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Da Ufficio stampa MediaMente

Al via il Festivalfilosofia sulle “arti”: da oggi a domenica oltre 50 filosofi in piazza a Modena, Carpi, Sassuolo
Da venerdì 15 a domenica 17 settembre a Modena, Carpi e Sassuolo quasi 200 appuntamenti fra lezioni magistrali, mostre, concerti, spettacoli e cene filosofiche. Tra i protagonisti Bodei, Bianchi, Cacciari, Cucinelli, Galimberti, Marzano, Massini, Recalcati, Severino, Vegetti Finzi, Augé, Clifford, Lipovetsky, Nancy. Venti in totale i volti nuovi

Dedicato al tema arti, il festivalfilosofia 2017, in programma a Modena, Carpi e Sassuolo dal 15 al 17 settembre in 40 luoghi diversi delle tre città, mette a fuoco le pratiche d’artista e le forme della creazione in tutti gli ambiti produttivi, esplorando la radice comune che lega arte e tecnica. La diciassettesima edizione del festival prevede lezioni magistrali, mostre, spettacoli, letture, giochi per bambini e cene filosofiche. Gli appuntamenti saranno quasi 200 e tutti gratuiti.

Il festival è promosso dal “Consorzio per il festivalfilosofia”, di cui sono soci i Comuni di Modena, Carpi e Sassuolo, la Fondazione Collegio San Carlo di Modena, la Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi e la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena. Piazze e cortili ospiteranno oltre 50 lezioni magistrali in cui maestri del pensiero filosofico si confronteranno con il pubblico sulle varie declinazioni delle arti: il programma esplorerà la radice comune e talora sottovalutata delle arti e delle tecniche, che si manifesta negli oggetti “fatti ad arte”, con la maestria che accomuna artisti e artigiani in tutti i campi del produrre, anche quelli ad alta tecnologia. Si indagherà il carattere artificiale non solo delle opere, ma della stessa umanità nell’epoca in cui le biotecnologie permettono la manipolazione e riproduzione della vita.

Quest’anno tra i protagonisti si ricordano, tra gli altri, Enzo Bianchi, Massimo Cacciari, Brunello Cucinelli (Lectio “Confindustria Emilia”), Roberto Esposito, Umberto Galimberti, Michela Marzano, Salvatore Natoli, Massimo Recalcati (Lectio “Gruppo Hera”), Emanuele Severino (Lectio “Rotary Club Gruppo Ghirlandina”), Carlo Sini, Silvia Vegetti Finzi (Lectio “Coop Alleanza 3.0”) e Remo Bodei, Presidente del Comitato scientifico del Consorzio. Particolarmente nutrita la componente di filosofi stranieri: tra loro i francofoni Agnès Giard, Nathalie Heinich, Gilles Lipovetsky, Marie José Mondzain, Jean-Luc Nancy, Georges Vigarello e Marc Augé, che fa parte del comitato scientifico del Consorzio; l’americano James Clifford, il britannico Daniel Miller, il croato Deyan Sudijc, la tedesca Rahel Jaeggi e lo spagnolo Francisco Jarauta. Venti in totale i volti nuovi.
Il programma filosofico del festival propone anche la sezione “la lezione dei classici”: esperti eminenti commenteranno i testi che, nella storia del pensiero occidentale, hanno costituito modelli o svolte concettuali rilevanti per il tema delle arti: dallo statuto delle tecniche in Platone alla questione della poiesis in Aristotele, fino al ruolo di tecnica e lingua per la civilizzazione in Lucrezio. Per l’età moderna si discuterà l’intreccio di arti, tecniche e scienza nell’opera di Galilei. Con una lezione su Simmel si osserverà la vita urbana come palcoscenico, mentre risalto verrà dato alla teoria dell’opera d’arte di Benjamin. Si indagherà il ruolo della tecnica nell’antropologia filosofica di Gehlen, così come l’origine dell’opera nella prospettiva di Heidegger. Con Adorno emergerà il significato estetico del brutto.

Se le lezioni magistrali sono il cuore della manifestazione, un vasto programma creativo, non ancora completo, coinvolgerà performance, musica e spettacoli dal vivo, di cui saranno protagonisti, tra gli altri, il premio Oscar Nicola Piovani, Corrado Augias, Alessandro Preziosi, Teresa De Sio, Luca Barbareschi, Massimo Zamboni. Un sorprendente Alessandro Bergonzoni raddoppierà la sua presenza e, oltre a una lezione, si esibirà in una performance presso la Galleria Estense di Modena incentrata sulla tutela del corpo. Non mancheranno i mercati di libri e le iniziative per bambini e ragazzi.

Quasi trenta le mostre proposte in occasione del festival, tra cui una dedicata alla carriera di Cesare Leonardi, una di xilografie di Georg Baselitz, una personale di Giuliano della Casa, un intervento di street art di Eron e un’installazione di luce di Mario Nanni. Talento e formazione saranno il tema di una mostra curata da Sky Arte e Fondazione Fotografia.

E, accanto a pranzi e cene filosofici ideati dall’Accademico dei Lincei Tullio Gregory per i circa settanta ristoranti ed enoteche delle tre città, nella notte di sabato 16 settembre aperture di gallerie e musei fino alle ore piccole.

Il programma del festival, diretto da Daniele Francesconi, è realizzato con il contributo di Michelina Borsari.

Infoline: Consorzio per il festivalfilosofia, tel. 059/2033382 e www.festivalfilosofia.it

In allegato la cartella stampa completa. I comunicati stampa e le fotografie ad alta risoluzione relative al festivalfilosofia si possono scaricare dal sito www.festivalfilosofia.it

Ufficio stampa MediaMente
Tel. 339.8850143
stampa@mediamentecomunicazione.it

La radice delle arti e delle tecniche al festivalfilosofia 2017
La radice delle arti e delle tecniche al festivalfilosofia 2017

Nelle piazze e nei cortili del festival si discuterà della radice comune delle arti e delle tecniche, di lavoro e opera, dell’estetizzazione del mondo e dei suoi significati, nonché delle trasformazioni nella figura degli artisti e degli artefici

Il tema arti intende mettere a fuoco una questione rilevante della nostra epoca, segnata da una pervasiva presenza di prodotti ed esperienze ad alto contenuto estetico. Affrontando come di consueto le proprie questioni da una debita distanza prospettica, il programma esplorerà la radice comune e talora sottovalutata delle arti e delle tecniche, che si manifesta negli oggetti “fatti ad arte”, con la maestria che accomuna artisti e artigiani in tutti i campi del produrre, anche quelli ad alta tecnologia. Si indagherà il carattere artificiale non solo delle opere, ma della stessa umanità nell’epoca in cui le biotecnologie permettono la manipolazione e riproduzione della vita.
Strutturato per gruppi di questioni, il programma filosofico porterà pertanto in primo piano un lessico concettuale a più voci dove si confronteranno prospettive filosofiche plurali e anche divergenti.

1. Tecnica. Fare l’umano
La prima pista affronta in modo diretto la radice comune – semantica e concettuale – delle arti e delle tecniche (ars non è che la traduzione del greco techne). Essa rinvia a una questione classica della filosofia, che nel discutere dello statuto della tecnica definisce l’essenza dell’essere e dell’umano. Sarà Emanuele Severino (Lectio “Rotary Club Gruppo Ghirlandina”) a tracciare l’orizzonte della questione, mostrando il rovesciamento tra mezzi e fini che, nella sua prospettiva, caratterizza l’epoca metafisica della tecnica. Umberto Galimberti declinerà il tema in senso antropologico, mostrando che l’uomo, in quanto produttore, è un animale essenzialmente tecnico.
La costruzione dell’umano, intesa come primo grande terreno in cui si realizza una “messa in opera”, si rende ben visibile nel prisma del corpo. Né persona, né mera cosa, esso – come mostrerà Roberto Esposito – è il primo dispositivo che media tra natura e cultura, organismo e tecnica. Ciascuno, tuttavia, oltre ad abitare il suo corpo primario, ne porta uno “secondario”, una “pelle mobile” con cui la moda fornisce un supplemento al corpo accordandolo coi mondi nei quali ci si muove: ne discuterà Emanuele Coccia, mentre Georges Vigarello mostrerà come nell’abbellimento cosmetico la bellezza diventi un progetto d’insieme per la personalizzazione del Sé. Michela Marzano discuterà invece i canoni estetici che spesso vengono imposti al corpo – prevalentemente da una cultura patriarcale – riducendolo a mera immagine.
A corpi ultra-artificiali, in cui precipitano non solo proiezioni di desiderio ma anche sperimentazioni sull’antropomorfismo di cui si giova la ricerca robotica, dedicherà il suo intervento Agnès Giard, antropologa e ricercatrice affiliata al Sophiapol (Université Paris-Nanterre).
Le procedure tecniche consentono un’artificializzazione radicale non solo del corpo, ma del vivente in quanto tale (come ricorderà Roberto Mordacci), e dell’insieme delle relazioni che si istituiscono tra gli umani, di cui il diritto è uno degli elementi fondamentali di integrazione: ne parlerà Natalino Irti.
Oggetti specialissimi fatti ad arte sono anche le teorie, in particolare quelle fisiche, con le quali si cerca di dare ordine e far calzare a pennello le ipotesi sulla silhouette della natura, salvo essere sempre presi nella rottura tra simmetria teorica e asimmetria sperimentale: ne discuteranno in dibattito Antonio Masiero e Nadia Pastrone (in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare; conduce Marco Cattaneo).

