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Da Lega Nord

“Musica, tradizioni e più di 300 artisti. Con Eire! Bondeno diventa internazionale. La dimostrazione di come il territorio si può promuovere con la cultura”. Alan Fabbri, capogruppo Lega Nord in Regione Emilia Romagna, annuncia così l’avvio di Eire! La Festa dei suoni d’Irlanda, festival dedicato alla musica e alla danza tradizionale irlandese, che prenderà il via domani sera, giovedì 24 agosto, a Bondeno con la serata inaugurale. “Il questi anni anni il festival è cresciuto arrivando a diventare un evento riconosciuto a livello internazionale. Il merito va agli organizzatori e all’amico e coordinatore dell’evento, Umberto Bisi, che ha avuto l’idea di far nascere questa manifestazione e con cui ho avuto il piacere di collaborare fin da principio, per portarla al successo”.

Eire!, patrocinato dalla Regione Emilia Romagna, dal Comune di Bondeno e dall’ambasciata irlandese, è realizzato con il contributo del Culture Ireland, l’ente governativo che promuove l’arte e la cultura irlandese nel mondo.

Il festival, giunto alla ottava edizione, porterà a Bondeno musicisti da 15 diverse nazionalità per più di 20 concerti gratuiti. “Quest’anno alla manifestazione sarà presente anche il consigliere della contea di Clare, Pat Hayes, per un gemellaggio culturale ormai consolidato e riconosciuto, tra il Comune ferrarese e la capitale musicale d’Irlanda”, prosegue Fabbri. “Si tratta di un evento speciale, che dimostra come anche i piccoli Comuni possano diventare punti di riferimento internazionali grazie alla musica e alla cultura”.

La manifestazione “già nelle passate edizioni ha raccolto importanti consensi di pubblico arrivando a contare migliaia di visitatori”, prosegue Fabbri “e oggi, alla vigilia dell’inaugurazione, ad organizzatori e partecipanti vanno i nostri migliori auguri affinché l’evento confermi il suo successo”.

Per questa edizione, le sessioni musicali saranno oggetto di un reportage realizzato da Tristan Rosenstock, musicista e volto noto della televisione nazionale irlandese TG4, che nelle prossime settimane trasmetterà il servizio. Inoltre per gli appassionati, sarà possibile seguire l’intero festival in streaming attraverso un canale You tube dedicato, collegato alla pagina Facebook dell’evento.

L’intero programma e i nomi delle band che saliranno sul palco sono consultabili all’indirizzo www.eirelafesta.it.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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