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24 Novembre 2015

Amore abusivo

Tempo di lettura: 2 minuti


Spesso vittime della fascinazione maschile, di un vero e proprio lavaggio del cervello teso ad annientarle, le donne si ritrovano violate nella propria identità e sole con il proprio carnefice. La violenza contro le donne può essere anche ‘solo’ psicologica.

palo-quattro
La copertina

Quella che verrà presentata oggi martedì 24 novembre alle 17 è una storia vera, raccontata dalla stessa protagonista, Sonia Serravalli, nel suo libro “Palo quattro. (l’amore abusivo)“. L’incontro, che si terrà nella sala Arengo della residenza Municipale, è organizzato dall’associazione culturale Olimpia Morata, con il patrocinio del Comune di Ferrara, in occasione della Giornata mondiale contro la violenza alla donna del 25 novembre. Interverranno anche dell’assessore alle Pari opportunità del Comune di Ferrara Annalisa Felletti e della presidente della commissione per le Pari opportunità del Comune di Ferrara Deanna Marescotti.

La scheda (a cura degli organizzatori)

Essaouira 2008. Peter, giornalista tedesco, arriva nella vita di Mariangela con un’impresa folle in testa: aprire la prima radio libera in Marocco. Appare nel momento in cui la donna narrante sta perdendo ogni punto di riferimento: è rimasta vedova da poco, il suo lavoro presso un editore new age è in crisi e sta pianificando di lasciare l’Italia. Così, accetta di lavorare per Peter, conquistata dal suo entusiasmo e dalla sua magnetica premura.
L’uomo inizia a filare nell’ombra la sua tela attorno al mondo di Mari, trasmettendole una sensazione di protezione, di sostegno ed edificando nel tempo una solida rete di fiducia, per poi conquistarla in un vortice di passione, romanticismo e creatività. Tra i due si intensificano gli scambi intellettuali ed esoterici. La new age è stata la carriera di Mari e Peter è alla costante ricerca di nuovi guru. Il loro rapporto si basa da subito su telepatie spaventose. Unendo le loro conoscenze esoteriche, paiono possibili perfino i miracoli. Trasferitisi ad Amburgo, tra serate di gala di giornalisti, mostre e vita mondana, l’uomo inizia a dare i primi segni di squilibrio. Tra lune di miele e giorni cupi, ha inizio una scia di violenze invisibili. Le stesse teorie di Peter vanno a offuscare gli istinti della donna e i suoi campanelli d’allarme. Finale: Mari dovrà liberarsi di Peter, vampiro energetico e falso amore, attraverso un lungo percorso di autoconsapevolezza. Il testo è scritto in due tempi distinti e intramezzati: l’anno 2008 in cui i fatti avvengono, e le riflessioni del 2009, ad eventi già successi. Una denuncia frontale alla violenza psicologica di coppia e laterale a una certa new age.

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Sara Cambioli

È tecnico d’editoria. Laureata in Storia contemporanea all’Università di Bologna, dal 2002 al 2010 ha lavorato presso i Servizi educativi del Comune di Ferrara come documentalista e supporto editoriale, ha ideato e implementato siti di varia natura, redige manuali tecnici.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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