2. Lavoro
Il secondo terreno di analisi riguarda in modo diretto la questione del fare che discende dall’orizzonte tecnico, imperniandosi sul lavoro e sulla manipolazione del mondo.
Sarà Rahel Jaeggi, esponente di punta dell’ultima generazione della Scuola di Francoforte, a far vedere come il lavoro non sia riducibile a una semplice azione strumentale, ma si carichi sempre di significati e pratiche di riconoscimento su cui si fonda l’identità sociale di ciascuno in quanto artefice, mentre Carlo Sini mostrerà come non vi sia sostanziale differenza tra lavoro e conoscenza, in quanto fin dall’attività tattile e manipolatoria l’umano connette il fare con l’intelligenza. Con Remo Bodei, Presidente del Comitato scientifico del Consorzio per il festivalfilosofia, si misureranno le conseguenze dei processi di automazione e i nessi che legano la produzione macchinistica alla conoscenza e creatività umana. In epoca di automazione, il “saper fare” non è tuttavia tramontato, ma assume nuove forme produttive e nuovi significati antropologici, come mostrerà Stefano Micelli discutendo le trasformazioni del lavoro artigianale.
Stefano Massini, il drammaturgo italiano più rappresentato sui palcoscenici di tutto il mondo, mostrerà da par suo in quanti modi si dice il fare, discutendo le trasformazioni del modo in cui si parla del lavoro e del suo rapporto con la vita e raccontandone alcune storie esemplari.

3. Opera
La terza pista è dedicata a discutere come i prodotti acquisiscano talora un’autonomia che travalica la nozione di lavoro in quanto tale, configurando un mondo delle cose che sfugge ai loro autori, come anche nel caso emblematico del “passaggio alle arti”.
Prima tra le opere è quella compiuta dall’operare divino nella creazione di maschio e femmina a propria immagine e somiglianza che è divenuta pietra di paragone della creazione artistica: ne discuterà Enzo Bianchi, mentre Silvia Vegetti Finzi ripercorrerà i repertori iconografici che hanno caratterizzato l’esperienza del mettere al mondo (Lectio “Coop Alleanza 3.0”).
Caratteristica dell’opera – come mostrerà Jean-Luc Nancy – è quella di darsi in una forma di “apparizione” che ne mette in gioco la verità, da distinguere dalla sua semplice apparenza, puramente ripetitiva. Ciò si dà anche nello speciale mutismo della pittura, che, come espliciterà Massimo Recalcati (Lectio “Gruppo Hera”), ne costituisce quasi l’inconscio, dando alla presenza dell’opera un significato misterioso. Ogni opera del resto va oltre se stessa perché, pur essendo quanto di più personale si può immaginare, essa sfugge continuamente al proprio autore ed è fatta per gli altri: ne parlerà Marc Augé, membro del Comitato scientifico del Consorzio per il festivalfilosofia.
Si arriva all’opera non solo per la via del processo creativo del singolo autore, ma anche per il contesto di significati che le culture stabiliscono. James Clifford, eminente antropologo e professore all’Università della California a Santa Cruz, mostrerà come gli artefatti abbiano una loro carriera che dall’uso li porta nel tempo a divenire oggetto di collezione e quindi opera d’arte. Come si riconosca un’opera e in base a quali convenzioni si parla di “oggetto artistico” sarà il tema dell’intervento di Roberto Casati.
Mai in sé conclusa, l’opera innesca sempre esperienze d’interazione con lo spettatore, anche nelle pratiche d’installazione tipiche dell’arte contemporanea di cui parlerà Pietro Montani. Che si possa avere uno sguardo del tutto libero sulle opere nell’attuale regime di produzione delle immagini è discusso da Marie José Mondzain, direttrice di ricerca all’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi, che sosterrà come l’inclusione delle arti nell’industria dello spettacolo apra la strada alla “fine dello spettatore”.

4. Trasformazioni dell’artista
La quarta pista si concentra sul passaggio dalla figura dell’artista produttore a quella – tipicamente contemporanea – dell’artista costruttore di sé. Il contesto teorico in cui si consuma questa trasformazione è quello della “fine dell’arte”, esaminata da Massimo Cacciari, in cui la dimensione del fare sembra esaurirsi a vantaggio di una modalità riflessiva che pare rendere superflua perfino la rappresentazione sensibile. Nathalie Heinich – anche discutendo il caso paradigmatico di Vincent Van Gogh – mostrerà come in epoca contemporanea si sia determinato un passaggio dall’opera alla personalità, per cui l’esemplarità biografica precede sempre quella “professionale”.
La costruzione esemplare di Sé come un’opera è d’altronde esperienza che oltrepassa il mondo dell’arte e degli artisti, fondandosi su un racconto di virtù (areté è radice del latino ars) di cui tratterà Salvatore Natoli.
In un suo secondo intervento, Remo Bodei si soffermerà su un “saper fare” in cui si compenetrano arti e vita.
Nel discutere l’esibizione di sé tipica dei social media, Daniel Miller, pioniere dell’antropologia digitale e fondatore dell’antropologia del consumo, mostrerà come, nel proliferare di immagini e testi con cui ciascuno dà libero corso alla propria espressività, sembri inverarsi, con significati tutti da vagliare, l’idea che chiunque possa divenire “artista”.
Un pirotecnico intervento di Alessandro Bergonzoni costituirà un fuori pista sulla figura degli artisti.

5. Estetizzazione del mondo
La quinta pista parte dalla constatazione che la società capitalistica avanzata si contraddistingue per produrre e diffondere beni estetici su grandissima scala, facendo slittare la ricerca della bellezza entro la progettazione degli accessori e modificando così in modo radicale il senso stesso dell’arte.
Umberto Curi farà il punto sullo statuto del bello e ne indicherà il continuo richiamo a un’eccedenza.
Gilles Lipovetsky, sociologo francese teorico dell’ipermodernità e dell’iperindividualismo, mostrerà che il vero grande artefice è il «capitalismo artista»: la nostra epoca iper-consumistica si fonda su un modo estetico di produzione. Brunello Cucinelli testimonierà la fusione tra estetica e mestieri che conduce alla valorizzazione del “fatto su misura” su cui si gioca il futuro del Made in Italy, mentre Armando Branchini mostrerà come la configurazione stessa dei luoghi dello shopping indichi – da un punto di vista antropologico e stilistico – un’affinità stretta tra negozio e galleria d’arte; Maurizio Vitta, invece, farà vedere come i prodotti siano ormai resi scintillanti fin dal loro imballaggio, perché il packaging è una pelle su cui si gioca la seduzione estetica. Deyan Sudijc, Direttore del Design Museum di Londra, si accosterà al tema del lusso per mostrare come esso non indichi più prioritariamente un’ostentazione di privilegi, ma tenda a rispondere a esigenze individuali che oltrepassano i codici sociali.
Luca De Biase espliciterà invece le componenti culturali e tecniche incorporate nel design del web, dove si intrecciano aspetti collaborativi e potere seduttivo, legato alla dimensione suasoria delle relazioni digitali.

