci il ristorno.
«Siamo convinti – ha proseguito Bertelli, nel delineare le strategie per il futuro – che vadano consolidate le collaborazioni fra le coop sociali del nostro territorio. Vanno inoltre messi a punto progetti integrati di rete con altri soggetti del mondo cooperativo, quali il settore delle costruzioni, il consumo, l’abitazione e l’assicurativo».
«Mi congratulo con Cidas – ha concluso Giovanni Monti – per il ruolo cruciale svolto sul territorio a sostegno delle fasce sociali più fragili. Nel lavoro sociale, in affiancamento ai servizi offerti dal pubblico, la cooperazione dà prova da sempre di essere un soggetto capace e affidabile».

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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