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da: organizzatori

Oggi allo spazio BASE il convegno internazionale promosso da Gruppo CAP per affrontare il tema della gestione e presentare nuovi progetti sperimentali e casi di successo in Europa

Milano capitale europea dell’acqua. Perché quando si tratta di modelli all’avanguardia di gestione delle acque, la città metropolitana non ha nulla da invidiare alle migliori realtà urbane del continente. Insieme alle quali si è peraltro fatta promotrice attraverso il Gruppo CAP, il gestore del servizio integrato, di uno scambio di idee per condividere le esperienze più significative e migliorare ancora.

La cronaca degli ultimi mesi infatti, con l’esondazione della Senna a Parigi, gli allagamenti nel sud della Germania ma anche Seveso e Lambro costantemente sotto osservazione, conferma la necessità di individuare nuove ed efficaci soluzioni che garantiscano un approccio integrato tra la gestione del suolo e dell’acqua, per consentire uno sviluppo urbano sostenibile e prevenire il rischio idrogeologico che è sempre più dipendente da situazioni territoriali, climatici e ambientali in costante mutamento.

Per confrontarsi su queste sfide si è tenuta oggi presso lo spazio BASE di via Bergognone la giornata Acqua e resilienza territoriale: costruire il futuro delle aree metropolitane promossa da CAP e dedicata alla gestione delle acque piovane in ambito urbano, in cui sono stati presentati i progetti di sviluppo sostenibile più innovativi di alcune smart city europee.

Come evidenziato dalla Conferenza sui cambiamenti climatici di Parigi (COP21), è emerso il ruolo decisivo che il sistema idrico può svolgere nell’elaborare un modello all’avanguardia che coinvolga tutti coloro che intervengono nei processi di pianificazione territoriale, ambientale e idrica.

“Proprio la pianificazione dei sistemi idrico e idraulico rappresenta una delle sfide cruciali del nostro Paese, per sperimentare politiche di vasta scala in grado di superare la frammentarietà generata dai confini amministrativi. – ha commentato Alessandro Russo, Presidente di Gruppo CAP – L’Unione Europea, in diverse direttive, ha affrontato il tema auspicando l’elaborazione di un approccio che coordini gli strumenti di pianificazione urbanistica con le politiche per l’efficienza energetica, per l’agricoltura, per l’ambiente e per la gestione delle risorse idriche. Da questa esigenza impellente è nata la volontà di promuovere una giornata internazionale dedicata a questo tema così attuale e rilevante”.

Durante la giornata sono stati presentati alcuni progetti pilota, promossi dal Gruppo CAP, che affrontano in modo sperimentale il tema della gestione delle acque piovane sfruttando le potenzialità di interazione tra ambiente urbano e rurale attraverso un approccio complessivo di tutela ambientale.

E’ il caso del progetto Flood Hide, nato dal coinvolgimento della facoltà di Agraria dell’Università Statale di Milano e del Consorzio di Bonifica Est Ticino-Villoresi (ETVilloresi) per lo studio di fattibilità sull’utilizzo del reticolo idrico minore per la laminazione dei deflussi urbani. Alla base di esso l’idea che le zone rurali possano, anziché soffrire lo scarico delle acque reflue urbane, beneficiarne in termini di riutilizzo, limitando il tradizionale dualismo fra metropoli e agricoltura, storicamente ‘rivali’ nel contendersi la risorsa idrica del territorio. Oggi infatti il problema della qualità dell’acqua crea interdipendenze in termini di inquinamento da agricoltura e da deflussi urbani, con conseguenze su entrambe le aree. Da qui il progetto, illustrato nel corso della giornata e sul quale è stato già investito in fase di avvio un milione di euro.

Tra i relatori internazionali sono intervenuti esponenti delle amministrazioni di Malmö, Lione, Barcellona, Rotterdam, Essen, e gli esperti di De Urbanisten, UN-PPP for Cities, C40, e delle Università di Milano, Bologna, Pavia, Firenze accanto ai referenti delle istituzioni nazionali e locali che si sono confrontati su nuovi modelli di gestione e di sviluppo sostenibile che siano in grado di contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici sulle città.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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