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da: ufficio stampa Confagricoltura Ferrara

Appuntamento lo scorso 9 febbraio 2015, con il secondo seminario del ciclo ?I Lunedì dell?Agricoltura? organizzati da Confagricoltura Ferrara.
?L?incontro di oggi parla la lingua della sostenibilità e dell?innovazione: sono questi, infatti, i due pilastri verso i quali si orienta il concetto di Agricoltura Blu? ha spiegato il Presidente di Confagricoltura Ferrara Pier Carlo Scaramagli aprendo i lavori della mattinata.
A introdurre i relatori della giornata Alberto Cavallini, dirigente di Confagricoltura Ferrara, che da anni è attento al tema e sta sperimentando e sostenendo questo tipo di coltivazione nella propria azienda.
?Per approcciarsi a questo tipo di agricoltura è necessario un cambio di mentalità, una forte volontà di innovare, partendo dallo studio e dalla formazione? commenta Cavallini.
Le pratiche di agricoltura conservativa sono in grado di migliorare le funzioni ecologiche dei suoli (sequestro di carbonio organico, aumento della fertilità e della biodiversità, protezione da fenomeni di erosione e compattazione), aumentando la sostenibilità e la competitività complessive dell?attività agricola.
La Regione Emilia Romagna metterà a disposizione dei contributi ad hoc sul prossimo PSR ?i bandi sono in fase di elaborazione? conferma Giorgio Pogglioli del Settore Agricoltura, ittica e attività faunistico-venatoria della Regione Emilia Romagna, che ha spiegato ai presenti i punti focali del PSR 2014-2020 ricordando che ?vi è un notevole vantaggio ambientale nel promuovere l?agricoltura conservativa?. L?Agricoltura Blu, infatti, come ben spiegato anche da Mauro Grandi di AIGACOS (Associazione Italiana per la Gestione Agronomica e Conservativa del Suolo) e dal prof. Vincenzo Tabaglio (Università Cattolica del Sacro Cuore) ha come punti focali la rotazione delle colture, la semina diretta su sodo, la presenza di una copertura vegetale annuale o perenne per la protezione del suolo (cover crop) e l?impegno nella minima lavorazione del suolo (quindi senza il rivoltamento o il mescolamento del terreno). ?Può sembrare incredibile? spiega il prof. Tabaglio ?ma il terreno, se non arato, negli anni diventa più soffice e poroso grazie all?azione dei lombrichi e delle radici delle piante che creano canali interconnessi tra loro che lasciano respirare il terreno e favoriscono l?apporto di acqua.? E prosegue ricordando anche che un ulteriore aspetto positivo risiede nel concetto di ecosistema sostenibile: ?l?agricoltura conservativa che è praticata su 120 milioni di ettari nel mondo (circa il 10% della S.A.U. mondiale) riesce a recuperare la CO2 e a stoccarla nel terreno ?questo significa un grosso aiuto nel ridurre l’effetto del cambiamento climatico mondiale?. Il maggior problema dell?applicazione dell?Agricoltura Blu nella zona della pianura padana, come aggiunge Grandi ?è la difficoltà di avere a disposizione una strumentazione e tecniche di semina adeguate, per questo motivo bisogna imparare dall?Argentina, in modo particolare, che ha messo a punto macchinari innovativi.?
Durante l?incontro si è parlato anche del progetto europeo LIFE HelpSoil, obiettivo del quale è attuare per tre anni (tre cicli colturali consecutivi) due modalità di gestione alternativa: da una parte il mantenimento delle operazioni aziendali correnti, dall?altro un itinerario tecnico migliorativo, basato su pratiche di gestione dei terreni agricoli afferenti ai principi dell?Agricoltura Conservativa. Saranno 20 le aziende italiane coinvolte, 4 delle quali in Emilia Romagna. Lo scopo sarà quello non solo di testare e valutare le differenze tra i due tipi di colture, ma diventare esempi virtuosi ai quali tutte le aziende che decideranno di dedicarsi all?Agricoltura Blu potranno fare riferimento.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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