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Da: Circolo Arci Zone K

A BAND CALLED E
(Thalia Zedek, Gavin McCarthy, Jason Sanford)

Un evento assolutamente straordinario lunedì 6 febbraio, una collaborazione Circolo Arci Zone K, Roots Music Club, Arci Ferrara e Pentagon Booking, con il Patrocinio del Comune di Ferrara, alla Sala Estense di Piazzetta Municipale salirà sul palco una super band, ‘A Band Called’ E da Boston (Usa), in una data unica per l’Emilia Romagna.

A Band Called E è un trio composto da tre musicisti straordinari della scena indipendente statunitense, Thalia Zedek (Come, Uzi, Live Skull), Jason Sanford (Neptune) e Gavin McCarthy (Karate). Insieme hanno realizzato un album che mescola un suono industrial esplosivo alla calma e alla meditazione che solo i grandi songwriter conoscono. Benché ogni componente della band abbia decenni di esperienza nella scena dell’alternative rock, il loro sforzo collaborativo ha partorito un lavoro che è al tempo stesso diverso da qualsiasi cosa sia arrivato prima di esso, ma anche il risultato di tre veterani che lavorano in totale armonia. Quello che distingue gli E da altre band contemporanee è la loro volontà quasi ‘giovanile’ di sperimentare, mostrando al contempo la maturità della moderazione e dell’austerità. Nel loro album di debutto omonimo, gli E hanno sviluppato un suono che è sia meccanicamente che emozionalmente orientato. Una combinazione che i tre descrivono come “soul music per automi”. Zedek e Sanford hanno iniziato a lavorare assieme nel 2013, cercando di soddisfare il comune desiderio di tuffarsi in realtà musicali più collaborative rispetto alle loro precedenti prove ‘soliste’. Mossi dal comune rispetto per il lavoro dell’altro, i due hanno trovato la loro forza nella comunione tra l’inconfondibile voce e le inventive linee di chitarra di Thalia Zedek, e le inclinazioni metal dei lavori chitarristici di Sanford. Zedek e Sanford hanno poi avvicinato l’amico di lunga data Gavin McCarthy chiedendogli di aiutarli ad espandere il loro sound. Benché McCarthy, inizialmente, pensasse di essere il bassista ideale per la band, una volta finito dietro la batteria, capì immediatamente che il suo stile agile ed espressivo era tutto quello di cui la sezione ritmica degli E aveva bisogno. Gli E vanno contro ogni aspettativa, e pur non avendo nessun bassista, il loro suono è molto tirato ed enfatizzato sul ritmo.
‘Delicate Fingers’ è un ottimo esempio del loro approccio inventivo alla musica.
Ogni componente della band canta nell’album, gettando sul tavolo i propri testi e le proprie melodie. Al contrario di molte band con più voci in cui tutto gravita attorno alla melodia, gli E mostrano la voce di ciascun componente della band nella propria individualità, con McCarthy che provvede ad alcune delle prove vocali più coraggiose dell’intero disco, come nell’esplosiva ‘Candidate’. Poiché ogni membro della band ha delle caratteristiche ben precise e distinguibili nel proprio stile, gli E sono capaci di mostrare un controllo totale del proprio sound, rimanendo al contempo focalizzati nell’avere la libertà di sperimentare.

Appuntamento prestigioso, da non mancare assolutamente, nel pieno centro storico della nostra città.
Apertura della Sala Estense prevista per le ore 20, inizio concerto alle ore 21 e 30 circa, biglietti disponibili alla cassa.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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