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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Politiche per la salute – o e di elevatissima qualità assistenziale”

Bologna – Efficienza e tempestività dei soccorsi. Con la prima chiamata da Comacchio oggi è diventata operativa la centrale unica del 118 di Bologna e Ferrara. Ogni chiamata dai cittadini della provincia di Ferrara viene ora infatti ricevuta e smistata dagli operatori della centrale all’Ospedale Maggiore di Bologna. Per i cittadini non cambia nulla: la centrale unica si occupa di prendere in carico le chiamate e attivare i mezzi di soccorso, che restano nel territorio della provincia di Ferrara e continuano a partire dalle postazioni dove sono stati dislocati finora.

“Grazie alle innovazioni tecnologiche introdotte in questi anni – sottolinea l’assessore regionale alle Politiche per la salute Carlo Lusenti – è stato possibile migliorare il lavoro degli operatori delle centrali e quindi il servizio per i cittadini, diventato sempre più capillare, efficiente, sicuro e di elevatissima qualità assistenziale”. I percorsi condivisi con le Conferenze territoriali sociali e sanitarie dei territori interessati “hanno permesso – aggiunge Lusenti – di realizzare l’unificazione delle centrali, che presto saranno tre in tutta la regione. Dopo quella unica della Romagna e quella appena attivata tra Bologna e Ferrara, prevediamo di proseguire con l’integrazione di Modena, entro quest’anno, e successivamente l’unificazione delle centrali di Piacenza, Parma e Reggio Emilia”.

Dodici infermieri, finora in servizio nella centrale operativa dell’ex Sant’Anna di Ferrara, adesso affiancano i colleghi di Bologna nella centrale operativa del Maggiore per organizzare gli interventi di soccorso nel territorio ferrarese. La vecchia centrale del Sant’Anna gestisce ora i trasporti ordinari (da ospedale a ospedale).
La centrale 118 del Maggiore, inaugurata nel maggio 2013, è dotata delle più avanzate tecnologie che consentono di ottimizzare le funzioni: completa integrazione tra i sistemi radio, telefonici e dati; gli applicativi dialogano con i data base telefonici e cartografici, riducendo al minimo gli errori di localizzazione; l’integrazione dei dati è completata dai flussi informativi da e verso i computer all’interno dei mezzi di soccorso. L’operatore della centrale operativa può dunque conoscere, in tempo reale, la posizione, la velocità e lo stato di tutti i mezzi di soccorso sul territorio, individuando quello più vicino al luogo di intervento. La struttura ha una superficie di 1.451 metri quadrati ed è stata realizzata con un investimento complessivo di 4,5 milioni di euro.
Alla centrale unica di Bologna e Ferrara si è arrivati dopo un lungo percorso che vede il sistema dell’emergenza-urgenza regionale all’avanguardia a livello nazionale. L’Emilia-Romagna è stata la prima ad adottare il 118 (nel 1990) e la normativa nazionale è fortemente ispirata da quella regionale. Inoltre, fin dal 1993 sono state individuate tre aree omogenee regionali di aggregazione operativa e tecnologica e già dal 1997 è stata avviata la realizzazione della prima: la centrale operativa unica della Romagna che dal 2009 processa le chiamate del 118 di Forlì, Cesena, Ravenna, Rimini.
Grazie all’evoluzione della tecnologia in dotazione alle centrali operative, oggi è possibile automatizzare quasi completamente il processo di ricezione e gestione delle chiamate, riducendo drasticamente gli errori e velocizzando le procedure di attivazione dei mezzi di soccorso. A Bologna, dopo cinque anni di utilizzo dei nuovi sistemi, il numero di errori (localizzazione del luogo di intervento) è sceso a 2 casi ogni 10.000 invii di soccorso. L’esperienza delle centrali operative a Roma, Milano, Torino ha dimostrato inoltre che le nuove strutture, come quella aperta all’Ospedale Maggiore di Bologna, sono in grado di operare efficacemente con popolazioni di riferimento tra i 2 e i 3 milioni.
Entro il 2014, la struttura del Maggiore di Bologna diventerà la centrale operativa unica dell’area omogenea est che coprirà anche il territorio della provincia di Modena.

Il sistema di emergenza territoriale a Bologna e a Ferrara
Nelle varie postazioni della provincia di Bologna sono presenti 11 automediche con capacità diagnostiche assistenziali, 19 ambulanze infermieristiche che operano sulla base di protocolli per specifiche patologie e un numero di mezzi di soccorso variabile per fascia oraria, con equipaggi in grado di praticare manovre di rianimazione cardiopolmonare di base e defibrillazione precoce.
Nel 2013 la centrale del Maggiore ha risposto a 118.507 chiamate: 29,1% per motivi di elevata criticità (codice rosso), 39,7% per codici gialli (media gravità), 31,2% per codici verdi.
In provincia di Ferrara sono operative 4 automediche, 1 ambulanza medicalizzata, 7 ambulanze infermieristiche, più i mezzi gestiti da enti di volontariato in grado di effettuare interventi di primo soccorso. Le chiamate nel 2013 sono state 32.217, i codici rossi sono stati 10.515, pari al 32,6 per cento.
La centrale operativa del Maggiore gestisce inoltre l’elicottero della base di Bologna (756 interventi nel 2013) e l’elicottero della base di Pavullo nel Frignano (535 interventi nel 2013).

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

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