6. Luoghi dell’artificiale
L’ultimo scenario sarà dedicato ai luoghi delle arti e dell’artificiale partendo dai due contesti fondamentali in cui si determina la messa in forma e la messa in opera, ovvero la città, che con la sua conformazione incarna il paesaggio essenziale delle relazioni umane (ne discuterà Francisco Jarauta soffermandosi sulle sue trasformazioni), e la scena del teatro, da cui emerge il nesso stretto tra rappresentazione e dinamiche comunitarie, nonché la dimensione eminentemente scenica delle biografie di ciascuno (ne parlerà Luciano Canfora).
Gianfranco Maraniello si soffermerà viceversa sulle trasformazioni del museo, da luogo unicamente di conservazione a piattaforma che risente delle modalità allestitive e operative dell’arte contemporanea.
Interrogandosi sull’insegnabilità delle arti e sul nesso stretto che lega creazione e forme di vita, Massimo Carboni darà una lettura dell’Accademia, intesa come luogo a un tempo istituzionale e metaforico in cui si incontrano il “come si fa” e l’esercizio di vita.

7. La lezione dei Classici
Completerà come di consueto il programma filosofico la sezione “Lezione dei classici”: grandi interpreti del pensiero filosofico presentano le opere che hanno maggiormente segnato la riflessione sul tema delle arti.
Giuseppe Cambiano discuterà la “Repubblica” per mostrare il ruolo delle tecniche – artistiche e politiche – nel pensiero di Platone, mentre Enrico Berti, volgendosi alla “Etica Nicomachea” di Aristotele, ricostruirà la distinzione fondamentale tra praxis e poiesis da cui discendono le diverse forme del fare.
Ivano Dionigi commenterà il “De rerum natura” di Lucrezio per evidenziare il ruolo fondamentale dello sviluppo di arti e tecniche, segnatamente quelle retoriche, nel progresso della civiltà.
Facendo il punto sugli esiti moderni, Paolo Galluzzi tratterà il “Sidereus Nuncius” di Galilei: attraverso il tema del cannocchiale emergerà l’inestricabile connessione tra scienza, tecnica, arte e sapere nella cultura della rivoluzione scientifica.
Nel secolo che ha determinato le forme della contemporaneità, Gabriella Turnaturi discuterà “La metropoli e la vita dello spirito” di Simmel per mostrare la dimensione scenica della vita urbana, mentre Maria Teresa Pansera farà il punto sul dibattito intorno all’origine della tecnica attraverso un’analisi de “L’uomo” di Gehlen.
Due strade sullo statuto dell’opera – quella che la include nel processo di riproducibilità e quella che ne sottolinea la radice mistica – saranno ricostruite da Andrea Pinotti e Vincenzo Cicero, che si occuperanno rispettivamente de “L’opera d’arte nell’epoca della riproducibilità tecnica” di Benjamin e de “L’origine dell’opera d’arte” di Heidegger.
Adriana Cavarero esaminerà il testo di Hannah Arendt su “Marx e la tradizione del pensiero politico moderno” da cui discende la cruciale distinzione tra “lavoro” e “opera”, mentre Remo Bodei, analizzando la “Teoria estetica” di Adorno, mostrerà in che senso la Scuola di Francoforte abbia attribuito un significato culturale e politico al brutto.

Mostre, installazioni, musica e narrazioni: l’esibizione delle arti
Mostre, installazioni, musica e narrazioni: l’esibizione delle artiUn nutrito programma di eventi, tutti gratuiti, affiancherà le lezioni magistrali del festivalfilosofia dal 15 al 17 settembre a Modena, Carpi, Sassuolo

1. Tecniche
La radice comune delle arti e delle tecniche si fa gesto e movimento della mano, manifestandosi nella maestria che accomuna artisti e artigiani in tutti i campi del produrre

Accompagnato dalle percussioni di Paky Di Maio, Alessandro Preziosi porta in scena il mito della tecnica in un recital musicato: tra i testi della tragedia e gli echi moderni – da Goethe a Simone Weil – ci si fa innanzi non solo il Prometeo incatenato riconosciuto dal mito, ma un racconto sulla disobbedienza agli dèi e al destino, in cui la conquista delle arti diviene sinonimo di libertà: “Prometeo. Recital musicato” (Carpi, Piazza Martiri, venerdì 15 settembre ore 22).

Fattasi maestria, la grazia della mano contraddistingue le grandi tavole a tecnica mista che Giuliano della Casa espone allo spazio Paggeriarte di Sassuolo, dove il segno calligrafico delle parole e le cose si rincorrono come cifre di un alfabeto infinito: “Musica imperfetta” (inaugurazione: venerdì 15 settembre ore 19.30, produzione: comune di Sassuolo e festivalfilosofia). All’interno della mostra sarà visibile anche un video sul lavoro di artista di Della Casa realizzato da Mauro Piccinini all’interno del progetto “Hour Interview”.

Le forme grafiche sono il tema della mostra curata dalla Biblioteca Poletti, con un protagonista d’eccellenza: “Maurizio Osti. Artista di caratteri, anche” (Modena, Palazzo dei Musei, curatrice: Carla Barbieri). L’esibizione è la prima a presentare il lavoro dell’artista nella sua altra identità di grafico, come anche nel libro d’artista Illumination di Arthur Rimbaud, interpretato graficamente da Osti nel 2003.

Delle caratteristiche iconografiche e tecniche della scrittura si occupa la mostra “Scrittura. Un carattere permanente” (Modena, Archivio Storico Comunale, curatrice: Franca Baldelli, produzione: Archivio Storico Comunale), cui fa da complemento un laboratorio sulle forme della scrittura a mano: “A scuola di italico” (Modena, Palazzo dei Musei – Archivio Storico, sabato 16 e domenica 17 settembre ore 19–21, a cura di SMED e Bunker).

La Biblioteca Delfini offre un ricco programma dedicato alle forme artistiche del libro e alla scrittura, da quella favolistica dei grandi autori classici alla narrativa contemporanea della graphic novel. Si parte con la mostra “Graziella Navaretti Bartolini. Giovanna Frova. Favolose storie classiche. Calcografie e calligrafie”, che ci porterà nel mondo di Fedro ed Esopo, attraverso grandi incisioni calcografiche e testi in calligrafia. Le due artiste cureranno il laboratorio di disegno e scrittura calligrafica “Favole tra disegni e parole” per bambini da 5 a 8 anni (Modena, Palazzo Santa Margherita – Biblioteca Delfini, sabato 16 settembre ore 17.30 e 18.15). A corredo della mostra, inoltre, Cristina Carbone interpreterà le letture animate di “Volpi, cornacchie e altri animali” (Modena, Palazzo Santa Margherita – Biblioteca Delfini, sabato 16 settembre e domenica 17 settembre ore 16.30). Non mancherà anche un live painting musicato: Marino Neri disegnerà delle tavole con l’accompagnamento della musica di Johnny Paguro, che darà corpo sonoro a una narrazione per immagini: “Romanzo con figure” (Modena, Palazzo Santa Margherita – Chiostro, sabato 16 settembre ore 21).

Le arti applicate costituiscono il filo conduttore della mostra e dei laboratori organizzati nei Musei Civici presso il Palazzo dei Musei di Modena. “Rose di pietra e di seta. Un percorso tra artigianato e arte”, a cura del Museo Civico d’Arte, è l’esposizione che rintraccia il motivo decorativo della rosa attraverso secoli di storia dell’arte e dell’artigianato. In collegamento con la mostra, il Museo propone un’avventurosa caccia al dettaglio tra le collezioni, con “Occhio alla rosa! Caccia al particolare nelle raccolte del Museo” (Modena, Palazzo dei Musei, Musei Civici – Museo Lapidario Romano, a cura di: Museo Civico d’Arte). All’interno dei Musei Civici, il laboratorio Dida consentirà ai bambini e alle famiglie di creare un motivo floreale con la tecnica dello sbalzo su rame in “Sbalzi di creatività. Viaggio tra le decorazioni floreali” (sabato 16 settembre ore 15–19, domenica 17 settembre ore 10–19), mentre un viaggio nell’immaginario ispirato dall’universo vegetale sarà animato dal cantastorie Marco Bertarini in “Parole verdi e fiorite” (Modena, Palazzo dei Musei, venerdì 15 settembre ore 21, a cura di: Dida – laboratorio didattico).

