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da: organizzatori

Chiediamo un impegno per la piena uguaglianza dei nostri concittadini lesbiche e gay e per il riconoscimento e la tutela delle famiglie formate da persone dello stesso sesso e dai loro figli

Numerosi Comuni italiani, già dagli anni ’90, hanno dato vita a Registri delle Unioni civili o rilasciano Attestati di costituzione di famiglia basata sui vincoli affettivi come risposta alla crescente richiesta di tutela da parte delle famiglie di fatto, anche sulla spinta di quelle gay e lesbiche. Nella società italiana la realtà delle coppie omosessuali stabili, spesso con figli, è assai diffusa e reclama tutela giuridica e uguaglianza dei diritti.
Sono inoltre in numero crescente le coppie omosessuali che si recano all’estero per contrarre matrimonio, un diritto fondamentale negato in patria. Molti Sindaci italiani (in Emilia-Romagna quelli di Bologna e Reggio-Emilia) hanno già trascritto tali matrimoni. Nonostante la recente sentenza del Consiglio di Stato 4547/2015 abbia ritenuto che non siano trascrivibili in Italia, questi matrimoni rimangono validi ed esistenti anche nel nostro Paese, come insegna la Cassazione (sentenza 4184/2012, par. 4.2).
Come anche richiamato dalla sentenza del Consiglio di Stato sopra citata, la Corte Costituzionale e la Corte Europea dei Diritti Umani hanno da tempo riconosciuto che le coppie formate da persone dello stesso sesso hanno diritto a vedersi tutelato il diritto fondamentale alla vita familiare (art. 2 Costituzione, art. 8 Convenzione europea dei Diritti dell’uomo).
L’art. 2 della nostra Costituzione stabilisce che i diritti inviolabili sono “riconosciuti e garantiti” dalla Repubblica in tutte le sue articolazioni. Pertanto, pur in assenza di una legge dello Stato, essendoci stato il riconoscimento di un diritto fondamentale, la garanzia di esso deve essere assicurata immediatamente entro i limiti e le competenze di ciascuno.
Il Comune ed il Sindaco, nell’ambito delle loro competenze, sono pertanto chiamati ad attivarsi immediatamente perchè vengano rimosse le discriminazioni nei confronti delle coppie non sposate o di quelle dello stesso sesso sposate all’estero e venga riconosciuta in concreto la piena parità di queste famiglie.
Pertanto si chiede al Sindaco ed al Consiglio Comunale di impegnarsi a:
eliminare, nei limiti delle competenze comunali, gli ostacoli oggi esistenti nell’esercizio dei diritti e doveri che le famiglie formate da persone dello stesso sesso, in particolare quelle omogenitoriali, incontrano nella loro vita quotidiana, in mancanza di un intervento legislativo nazionale;
approvare in tempi brevi il regolamento del Registro delle Unioni Civili, istituito nel 2006; disporre che l’ufficiale di anagrafe rilasci, su richiesta degli interessati, un attestato di “famiglia anagrafica” che riporti espressamente l’indicazione che è fondata su vincoli affettivi, ai sensi dell’articolo 4 e 33 comma 2 del Regolamento anagrafico recato dal D.P.R. 223/1989. Ferrara, 06-11-2015.
Promotori:
Famiglie Arcobaleno – Ferrara
Circomassimo (Arcigay e Arcilesbica Ferrara)
Agedo Ferrara
Firmatari:
ARCI Ferrara
Stefania Andreotti Giornalista e video-maker
Dott.ssa Chiara Baiamonte Psicoterapeuta
Enrico Balestra Presidente Uisp Ferrara
Dott.ssa Chiara Baratelli Psicologa e Psicoterapeuta
Dott. Fiorenzo Baratelli Direttore Istituto Gramsci Ferrara
Prof. Guido Barbujani Dip. di Scienze della Vita e Biotecnologie – Università di Ferrara
Prof.ssa Paola Bastianoni Dip. di Studi Umanistici – Università di Ferrara
Prof. Francesco Bernardi Dip.o di Scienze della Vita e Biotecnologie – Università di Ferrara
Irene Berti Insegnante
Prof. Giorgio Bertorelle Dip. di Scienze della Vita e Biotecnologie – Università di Ferrara
Francesco Bettini Direttore Artistico Jazz Club di Ferrara
Roberta Bonini Insegnante
Prof.ssa Giuditta Brunelli Ordinario di Istituzioni di diritto pubblico, Università di Ferrara
Dott. Roberto Cassoli Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara
Manuela Claysset Presidente Consiglio Nazionale Uisp
Prof. Augusto Foà Dip. di Scienze della Vita e Biotecnologie – Università di Ferrara
Prof.ssa Maura Franchi Sociologa – Dipartimento di Economia – Università di Parma
Prof. Roberto Gambari Dip. di Scienze della Vita e Biotecnologie – Università di Ferrara
Luisa Ghezzo Insegnante
Sergio Golinelli Insegnante
Dott.ssa Stefania Guglielmi Avvocata
Dott. Daniele Lugli Avvocato
Dott. Sergio Maldotti Ingegnere
Katia Martelli Insegnante
Mariangela Marzola Insegnante
Anna Molossi Insegnante
Giancarlo Moretti Consulente
Maura Prati Infermiera
Prof. Andrea Pugiotto Ordinario di Diritto costituzionale, Università di Ferrara
Dott.ssa Silvia Pulvirenti Consulente
Prof. Giorgio Rispoli Dip. di Scienze della Vita e Biotecnologie – Università di Ferrara
Prof. Remigio Rossi Dip. di Scienze della Vita e Biotecnologie – Università di Ferrara
Dott.ssa Elisabetta Scavo Disoccupata
Marco Sgarbi Attore, Direttore Artistico Ferrara Off
Dott.ssa Luciana Tufani Editrice
Mario Zamorani Pluralismo e Dissenso
Marcella Zappaterra Consigliera Regionale Emilia-Romagna
Lucia Zecchi Insegnante

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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