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da: ufficio stampa Confartigianato

«Io ho 59 anni, vengo da San Paolo del Brasile, sono in Italia da 30 anni. E qui, a Ferrara, tra due settimane, aprirò il mio centro da estetista. Diventerò imprenditrice di me stessa e voglio assumere collaboratori. Io credo in questa città, credo in questo Paese, ma dovete farlo anche voi. Io ve l’ho dimostrato, perché ho sempre lavorato qui, ho investito qui i danari guadagnati nel tempo, che oggi utilizzerò per cominciare la mia impresa. Non sono scappata all’estero, non sono tornata in Brasile, non ho portato là i miei risparmi. Ho avuto tanta paura, ma anche tanta fede. E a voi, qui in sala, tutte, dico ‘potete farcela’ ‘possiamo farcela’. Ma voi che siete italiane, voi che siete ferraresi, dovete usare tutta la vostra creatività, la vostra energia e il vostro senso di appartenenza. Non si deve smettere mai di sognare». Con queste parole, Rita di Carmo, ha incantato ieri il pubblico della Sala Zarri, dove era in corso il convegno organizzato da Confartigianato e UniCredit teso a promuovere un nuovo strumento per sostenere le imprese femminili nell’accesso ai finanziamenti. «Un servizio – , come hanno rimarcato il direttore Giuseppe Vancini, e Giovanni Bottega, responsabile UniCredit per lo Sviluppi e le relazioni con il territorio – teso ad aiutare le donne a presentare progetti che consentano loro di accedere al fondo centrale di garanzia prima ancora di avere avuto il benestare delle banche grazie ad un voucher corrispondente al valore (fino all’80% e con un limite massimo di 1 milione e mezzo di euro) della garanzia richiesta». Lei, Rita, ha incarnato il senso dell’iniziativa, dimostrando che «per essere imprenditrici, per volersi realizzare, per volere contribuire allo sviluppo del proprio territorio non c’è età». Parole confermate dalla Consigliera di Parità, Donatella Orioli, che ha ammonito dal ‘cestinare le persone ‘over’, «perché hanno spesso un bagaglio di esperienza e competenze che equivale a un grandissimo investimento». Il convegno è stato introdotto da Caterina Paparella, Presidente Donne Impresa Confartigianato ed è stato chiuso dalla collega regionale, Emanuela Battilega, entrambe soddisfatte dei nuovi percorsi messi in campo dall’associazione e UniCredit.

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CONFARTIGIANATO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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