La metamorfosi degli strumenti a corda è viceversa al centro del concerto di musica barocca “Dal liuto alla chitarra”, con liuti, arciliuti, tiorbe e chitarre, esposti e illustrati, prima dell’esibizione musicale, da Lorenzo Frignani, restauratore e liutaio (sabato 16 settembre ore 21, a cura di: Grandezze & Meraviglie Festival Musica Estense).
Nella mostra di Flavio Pellegrini “Tra vista e tatto” opuscoli e libri saranno esposti per mostrare come l’incisione sia una tecnica “seriale”, perché consente realizzazioni multiple, ma ancora capace di restituire la meraviglia del “pezzo unico” (Modena, Galleria d’Arte La Darsena, inaugurazione: venerdì 15 settembre ore 17, curatori: Angela Balestri e Siro Leonelli).
All’unicità di un soggetto riprodotto all’infinito è dedicato il lavoro di Arrigo Monzani, di cui la mostra “Soggetto unico” propone allo spettatore circa 40 opere inedite (Modena, GATE26A, inaugurazione: sabato 16 settembre ore 18).
Per completare il quadro, uno spazio importante si riserva alle macchine. L’esposizione “La bottega della prospettiva. Un percorso nella Perspectiva Artificialis” ci porta in un’epoca, quella tra XVI e XVII secolo, nella quale l’operare di artigiani, ingegneri, scienziati e artisti risultava pressoché indistinguibile, in particolare grazie alle macchine matematiche connesse alla prospettiva, presentate in repliche degli originali di alta fattura artigianale (Modena, Laboratorio delle Macchine Matematiche, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, curatori: Michela Maschietto, Marco Turrini).
Le macchine, però, non sarebbero nulla senza la sapienza tecnica del costruttore. La collettiva di Clerici, Manfredda, Turuani, Fare e disfare. L’umana epopea delle trame” presenta 10 opere bi e tridimensionali, scultoree, installative e pittoriche, tutte dedicate al gesto arcaico dell’intrecciare (Modena, Galleria ArteSì, inaugurazione sabato 16 settembre ore 18 alla presenza delle artiste e della curatrice Cristina Muccioli).

Claudia Marini, in “Passaggi di forme. Mosaici e collage in divenire” propone un’opera fatta di tessere inchiostrate e vecchi centrini a cui il pubblico può conferire nuovo assetto inedito e polifonico ricomponendone gli elementi (Carpi, Galleria Spazio Meme, inaugurazione: sabato 16 settembre ore 18.30 con l’artista, curatrici: Emanuela Fiorani, Francesca Pergreffi).

Altrettanto partecipativo è l’allestimento che trasformerà la corte di Villa Giacobazzi in un’opera unica dove arte e vita si fondono e si confondono, grazie agli artefatti in maglia e uncinetto che rivestiranno gli alberi del parco: “Alberi all’uncinetto” (Sassuolo, Villa Giacobazzi, Parco Vistarino, venerdì 15 settembre ore 10–13;15–17, a cura di: Centro per le Famiglie, in collaborazione con: Creare Insieme). Gli stessi spazi della Villa e del Parco si animeranno di proposte di gioco centrate sulla manualità: “A più mani. Intrecci di materia e relazioni” (Sassuolo, Villa Giacobazzi, Parco Vistarino, sabato 16 settembre ore 09.30–12.30; 15–19, domenica 17 settembre ore 09.30–12.30; 15–19, a cura di: Servizi educativi per l’infanzia, Centro per le Famiglie, Centro di Educazione Alla Sostenibilità Pedecollinare).

2. Corpi. Fare l’umano
La costruzione dell’umano, intesa come primo grande terreno in cui si realizza una “messa in opera”, si rende ben visibile nell’artificio del corpo: corpo artistico, corpo denudato o vestito, corpo-bambola

In una performance sorprendente, Alessandro Bergonzoni interviene sulla custodia e la difesa dell’uomo, sull’inviolabilità del corpo e la sua sacralità di bene artistico, che deve essere protetto per non venire cancellato dal “Museo Esistenziale dell’Arte”: “Tutela dei beni: corpi del (c)reato ad arte (il valore di un’opera, in persona)” (Modena, Galleria Estense, domenica 17 settembre, ore 15, prenotazione obbligatoria fino a esaurimento posti).

Venerdì 15 settembre alle ore 22 in Piazza Grande a Modena sarà Corrado Augias a ripercorrere le tappe che hanno reso le immagini del corpo nudo – quello femminile, in particolare – uno spettacolo ormai consueto. In “L’eterno incanto di Venere. Da Prassitele a Modigliani” l’occasione d’attualità da cui partire è il centenario (1917) dell’unica mostra personale avuta in vita da Modigliani.

Corpi sottosopra sono viceversa il soggetto delle xilografie di Georg Baselitz, di cui vengono esposte più di quaranta opere, la maggior parte di grandi dimensioni, provenienti dal Cabinet d’Arts Graphiques dei Musei di Ginevra: “Sottosopra. XVIII Biennale di Xilografia” (inaugurazione: venerdì 15 settembre ore 19, curatori: Enzo Di Martino, Manuela Rossi, produzione: Musei di Palazzo dei Pio, in collaborazione con: Cabinet d’Arts Graphiques di Ginevra).
I corpi femminili vestiti dalla griffe carpigiana Blumarine sono presentati in “Corpi”, una selezione di fotografie degli artisti che in 40 anni ne hanno seguito le campagne, accompagnate da una selezione dei capi iconici presenti in foto, collocati nello spazio in forma scultorea (Carpi, Musei di Palazzo dei Pio, inaugurazione: venerdì 15 settembre ore 19.30).
Eleonora Mazza in “Vite di plastica” presenta tele dedicate a corpi-bambola, ultra-corpi dinamici e di plastica, senza grasso, pronti all’uso: corpi iper-artificiali in cerca di riscatto (Modena, Artekyp OpenStudio, inaugurazione: venerdì 15 settembre ore 18 alla presenza dell’artista e dei curatori: Francesca Baboni e Stefano Taddei).
Dagli oggetti di plastica a quelli di metallo, è nuovamente l’antropomorfismo di ciò che ci circonda a costituire il tema della riflessione artistica nella mostra: “Laura Tarugi. Oggetti animati. La danza dei lampioni” (Modena, Studio Torti 10, inaugurazione: venerdì 15 settembre ore 18 alla presenza dell’artista). Un racconto fotografico e un’installazione audiovisiva colgono la danza delle file di lampioni, di cui viene riprodotta l’erranza umana tra i riverberi della luce, mentre sculture di reti metalliche ne ripropongono in mostra la filiforme consistenza.
L’abbellimento cosmetico del corpo e l’artificializzazione del vivente resa possibile dalle analisi del DNA sono i temi di laboratori destinati a bambini e famiglie in programma presso il Complesso S. Agostino, che nei giorni del festival si aprirà in anteprima indicandone una delle destinazioni d’uso creativo. Nei locali della Farmacia “La scienza ci fa belli” condurrà alla scoperta della formazione di alcune forme cosmetiche galeniche, dal sapone modellabile al dentifricio al mentolo (sabato 16 settembre ore 15.30–18.30, domenica 17 settembre ore 10.30–12.30, a cura di: Fondazione Golinelli, produzione: FCRMO), mentre in “DNArt. Tecniche di analisi” sarà possibile cimentarsi con l’elettroforesi e ottenere effetti artistici tramite l’uso di coloranti (sabato 16 settembre ore 10.30–12.30, domenica 17 settembre ore 15.30–18.30, produzione: FCRMO).

3. Lavoro e opera
I processi produttivi, artistici e creativi dell’originarsi dell’opera sono esplorati nelle carriere d’artisti, nell’inventiva dei bambini e negli scenari del lavoro

Quarant’anni di lavoro e di carriera sono condivisi da Nicola Piovani nella lezione-concerto “Una vita in musica” in Piazza Grande a Modena (sabato 16 settembre ore 22). Sulla scia di ricordi e aneddoti, il Maestro ripercorre i grandi incontri che hanno segnato il suo percorso, da Federico Fellini, ricordato con affetto nelle piccole manie e nell’ammirazione per la maestria di regista, a Vincenzo Cerami e Benigni, con episodi divertenti e commoventi insieme.

