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Da: Organizzatori

Il Museo del Risorgimento e della Resistenza, dopo aver dedicato, in occasione del centenario, innumerevoli mostre alla I guerra mondiale, ha deciso di dare voce a quanti, ormai da più di un secolo, hanno lavorato, partendo spesso da collocazioni politiche ed ideologiche differenti, perché le guerre non esistessero, consci che i primi a pagare nei conflitti bellici sono i popoli e, quindi, anche i soldati che li combattono.
A questi uomini che hanno dedicato la propria vita al sogno, realizzabile, della “Pace”, Ferrara dedica questa mostra, perché anche i più giovani conoscano questa storia e magari possa essere utile nel loro cammino di esseri umani. Antonella Guarnieri (Responsabile Museo del Risorgimento e della Resistenza)

“Abbasso la guerra”
Una mostra in giro per l’Italia

di Francesco Pugliese

La Mostra illustra attraverso immagini e documenti il multiforme impegno, spontaneo e organizzato, contro la guerra e contro la cultura della guerra di persone, movimenti, associazioni. Le ragioni e la ragione dei movimenti pacifisti italiani e internazionali.
Iniziative e mobilitazioni, elaborazioni e pensiero, successi e sconfitte, idee e proposte, cultura della pace sono rappresentati e illustrati con testi e documentazione in gran parte inedita in 24 pannelli dal titolo: “Abbasso la guerra. Persone e movimenti per la pace dall’800 ad oggi. Mostra fotografica e documentaria” curata da chi scrive.
Una iniziativa che mira a:
– sostenere la memoria storica dell’opposizione e degli oppositori alla guerra e agli armamenti (“pazzia bestialissima”, Leonardo)
– sensibilizzare sui temi della pace e della educazione alla pace, per un sapere e una scuola impegnati per la pace
– sostenere la diffusione di coscienze e pratiche pacifiste e nonviolente a tutti i livelli e per un rinnovato impegno di massa per il disarmo
– ricordare il principio del ripudio della guerra scolpito nell’art. 11 della Costituzione italiana e sulla Carta delle Nazioni Unite
– riaffermare le finalità di pace del processo di costruzione europea proprio nel centenario della inutile strage (Benedetto XV)

La Mostra ha ricevuto l’alto patrocinio del Parlamento europeo e quello della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze; ha inoltre l’adesione della Fondazione Museo Storico del Trentino, del Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani e di altri enti pubblici e associazioni. Si compone di 24 pannelli di cm. 70×100; ha una struttura e contenuti divulgativi ed è rivolta in particolare alle scuole.
“Una mostra importante perché restituisce ‘dignità’ al movimento pacifista e alle sfide che questo ha posto e affrontato negli ultimi 150 anni, perché racconta una storia in cui in tanti e tante cittadini si riconoscono, perché pone sul tavolo molte questioni ancora aperte legate al disarmo, alla nonviolenza, alla prevenzione dei conflitti…” (Francesco Penzo, Venezia, personeperlapace.blogspot.it)

Dopo l’anteprima di Trento dal 18 al 25 aprile 2013, in meno di tre anni ha avuto oltre 50 esposizioni in giro per la penisola; è stata esposta in varie scuole, biblioteche, teatri, musei, festival, piccoli e grandi centri e manifestazioni varie; tante delle esposizioni sono state accompagnate da iniziative di contorno: presentazioni di libri, dibattiti e incontri, conferenze, teatro, film.
Tra le altre si ricordano le esposizioni al Centro di Educazione alla Pace e alla Campana dei Caduti di Rovereto; al Centro di Documentazione di Luserna; a Brescia, al Museo Africano di Verona; a Livo (TN) per le iniziative dei 50 anni di sacerdozio di padre Alex Zanotelli; al Festival “Tra le rocce e il cielo” di Vallarsa (TN); al Festival del Diritto di Piacenza (2014); in Valsusa (Torino); a Bologna, a Venezia, a Chioggia, al convegno dell’Istituto Luce Cinecittà “Anni di pace-anni di guerra” del 26 febbraio 2015 presso il Vittoriano a Roma, in varie scuole di Monza tra marzo e aprile 2015, al festival del libro di Cerignola, al convegno nazionale “La guerra è follia” di Monteleone di Puglia del dicembre 2015, a Roma alla Casa della Memoria e della Storia nell’ottobre 2015, a Milano presso la Biblioteca Sormani dal 20 gennaio al 13 febbraio 2016. Quindi a Storo, Tione, Sulmona. Nell’autunno 2016 è in programma a Ferrara e Firenze.

L’ultimo pannello della Mostra a chiusura del percorso riporta le parole dell’Unesco: “Poiché le guerre nascono nella mente degli uomini, è nella mente degli uomini che devono essere costruite le difese della pace”, parole riportate sul marmo davanti ad una scuola di Pienza, in Toscana.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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