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da: organizzatori

Riaprono, come ogni anno, le iscrizioni al Centro Preformazione Attoriale di Ferrara, la prima scuola di recitazione in Italia per gli adolescenti. La scuola è pensata per tutti i ragazzi dai 14 ai 20 anni che amano l’arte del cinema e del teatro, che vogliono mettersi in gioco in prima persona e che aspirano a preformarsi per le audizioni delle grandi scuole di recitazione nazionali ed europee. Il bando di concorso scade il 12 ottobre, mentre i provini avverranno in sede (via Arianuova n.128) venerdì 16 ottobre. La prima lezione sarà lunedì 19 ottobre. I corsi prevedono due giorni a settimana per due ore più un sabato al mese di tre ore, per un totale di 20 ore mensili. Le materie che l’allievo andrà a sperimentare saranno l’improvvisazione, la dizione, la respirazione, il movimento scenico, la danza, il canto, la recitazione davanti la macchina da presa, l’ideazione e la realizzazione di un cortometraggio. Il CPA ha una rilevanza internazionale, essendo appoggiata culturalmente dal Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma diretto da Giancarlo Giannini e patrocinato dal Giffoni Film Festival. Per maggiori informazioni vedere il sito www.centropreformazioneattoriale.it o chiamare il numero 3475997889.

Altre informazioni:
ll CPA ha creato opportunità e creato sinergie artistiche molto interessanti nella città estense: ogni anno quattro allievi di Ferrara, senza preselezione, entreranno in giuria al festival di Giffoni; ogni anno gli allievi del secondo anno realizzeranno un cortometraggio (il corto di diploma) che andrà fuori concorso al Giffoni (potendo entrare in contatto con una platea mondiale); ogni anno 2 allievi, spesati dal CPA, parteciperanno ad un corso intensivo di 2 giorni all’Escuela Pabulo di Santiago de Compostela (Spagna), confrontandosi con la recitazione in spagnolo; ogni anni gli allievi del primo anno avranno dal CPA uno spettacolo pagato al Teatro Comunale; ogni anni verrà creato un progetto televisivo con Telestense; ogni anno gli allievi avranno l’opportunità di partecipare (in sede a Ferrara) ad uno stage intensivo con un docente del Centro Sperimentale, senza contare tutte le materie della scuola (per 20 ore al mese) e gli spettacoli teatrali di fine anno, i quali spesso hanno partecipano a rassegne teatrali o festival.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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