Per la prima volta al festival, Modena Città del Bel Canto presenta “Prima di andare in scena. Lo spettacolo della prova”, con la regia di Enrico Stinchelli, un allestimento che mette in scena le prove di “Bella figlia dell’amore” del Rigoletto, dall’apprendimento delle parti cantate col pianoforte, alla regia dei movimenti e delle espressioni, per concludere con l’esecuzione accompagnata da un gruppo strumentale (Modena, Teatro Comunale “Luciano Pavarotti” – Foyer, sabato 16 settembre ore 19 e 21, a cura di: Modena Città del Belcanto, produzione: Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, Direzione: Antonio Giacometti, Voci: allievi del Biennio e del Master della Sig.ra Raina Kabaivanska, Orchestra: allievi dell’Istituto Superiore di Studi Musicali Vecchi Tonelli, Pianoforte: M° Paolo Andreoli).

Ad un “prima dell’opera” è dedicata anche la mostra collettiva di Arthur Duff, Paolo Ventura, Alberto Gianfreda, Luca Zamoc, “Ibridazioni. Variazioni tra le tecniche”, attraverso un percorso comune di ibridazione delle tecniche, dalla scultura all’installazione, dalla pittura alla fotografia (Modena, Galleria Antonio Verolino, inaugurazione: venerdì 15 settembre ore 18 con gli artisti, curatori: Luca Panaro e Paola Formenti Tavazzani).
La ricerca delle origini e degli inizi del processo artistico prosegue in campo musicale con due concerti che rispondono in maniera differente al tema dell’improvvisazione e della creazione. A cura dell’Associazione Amici della Musica di Modena “Mario Pedrazzi”, tre compositori, Claudio Rastelli, Paolo Marzocchi, Nicola Straffelini, portano ciascuno il proprio inventario di “inizi ben riusciti” del repertorio classico di ogni epoca: dalla Toccata e Fuga in Re minore di Bach alla Quinta di Beethoven, dall’Aria di Figaro di Rossini a Così parlò Zarathustra di Strauss, da Piano Phase di Reich a… Poi, essendo “già a metà dell’opera”, proveranno a continuare gli incipit con la complicità del pubblico e dell’Ensemble AdM Soundscape: “Chi ben comincia… Viaggio tra gli incipit musicali di ogni epoca” (Modena, Palazzo Santa Margherita, inaugurazione: venerdì 15 settembre ore 21). Ad interrogarsi sulle differenze tra l’esecuzione di una partitura e l’improvvisazione interviene Stefano Calzolari in “L’improvvisazione non esiste. Sconfinamenti tra classica e jazz” (Modena, Chiesa di San Bartolomeo, domenica 17 settembre ore 21, a cura di: Fondazione Gioventù Musicale d’Italia – Sede di Modena). L’opposizione tra musica scritta, “classica”, e musica improvvisata, jazz, è sempre più discussa nei suoi fondamenti storici ed estetici e presenta dei confini sempre più “violati” dagli artisti. Quale “arte” nell’esecuzione di una partitura e nellìimprovvisazione? Sono due arti diverse o è la medesima arte?
Con Lovesick Duo in Trio, nel Piazzale Re Astolfo di Carpi, sabato 16 settembre alle ore 23.30, saremo trasportati “Sulle rive del Mississippi”, all’origine del rock’n’roll. L’improvvisazione e l’interplay che connette il duo, trasformato in un trio in occasione del festivalfilosofia 2017, porteranno qualcosa di nuovo e unico nell’esecuzione dei classici della tradizione americana (Paolo Roberto Pianezza: chitarra e voce, Francesco Alinovi: contrabbasso e voce, Gianluca Raisi: batteria).

In “Paesaggi sonori. Con sonorizzazione live di “Metropolis” di F. Lang”, una composizione originale nata dal campionamento del paesaggio sonoro di diverse filiere produttive farà da introduzione alla sonorizzazione di un estratto dal film muto “Metropolis” di Fritz Lang, a cura degli allievi e musicisti tutor di Soundtrack (Modena, Palazzo Santa Margherita, Chiostro, sabato 16 settembre ore 22.30, a cura di: Centro Musica del Comune di Modena).
La persistenza nel lungo periodo di una tradizione di produzione tecnica e artigianato è al centro della mostra nell’Archivio Storico Comunale di Carpi, con statuti originali e documentazioni fotografiche: “Esercitar le arti. Carpi e il tempo lungo delle arti e dei mestieri” (inaugurazione: venerdì 15 settembre ore 18.30 alla presenza delle curatrici: Natascia Arletti, Eleonora Zanasi, produzione: Archivio Storico Comunale).

La persistenza nel lungo periodo di una tradizione di produzione tecnica e artigianato è al centro della mostra nell’Archivio Storico Comunale di Carpi, con statuti originali e documentazioni fotografiche: “Esercitar le arti. Carpi e il tempo lungo delle arti e dei mestieri” (inaugurazione: venerdì 15 settembre ore 18.30 alla presenza delle curatrici: Natascia Arletti, Eleonora Zanasi, produzione: Archivio Storico Comunale).

Gli scarti dei processi produttivi possono divenire materiale d’intervento artistico: è il senso di “SCART. Il lato bello e utile del rifiuto” (Modena, Complesso culturale San Paolo, curatore: Maurizio Giani, produzione: Gruppo Hera). Opere realizzate dagli studenti delle Accademie di Belle Arti di Firenze e Bologna compongono “un eterogeneo bestiario di divertita, in alcuni casi scanzonata intonazione dada-surrealista” (Claudio Spadoni). Oltre al Complesso San Paolo di Modena, sede principale di mostra, alcune opere saranno esposte presso il Caffè Concerto.

A ribadire la funzionalità artistica degli oggetti da riciclo è il concerto di una giovane band, Miatralvia, che suonano, ad esempio, con una scopa come fosse una chitarra: “Si suona con tutto. Concerto per vecchia scopa e bidone” (Sassuolo, Piazzale della Rosa, sabato 16 settembre ore 22.30, in collaborazione con: CTG Sassuolo).
In “Che trovata! Laboratori di tinkering tra arte e scienza” si combinano sapientemente scienza e tecnica, a metà tra l’esperimento scientifico, la tecnologia e il riciclo, mettendo delle “toppe” per riparare o creare un oggetto, come per esempio mini circuiti elettrici, partendo da materiali di scarto e da riciclo su cui esercitare vena creativa e inventiva: scena dei laboratori è la Chiesa di San Nicolò, aperta per l’occasione entro il Complesso Sant’Agostino di Modena (sabato 16 settembre ore 10–12 e 16–19, domenica 17 settembre ore 10–12 e 16–19, a cura di: Pleiadi, produzione: FCRMO).

All’interno del processo di creazione di un’opera d’arte si muove la rassegna cinematografica curata da Alberto Morsiani nella Sala Truffaut di Modena, nel tentativo di metterne a nudo i procedimenti intellettuali e fisici insieme, tra inquadrature contemplative e liriche, e proliferare di operai, maestranze, rumori: “La fabbrica delle arti. Processi e prodotti creativi” (a cura di: Associazione Circuito Cinema). Si inizia venerdì 15 alle ore 20.30 con “La controfigura” di Rä di Martino (Italia 2017, 69′), in collaborazione con la Galleria Civica di Modena (produzione: AMACI, co-produzione tra Italia, Francia e Marocco). Si tratta della storia di una troupe italiana a Marrakech che cerca di realizzare il remake di un film americano di culto, The Swimmer senza mai davvero riuscirci. Al termine della proiezione ci sarà un incontro con la regista. Alle ore 22.30 “Don’t blink – Robert Frank” di Laura Israel (Can/Fra/Usa 2015, 82′), collaboratrice storica del celebre fotografo, presenterà un portrait individuale, sociale e industriale di un processo creativo. Sabato 16 alle ore 22 “Fame” di Giacomo Abbruzzese e Angelo Milano (Italia/Francia 2017, 57′) racconterà le vicissitudini, tra imprevedibilità e vandalismo, del Fame Festival che dal 2008 al 2012 ha condotto nella cittadina pugliese di Grottaglie i più grandi street artist del mondo, da Blu a Conor Harrington, da Erica il Cane a Os Games, da Escif a Vhils. Domenica 17 alle ore 18.30 “Colossale sentimento” di Fabrizio Ferraro (Italia 2016, 83′) seguirà il percorso intrapreso da un gruppo di visionari che vuole riportare il “Battesimo di Cristo” – gruppo marmoreo realizzato da Francesco Mochi tra il 1630 e il 1640 – alla sua originale destinazione: la chiesa di San Giovanni Battista dei Fiorentini a Roma. Alle ore 20.30 “Revolution – La nuova arte per un mondo nuovo” di Margy Kinmonth (Gb/Russia 2016, 85′) narrerà per immagini quell’assalto al cielo che fu la rivoluzione socialista (di cui ricorre il centenario) a partire da quella scarica galvanizzante che fece esplodere l’avanguardia in tutti i campi traducendosi in molteplici “ismi”.

