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da: organizzatori

In occasione della terza edizione del Festival di Altroconsumo a Ferrara, sabato 23 Maggio dalle ore 10, presso il Chiostro di San Paolo, si svolgerà il dibattito “La tua vita nella rete”. Ospiti dell’incontro saranno Marta Buonadonna (giornalista), Ugo Bechini (notaio) e Marino Cavallo (docente di Marketing).

“Libri, film e musica fino a qualche anno fa erano distribuiti esclusivamente su supporti fisici. Venivano acquistati, portati a casa, conservati sugli scaffali e poi eventualmente lasciati in eredità a figli e nipoti. Il passaggio al digitale ha reso molti di questi beni immateriali: si scaricano da internet e si fruiscono su dispositivi dai quali poi possono essere cancellati per far posto a nuovi prodotti culturali. Ma cosa ne è di tutti questi beni che non si possono toccare? Sono davvero nostri? E come possiamo lasciarli a chi verrà dopo di noi?”
All’interno di tale evento ci sarà uno spazio dedicato ad alcuni gruppi di studenti dell’Università di Ferrara, frequentanti il corso di Marketing e Nuovi Media tenuto dal docente Marino Cavallo, che presenteranno lavori inerenti le tematiche trattate.
Di seguito, gli argomenti:

Re-Book

Re-Book è un sito che permette agli studenti dell’università di Ferrara, più precisamente quelli delle principali facoltà umanistiche (scienze e tecnologie comunicazione, scienze filosofiche e dell’educazione, letterature e lingue moderne e classiche) di trovare libri usati che altri utenti mettono in vendita e vendere i propri libri usati mettendosi in contatto direttamente con il venditore.

My Unipost (.it)

La riproposizione online delle bacheche universitarie si chiama My Unipost, nella quale saranno presenti annunci di ogni tipo: dagli affitti di appartamenti, alle ripetizioni, alla vendita di libri e molto altro.
L’elemento innovativo è caratterizzato dall’essere una bacheca social, avendo quindi la possibilità di comunicare e di mettersi in contatto con chiunque, semplicemente utilizzando il proprio profilo Facebook.

Smart Fe

SmartFe è la piattaforma che permetterà a chiunque di essere informato (e informare a sua volta) sui tempi di attesa di uffici pubblici come poste, banche, sportelli sanitari e comunali, dando la possibilità inoltre di aggiornarsi sui luoghi di svago e incontro della città.
Tutto ciò in tempo reale e grazie a chat interattive che gli utenti potranno utilizzare per dare il proprio contributo in un ottica di condivisione e partecipazione.
Al termine della presentazione dei progetti, gli studenti (insieme agli esperti) saranno lieti di rispondere ad eventuali domande o particolari approfondimenti sul funzionamento degli stessi.
Sarà dunque la situazione giusta per poter dialogare e confrontarsi su una tematica così rilevante e di forte impatto sulla vita di ognuno di noi come il web 2.0.

Alessio Pugliese
Vita Maria Messina
Studenti del Corso

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

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Francesco Monini
direttore responsabile


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