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da: organizzatori

A COMACCHIO SGARBI, MARIA PIA TIMO E “SUA MAESTA LA REGINA DELLE VALLI”

Vittorio Sgarbi, Maria Pia Timo e la “regina delle valli”: se il famoso critico d’arte – che ‘racconterà’ storia ed arte della città passeggiando insieme al pubblico fra ponti, monumenti e….le bancarelle che per l’intero week end coloreranno piazze e strade del centro storico – nonchè l’autrice del libro “La Vespa Teresa”, volto noto di Alice Tv e protagonista dello spot Barilla recentemente girato all’ombra dei Trepponti, sono i personaggi attesi sabato 26 settembre a Comacchio per l’apertura ufficiale della XVII Sagra dell’Anguilla, la protagonista assoluta della kermesse è sempre e comunque “Sua Maestà l’Anguilla”. Alla quale sono dedicati, insieme alle principali pietanze nei menu allo Stand Gastronomico di Argine Fattibello (aperto dalle 11,30 alle 15 e dalle 18 alle 22 e quest’anno dotata anche di spazio pizzeria e area bimbi gratuita) così come in ristoranti, friggitorie e punti ristoro in tutto il paese, numerosi e interessantissimi appuntamenti di giornata. A cominciare, alle 9 a Stazione Foce – dalla dimostrazione pratica guidata e gratuita di pesca dell’anguilla durante la quale si potrà vedere ‘in diretta’ il funzionamento del “lavoriero”. Mentre, alle 10,30 alla Manifattura dei Marinati, si potrà assistere – sempre gratuitamente – alla suggestiva accensione di un camino della Sala Fuochi ed alla spiedatura, prima fase del procedimento produttivo dell’anguilla marinata. A pochi passi – dalle 11 fino a mezzogiorno – primo appuntamento con le visite guidate alle Chiese di Comacchio: padre Gian Pio accompagnerà cittadini e turisti alla scoperta del Santuario di Santa Maria in Aula Regia. Dopo il tour guidato con Vittorio Sgarbi (ritrovo alle 11,30 in Largo Pallotta) nel pomeriggio è in programma – alle 14,30 sempre con partenza da Largo Pallotta – il ‘wine tour’ alla scoperta dei “vini delle sabbie” con transfer in bus e degustazione in cantina all’azienda vitivinicola Cà Nova di San Giuseppe (info (+39) 0533 640685). Alle 15, insieme alla visita guidata del centro (info 346 5926555), apre – alla Torre dell’Orologio – la “scuola di bataniere” a cura dei ragazzi dell’associazione Marasue che, dalle 17, metteranno in acqua anche la “Barca dei Bambini”, un grande natante appositamente attrezzato per ospitare grandi e piccini. Alle 15,30, invece, mentre a Stazione Foce parte la passeggiata guidata in bicicletta verso la vecchia Salina (info 346 5926555), all’ingresso del Duomo iniziano le visite guidate alla Concattedrale di San Cassiano, che proseguiranno fino alle 17 e ancora in serata dalle 19,30 alle 21. Proprio di fronte, dalle 16, Palazzo Tura ospita il “banco d’assaggio a vini e distillati delle sabbie” cui seguirà – alle 18,30 – la degustazione guidata e descritta che metterà a confronto quattro Fortana del Bosco Eliceo (info 345 5684017). Ancora, all’Arena di Palazzo Bellini dalle 16,30 musica e ritmo per il corpo ed esibizioni sportive con Metaphisycal Body on stage, che anticiperanno, alle 17, l’apertura al Teatro delle Stimmate della mostra “A spasso tra i ricordi – Comacchio nella Grande Guerra” e, alle 18 in piazzetta Trepponti, l’aperitivo letterario con Maria Pia Timo, protagonista dell’appuntamento con “Librandosi…di Gusto”, appendice d’inizio autunno della fortunata rassegna libraria estiva promossa da Querce Project. E, per il dopo cena, alle 21,30 ancora all’Arena di Palazzo Bellini, debutta “Comacchio Jazz”, rassegna musicale in collaborazione con l’associazione Jazzlife che animerà i sabato sera di Sagra. Sul palco – con ingresso gratuito – il “Giò Belli Manouche 4et”: Giò Belli (chitarra); Marco Gelli (chitarra); Graziano Brufani (contrabbasso) e Lele Barbieri (batteria).
News e aggiornamenti sugli eventi in programma – insieme a proposte di soggiorno e info dedicate – consultando il sito www.sagradellanguilla.it

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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