Alla ricerca delle radici comuni tra le tecniche e le arti, l’idea che si concretizza nella mostra collettiva di Giovanardi, Lagrotteria, Massironi, Saltini, Sarrecchia, “Fucina InSide. Libere sinergie tra pittura e ceramica” è quella di aprire le porte di una fucina artistica che possa accogliere produzioni molteplici. Cinque artisti si confronteranno nello spazio di via Montevecchio, presentando ognuno un’opera da appoggio e un’opera a parete, mescolando pittura e scultura, raccontandosi dunque attraverso le loro voci e sperimentazioni artistiche (Modena, Rana Rossa 3.0, inaugurazione venerdì 15 settembre ore 19.00 alla presenza degli artisti, curatrice: Alessandra Redaelli). Venerdì 15 e sabato 16 si assisterà alla lavorazione della ceramica negli spazi del laboratorio.

4. Trasformazione dell’artista
Preso tra la propria opera e l’esibizione della propria personalità, l’artista è prima di tutto qualcuno che scopre una propria vocazione, nel senso della chiamata a una professione, fatta di talento e conoscenza

Ci sono stagioni precise in cui un artista nasce alla propria vocazione. È il caso di Massimo Zamboni, che nella tumultuosa Berlino del Muro, nel 1981, tra case occupate, scena musicale ed esperienze di vita, ha avuto la propria iniziazione, raccontata in “Nessuna voce dentro. Berlino Millenovecentottantuno”, concerto spettacolo fatto di reading e musica (Carpi, Piazza Martiri, domenica 17 settembre ore 21, con Angela Baraldi e Cristiano Roversi).

Luca Barbareschi, senza negare né rinnegare nulla – con la “spudoratezza” di sempre – si racconta. In una auto-narrazione ironica, divertente, piena di energia dal titolo: “Il pirata all’assalto di se stesso” (Sassuolo, Piazzale della Rosa, venerdì 15 settembre ore 22.00). Confrontandosi con le parole dei grandi – da Shakespeare all’ironia pungente di David Mamet, il suo autore di elezione – Barbareschi si intrattiene e intrattiene il pubblico, tra narrazione teatrale e performance, con il suo romanzo autobiografico dedicato a quanti non hanno smesso di credere nei loro sogni, perché la vita è questo strano gioco nel quale tutti ci troviamo a recitare.

Al lavoro d’attore, dai pionieri del mestiere nelle Corti del Rinascimento inquieto fino alla mitizzazione dei comici dell’arte nel Novecento è dedicata la lezione spettacolo “Capitani Fracassati. Un’anti-lezione sull’arte dell’attore” con cui l’ensemble di attori di ERT Emilia-Romagna Teatro Fondazione svela il doppio volto di una professione che ha vissuto talvolta in contrasto e talaltra in accordo con il potere (Modena, Teatro Storchi, sabato 16 settembre ore 22, con Michele Dell’Utri, Lino Guanciale, Diana Manea, Eugenio Papalia, Simone Tangolo, musiche eseguite da Filippo Zattini, video-proiezioni a cura di Riccardo Frati, a cura di: Emilia Romagna Teatro Fondazione).
Icona della direzione d’orchestra, Arturo Toscanini è al centro del concerto-spettacolo dell’Orchestra Regionale dell’Emilia-Romagna, che in “Toscanini sei un Mito” rimette in scena il mitico direttore alle prese con la sua orchestra (Sassuolo, Piazzale della Rosa, domenica 17 settembre ore 21, direzione: Alessandro Nidi, voce narrante: Roberto Recchia, produzione: Fondazione Arturo Toscanini).

Nell’audace rilettura pianoless di Francesco Diodati Trio, “’round Monk”, la musica di Thelonius Monk rivive nel centenario della nascita del grande pianista. Venerdì 15 settembre alle ore 21.30 in Piazza Roma a Modena, esecuzione e improvvisazione sfumano i propri confini in un’esibizione di talento nella quale l’attraversamento tra strumenti mostra le potenzialità del fare musica (Francesco Diodati: chitarra, Francesco Ponticelli: contrabbasso e basso elettrico, Enrico Morello: batteria).

Teresa De Sio in trio, in “Pensiero meridiano”, presenta un progetto appositamente realizzato per il festivalfilosofia in cui, con le sue sonorità folk-rock, darà corpo e voce al demone meridiano, sospeso tra grazia e maledizione, estasi e torpore, nel segno della pienezza insostenibile della vita: in Piazza Martiri a Carpi sabato 16 settembre alle ore 22 (Teresa De Sio: voce e chitarra; Sasà Flauto: chitarre; Vittorio Longobardi: chitarra basso; Pasquale Angelini: batteria).

Domenica 17 settembre alle ore 21 in Piazza Roma a Modena, invece, in un racconto teatrale per voce e violoncello, Beatrice Visibelli e Marco Natalucci, in “Il volo di Michelangelo”, ripercorreranno la grande leggenda artistica e biografica del genio indiscusso dell’arte universale (violoncello: Ginevra Pruneti, testo e regia: Nicola Zavagli, produzione Teatri d’Imbarco).

Artisti che esplorano la vita e la carriera di artisti sono quelli della rassegna curata dalla Biblioteca multimediale “A. Loria” di Carpi, che presenta film e documentari tutti incentrati sulla ricostruzione dei processi creativi. Con “Mario Schifano tutto” di Luca Ronchi (Italia 2001, 73′) si presenta il primo e più completo film su uno degli artisti irregolari più amati, conosciuti e falsificati del XX secolo (Carpi, Auditorium Loria, venerdì 15 settembre ore 21), mentre in “Atto unico di Jannis Kounellis” Ermanno Olmi ha realizzato un vero e proprio “pedinamento” dell’artista durante l’allestimento dell’omonima mostra (su gentile concessione della Fondazione Arnaldo Pomodoro, Italia 2006, 41′, venerdì 15 ore 22.30). Altra opera in presa diretta su una performance artistica è quella di Matthew Akers nel suo “Marina Abramovic. The artist is present”, realizzato durante la grande personale che il MoMa ha dedicato all’artista serba (USA 2012, 99′, sabato 16 settembre ore 21). Ultimo incontro tra due grandi protagonisti davanti e dietro alla macchina da presa è quello tra Sidney Pollack e Frank Gehry. In “Frank Gehry creatore di sogni” il regista è entrato dentro lo studio del grande architetto documentandone i processi di creazione dall’idea ispiratrice fino alla realizzazione del progetto (USA 2005, 83′, sabato 16 ore 22,30).
Espressione del talento e formazione tecnica sono gli ingredienti del “Master of Photography” nel quale giovani artisti – valutati, spronati e supportati da tre giudici dalla composita e consolidata esperienza nel campo della fotografia: Oliviero Toscani, Darcy Padilla e Caroline Hunter – hanno seguito un percorso durante il quale – di genere in genere e di prova in prova – sono cresciuti nella loro vocazione. L’omonima mostra in collaborazione tra Sky Arte e Fondazione Fotografia Modena ne documenterà il lavoro (Modena, MATA, Manifattura Tabacchi).

Dentro la vita di grandi artiste e artefici – donne che hanno fatto della propria passione un mestiere e dei propri prodotti un’arte – si può entrare anche attraverso il racconto, soprattutto se questo sa annullare la distanza tra attore e spettatore: è quel che accadrà nel percorso teatrale “Vite prodigiose. Montalcini, Maier, Coralina” con cui gli attori di Quinta Parete faranno entrare bambini e ragazzi nel mondo di racconti legato alle biografie della scienziata, della fotografa e della grande pasticcera (Sassuolo, Villa Giacobazzi – Biblioteca dei ragazzi Leontine, venerdì 15 settembre ore 16.30 e 17.30; sabato 16 settembre ore 10.30; 11.30; 16.30; 17.30; domenica 17 settembre ore 10.30; 11.30; 16.30; 17.30, a cura di: Associazione Culturale Quinta Parete).

Artistica, tuttavia, può essere la biografia di ciascuno: nel concerto di Ologramma, “Vissi d’arte. Musiche che salvano”, la musica è inno alla vita che, esprimendo i talenti singolari che ognuno possiede, può divenire opera d’arte (Modena, Piazza Roma, domenica 17 settembre ore 18.30, direttore: Roberta Frison, testi e Regia: Carlo Stanzani, produzione: Istituto MEME Modena, CEMU Centro Europeo Musicoterapia, UPGB Università Popolare “Gregory Bateson” Modena).
In omaggio a un maestro di pensiero e compagno di viaggio del festival, una mostra fotografica ripercorrerà la presenza di Zygmunt Bauman in tante edizioni, per mostrarne il carisma e l’empatia con il suo pubblico e per documentare come – nell’intensa frequentazione intellettuale con questa terra – il grande filosofo ne sia stato virtualmente un cittadino (Modena, Palazzo Comunale).

5. Estetizzazione
Nella nostra società capitalistica avanzata, oggetti d’uso quotidiano sono trasformati in beni estetici e opere iconiche, mentre il design, artistico e popolare, diffonde forme e bellezza tra accessorietà e seduzione

Architetto e designer, artista che ha lavorato sempre tra i mondi della progettazione e della pratica, Cesare Leonardi e il suo lavoro sono al centro di “L’architettura della vita”, la prima importante retrospettiva dedicata alla sua opera, che presenta al pubblico il patrimonio di opere e documenti custodito nella sua casa-studio, oggi sede dell’Archivio, e racconta l’avventura straordinaria di una vita dedicata al progetto (Modena, Palazzo Santa Margherita – Galleria Civica, Palazzina dei Giardini, curatori: Andrea Cavani e Giulio Orsini, produzione: Galleria Civica di Modena, in collaborazione con: Archivio Architetto Cesare Leonardi).

In un’opera di teatro e performance, una sequenza di suoni e immagini ispirata al lavoro teorico e progettuale di Cesare Leonardi ripercorre le esperienze di trattamento e generazione sonora, dando spazio a dinamiche di variazione, alterazione e ripetizione: “Reticolo sonoro”, venerdì 15 settembre alle ore 22.30 a Modena nel Chiostro di Palazzo Santa Margherita (produzione: Galleria Civica di Modena, Archivio Architetto Cesare Leonardi).

Connessa all’opera di Leonardi e in particolare al suo “Architettura degli alberi” è l’omonima mostra che, tra botanica e rappresentazione, campioni naturalistici e disegni, ricostruisce il meticoloso desiderio di comprendere la struttura degli alberi (Modena, Giardini Ducali – Orto Botanico, a cura di: Archivio Architetto Cesare Leonardi, in collaborazione con: Orto Botanico e Galleria Civica di Modena).
Due laboratori, entrambi presso l’Orto Botanico, completano le attività proponendo a bambini e ragazzi di realizzare fogliari e riconoscere le strutture delle foglie: “Foglie in tasca. Impronte di alberi” per bambini dai 4 anni (venerdì 15 settembre ore 16.00, sabato 16 settembre ore 10 e 16, domenica 17 settembre ore 10 e 16; a cura di: G. Bosi, G. Barbieri, P. Torri, in collaborazione con: Liceo Artistico “A. Venturi”, conducono: G. Barbieri, P. Torri e studenti del Liceo Artistico “A. Venturi”) e “Nervature. Arte della foglia” per bambini dagli 8 anni (venerdì 15 settembre ore 17.30, sabato 16 settembre ore 11.30 e 17.30, domenica 17 settembre ore 11.30 e 17.30; a cura di: G. Bosi, G. Barbieri, P. Torri, M. Mantovani, in collaborazione con: Liceo Artistico “A. Venturi”, conducono: G. Barbieri, P. Torri e studenti del Liceo Artistico “A. Venturi”).

L’estetizzazione di oggetti d’uso quotidiano è evidente in una sua precoce manifestazione nella mostra “L’arte in tasca. Calendarietti, réclame e grafica 1920-1940”, che presso il Museo della Figurina documenta come in questi piccoli elegantissimi calendari si ritrovino illustrazioni art déco opera di alcuni dei pittori più in vista del movimento in quegli anni, come soprattutto Sergio De Bellis (Modena, Palazzo Santa Margherita – Museo della Figurina, inaugurazione: venerdì 15 settembre ore 18.00 alla presenza del curatore, curatore: Giacomo Lanzilotta, produzione: Museo della Figurina). Connessa alla mostra e alle fragranze tipiche dei calendarietti è il laboratorio “Questione di naso. Indovina l’odore”, che propone un percorso olfattivo per testare la propria capacità di riconoscere gli odori (Palazzo Santa Margherita – Museo della Figurina, sabato 16 settembre ore 16–18, domenica 17 settembre ore 16–18, curatrice: Elena Bergonzini, a cura di: Museo della Figurina).

Un articolato programma di attività del Castello dei ragazzi di Carpi in collaborazione con il Centro Zaffiria ricostruisce a tutto tondo il tema del design del gioco, sia presentando una storia di esperienze emblematiche di progettisti e giochi-icona nella storia europea del design, sia proponendo ai bambini di diverse età giochi e laboratori per mettere alla prova la propria creatività di giocatori e inventori. La mostra “Il continente dei balocchi. Storie di giocattoli e designer in Europa” ripercorre esperienze europee che hanno segnato la storia del giocattolo e delle sue trasformazioni (Carpi, Palazzo dei Pio – Sala Estense). In alcuni orari sarà animata dalle narrazioni di Sara Gozzi, che racconterà le storie emblematiche di designer che non hanno perso la voglia di innovare: “Mai smettere di giocare. Storie di giochi e designer in Europa” (Carpi, Castello dei ragazzi, sabato 16 settembre ore 11.30 e 17.30, domenica 17 ore 11.30 e 17.30). Due laboratori nel Cortile d’Onore del Palazzo dei Pio proporranno ai bambini dai 6 anni di inventare nuovi giochi o di cimentarsi con progetti inconsueti, come disegnare una scala per arrivare alle nuvole: “Inventori di giocattoli. Piccoli designer per nuovi giochi” e “Inventori di meraviglia. Piccoli designer per problemi sconosciuti” (Carpi, Palazzo dei Pio – Cortile d’onore, sabato 16 settembre ore 16–19, domenica 17 settembre ore 16–19). Presso la Torre dell’Uccelliera, invece, l’installazione “Circo gonfiabile. I giocattoli di Libuse Niklova” presenterà i coloratissimi animali di plastica della designer ceca, prima a fare uso di quel materiale nella costruzione dei giocattoli, mentre in alcuni orari (sabato 16 settembre ore 16–20, domenica 17 settembre ore 16–20) sarà anche possibile giocare su tappeti morbidi con questi gonfiabili d’artista.

A un’esperienza estetica di meraviglia, sempre in cerca della bellezza vissuta dagli altri, fino a costituire un vero e proprio teatro degli affetti è dedicata la mostra fotografica di Ernesto Tuliozi, “Sindrome di Stendhal” (Modena, Bottega Consorzio Creativo, inaugurazione: sabato 16 settembre ore 18 alla presenza dell’artista, a cura di: Consorzio Creativo).
Cristalli e polveri luminescenti, scintillii e bagliori in cui sembra condensarsi uno dei significati primari della bellezza sono procedimenti comuni alle artiste di “Luminescenze. Apparizioni dell’opera”, con lavori di Roberta Diazzi, Barbara Ghisi e Maria Cristina Neviani (Modena, Studio 33, curatrice Barbara Ghisi, inaugurazione venerdì 15 settembre ore 18 alla presenza delle artiste).
Le trasformazioni del design nell’epoca del capitalismo estetico e i meccanismi con cui oggetti d’uso comune vengono mutati in opere iconiche sono al centro della mostra fotografica di Federzoni, Gibertini, Malagoli, Mazzoli, Rapanà, “La seduzione degli oggetti” (Modena, Via Carteria 42, inaugurazione: venerdì 15 settembre ore 17.30 alla presenza degli artisti, curatore: Gianni Rossi, a cura di: Fotoclub Colibrì BFI di Modena).

6. Luoghi dell’artificiale
I luoghi dove l’arte si fa e quelli in cui la si custodisce interagiscono e si modificano tra di loro, creando un effetto d’opera

Luogo del fare artistico, l’atelier è un mondo di produzione e di evocazione, una terra di confine tra il privato del fare e il pubblico dell’opera. Quattro artisti che hanno segnato le tendenze dell’arte contemporanea nei rispettivi campi apriranno i propri studi nelle giornate del festival per far entrare il pubblico nel loro opificio: Andrea Chiesi, Franco Guerzoni, Wainer Vaccari e Gianni Valbonesi condurranno i visitatori nel loro processo creativo, fuori da ogni metafora.
Primo grande progetto artistico in rete, anche “Atelier d’artista” di Franco Vaccari riflette sullo statuto del luogo di produzione, assumendo gli studi d’artista quasi come se fossero architetture spontanee. La mostra ripropone un’installazione video, realizzata per la prima volta nel 1996, cui decine e decine di artisti internazionali hanno contribuito con foto e video che li riprendono nei loro studi (Modena, Complesso Culturale San Paolo, produzione: festivalfilosofia).

Articolata in due sedi, la mostra di Adolfo Lugli, “Cambia Menti. Arte e industria: mutazioni della materia”, presenta nell’Auditorium San Rocco pale d’altare create con piani di scarto di pantografie industriali, mentre nel Cortile del palazzo della Pieve a Carpi sculture ed architetture di ascendenza costruttivista esaltano nella loro perfezione la potenza visionaria del nostro tempo e le sue pericolose e crescenti contraddizioni (inaugurazione: sabato 16 settembre ore 18.30, curatrice: Vittoria Coen, a cura di: Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia, con il sostegno di: Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi, in collaborazione con: Comune di Carpi e Associazione culturale Il Portico).
Un’installazione di luce di Mario Nanni, “Contatto nel godimento delle delizie”, interpreta e commenta come in un intervento calligrafico il Cortile d’Onore, la Galleria di Bacco e la Peschiera del Palazzo Ducale di Sassuolo (Sassuolo, Palazzo Ducale, produzione: Gallerie Estensi).

Riflessioni fotografiche sul patrimonio del Sito Unesco di Modena sono quelle presentate in “Obiettivo Sito Unesco. Il Duomo, la Torre, la Piazza nella fotografia d’autore”, che presenta circa cinquanta foto di, tra gli altri, Ghirri, Fontana, Jodice, Vaccari, Basilico, Migliori, ripercorrendo le peculiarità del complesso monumentale (Modena, Musei del Duomo e Torre Ghirlandina, inaugurazione: venerdì 15 settembre ore 17, curatori: Stefano Bulgarelli, Francesca Fontana, a cura di: Musei del Duomo, Coordinamento Sito Unesco di Modena).

A opere realizzate nel campo di internamento di Gusen e che hanno in seguito influito sulla progettazione del Museo Monumento al Deportato è dedicata la mostra di Ludovico Belgiojoso, “Ho potuto pensare una casa. Disegni dal lager” (Carpi, Museo Monumento al Deportato – Sala dei Nomi, Ex Sinagoga, inaugurazione: venerdì 15 settembre ore 12 presso il Cortile delle Stele – Museo Monumento al Deportato, a cura di: Fondazione ex Campo Fossoli).

Ad perpetuam rei memoriam è il titolo dell’opera che Eron realizzerà durante i tre giorni del Festival per la facciata di Palazzo Santa Chiara in occasione dei 2.200 anni dalla fondazione (183 a.C.) di Mutina. Richiamando i monumenti restituiti dal sottosuolo della città romana, Eron sviluppa una riflessione profonda sulla storia dell’edificio, in parte distrutto dai bombardamenti del 18 aprile 1945. L’artista sarà al lavoro sabato 16 settembre alle ore 19 con introduzione di Pietro Rivasi e dj set Layka: “Eron per Mutina 2017. Wall painting” (Modena, Palazzo Santa Chiara, curatrici: Cristina Stefani, Cristiana Zanasi, a cura di: Musei Civici di Modena e Fondazione De Mitri).

Oltre 2 milioni di presenze in 16 anni: il festivalfilosofia dà i numeri
Oltre 2 milioni di presenze in 16 anni: il festivalfilosofia dà i numeri

Due milioni e 250 mila presenze dal 2001 al 2016, 2.527 eventi in tutto. Sedici anni con risultati da record per una grande iniziativa di pedagogia pubblica e di comunicazione moderna dei saperi, che porta la filosofia nelle piazze delle tre città emiliane, con importanti ricadute culturali e sociali, ma anche economiche

Dalle 34 mila presenze del 2001 alle oltre 190 mila del 2016: un pubblico sempre più numeroso per assistere a un programma sempre più ricco. I numeri lo confermano: la prima edizione del festivalfilosofia proponeva 98 iniziative, lo scorso anno – sedicesima edizione – gli eventi sono stati complessivamente 191 per una manifestazione che ha importanti ricadute non solo culturali e sociali, ma anche economiche, con un impatto diretto di oltre 3 milioni di euro.

Era il settembre 2001 quando debuttava il festivalfilosofia, il primo caso europeo di festival filosofico in senso proprio. Avviata per iniziativa di un Comitato di Enti locali, poi costituitisi in Consorzio, la manifestazione propone una formula, sostanzialmente inalterata nelle sedici edizioni realizzate, imperniata su un tema che muta ogni anno e ispira tutte le iniziative in programma. Le parole scelte per ciascuna edizione hanno sempre individuato concetti chiave della tradizione filosofica e al tempo stesso questioni calde dell’esperienza contemporanea, come felicità e vita, bellezza e umanità, fantasia e comunità, cose e amare, fino alle ultime due edizioni, dedicate rispettivamente alla gloria e all’ereditare.

Dalla prima edizione sono stati realizzati quasi 2.500 eventi: tra questi ben 691 lezioni magistrali, che hanno visti protagonisti 323 filosofi, di cui 68 stranieri. Sono proprio le lezioni magistrali il cuore del programma, con i maggiori pensatori contemporanei, italiani e stranieri, che presentano la propria tesi e rispondono a domande del pubblico. Nella sezione delle lezioni dei classici, invece, eminenti studiosi commentano le opere che hanno costituito modelli o svolte concettuali rilevanti nella storia del pensiero occidentale.

Un vasto programma di iniziative declina poi il tema nei diversi ambiti della creazione, per sottolineare la stretta connessione tra forme dell’esperienza, dell’arte e del pensiero. Fino ad ora sono stati 2.087 gli eventi del programma creativo: spiccano le 485 mostre e installazioni e gli oltre 320 tra concerti e spettacoli dal vivo, cui si devono aggiungere oltre 100 letture e conversazioni (116) e più di 200 film (209). Le attività per bambini e ragazzi sono state finora complessivamente 529.
Il festival si presenta anche come occasione per condividere i piaceri della buona tavola. Tullio Gregory firma la sezione “cucina filosofica” fin dalla prima edizione: dal 2001 il filosofo e gourmet ha ideato ben 118 menù filosofici a tema.

Quanto ai dati di pubblico, si è giunti a un totale di circa 2.250.392 presenze complessive nelle prime 16 edizioni. Nel 2016, se si sommano i partecipanti alle iniziative del programma con i dati delle aperture straordinarie che saldano agli appuntamenti del festival alcune sedi di particolare rilevanza artistica, le presenze complessive sono state oltre 190 mila (190.392), a conferma della fortunata complementarietà tra evento e patrimonio.

I dati qualitativi, poi, desumibili anche dalla tesi di dottorato discussa da Maria Giovanna Manni presso la Fondazione Marco Biagi di Modena nel 2015, confermano il carattere nazionale e internazionale del festivalfilosofia: oltre la metà dei partecipanti arriva ogni anno da fuori provincia, soprattutto dal centro nord, ma con presenze significative anche dal sud e dalle isole e un numero crescente di presenze dall’estero. In sensibile aumento soprattutto i giovani, che costituiscono ormai quasi il 25% del pubblico. L’età media dei partecipanti è di 44 anni e il livello di scolarizzazione del pubblico risulta molto alto. Quasi il 60% ha una laurea, benché non si tratti di un pubblico di settore: più di una persona su sei non ha mai studiato filosofia, mentre il 30% di chi l’ha studiata lo ha fatto solo a scuola e non all’università.

La permanenza media si attesta intorno ai 2,54 giorni, dunque sono pochi i visitatori che si fermano un giorno soltanto: un partecipante su tre si ferma anche a dormire generando un impatto economico diretto sul territorio di oltre 3 milioni di euro.

Infoline: Consorzio per il festivalfilosofia, tel. 059/2033382 e www.festivalfilosofia.it

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


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